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sabato 24 aprile 2010

E' FESTA D'APRILE

Franco Antonicelli
La Resistenza in Italia, in Europa, nel mondo (1943-1945)

La poesia si canta sull'aria di una nota ballata poipolare. L'A. è stato uno dei più impegnati e fini intelklettuali antifascisti, poi dal 1968 senatore della sinistra indipendente

E' già da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere poco e sempre più tristi,
hanno capito forse, se non son proprio tonti,
che sta arrivare la resa dei conti.

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! è festa d'Aprile.

Nera camicia nera, che noi abbiam lavata,
non sei di marca buona, ti sei ritirata;
si sa, la moda cambia quasi ogni mese,
ora per il fascista s'addice il borghese.

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia...

Quando un repubblichino omaggia un germano
alza il braccio destro al saluto romano.
ma se per caso incontra partigiani
per salutare alza entrambe le mani.

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia...

In queste settimane, miei cari tedeschi,
maturano le nespole persino sui peschi;
l'amato Duce e il Fuhrer ci davano per morti
ma noi partigiani siam sempre risorti.

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia...

Ma è già da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere spesso, e non certo tristi;
forse non han capito, e sono proprio tonti,
che sta per arrivare la resa dei conti.

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia...

Fonte: Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975

Gli occhi azzurri del compagno Elì

15 aprile 2010

di Giuseppe Casarrubea

La crisi della sinistra e l’approccio critico proposto da uno degli ultimi epigoni della lotta comunista al nazifascismo: un siciliano con la testa di un genovese che non si rassegna alla scomparsa o alla crisi dei valori per i quali si è battuto per tutta la vita: la libertà dall’oppressione, la Carta Costituzionale, il diritto al lavoro, l’uguaglianza dei cittadini, la difesa dei più umili.

Ha gli occhi azzurri ed è l’esatto opposto di Berlusconi: il Polo Nord, l’azimut di una possibile nuova sinistra. Di tale opposizione è prova tutta la sua vita nella quale, naturalmente, il nostro capo del governo non poteva entrare, neanche da lontano. Più che negli scritti il suo insegnamento è nella coerenza della sua coscienza, nella linearità della sua azione politica.

Si chiama Emanuele Conti, Elì per i parenti e gli amici più stretti. E’ nato a Messina nel 1921. Il suo assillo è la crisi della sinistra, la valanga che l’ha investita non per la caduta del muro di Berlino, per la politica di Gorbaciov, per il crollo dell’Urss, accelerato da Eltsin, ma perchè quello che era stato il Pci di Berlinguer, non esiste più. E’ stato rimosso, cancellato. Era proprio necessario buttare tutto? Elì non ha sognato, non si è svegliato improvvisamente da un incubo. Ha combattuto realmente, ha rischiato, anche quando il linguaggio era quello delle armi, quando bisognava essere partigiani per cacciare via lo straniero invasore. Perciò non si rassegna, neanche ora che ha novant’anni e si vede trascinato nel vortice di una trasformazione innaturale, in un gioco in cui le carte sono state cambiate e il linguaggio non è più quello della chiarezza.

Lo smarrimento risale alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, quando anche il codice genetico dei partiti, e non solo del Pci, comincia a mutare spingendo i comunisti prima nelle braccia della socialdemocrazia europea e dopo in un partito di tipo retorico-estetico. L’annuncio lo dà Achille Occhetto durante la cosiddetta “svolta della Bolognina” (un quartiere di Bologna), quando il 12 novembre 1989, tre giorni dopo la caduta del muro di Berlino, comunica ai partigiani che commemorano lo scontro del 1944 tra diciassette gappisti e novecento nazifascisti, che il Pci cambia nome, cognome e indirizzo e si trasferisce in una “cosa” che sarà denominata Pds. Il ventesimo e ultimo congresso tenutosi a Rimini il 31 gennaio 1991, fa il resto.

Scrive Conti nella sua autobiografia: “Dopo Rimini non ho aderito a nessuna organizzazione politica e partitica né unitaria né scissionista e questa mia non adesione è stata una precisa assunzione di un punto di osservazione non neutrale, ma espressione di un estremo slancio morale, di un’attesa che, dagli anni Novanta a oggi, ha coinciso con questo periodo di ricerca di una via più definita per la sinistra in Italia.

Oggi, dopo la mutazione dal Pds ai Ds e, infine alla più recente nascita del Pd, le prospettive politiche restano ancora incerte”.

E’ la ricerca di coordinate perdute: il materialismo storico, il laicismo, il marxismo come metodo di analisi del mondo, ecc.

Rimane, però, occorre dire, un sistema che conduce ad una sola stella polare: la difesa della Costituzione, la laicità dello Stato, l’autonomia di quest’ultimo dai condizionamenti del Vaticano. Ma quale senso dare a questi grandi valori se manca la piattaforma da cui prendere la rincorsa per appropriarsene? Denominatori che Conti enuclea come condizioni di prospettiva. Trovano ragioni nella sua biografia e nella stessa storia del nostro Paese: “La rivisitazione del passato, la memoria degli avvenimenti, ma anche l’aspra criticità aiutano a capire il presente e a essere profetici quel tanto che basta ad avere un’idea di futuro ed è per questo che vivendo questi tempi voglio tornare ai primi anni del dopoguerra e continuare a riflettere sulla storia della Sicilia nella convinzione che in quel periodo risiede la chiave di lettura del presente”.

*

rudere di Elì (Filicudi)

Elì non aspetta affatto la “svolta della Bolognina” per mettersi in ritiro spirituale. Lo è già da tempo. Non ha mai avuto un rapporto tranquillo con le gerarchie del suo partito. Ripeto: il suo è uno stile di vita che coniuga azione e riflessione; prescinde, quindi, dalla mera contingenza politica. Nel 1968, anno di grandi sommovimenti sociali nel mondo, acquista un rudere a Bazzina nell’isola di Filicudi, la più sperduta delle Eolie. Lo ricostruisce con le sue mani e ogni anno vi trascorre almeno due mesi in totale solitudine. In alcuni anni l’isolamento arriva anche a sette. Non è la vocazione mistica di un comunista militante. E’ il bisogno di recuperare la dimensione del silenzio come valore. Per capire, per agire, per temprarsi nel corpo e nello spirito. Certamente perchè la militanza, con le sue contraddizioni, le sue fatiche, i suoi giochi ha bisogno sempre di coniugarsi con la dimensione del sè, col proprio diritto a riflettere.

*

La sera che lo incontro lo trovo seduto al tavolo dei relatori chiamati a presentare, al Circolo Pickwick di Messina, il suo libro Giobbe della politica, curato da Michela D’Angelo e uscito lo scorso anno per i tipi della GBM, nella collana diretta da Santi Fedele. E’ un distinto signore segaligno, asciutto, deciso, alto e ben vestito. Sono soprattutto i suoi occhi che hanno preso nel tempo il colore del mare a sorprendere. Occhi sereni di un novantenne che avverte di non avere ancora vissuto il tempo in cui deve continuare a raccontare, approfondire le ragioni di una vita e di una storia. Che non è solo sua. E’ la storia d’Italia, per quanto lui umilmente la limiti alla sola Sicilia.

Indossa un abito blu scuro ed ha attorno una moglie, molto più giovane di lui che lo guarda con ammirazione, come una ragazza guarda il suo boyfriend. Per lui l’età cronologica non corrisponde con quella mentale. Al contrario ha mente spigliata, capacità di riflessione critica rara, intuizioni creative. Era e continua ad essere un combattente. Di lui, confesso, non avevo mai sentito parlare, né avevo mai letto qualcosa. In Facebook non c’è traccia, anche se ha alcuni omonimi. Comunque credo che non condividerebbe i fan e le scuderie e, per ultimi, quelli che si riempiono il petto di falci e martelli, stelle rosse e simboli del “Che”, bandiere e mostrine o galloni che siano.

falce martello e .... (da foto bacheca di Francesco Esposito)

Tanto più che oggi delle falci e martello si fa un uso estetico. Sono diventati non i nuovi simboli di una storia reinterpretata, ma aspetti di desideri consumistici, forme dei nuovi linguaggi, massmediali, appunto, frutto delle nuove mode estetizzanti. In questo senso l’uso è disparato: c’è chi li mette tra il proprio nome e cognome e chi invece a livello degli organi sessuali. L’effetto è folcloristico: dànno al variegatissimo popolo progressista i caratteri propri delle danze macabre, prima del compimento di certi riti più o meno tribali. Un segno della più generale decomposizione dei valori tradizionali, propri della sinistra. Sarà forse un processo necessario visto che, secondo la visione cristiana del mondo, tutto deve prima marcire se vuole poi nascere a nuova vita. Può darsi che ciò sia un bene ma non si intravede segnale di luce dentro l’interminabile tunnel del riduzionismo individualistico.

Il senso che si prova è di disfacimento, di un andare a zonzo, di mettersi addosso un talismano o tentare di far sentire di sè, o del proprio gruppo, per quanto vasto possa essere, l’odore di un sottile profumo. Questo senso olfattivo non è dovuto solo alla frantumazione delle ideologie e dei partiti, così come ci sono pervenuti dalla nostra storia, con le loro caratteristiche e funzioni, ma anche al fatto che tutto questo mondo in fermento fa parte di una coreografia unitaria. Oggi l’estetica edonistica ha preso il sopravvento sulla politica e non mi stupisce affatto che trionfi Berlusconi.

*

Il mondo virtuale e di plastica è il suo regno. Siamo sotto il dominio mediatico. Se ti fai un giro per Facebook, ad esempio, provi l’impressione che ci sia un vasto popolo di centro-sinistra e – addirittura – una buona presenza comunista. Sigle e gruppi di ispirazione ecologista e, come si dice, riformista, abbondano. Ciò è un bene, a due condizioni, però: che i loro programmi siano corrispondenti ai comportamenti reali; che tutti intendano più o meno la stessa cosa quando si scambiano le informazioni. Ma non è così.

Dopo l’’89 è successo lo scioglimento dei ghiacciai e tutte le valanghe che si sono determinate hanno riempito, a valle, una grande conca. Tutto è scomparso del precedente paesaggio e la nuova realtà sono i nuovi caratteri gliaciali di questa depressione.

Il palcoscenico non è occupato più da cavalli di razza. Qualche volta l’attraversano anche alcuni decerebrati il cui potere deriva dall’uso spregiudicato dei mezzi in loro possesso. Opportunità costruite nel tempo, oggi abnormi, parossistiche, ma tuttavia pur esse utili e necessarie allo standard di sopportazione.

Amo il teatro, anche se, dovendo scegliere cosa fare nella vita, beneficio di rare possibilità di frequentarlo. Odio, però, quegli spettacoli, soprattutto televisivi che procedono per simboli. Hanno bisogno cioè di identificare i loro referenti di modo che siano chiamati sempre a recitare la parte. A maggior ragione odio il tipo di attori che, o per interessi o per narcisismo, sono gli habitué dei palcoscenici o la tappezzeria degli applausi. E, anche in questo caso, meno male che ci sono, perchè altrimenti veramente ci sarebbe da mettersi a gridare a causa del vuoto assoluto.

*

Per fortuna ci sono le eccezioni alle regole e una di queste, la più recente, è proprio Elì, anche se nessuno lo conosce.

E’ una rara figura di siciliano, cresciuto ad una scuola familiare del Nord Italia. Il padre, Costante, ingegnere civile di Sant’Olcese (Genova), appena laureato è assunto col compito di contribuire alla ricostruzione della città dello stretto devastata dal terremoto del 1908. La madre, Ernesta Ventura di Monzuno, è una bellissima donna vissuta da sempre a Bologna. I due si conoscono nella capitale emiliana e nasce un amore che segna per sempre il loro destino e quello dei loro figli. E’ una storia rovesciata con il suo esordio in quella catastrofe che cambiò la vita di milioni di persone. Erano già cominciate le ondate migratorie dal Sud verso il Nord e i Paesi d’Oltralpe e d’Oltreoceano, ma la vicenda dei Conti va in direzione esattamente opposta: ha il suo obiettivo proprio nelle popolazioni terremotate.

Elì frequenta prima una scuola di gesuiti, poi il liceo classico statale e quindi la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Nel giugno 1940, dopo la tragica e personale decisione di Mussolini di dichiarare l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, le sorti della famiglia Conti, come quelle di tutti gli italiani subiscono un brusco e traumatico rovesciamento. Elì fa prima il capitano di vascello nel 1941 e, dopo l’8 settembre ’43, il partigiano. Ruota attorno ai Gruppi di azione patriottica (Gap) che liberano Roma dal nazifascismo. Conosce Franco Ferri che il 23 marzo ’44 compie l’attentato di via Rasella contro i nazisti.

Carlo Lizzani

E’ nella stessa area delle azioni gappiste alle quali partecipano intellettuali come Carlo Lizzani, Renato Guttuso, Luigi Pintor e tanti altri. Ferri lo arruola come aiutante e in tale veste Conti partecipa a numerosi attentati contro i fascisti “particolarmente compromessi con i nazisti e coinvolti nel funzionamento della famigerata prigione delle SS di via Tasso a Roma”. Insomma, a poco più di vent’anni è un combattente che si muove tra libri e moschetti. Già a quell’età legge, infatti, Labriola, Marx, Engels, Lenin e li applica in quella Roma ancora dominata da Priebke e Kappler.

*

gruppi di azione patriottica (1944)

Dopo la Liberazione della capitale (4 giugno 1944) rientra nella sua città natale. Qui trasferisce la sua esperienza di partigiano nelle lotte per l’affrancamento dei contadini dalla servitù feudale, si batte per l’attuazione delle leggi di riforma agraria del ministro dell’agricoltura comunista Fausto Gullo. Contrasta la forte reazione padronale e conosce anche la galera. E’ un comunista militante, un dirigente politico e sindacale nel Pci di Gramsci, Togliatti, Terracini, Longo e Berlinguer. Con i capi del Pci, Togliatti e Li Causi, ha una frequenza strettissima. Il risultato delle sue battaglie è la rottura del blocco agrario. Costa lutti e sangue. La storia del gruppo dirigente di queste lotte per quanto riguarda il messinese è già stata tracciata da Daniele Pompeiano e Giovanni Raffaele e s’inquadra nell’organizzazione del Pci prima ancora del 25 aprile 1945. E’ nel 1944 che nascono le federazioni comuniste del messinese mentre nell’anno successivo sorge la federazione regionale guidata da Li Causi.

E’ una storia personale e collettiva che giunge fino all’assassinio di Salvatore Carnevale a Sciara (1955), all’eliminazione dei sindacalisti dei Nebrodi uccisi dalla mafia tra il 1956 e il 1967. Il più noto è Carmelo Battaglia, eliminato il 24 marzo 1966 mentre si reca in un feudo acquistato dalla baronessa Lipari da parte di una cooperativa di pastori per il pascolo del bestiame.

Il ventennio che precede l’uccisione del sindacalista di Tusa ha il suo esordio tra la fine del 1946 e l’intero anno 1947. E’ l’inizio del tempo lungo dello stragismo, della nuova strategia di Cosa Nostra che ora ha un capo potente: Salvatore Lucania, alias Lucky Luciano. E’ lui il capostipite dei ras della mattanza. Nel dicembre 1946 è assassinato Nicolò Azoti, segretario della Camera del Lavoro di Baucina, qualche mese prima era saltata in area la sede della Federterra: due morti. Ai primi di gennaio ‘47 tocca ad Accursio Miraglia. Il 7 marzo è la strage di Messina. La Camera del Lavoro di Umberto Fiore, Francesco Sardo, Elì Conti e Pancrazio De Pasquale indice uno sciopero generale. I Carabinieri sparano sulla folla. Muoiono Giuseppe Maiorana, Biagio Pellegrino, Giuseppe Lo Vecchio. Dietro le quinte la repressione è appoggiata dall’Uomo qualunque, il partito filoamericano di Guglielmo Giannini, intrecciato con i vecchi gerarchi fascisti del ventennio nero. Elì scrive, con lucida puntualità: “La strage del 7 marzo a Messina va inserita nel contesto regionale che portò a quella del primo maggio 1947 a Portella della Ginestra”.

Dunque il terrorismo a Messina ha gli stessi obiettivi di quelli assunti dalla banda neofascista di Salvatore Giuliano e Salvatore Ferreri, alias Fra’ Diavolo, contro le manifestazioni democratiche dei lavoratori. Un’azione di contenimento attraverso una guerra dichiarata al comunismo.

Elì ne è testimone diretto: “Una sera, all’imbrunire, mentre camminavamo in via Libertà diretti verso piazza Politeama, dai rami di uno degli alberi, allora meno alti di adesso, scese un uomo, il quale consegnò a Li Causi un messaggio da parte di Salvatore Giuliano. Il messaggio diceva che il movimento separatista di Giuliano non si sarebbe fermato e che avrebbe distrutto i comunisti”. Così dopo Messina abbiamo Portella, gli assalti contro le Camere del Lavoro del 22 giugno, l’uccisione di Giuseppe Maniaci e di altri dirigenti fino alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile ’48, quando stravince la Dc di De Gasperi: Epifanio Li Puma, Calogero Cangelosi e Placido Rizzotto, per continuare, dall’anno successivo, con la strage di Melissa (29 ottobre 1949), quando la polizia di Scelba, more solito, spara sulla folla e uccide tre contadini, ferendone alcune decine.

Il giovane Andrea Camilleri a sx, Galvano della Volpe (penultimo) accanto a Sibilla Aleramo a dx

Che sia il terrorismo politico a manovrare mafia e banditismo è ormai scontato. Elì, non è l’ultimo arrivato. Lo nota quell’eretico caposcuola che fu a Messina Galvano della Volpe, docente di storia della filosofia, ma anche un sorvegliato speciale della nomenclatura, autore di importanti volumi come “Critica del gusto”, “La libertà comunista”, “Rousseau e Marx”. Sa quanto grande sia la pazienza di dirigenti come lui o il suo amico Pancrazio De Pasquale. Li definisce entrambi “Giobbe”, secondo la nozione biblica della pazienza e dell’accettazione del sacrificio come obbedienza a una sorta di volontà divina. E’ in realtà un comunista senza tessere, un irriducibile della politica, un libero pensatore. Uno che se fosse vissuto all’epoca dell’Inquisizione sarebbe stato mandato al rogo, non dai suoi nemici ma dalle gerarchie dello stesso mondo al quale appartiene e in cui crede (e continua a credere) con una fede incrollabile. E’ un osservatorio critico vivente, per un lungo tempo che arriva ai nostri giorni. Ma non resta allo sbando. E’ uno dei pochi casi di comunisti che non si vergognano di dichiarare ancora di esserlo. E si interroga.

mercoledì 21 aprile 2010

Lettura guidata della Costituzione: art.5

L’articolo 5 introduce, in via di principio, la garanzia di un’ampia libertà conferita alle diverse collettività territoriali nel perseguimento e nella gestione di interessi locali, mediante il riconoscimento di una posizione di autonomia in favore dei rispettivi enti esponenziali. Con l’articolo 5 Il principio autonomistico da modello organizzativo è elevato a principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale.

Esso denota la consapevolezza dei costituenti che il nodo stato-enti locali sarebbe stato centrale nel dibattito politico, e avrebbe condizionato l’intero ordinamento giuridico.

Si scelse la parola “autonomie”, un’intuizione che esprime in sé una novità assoluta molto distante dal “decentramento” francese.

Che cosa distingue il principio federalista da quello autonomistico?

Lo Stato federale per eccellenza è l’America. Gli Stati Uniti infatti sono composti da cinquantuno stati ognuno con la sua peculiare organizzazione statale (civile, penale e amministrativa), e pur questo, ciascuno unito agli altri Stati federati in materie fondamentali come l’economia, la finanzia, la politica estera, la sicurezza interna e la difesa. L’articolo 5 della nostra costituzione sancisce invece che La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. Da un lato, nel federalismo, abbiamo stati indipendenti con pieni poteri legislativo, esecutivo e giudiziario e la possibilità di partecipare alla revisione costituzionale, che manifestano la volontà di federarsi, dall’altro, in Italia, la costituzionalizzazione del principio unitario e di indivisibilità che si articola in autonomie.

Oggigiorno ci troviamo in un momento storico peculiare in cui l’Italia partecipa a due processi: un processo di unione tra gli stati europei con cessione di competenze agli organismi europei e, contemporaneamente, un’attuazione forte del principio autonomistico sancito dall’articolo 5 della costituzione.

L’articolo 5 disegna un sistema di livelli di governo composti dagli enti locali capaci di dotarsi di un proprio indirizzo politico e amministrativo il più vicino possibile al cittadino con un autonomia anche finanziaria. Il contenuto della sfera di autonomia che genericamente l’articolo 5 riconosce a tutti gli enti locali, è poi precisato nel Titolo V della Parte seconda della Costituzione. E’ chiaro anche il rimando all’articolo 1, le autonomie locali sono proprio uno dei limiti al potere legislativo ed esecutivo nazionale.

Solo dagli anni ‘70 è stato avviato il processo per attuare il titolo quinto della costituzione con l’istituzione delle regioni ordinarie, fino ad arrivare alla riforma di quest’ultimo nel 2001. Questa riforma introduce il concetto fondamentale di sussidiarietà verticale ed orizzontale. Che cosa significa sussidiarietà? Che nello svolgimento delle funzioni pubbliche si preferisca l’ente più vicino ai cittadini (s. verticale) e che si lasci che siano i privati a svolgere alcune funzioni al posto del pubblico lasciando a questo di fissare i parametri con cui il privato eroga le funzioni pubbliche. (s. orizzontale).

Sempre il Titolo V della Parte seconda della Costituzione all’articolo 119 prevede che oltre all’autonomia amministrativa I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. Questo principio non trova ancora applicazione piena nel nostro ordinamento e la legge in parlamento sul “federalismo fiscale”, ed il dibattito intorno ad essa, vuole attuare questo principio con una soluzione che deve tenere conto che il concetto “unitario” della nostra repubblica significa anche che i cittadini di tutta la repubblica hanno diritto agli stessi servizi e allo stesso standard di prestazione di questi servizi su tutto il territorio nazionale. Il “federalismo Fiscale” deve quindi prevedere meccanismi di ridistribuzione delle risorse dalle regioni economicamente ricche a quelle svantaggiate.

sabato 17 aprile 2010

Medici di guerra L'emergenza come missione

Gianni Barbacetto

17 aprile 2010

Strada e la nascita della ong. Da 15 anni cura le vittime dei conflitti

Quando nel 1994 Gino Strada s’inventò Emergency, non pensava certo che avrebbe dovuto fare i conti con provocazioni e servizi segreti, bugie di Stato e crisi internazionali. Per lui darsi da fare era semplicemente una necessità. Da studente di medicina, nella Milano degli anni Settanta, militava nel Movimento studentesco, di cui per un periodo diresse anche il settimanale, "Fronte popolare". Con lui alla direzione, il giornale pubblicò qualche fatto in più e un po’ d’ideologia in meno. Chiusa la stagione dei movimenti, andò a lavorare in ospedale, giovane medico che entra nella routine da bisturi. Ma lui la routine non l’ha mai sopportata. Così, quando nel 1987 gli chiedono se per caso volesse andare a fare il chirurgo di guerra per la Croce rossa internazionale, non ci pensa neppure un minuto. Va per cinque mesi in Pakistan, al confine con l’Afghanistan, a ricucire civili coinvolti in una guerra non loro.

Scaduto il contratto torna a Milano. Riprende il suo posto in un ospedale pulito e perfino efficiente. Resiste quindici giorni: poi telefona a Ginevra, alla Croce rossa, e riparte. È come se avesse contratto una malattia, o il mal d’Africa: non riesce più a stare tranquillo in corsia, a operare nelle asettiche sale chirurgiche ambrosiane. Ormai è irrimediabilmente un chirurgo di guerra e non riuscirà più a togliersi quel camice. I paesi in conflitto diventano la sua normalità, Milano la sua vacanza esotica. Nel 1994, la svolta. Costruisce il suo capolavoro. Coinvolge gli amici, chiama al telefono persone che non vedeva da anni o che non aveva mai visto, va in televisione, mette sottosopra Milano: fonda un’associazione per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà. È Emergency. Al suo fianco, la moglie, Teresa Strada, scomparsa con i suoi capelli rossi nel 2009. In pochi mesi Gino e Teresa compiono il miracolo: Emergency diventa un punto di riferimento, laico e maledettamente concreto, per la Milano che sta perdendo la passione per la politica dei partiti, ma non per l’impegno civile.

Raccoglie medici, infermieri, tecnici che accettano di lavorare, almeno per un periodo della loro vita, dentro una delle quaranta guerre dimenticate in corso nel mondo. Ma fa di più: crea, prima a Milano, poi in tutta Italia, una fitta rete di persone – tantissimi i ragazzi e le ragazze – che sostengono Emergency, raccolgono fondi, organizzano iniziative. Inventa una comunità in cui riconoscersi, in nome della pace e dell’aiuto concreto a chi subisce la guerra. Nella città dell’Umanitaria (ricordate il Gadda della "Meccanica"?), nella Milano del riformismo (ormai celebrato a parole, ma perduto nei fatti), ricrea dopo decenni una vera esperienza "riformista" ambrosiana: un movimento di cittadini che realizza interventi concreti, non ideologici, ma sostenuti da una grande, bella, forte tensione morale. Un’azione diretta, più efficace che cento proclami di partito: per questo non piace alla neodestra feltrusconiana, che insiste sulla presunta vocazione salottiera di Emergency, a cui sono vicini anche personaggi come Milly e Massimo Moratti, oltre a tanti attori e artisti, da Lella Costa a Moni Ovadia, da Paolo Rossi a Vauro.

La prima sede di Emergency è nella casa milanese dove Gino Strada vive (pochi mesi all’anno) con Teresa e la figlia Cecilia, che nel 1994 ha 15 anni. Ma in poche settimane il contagio si espande. Gino sa usare la tv e l’idea cresce. Emergency diventa una grande organizzazione con decine di gruppi attivi in tutta Italia. Non dimentica però mai il suo centro, che è l’attività nelle zone di guerra. In quindici anni di vita, l’associazione è intervenuta in quindici paesi, ha costruito ospedali, centri chirurgici, posti di primo soccorso, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico. Ha portato aiuto concreto a 3 milioni e 700 mila persone. L’attività medica, nei paesi in guerra, è sempre stata parallela all’azione per la pace, in Italia. La prima campagna di Emergency, fin dal 1994, è stata quella contro le mine antiuomo. Una campagna vincente: l’Italia le ha alfine messe al bando. Nel 2001, poco prima dell’inizio della guerra in Afghanistan, Emergency ha chiesto ai cittadini di esprimere il ripudio della guerra con un segno visibile, uno "straccio di pace" da indossare e mostrare. Nel settembre 2002, con altre organizzazioni ha lanciato la campagna "Fuori l’Italia dalla guerra", perché il nostro paese non partecipasse all’invasione dell’Iraq. Poi, con la campagna "Fermiamo la guerra, firmiamo la pace", ha promosso una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare sul ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione. Nel 2008, insieme ad alcuni paesi africani, ha elaborato il "Manifesto per una medicina basata sui diritti umani", per rivendicare una sanità basata sull’equità e sulla responsabilità sociale.

Negli anni sono arrivati tanti riconoscimenti e tanti attacchi, soprattutto quando gli uomini di Emergency si sono dati da fare per liberare Gabriele Torsello e Daniele Mastrogiacomo, rapiti in Afghanistan. Dal 2006 è riconosciuta come ong partner delle Nazioni Unite. L’elenco delle realizzazioni è lunghissimo. Ha lasciato un segno in Ruanda, in Eritrea, in Serbia, in Iraq, in Nicaragua, in Algeria, in Angola... “Provate”, ripete Gino Strada. "Impegnate quindici giorni della vostra vita per venire a vedere. Provate a lavorare per i civili in zona di guerra. Se poi, tornati a casa, decidere di ripartire, come ho fatto io, per la seconda missione, attenti: siete finiti, non tornerete più indietro".

Da il Fatto Quotidiano del 17 aprile

venerdì 16 aprile 2010

LE 21 MADRI DELLA COSTITUZIONE di Carla GrementieriCondivid


Ma perché si parla sempre di padri della Costituzione e della Repubblica ?!

Ci sono, anche, le MADRI DELLA COSTITUZIONE E DELLA REPUBBLICA, donne di valore, coraggio e intelligenza che riuscirono a far capire agli uomini l'importanza di inserire le donne nei processi democratici, come elemento fondamentale di sviluppo per un popolo.




PREMESSA

IL DIRITTO DI VOTO PER LE DONNE, AVVALLATO CON IL DECRETO LUOGO-TENENZIALE DEL 1 FEBBRAIO 1945, era composto da quattro articoli:

Art. 1- il diritto di voto è esteso alle donne che si trovino nelle condizioni previste dagli articoli 1 e 2 del testo unico della legge elettorale politica, approvato con regio decreto 2 settembre 1919, n. 1495:

Art. 2 - è ordinata la compilazione delle liste elettorali femminili in tutti i Comuni. Per la compilazione di tali liste, che saranno tenute distinte da quelle maschili, si applicano le disposizioni del decreto legislativo luogotenenziale 28 settembre 1944 n. 247, le relative norme di attuazione approvate con decreto del Ministro per l’Interno in data 24 ottobre 1944.

Art. 3 - oltre quanto stabilito dall’art. 2 del decreto del Ministro per l’Interno in data 24 ottobre 1944, non possono essere iscritte nelle liste elettorali le donne indicate nell’art. 354 del Regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635.

Art. 4 - Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta del Regno.

Dopo le prime consultazioni amministrative (parziali, perché per i consigli comunali e provinciali le elezioni si tennero in due tornate, nella primavera e nell’autunno del ‘46), alla votazione simultanea del 2 giugno 1946, per il Referendum istituzionale tra monarchia e repubblica e per le elezioni all’Assemblea costituente, LA PRESENZA DELLE ELETTRICI FU ALTISSIMA, con interessanti differenziazioni: Nord: 91,3% uomini e 90,3% donne; Centro: 89,7 % uomini e 88,0% donne; Sud 84,8% uomini e 86,2% donne; Sicilia: 84.8% uomini e 86,2% donne; Sardegna: 84,4% uomini e 87,3% donne.

AL SUD E NELLE ISOLE L’ELETTORATO FEMMINILE FU PIÙ NUMEROSO DI QUELLO MASCHILE.
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Le nostre MADRI COSTITUENTI sono le 21 donne elette il 2 giugno 1946 ( 21 su 556 componenti l'Assemblea Costituente cioè il 3,78%):

La prima donna della Consulta a parlare in un’assemblea democratica fu Angela Guidi Cingolani che condivideva con altre elette trascorsi di prigione e di confino. Tutte le Madri lottarono e furono attente alle speranze delle italiane, per non deludere le migliaia di donne partigiane, staffette, donne antifasciste che in mille modi avevano contribuito alla Liberazione.
Il primo successo delle Madri della Consulta fu quello di ottenere che il premio della Repubblica, di £ 3000, fosse esteso anche alle vedove di guerra e alle mogli dei prigionieri.

Tra le Madri Costituenti, nove erano comuniste, tra cui cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi )
Nove democratiche cristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio).
Due socialiste ( Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).

Tutte le Madri, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l'ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative.
Quattordici sono laureate e molte insegnanti, qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; 14 sono sposate e con figli. Molte avevano preso parte alla Resistenza, pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro scelte, come Adele Bei (condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a 18 anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta Estella, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino alla fine della guerra) e Rita Montagnana (che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio).

Cinque delle ventuno Madri Costituenti, Maria Federici, Nilde Iotti e Teresa Noce del Pci, Angelina Merlin (Psi) e Angela Gotelli (Dc), entrarono a far parte della “Commissione dei 75”, quella commissione incaricata dall’Assemblea Costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere e approvare in aula.

Adele Bei Ciufoli (1904-1974),
comunista dal’25, dovette espatriare in Francia. Durante uno dei viaggi clandestini in Italia, per attivare collegamenti tra antifascisti, è arrestata e condannata dal Tribunale Speciale a diciotto anni di reclusione. Sconta sette anni e mezzo più due e mezzo di confino; fu liberata nell'agosto del’. Dopo l'8 settembre partecipa alla lotta di Liberazione a Roma, con il compito di organizzare le masse femminili. E’ stata l'unica donna a far parte della Consulta nazionale. Da Madre Costituente lavorò nella Terza commissione per l'esame dei disegni di legge. Fu eletta fino al ‘63.

Bianca Bianchi (1914-2000)

Bianca Bianchi

socialista toscana, partigiana, insegnante (laurea in pedagogia), eletta a 32 anni. E’ stata membro della Commissione dei 75 e, negli anni '60, vice-sindaco di Firenze.

Laura Bianchini (1903-1983),
laurea in filosofia, insegnante e giornalista pubblicista. Partigiana delle formazioni cattoliche dove coordinò la stampa clandestina. Fu eletta nelle file dei cristiano sociali di Giuseppe Dossetti. Fece parte della Commissione Istruzione e Belle arti.

Elisabetta ( Elsa) Conci (1895-1965)

Elsa Conci

Figlia di un avvocato, deputato alla Dieta di Innsbruck e al Parlamento di Vienna, studiò filosofia all'Università di Vienna, poi si spostò all'Università di Roma, dove fece parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana e dove si laureò in lettere. Fu anche attiva nell'Azione cattolica. Eletta alla Costituente, fu una dei componenti della Commissione dei 18, che aveva il compito di coordinare gli Statuti speciali con la Costituzione.

Filomena Delli Castelli (1916)
Dopo la laurea in Lettere conseguita presso l'Università Cattolica di Milano, è stata insegnante nelle scuole medie e ha iniziato la politica attiva dopo la Liberazione nel gruppo di giovani abruzzesi formatosi attorno alla neonata Democrazia Cristiana.E’ stata rieletta alla Camera dei Deputati nel’48 e nel’53.

Maria Federici Agamben,
laureata in lettere e insegnante, dopo l'8 settembre fece parte delle Resistenza romana. Fece parte della Commissione dei 75; in particolare lavorò nella terza sottocommissione, relativa ai diritti e doveri economico-sociali. Si è a lungo occupata dei problemi dell'emigrazione ed è stata delegata nazionale delle ACLI e presidente del Centro italiano femminile (CIF).

Angiola Minella (1920-1988)
Laurea in lettere e insegnante. Durante la guerra è stata infermiera. Ha partecipato alla lotta clandestina, prima a contatto dei gruppi badogliani del Piemonte e poi delle formazioni garibaldine della zona di Savona. È stata eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di Genova con 27.394 preferenze.

Maria Fiorini Nicotra (1913-2007)
Nata a Catania e appartenente a una famiglia aristocratica, svolse il suo impegno con grande passione civile nella Croce Rossa e come dirigente nazionale dell’Azione cattolica.

Nadia Gallico Spano (1916-2006)
Nata in Tunisia in una famiglia d’emigrati nel 1938, aderì al Partito comunista con i fratelli Loris, Ruggero e Diana. Militante nella Resistenza durante l'occupazione tedesca della Francia, fu condannata per la sua attività politica dal regime collaborazionista di Petain. Si sottrasse alla cattura e riuscì a raggiungere fortunosamente l’Italia liberata, dove fu una delle protagoniste del processo di rifondazione dello Stato e della nascita della Repubblica. E’ stata parlamentare fino al’58. Ha partecipato alla fondazione dell’UDI e del settimanale Noi Donne, che ha diretto sino al ‘45. Ha presieduto anche l’Unione Donne Sarde. Si è impegnata sui problemi di politica internazionale, del Mezzogiorno e della questione femminile; è stata attiva nella presidenza dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti).

Angela Gotelli

Angela Gottelli

Fece parte della "Commissione dei 75". Qui, le donne avevano ottenuto una rappresentanza maggiore rispetto alla loro consistenza numerica parlamentare, circa il 7%.
Il lavoro delle nostre Madri costituenti ha avuto sicuramente, tanto nella Commissione che in aula, un peso maggiore di quanto le percentuali indicassero.
Rispetto agli uomini, rappresentavano non solo le istanze del partito nelle cui liste erano state elette, ma anche le "istanze femminili" che si presentavano decisamente “trasversali” e portavano ad un radicale mutamento “giuridico” della condizione femminile in Italia.

Angela Maria Guidi Cingolani

Angela Maria Guidi Cingolani

romana, laurea in lingue e letterature slave, eletta a 48 anni nelle file della DC. Aderisce al Movimento Nazionale pro suffragio femminile, fonda nel’ 21 il Comitato nazionale per il lavoro e la cooperazione femminile. Incarichi ministeriali la portano a occuparsi, giovanissima, di piccole industrie e artigianato e nel ‘25 entra, come vincitrice di concorso, all’Ispettorato del lavoro. Dopo qualche anno è tra le fondatrici dell’Associazione nazionale delle professioniste ed artiste. Sarà nominata nel’51, per la sua ventennale esperienza, da De Gasperi sottosegretaria per l’artigianato e sarà la prima donna a ricoprire la carica di sottosegretaria in un ministero. Si batterà contro i pregiudizi sulle donne e la volgarità che è presente anche in Parlamento.

Nilde Jotti

Nilde Iotti

emiliana, laurea in lettere, eletta a 26 anni nelle liste del Pci. Rimarrà in parlamento ininterrottamente per 53 anni diventando anche presidente della Camera. Prima dell’elezione fa l’insegnante, la partigiana e fa parte dei Gruppi di Difesa della Donna e sostiene le lotte in difesa di salario, vitto e istruzione delle donne e gli scioperi delle mondine. Dopo la Liberazione è segretaria dell’UDI di Reggio Emilia, poi consigliera comunale e candidata indipendente nelle liste del PCI alle elezioni del’46.
Fa parte della Commissione dei 75.

Teresa Mattei

Teresa Mattei

genovese insegnante (laurea in filosofia), eletta a 25 anni nelle liste del Pci. E’ la più giovane di tutti i Costituenti. E’ stata staffetta partigiana col nome di Chicchi. Catturata dalle SS viene picchiata e violentata da 5 Tedeschi ma riesce a liberarsi e a raggiungere Roma. E’ tra le fondatrici dei Gruppi di Difesa della Donna e del Fronte della Gioventù.

Angelina (Lina) Merlin (1887-1979)

Lina Merlin

Visse a Chioggia per tutta l'infanzia e la giovinezza, poi conseguita la maturità magistrale si trasferisce a Grenoble dove approfondisce le sue conoscenze di lingua e letteratura francese, materia in cui conseguirà successivamente la laurea.Si iscrive al Partito Socialista Italiano, iniziando a collaborare al periodico "La difesa delle lavoratrici", di cui in seguito assumerà la direzione. Collabora con Giacomo Matteotti a cui riferisce nei dettagli le violenze perpetrate dalle squadre fasciste nel padovano. Dopo l'assassinio di Matteotti, in meno di ventiquattro mesi viene arrestata cinque volte. Inoltre nel 1926 viene licenziata dal suo impiego di insegnante perché si rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli impiegati pubblici.
In seguito alla scoperta del complotto per attentare alla vita di Mussolini, suo nome viene iscritto nell'elenco dei "sovversivi" affisso nelle strade di Padova. Lina quindi si trasferisce a Milano dove collabora con Turati, ma viene arrestata e condannata a cinque anni di confino in Sardegna a Dorgali (NU) dove viene colpita dalla povertà e dall'arretratezza della regione. Anche in quel luogo riesce a conquistarsi il rispetto e la fiducia degli abitanti e soprattutto delle donne, ad alcune delle quali insegnerà a leggere e a scrivere.
Rimasta vedova a 49 anni, prende parte attivamente alla Resistenza e insieme a Giovanna Barcellona, Giulietta Fibbi, Laura Conti, Elena Drehr, Ada Gobetti e Rina Picolato costituisce i "Gruppi di difesa della Donna e per l'Assistenza ai Volontari della Libertà". Da una stima effettuata a guerra finita, nei GDD costituitisi in tutta Italia si contavano circa 59.000 donne. Da questa organizzazione nascerà l'Unione Donne Italiane. In questo periodo Lina prende parte ad azioni di guerra partigiana, rischiando più volte la vita. Catturata dai nazisti, riesce a sfuggire con uno stratagemma. Scrive articoli sul periodico socialista clandestino Avanti!, e nella sua casa di Milano si organizza l'insurrezione. Lei riceverà l'incarico di occuparsi del settore scolastico, insieme ai partigiani della Brigata Rosselli occuperà il Provveditorato agli Studi di Milano, imponendo la Viene nominata Commissario per l'Istruzione di tutta la Lombardia.
Dopo la Liberazione Lina si trasferisce a Roma alla direzione nazionale del PSI e viene eletta alla Assemblea Costituente. I suoi interventi nel dibattito costituzionale, quale membro della "Commissione dei 75", risulteranno determinanti per la tutela dei diritti delle donne, e lasceranno un segno indelebile nella Carta Costituzionale.
A lei si devono infatti le parole dell'articolo 3: "TUTTI I CITTADINI... SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONI DI SESSO", con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna, che fu sempre l'obiettivo principale della sua attività politica.
Fece anche opera di mediazione tra opinioni contrapposte per la stesura dell'articolo 40, concernente il diritto di sciopero, proponendo una formulazione analoga a quella presente nel preambolo della Costituzione della IV repubblica francese.
Candidata dal PSI nel collegio di Rovigo, viene eletta al Senato della Repubblica il 18 aprile del 1948. È l'unica donna a far parte del Senato nella prima legislatura repubblicana e fin dai primi giorni della sua attività parlamentare dedica tutti i suoi sforzi al miglioramento della condizione femminile in Italia. Uno dei punti cardine dell'opera politica di Lina Merlin è stata la battaglia per abolire la prostituzione legalizzata in Italia, seguendo l'esempio dell'attivista francese (ed ex prostituta) Marthe Richard, che già nel 1946 aveva fatto chiudere le case di tolleranza in Francia.
Il suo nome è legato alla legge n. 75 entrata in vigore il 20 settembre 1958 - conosciuta come Legge Merlin - con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in Italia. Nella sua battaglia, Merlin seppe mostrare tutta la sua tenacia e - in virtù del rispetto e dell'autorevolezza di cui godeva - seppe ribattere in maniera efficace e tagliente alle pesanti battute, che le venivano spesso rivolte dai colleghi.

Rita Montagnana Togliatti

Rita Montagnana Togliatti

Di famiglia ebraica, sarta di professione, si dedicò fin da giovanissima all’attività politica, diventando dirigente provinciale e regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1921 aderì al Partito Comunista sin dalla sua fondazione, e fu delegata al III Congresso dell'Internazionale comunista a Mosca.
Nel ‘24 sposò Palmiro Togliatti e fu costretta alla clandestinità. Seguendo il marito, svolse mansioni di fiducia presso la segreteria del Partito Comunista, espatriando in Unione Sovietica e alternando lunghe presenze in Francia e Svizzera. Fu in Spagna nel corso della guerra civile spagnola. Rientrò in Italia nel maggio 1944, e dopo la liberazione di Roma fu dirigente della sezione femminile del PCI e fondatrice dell'Unione Donne Italiane (UDI).
Eletta all'Assemblea costituente nel XIII collegio (Bologna-Ferrara-Forlì-Ravenna), prima fra gli eletti del PCI, con 68.722 voti di preferenza. Successivamente divenne senatrice nella I legislatura, eletta in Emilia-Romagna nel collegio di Imola.

Ottavia Penna baronessa Buscemi,

Ottavia Penna baronessa Buscemi

siciliana, eletta nella lista dell' “Uomo Qualunque”. E’ candidata dal suo partito alla poltrona di Presidente della Repubblica in competizione con Enrico De Nicola dove ottiene 32 voti contro i 396 di De Nicola.

Elettra Pollastrini
Fece parte della Resistenza romana. Fu arrestata assieme a Lina Trozzi, Vera Michelion. Condannata, fu deportata nel carcere duro in Austria assieme alle due compagne.

Teresa (Estella) Noce Longo (1900-1980)

Teresa Noce

Nata a Torino, da famiglia operaia e costretta ad abbandonare molto presto la scuola, continuò a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari mestieri. Nel ‘21 fu fra le fondatrici del Pci; nell'ambiente politico torinese conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria che ricopriva già incarichi di responsabilità politica. Si sposeranno nel 1926 e avranno tre figli. Nel gennaio ‘26 i due espatriano, stabilendosi prima a Mosca e poi a Parigi. Da qui Teresa Noce compì numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgervi propaganda e attività antifascista. Nei primi anni trenta, fece ritorno a Mosca con Longo e, quindi, nuovamente a Parigi, dove partecipò alla fondazione del giornale “Noi donne”. Nel ‘36, insieme con il marito si recò in Spagna tra i volontari accorsi in difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile spagnola nel corso della quale curò la redazione del giornale degli italiani combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà. Lì assunse il nome di battaglia di Estella. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale venne internata in Francia, liberata poi per intervento delle autorità sovietiche. A Marsiglia lavorò poi per il Partito comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata) e partecipò alla Resistenza nel gruppo dei Francs-tireurs-et-partisans. Nel ‘43 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, fu deportata in Germania poi in Cecoslovacchia, dove svolse “lavoro forzato” in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione del campo da parte dell'esercito sovietico. Fu una delle cinque Madri Costituenti della Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini. Fu segretaria nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili e nel’48 fu eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si distinse come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la "TUTELA FISICA ED ECONOMICA DELLE LAVORATRICI MADRI" che, sostituendo la precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni settanta sulla parità tra donne e uomini.

Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano (1921)

Maria Rodano

Nata a Roma, ha studiato al Liceo Visconti e alla facoltà di lettere. Ha partecipato alla cospirazione antifascista nei licei e nell'Università di Roma. Arrestata nel maggio ‘43 per attività contro il fascismo e detenuta nel carcere delle Mantellate, ha partecipato alla Resistenza a Roma nelle file del Movimento dei Cattolici Comunisti e nell'attività dei Gruppi di difesa della donna (GDD).
Nel settembre ‘44, dopo la liberazione della Capitale, è stata tra le fondatrici dell'UDI (Unione Donne Italiane) di cui è stata dirigente con vari incarichi; componente del Comitato nazionale dell’UDI dalla fondazione fino al 1970. È stata Presidente nazionale dell'UDI dal 1956 al 1960.
È stata Consigliera comunale di Roma dal 1946 al 1956. Deputata dal 1948 al 1968, senatrice fino al ‘72. È stata la prima donna nella storia italiana a venir eletta alla carica di vice presidente della Camera dei Deputati, carica che ha ricoperto dal 1963 al 1968. Parlamentare europea dal 1979 al 1989. Componente della Commissione ad hoc sulla condizione della donne del Parlamento Europeo (1979-1981), Presidente e relatrice generale della Commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo sulla "Situazione della donna in Europa" (1981-1984), Vice-presidente della Commissione dei diritti delle donne del Parlamento Europeo (1984-1989). Oltre alla relazione sulla situazione della donna in Europa, ha presentato al Parlamento Europeo relazioni sulle famiglie monoparentali, sulla parità previdenziale, sulla parità nell'acquisizione della cittadinanza ecc. È stata rappresentante del Parlamento Europeo alla Conferenza del decennio della donna dell'ONU a Nairobi (1985).Ha fatto parte della delegazione italiana alla Conferenza mondiale della donna dell’ONU a Pechino (1995) e alla Commissione per lo Status della donna dell’ONU a New York nel 1996, 1997, 1998, 1999, 2000. Ha fatto parte della Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio dove ha seguito, tra l’altro, le tematiche connesse con la dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo. È stata tra le promotrici del "Caucus" delle donne italiane. Si è sposata nel 1944 con Franco Rodano, è vedova e ha cinque figli.

Maddalena Rossi Semproni(1906-1995)

Maddalena Rossi

Laureata in chimica lavorò a Milano in uno stabilimento chimico. Assieme al marito, anche lui chimico,si iscrisse al PCI clandestino dove iniziò un’attiva militanza, sia nell’opera di Soccorso Rosso Internazionale, sia nel reperimento di fondi per la lotta antifascista. Scoperta dalla polizia del regime, nel’42 venne arrestata a Bergamo, processata e condannata al confino a Sant’Angelo in Vado fino al 25 Luglio 1943.
Rientrata a Milano subito dopo la caduta del Fascismo, entrò a far parte della redazione clandestina de L’Unità. Divenne Madre Costituente per il PCI e fu eletta deputata nella I, II e III legislatura; tra le parlamentari donne si distinse per le sue battaglie a favore della parità tra i sessi al fine di promuovere la nascita di una moderna famiglia democratica.Presidente dell’Unione Donne Italiane dal 1947 al 1956, mise al primo posto del programma dell’associazione il tema della difesa della pace. Ricoprì inoltre varie cariche all’interno della Federazione Democratica Internazionale Femminile fino a divenirne vice-presidente per circa un decennio (dal 1957 al 1967), impegnandosi affinché tutte le associazioni femminili italiane intensificassero i loro rapporti internazionali. tutta la sua vita .

Vittoria Titomanlio (1899-19889)

Vittoria Titomanlio

Nata a Barletta,maestra elementare e membro dell'Azione cattolica, fu eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di Napoli per la Democrazia cristiana. Rimase in parlamento fino al 1968. Salì alla ribalta delle cronache nel luglio del 1950 per aver protestato al ristorante, insieme ai colleghi di partito Oscar Luigi Scalfaro e Umberto Sampietro contro una signora che cenava con le spalle nude: l'episodio fu quindi oggetto di un acceso dibattito alla camera, in quanto la signora presentò querela per le offese ricevute in quella occasione, e fu anche oggetto di un'interrogazione parlamentare.

giovedì 15 aprile 2010

Digiuno e castigo: scene dalla nuova Italia

15 aprile 2010
Quei bambini puniti e umiliati: altro che Paese cristiano

di Dario Fo e Franca Rame

Qualche giorno fa, stando davanti al video e seguendo un telegiornale, Franca ed io siamo rimasti sconvolti. La cosa si è ripetuta anche nei giorni successivi. Siamo venuti a sapere che proprio qui, in Lombardia, in un complesso di scuole per l’infanzia, elementari e medie, ci sono dei bambini che al momento della distribuzione del cibo nella mensa si sono trovati con davanti un piatto, dentro al quale c’era un pezzo di pane, e un bicchiere d’acqua; mentre nel piatto degli altri bimbi c’era pastasciutta, e appresso formaggio e anche la frutta. Perché? Perché i genitori dei puniti non avevano pagato la retta, o anche solo erano in ritardo, e quindi i figlioli non avevano il diritto di mangiare! Digiuni per castigo dovevano restare! Pensiamo allo choc che devono aver provato questi ragazzini: fermi, davanti al panino, il bicchiere d’acqua; e gli altri che mangiavano. Sappiamo che alcuni fra i bambini, di quelli che avevano gli spaghetti, senza una parola ne hanno messo nel piatto vuoto dei compagni una o due forchettate.

Diciamo: una società che produce un dolore, una mortificazione, un’umiliazione di questo livello a dei ragazzini innocenti – ma che razza di società è? Che razza di valori ha nel corpo, nel cuore e nel cervello? Che cultura produce? Quale dimensione sociale? Ci siamo sentiti proprio male. E’ da ricordare che questi che inscenano spettacoli del genere sono gente nostra, della nostra razza. Sono loro che hanno ordinato di togliere il cibo ai bambini poveri, in quanto indegni dei vantaggi comuni. S’è saputo poi, che questi genitori non hanno mancato per strafottenza o per un atto di inciviltà, ma solo perché non avevano i denari per pagare la retta! E’ gente travolta dalla crisi, quasi tutti causa la perdita di un lavoro, e quindi senza paga, disoccupati. Ai gestori della cucina, ai gestori di questa economia e di questa scuola e del comune non importava niente. Importava: “Non paghi, non mangi”: anche se sei un bimbo devi soccombere, essere punito. Di colpo ci è venuto in mente Sant’Ambrogio.

Su di lui, il maggiore vescovo che la nostra città abbia avuto, abbiamo realizzato e messo in scena anche uno spettacolo al Piccolo Teatro di Milano, lo Strehler. Siamo atei, ma abbiamo studiato profondamente la storia del cristianesimo. E abbiamo scoperto che Ambrogio possedeva un grande senso della collettività, che aveva preso parola, intervenendo con durezza al Senato di Milano, quando questa era stata eletta a Capitale dell’Impero d’Oriente e d’Occidente, portando avanti il diritto della dignità degli uomini: anche quando sono schiavi, anche quando sono privi di diritti.

Lui diceva: “Ricco signore, non t’accorgi che davanti alla tua porta c’è un uomo nudo, e tu sei tutto assorto a scegliere i marmi che dovranno ricoprire i muri. Quell’uomo chiede del pane e intanto il tuo cavallo mastica un morso d’oro. Tu vai in visibilio contemplando i tuoi arredi preziosi, e quell’uomo nudo trema di freddo di fronte a te e tu non lo degni di uno sguardo, non l’hai nemmeno riconosciuto. Sappi che ogni uomo affamato e senz’abito che viene alla tua porta è Gesù; ogni disperato è Gesù. E lo incontrerai il giorno in cui si chiuderà il tempo del mondo e lui, quello stesso uomo, verrà ad aprirti e ti chiederà: ‘Mi riconosci?’. “Voi, ricchi, dite: ‘C’è sempre tempo per pentirsi e pagare i debiti’. Ma non c’è peggior menzogna. Ricchi, non vi è nulla nella vostra attività di uomini che possa piacere a Dio. Anche se tenete appesa una croce sopra il letto e disponete di una cappella dove pregare soli e assistere alla messa. Voi vi stringete ai vostri beni, gridando ‘È mio!’. No, nulla è vostro su questa terra”. “Schiacciate le vostre regole di infamia e di ingiustizia. Ridate il diritto a chi non ne ha… il pane a chi non ne può masticare, impedito dalla vostra grettezza! Distribuitene, finché siete in tempo, ai disperati, ai derubati dalla vostra insolente avidità. Nessun lascito sostanzioso alla chiesa e al suo clero vi salverà”. “Vi dirò”, concludeva Ambrogio, “che non si può credere a un potere magnanimo, poiché chi lo possiede vuole tutto, anche le briciole. Perciò io sono per la comunità dei beni; io sono per l’uguaglianza fra uomini diversi. Perché solo il furto ha creato la proprietà privata”.

da il Fatto Quotidiano del 15 aprile

domenica 11 aprile 2010

La battaglia che ci aspetta per la difesa della democrazia.

11.4.2010

La battaglia che ci aspetta, a partire dai prossimi giorni, per la difesa della democrazia Italiana, come è facile prevedere, sarà durissima.
Le riforme che Berlusconi vuole fare non sono, infatti, semplici modifiche da realizzarsi nei limiti previsti dall’art. 138 della nostra Costituzione, ma mirano a stravolgere il volto della nostra Repubblica perché “distruggono lo Stato di diritto, alterano l'equilibrio dei poteri e la loro reciproca autonomia, ne subordinano uno o due al terzo prevalente. Devastano la giurisdizione, la legislazione, i poteri di controllo.”
E quello che è più preoccupante è la sua volontà di volere attuare il semipresidenzialismo alla francese, mantenendo questa scellerata legge elettorale con i parlamentari indicati dagli apparati dei partiti e votando il giorno stesso in cui si vota per il capo dello Stato con suffragio popolare diretto.
Nel caso venisse approvata questa scellerata riforma ci ritroveremmo al vertice dello Stato un personaggio eletto da un plebiscito. Per cinque anni rinnovabili fino a dieci.
Queste riforme ci sono state preannunciate da Berlusconi nel corso della sua visita in Francia Accanto ad un Sarkozy alquanto stupito e sono state rilanciate in occasione dell’incontro con la Confindustria, che l’ha pure applaudito.
Il Ministro Angelino Alfano sui TG della sera ha confermato questa volontà, dichiarando che le seconda Repubblica si è conclusa e che per far nascere la terza occorre fare le riforme preannunciate da Berlusconi.
Se si considera che la lega ormai vuole portare a casa il suo federalismo, di cui ancora nessuno ha previsto il prezzo che il paese dovrà pagare, non c’è davvero da stare allegri.
Di fronte a questo scempio che si preannuncia io penso che l’opposizione dovrebbe ritrovare l’unità necessaria per opporvisi con fermezza e non cercare a tutti i costi il dialogo impossibile.
Il Paese non ha bisogno di queste riforme, il paese ha bisogno di essere governato per risolvere la crisi economica in atto, cosa che a Berlusconi non interessa più di tanto, visto che a Parma davanti la platea di industriali piccoli, medi, grandi, come al solito ha ribadito che “ la crisi è finita o quasi, il declino non c'è stato e non ci sarà, l'economia italiana è competitiva più di tutte le altre in Europa, la società è coesa, le esportazioni vanno bene e andranno sempre meglio se sapranno dirigersi verso la Cina, l'India, la Russia. Le tasse ovviamente saranno abbassate e gli ammortizzatori sociali sono operanti e sufficienti.”
Mentre il Paese precipita nella disperazione il presidente del Consiglio si gira dall’altra parte e descrive un paese che non c’è, tocca all’opposizione parlamentare ed extraparlamentare ritrovare la necessaria unità per cercare di fermare questo scempio e per incalzare il governo sui problemi veri e drammatici del paese, la cui soluzione non è rinviabile a meno che non lo si voglia condannare definitivamente al declino.
Nella Toscano

venerdì 9 aprile 2010

Lo stress della democrazia

Gustavo Zagrebelsky, 02-04-2010

2008-2010, due anni contro la Costituzione. Osservatorio dei diritti perduti // Libertà e Giustizia offre ai suoi iscritti, simpatizzanti, al dibattito nei circoli e in genere a tutti coloro che hanno a cuore la sorte della democrazia e della Costituzione del 1948 nel nostro Paese questi elementi per una riflessione che copre gli anni dell’ultimo governo di Silvio Berlusconi: 2008 ad oggi.

Da questo documento risulta un quadro stupefacente dell’insofferenza verso una vita politica ordinata e rispettosa dei grandi principi del costituzionalismo contenuti nella Carta Costituzionale: nessun altro paese ha attraversato un simile e tanto lungo periodo di stress democratico.

Se fino ad ora le regole formali fondamentali non sono state modificate, ciò non significa che il logorio cui sono state sottoposte non ne abbia di fatto erosa l’efficacia.

L’effetto pratico è stato non meno devastante.

Quando si pone il problema di un mutamento della Costituzione e non si riesce ad attuarlo la prima e sicura conseguenza è la delegittimazione della Costituzione che c’è.

Questo è ciò che è avvenuto in questi anni.

D’altra parte ciò che viene presentato come il “nuovo costituzionale” difficilmente potrebbe fregiarsi del titolo di disegno costituzionale organico. L’unica cosa che appare chiara è l’intenzione di distruggere gli equilibri costituzionali in favore dell’accentrarsi in poche mani del potere di comando.

Oggi siamo a un bivio: o questa china, o la difesa e la rivitalizzazione della Costituzione che abbiamo.
Chi legge il materiale qui raccolto faccia la sua scelta.
PREMESSA
15 marzo 2006 – Calderoli ammette: ho scritto una PORCATA.
Si riferisce alla legge elettorale nota come Porcellum. Si andrà al voto con il nuovo sistema il 9
aprile 2006 e poi di nuovo nel 2008. Ha modificato il precedente meccanismo misto
(Mattarellum: per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi), in favore di un sistema
proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari
contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze: liste
bloccate, candidati scelti dalle segreterie di partito. La nuova legge conviene sia al PdL
sia al nascente Pd.
25-26 giugno 2006 – La Costituzione è salva
Il 61,7 per cento degli elettori boccia il progetto di revisione costituzionale del terzo
governo Berlusconi che modificava 53 articoli dei 139 della Carta. Il referendum,
promosso da Libertà e Giustizia in coordinamento con altre associazioni come Astrid e
la Cgil, sotto il titolo Salviamo la Costituzione, non aveva vincolo di quorum: alle urne si
reca il 53,6 per cento degli aventi diritto. Negli ultimi 15 anni, questa vittoria rappresenta per
lo scarto di voti l’unica vera e grande sconfitta del centrodestra
22 MESI AI MARGINI DELLA LEGALITA’ COSTITUZIONALE
Maggio 2008 – Marzo 2010
8 maggio 2008 – Il quarto Governo Berlusconi
Si insedia il quarto governo Berlusconi, nel pieno dei festeggiamenti per i 60 anni della
Costituzione. Si è votato il 13 e 14 aprile, dopo lo scioglimento anticipato delle Camere del 6
febbraio. La coalizione di centrodestra (FI-An-DCA/PdL, LN, MpA, Dc) guadagna 344 seggi alla
Camera risultato del 46,8% dei voti (17.063.874)e 174 al Senato, pari al 47,3% (15.507.549);
quella di centrosinistra 247 alla Camera e 134 al Senato. In Parlamento l'esecutivo ha anche
l'appoggio esterno del nuovo Psi, dei Riformatori liberali, di Azione Sociale, della Federazione
dei Cristiano Popolari e di Italiani nel mondo, tutti poi confluiti nel Pdl, oltre che di Liberal
democratici, dei repubblicani e di Alleanza di Centro.
13 maggio – Berlusconi offre il dialogo: l'Italia non ha tempo da perdere
Con un invito al dialogo sulle riforme che “può e deve cominciare da subito” perché “noi siamo
a disposizione, noi siamo pronti: nessuno deve sentirsi escluso”, con la forza dei numeri e la
certezza del vincitore che chiede collaborazione a nome dei cittadini che hanno “respinto la
protesta qualunquista” e vogliono non “litigiosità inutile, ma stabilità e impegno nell'azione di
governo", Silvio Berlusconi si rivolge al Paese convinto che sia necessario fare “tesoro di
questa aria nuova” che sente nel Paese. Era attesa l'apertura al governo ombra che “può
essere di aiuto” nel confronto tra maggioranza e opposizione pur nella distinzione dei ruoli, così
come l'omaggio al capo dello Stato che ha definito “in maniera impeccabile i termini della
dialettica tra le istituzioni”, e anche l'appello alla “volontà comune” che serve per cambiare il
Paese. Ma nessuno si aspettava un Berlusconi così conciliante con gli avversari, ai quali si
rivolge direttamente facendo gli auguri di “buon lavoro”, chiede quasi scusa per qualche
“momento di stanchezza e disattenzione” del passato, giura che non sarà “un uomo solo al
comando” ma interlocutore costante, perché questo serve con questo “nuovo clima”.
31 maggio – Napolitano: largo accordo per cambiare la Costituzione
Cambiare la Costituzione? A 60 anni dalla sua approvazione, Giorgio Napolitano approfitta della
festa della primavera (alla vigilia del 2 giugno festa della Repubblica), per un’ulteriore messa a
punto sulla sua revisione. Cambiarla si può, certo. Purché questo avvenga “attraverso un largo
accordo fra tutte le forze politiche democratiche”, dice il presidente. Nel frattempo dal
Quirinale, “cerchiamo di vigilare sul rispetto della Costituzione”.
13 giugno – La proposta del Pd per blindare la Carta
Elevare, dalla maggioranza assoluta, “a due terzi dei componenti delle Camere il quorum per
l’approvazione, in seconda votazione, di leggi di modifica o di revisione della Costituzione”.
Nonché, “stabilire che non si faccia luogo a referendum solo se la legge di revisione
costituzionale sia stata approvata, nella seconda votazione di ciascuna Camera, a maggioranza
dei 4/5 dei suoi componenti”. E' la proposta Pd per blindare la Costituzione: le modifiche alla
Carta dovranno essere volute da una maggioranza più ampia di quella al governo. Alla Camera
la proposta è presentata da Giovanni Bachelet, garante di LeG e deputato Pd; al Senato da
Oscar Luigi Scalfaro.
15 giugno - La norma blocca-processi
Presentata come ddl, viene proposta come decreto (ma Napolitano non ne ravvede l’urgenza)
e definita dai costituzionalisti un attacco alla Carta. Prevede lo stop ai processi in corso (fino al
30 giugno 2002), che si trovino tra l’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di
primo grado, per le quattro più alte cariche dello Stato. Una norma che sembra fatta apposta
per bloccare il processo Mills. Salterà il 12 luglio, cancellata da un emendamento del governo,
perché trasformata un mese dopo nel cosiddetto Lodo Alfano.
25 giugno - Maroni e le impronte dei bambini rom
Non è “schedatura etnica” prendere le impronte digitali di grandi e piccoli per censire i
residenti dei campi nomadi. Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso dell’audizione
alla Commissione Affari costituzionali della Camera, dove ha precisato che l’iniziativa, prevista
nel pacchetto sicurezza, “vuole offrire ai nomadi una ulteriore garanzia per la tutela dei loro
diritti”.
2008
11 luglio - Zagrebelsky e Onida da LeG contro il lodo Alfano
Mentre la Camera approva il lodo Alfano, a Milano due presidenti emeriti della Corte
Costituzionale demoliscono i provvedimenti sulla giustizia targati Berlusconi. Per
Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky il modo in cui quella norma è stata appena
licenziata dall’aula di Montecitorio non trova tracce nel nostro ordinamento.
12 luglio – Il governo approva il lodo Alfano
Alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi-Mills, il Pdl approva il lodo Alfano che
sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del
Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta lo boccerà, perché incostituzionale.
14 luglio – Berlusconi: “Riforme anche da solo”
Sono determinatissimo. Il dialogo non è una mia preoccupazione. Se c’è bene, ma non è
indispensabile per cambiare la Costituzione.
16 luglio - Alfano presenta il piano sulla Riforma della Giustizia
Durante un dibattito degli avvocati penalisti, Alfano annuncia la prossima campagna d’autunno
sulla giustizia: via l’obbligatorietà dell’azione penale, nuovo Csm, carriere separate.
17 luglio - 150 mila firme in difesa della Costituzione
Su Repubblica.it l’appello di cento costituzionalisti che esprimono “insuperabili perplessità di
legittimità costituzionale” sull’emendamento blocca-processi (poi successivamente modificato)
e sul lodo Alfano.
29 luglio – Arrivano i militari in città
Firmato il decreto sull’utilizzo di tremila militari per la sicurezza nelle città. Di questi, dal 4
agosto, ha spiegato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, circa un terzo andrà nei centri di
identificazione ed espulsione (ex cpt), un terzo a controllare i luoghi sensibili come le
ambasciate e il resto sarà impiegato a pattugliare.
26 agosto – La lega propone l’elezione dei pm
La proposta dell’elezione diretta dei pubblici ministeri non trova grande accoglienza tra le fila
della maggioranza. Per Niccolò Ghedini è più urgente la separazione delle carriere. Nella sua
riforma ci sono anche due Csm, uno per la magistratura giudicante e uno per quella
requirente, e la modifica dell’obbligatorietà dell’azione penale, da applicarsi solo ad alcuni reati
indicati di volta in volta dall’esecutivo.
10 settembre – Intesa Violante-Ghedini sulla Giustizia
Controllo dell’azione penale e attenuazione dei poteri del pubblico ministero a vantaggio
dell’esecutivo. La riforma ha un’agenda autunnale già annunciata dal ministro della Giustizia
Alfano: riforma del processo penale e civile e, poi, interventi costituzionali che muteranno il
ruolo del Csm, l’obbligatorietà dell’azione penale, la separazione delle carriere. Luciano
Violante e Niccolò Ghedini sono sulla stessa lunghezza d’onda: “Il ruolo della polizia è stato
schiacciato dal ruolo del pm. Bisogna tornare ai principi della Costituzione: la polizia da una
parte e il pm dall’altra, ciascuno con proprie attribuzioni”. Ma nessuno dei costituzionalisti
trova il riferimento nella Carta varata nel ’48.
17 settembre – Alemanno: “Anche l’anticomunismo nella Costituzione”
Dopo aver assolto il Ventennio ed essere stato bacchettato da Gianfranco Fini, il sindaco di
Roma Gianni Alemanno dice: “Io sono antifascista ma anche anticomunista. E ci tengo che
insieme all’antifascismo venga messo nella Costituzione anche l’anticomunismo”.
21 settembre - A 24 ore dall’udienza Mills, Berlusconi attacca i giudici
“Entro l’anno faremo la riforma della giustizia. Arriveremo a una solida, forte, robusta
presunzione d’innocenza. Garantiremo ai cittadini che il giudice non avrà più paura del pm. I
magistrati dovranno entrare dal giudice bussando alla porta e dandogli del lei con il cappello in
mano, proprio come fanno gli avvocati”.
pm. I
magistrati dovranno entrare dal giudice bussando alla porta e dandogli del lei con il cappello in
mano, proprio come fanno gli avvocati”.
6
2008
30 settembre – Schifani: “La riforma della Costituzione partirà all’inizio del 2009”
“Un largo giro di audizioni in seduta comune con la commissione Affari costituzionali della
Camera darà il via alla Grande Riforma”: lo annuncia il presidente del Senato. Si parte dal
Senato, perché tra i pezzi forti c'è il Senato federale, dai consigli regionali. Tra le novità:
deputati a 18 anni e taglio di 204 parlamentari: 252 i senatori, 489 i deputati.
2 ottobre – Berlusconi: procedo con i decreti, in Parlamento solo depressi
“Procederò con decreti legge in ogni materia che riterrò necessaria, anche imponendo al
Parlamento di approvarli. Abbiamo il dovere di governare ma abbiamo a che fare con istituzioni
e regolamenti che sono arretrati. I regolamenti vanno cambiati. In Parlamento c’è un popolo di
depressi. Non andremo più in tv a farci insultare”.
3 ottobre – Veltroni: “Silvio non garantisce la Costituzione”
In un’intervista all’espresso il leader del Pd parla delle ambizioni del Cavaliere e gli dà l’alt nella
corsa al Quirinale. “Il problema non si pone, perché fino al 2013 c’è Napolitano, ma il Quirinale
è un luogo dove devono esserci figure che garantiscano la Costituzione, conoscano le regole
del gioco, rispettino le opinioni di tutti, accettino il dissenso. Tutto ciò che Berlusconi non è”.
5 ottobre – Berlusconi: serve decretazione d’urgenza
Il premier giustifica il continuo ricorso alla decretazione d’urgenza: “Le difficoltà non si possono
superare con i disegni di legge, ma con la decretazione d’urgenza. Il decreto legge è l’unico
metodo che abbiamo per governare”.
15 ottobre – La Camera approva le classi ponte per i bimbi extracomunitari
La mozione della Lega Nord in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo
ottiene l’ok di Montecitorio. Il testo, approvato dopo un infiammato dibattito, passa dopo un
cambio di nome: non più “classi ponte”, come originariamente indicato nella mozione del
leghista Roberto Cota, ma “classi di inserimento”, secondo la proposta di Italo Bocchino di An.
25 ottobre – Berlusconi agli industriali: in Rai solo programmi che mettono panico
“Mi chiedo come fate ad accettare che la Rai – che vive anche grazie alla vostra pubblicità –
inserisca i vostri spot dentro programmi dove si diffondono solo panico e sfiducia”.
28 ottobre – La Costituzione? Meglio un lecca-lecca
Posteitaliane propone un kit per bambini per la giornata del risparmio: include la Costituzione.
La Lega blocca la distribuzione agli alunni; l’invio doveva partire da Venezia, Treviso e Sondrio.
L’europarlamentare Mario Borghezio: “Meglio un lecca-lecca verde. La Carta non è superiore
alle Sacre Tavole”.
3 novembre – Calderoli: in passato, sulla Costituzione ho sbagliato
“So di aver commesso un errore in passato, quando ho fatto di tutto per cambiare la
Costituzione a colpi di maggioranza. Dagli errori bisogna imparare”.
4 novembre – Lucio Malan propone di rivedere l’articolo 1 della Carta
Il senatore Pdl vuole rivedere “l’ordinamento della Repubblica sulla base del principio della
divisione dei poteri”. Propone di modificare l’articolo 1 e trasformarci in una Repubblica
“fondata sui princìpi di libertà e responsabilità, sul lavoro e sulla civiltà dei cittadini che la
formano”.
13 novembre – Sentenza Diaz, assolti i vertici della polizia
Tutti assolti per le violenze del 21 luglio 2001, al G8 di Genova, nella scuola Diaz. Nessuna
condanna per Giovanni Luperi, capo del Dipartimento di analisi dell’Aisi (ex Sisde), nel 2001
vice direttore dell’Ucigos, e per Francesco Gratteri, capo dell’Anticrimine, all’epoca dei fatti
direttore dello Sco, e Gilberto Calderozzi, oggi capo dello Sco. Dei 29 imputati, 13 sono
condannati e 16 assolti. Il tribunale di Genova ha inflitto pene per complessivi 35 anni e sette
mesi, di cui 32 anni e sei mesi condonati. L’accusa aveva chiesto condanne per un totale di
oltre 108 anni. la Repubblica: ci aspettiamo segnali di fedeltà alla Carta. Il capo della polizia,
Antonio Manganelli: i nostri agenti la onorano tutti i giorni.
2008
21 novembre – Berlusconi: bene le classi ponte per immigrati
Creare le “classi ponte” è “una cosa assolutamente logica, direi doverosa e a loro vantaggio,
non c’è nessuna discriminazione. Non sanno l’italiano, non possono seguire le lezioni. Per
questo hanno una percentuale di insuccesso tripla rispetto a quella degli alunni italiani”.
26 novembre - Il protocollo su polizia e pm
D’intesa tra il ministro per l’innovazione Renato Brunetta e della giustizia Angelino Alfano,
nasce il protocollo che prevede la “trasmissione telematica delle notizie di reato tra le forze di
polizia e procure della Repubblica” e anche che “le forze di polizia giudiziaria redigano le notizie
di reato, le digitalizzino, le trasmettano alle procure”. E’ il primo passo verso il travaso di poteri
da pm a polizia.
28 novembre – Più Iva per Sky
Con una norma del decreto anticrisi, il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert
Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.
2 dicembre – Caso Sky, Berlusconi prende di mira i direttori di Stampa e Corriere
Il decreto che aumenta l'Iva sulla pay tv, a tutto vantaggio delle reti di proprietà della famiglia
Berlusconi, riporta alla ribalta il conflitto d’interessi. Berlusconi ribalta le accuse: “E’ la sinistra
che aveva dato un vantaggio alle tv con abbonamenti”. Poi si scaglia contro i giornali:
“Guardate per esempio le vignette del Corriere della Sera, che vergogna ... e anche il titolo
della Stampa: «Berlusconi contro Sky». Dovrebbero andare tutti a fare un altro mestiere:
politici e direttori di giornale”. Pochi mesi dopo sia Corriere della Sera che La Stampa cambiano
i rispettivi direttori.
6 dicembre – Giustizia, Berlusconi all’attacco: acceleriamo sulla riforma
Approfittando della guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro, Berlusconi schiaccia
l’acceleratore sulla riforma della Giustizia. “L’unica terapia per il sistema malato della Giustizia
sono delle riforme, anche di rango costituzionale, che mettano il sistema in condizione di
maggiore e migliore efficienza”.
11 dicembre – Berlusconi: basta dialogo, LA COSTITUZIONE LA CAMBIO DA SOLO
“Sono ancora marxisti, non si può dialogare. Non accetto di parlare con chi mi accusa di essere
Hitler, il diavolo, di non avere voce in capitolo sulla questione morale. Questa sinistra non è
democratica”. La conseguenza è che la riforma della giustizia, incardinata sulla separazione
delle carriere, il governo la farà da solo, a costo di andare incontro nuovamente al referendum:
“La Costituzione si cambia con due votazioni distanziate da 6 mesi e i cittadini decideranno alla
fine come popolo sovrano: questa è la democrazia e nessuno ci può fare il minimo appunto”.
13 dicembre - Napolitano difende la Carta, Berlusconi insiste: giustizia da riformare
Il presidente della Repubblica: “I princìpi fondamentali della Carta non sono modificabili. Per
quanto se ne discuta, nessuno può pensare di cambiarli”. Immediata la replica del premier: “Il
capo dello Stato non si riferiva al governo, i rapporti tra me e Napolitano sono tranquilli e
comunque non intendo modificare i princìpi fondamentali. Ma Giustizia e Csm vanno riformati”.
15 dicembre – La norma allunga-processi che rende gli avvocati sempre più potenti
Avvocati sempre più potenti possono “interrogare” tutte le persone che vogliono e “convocare”
i testi a difesa “nelle stesse condizioni dell'accusa”. Dovranno, per “obbligo”, “acquisire” ogni
mezzo di prova ritenuto necessario, il giudice non potrà opporsi. Un articolo del ddl Alfano
cambia il codice di procedura penale (il 190 sul diritto alla prova) e c’infila dentro il dettato
costituzionale sul giusto processo, riscritto a favore di chi vuole fare melina nei processi e si
pone l’obiettivo di allontanare il più possibile nel tempo una sentenza.
17 dicembre – Meno spot per Sky
Il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al
12 per cento di affollamento orario di spot.
8
2008-2009
20 dicembre - Berlusconi: l’Italia è pronta per il presidenzialismo
La conferenza di fine anno è l’occasione per fare il punto sul programma. “Il presidenzialismo è
la formula costituzionale che può portare al migliore risultato per il Paese”, mentre
“l’architettura attuale non permette di prendere decisioni tempestive: il premier ha i decreti
legge come unico strumento, che però sono sottoposti preventivamente alla firma del capo
dello stato”.
20 dicembre – Berlusconi: riforma della giustizia al primo CdM
A gennaio si comincia con la riforma della Giustizia; conterrà una “separazione degli ordini” fra
magistratura requirente e giudicante, le indagini non saranno svolte dai pubblici ministeri ma
“dalle forze dell'ordine, in modo che i pm siano soltanto gli avvocati dell’accusa nell’ambito del
processo”. Stretta sulle intercettazioni: “situazione inaccettabile. Solo per i reati più gravi”.
11 gennaio 2009 – Alfano: sì alle intercettazioni contro corruzione e concussione
“Per una riforma della giustizia bisogna metter mano alla Costituzione. Ci accingiamo a fare un
robusto intervento sul processo penale, ad affrontare il nodo carceri con risolutezza, poi a
febbraio sarà la volta della riforma costituzionale”. Inizia il traccheggio sulla legge contro le
intercettazioni che Berlusconi vorrebbe interpretare in modo restrittivo e An tenta invece di
estendere almeno ai reati dei colletti bianchi, cancellando il carcere per i giornalisti.
5 febbraio – Sì del Senato al ddl Sicurezza
Primo sì del Senato al ddl sicurezza tra le polemiche dell’opposizione che parla con Anna
Finocchiaro di “manifesto ideologico” verso gli extracomunitari. I medici potranno, anzi
dovranno visto che sono pubblici ufficiali, denunciare all’autorità giudiziaria gli immigrati
clandestini. Le persone senza fissa dimora saranno schedate. La tassa per il permesso di
soggiorno è fissata da 80 a 200 euro. Autorizzate inoltre le “ronde padane” ma non armate.
Contro gli immigrati c’è ben altro: il permesso a punti, voluto dalla Lega, che delega al
governo la scelta su come il permesso si azzera se delinqui; il test linguistico per cui non si
varcano i confini se non si conosce l’italiano. Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti
(niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, anche se
l’allontanamento è inattuabile, il clandestino, per ordine del questore, dovrà comunque
andarsene dall’Italia “entro 5 giorni”. Per compiere atti di stato civile, gli stranieri devono
presentare il documento di soggiorno. Dunque, nascono i bambini invisibili, perché senza
permesso di soggiorno non potranno essere registrati all’anagrafe.
5 febbraio – L’emendamento D’Alia che censura internet
L’emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (Udc) è approvato dal Senato. Nel testo si
stabilisce che il governo, su segnalazione della magistratura, potrà chiedere ai fornitori di
accesso (cioè le aziende di telecomunicazione) di eliminare quelle pagine dei social network,
dove “si integri la fattispecie dell’istigazione a delinquere o dell’apologia di reato”. E’ previsto
che si arrivi ad oscurare tutto il sito per impedire la continuazione del reato. Il 9 marzo, il ddl
Carlucci (Fi) propone di vietare “l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma
(testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) i maniera anonima”.
Chi diffonderà quei testi, e quindi anche i provider, sarà responsabile “in solido, di ogni e
qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa, cagionati ai danni di terzi o dello Stato”.
6 febbraio – Il caso Englaro: dal decreto alla crisi istituzionale
Il consiglio dei ministri approva un decreto legge per impedire la sospensione
dell’alimentazione e dell’idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità sul decreto e
riserve sulla costituzionalità: ci sono sentenze definitive emesse da tre ordini di giudici civili,
amministrativi e costituzionali, sulla base dei principi della Carta, dopo un giusto processo
iniziato nel 1999. Napolitano rifiuta poi di firmare il decreto e poche ore dopo, il consiglio dei
ministri, riunito in sessione straordinaria, approva un disegno di legge con gli stessi contenuti
del decreto appena bocciato. Il ddl passa al Senato il 9 febbraio, la morte di Eluana sospende
la discussione; il ddl viene ritirato. Si apre la discussione sul testamento biologico e sui casi
di fine vita.
5 febbraio – Sì del Senato al ddl Sicurezza
Primo sì del Senato al ddl sicurezza tra le polemiche dell’opposizione che parla con Anna
Finocchiaro di “manifesto ideologico” verso gli extracomunitari. I medici potranno, anzi
dovranno visto che sono pubblici ufficiali, denunciare all’autorità giudiziaria gli immigrati
clandestini. Le persone senza fissa dimora saranno schedate. La tassa per il permesso di
soggiorno è fissata da 80 a 200 euro. Autorizzate inoltre le “ronde padane” ma non armate.
Contro gli immigrati c’è ben altro: il permesso a punti, voluto dalla Lega, che delega al
governo la scelta su come il permesso si azzera se delinqui; il test linguistico per cui non si
varcano i confini se non si conosce l’italiano. Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti
(niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, anche se
l’allontanamento è inattuabile, il clandestino, per ordine del questore, dovrà comunque
andarsene dall’Italia “entro 5 giorni”. Per compiere atti di stato civile, gli stranieri devono
presentare il documento di soggiorno. Dunque, nascono i bambini invisibili, perché senza
permesso di soggiorno non potranno essere registrati all’anagrafe.
5 febbraio – L’emendamento D’Alia che censura internet
L’emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (Udc) è approvato dal Senato. Nel testo si
stabilisce che il governo, su segnalazione della magistratura, potrà chiedere ai fornitori di
accesso (cioè le aziende di telecomunicazione) di eliminare quelle pagine dei social network,
dove “si integri la fattispecie dell’istigazione a delinquere o dell’apologia di reato”. E’ previsto
che si arrivi ad oscurare tutto il sito per impedire la continuazione del reato. Il 9 marzo, il ddl
Carlucci (Fi) propone di vietare “l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma
(testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) i maniera anonima”.
Chi diffonderà quei testi, e quindi anche i provider, sarà responsabile “in solido, di ogni e
qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa, cagionati ai danni di terzi o dello Stato”.
6 febbraio – Il caso Englaro: dal decreto alla crisi istituzionale
Il consiglio dei ministri approva un decreto legge per impedire la sospensione
dell’alimentazione e dell’idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità sul decreto e
riserve sulla costituzionalità: ci sono sentenze definitive emesse da tre ordini di giudici civili,
amministrativi e costituzionali, sulla base dei principi della Carta, dopo un giusto processo
iniziato nel 1999. Napolitano rifiuta poi di firmare il decreto e poche ore dopo, il consiglio dei
ministri, riunito in sessione straordinaria, approva un disegno di legge con gli stessi contenuti
del decreto appena bocciato. Il ddl passa al Senato il 9 febbraio, la morte di Eluana sospende
la discussione; il ddl viene ritirato. Si apre la discussione sul testamento biologico e sui casi
di fine vita.
9
2009
7 febbraio – Rompiamo il Silenzio
Esce su la Repubblica una pagina di Libertà e Giustizia con il manifesto di Gustavo
Zagrebelsky. Primi firmatari: Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Umberto Eco, Claudio
Magris, Guido Rossi, Sandra Bonsanti, Giunio Luzzatto, Simona Peverelli, Elisabetta
Rubini, Salvatore Veca. In poche ore le firme salgono a più di 200 mila.
9 febbraio – Attacco di Berlusconi alla Costituzione: è filosovietica, va cambiata
Una riforma della Carta costituzionale, secondo il premier, “è necessaria perché è una legge
fatta molti anni fa sotto l’influsso di una fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di
forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello”.
11 febbraio – LeG presenta il manifesto “Rompiamo il Silenzio”
La democrazia italiana è in bilico. E’ bene che lo sappiano i giornalisti di tutto il
mondo”. E’ l’allarme lanciato da Gustavo Zagrebelsky dalla sala della stampa estera
di Roma. In platea Oscar Luigi Scalfaro. Zagrebelsky avverte: “Non è la prima volta
che l’Italia è il luogo di un esperimento politico. Lo fu in passato di un modello che poi fu
esportato in tutta Europa”.
12 febbraio – Il ddl sulle intercettazioni, media oscurati. Il Csm: violata la Carta
Pubblicate i fatti, ma non gli atti. E’ questo lo slogan della maggioranza che con una norma
capestro cancella la cronaca giudiziaria: fino al dibattimento, nessun atto, nemmeno se solo
riassunto, potrà essere reso pubblico. I testi degli ascolti non potranno mai essere divulgati.
Per il Csm è una previsione che contrasta “con i valori dell’articolo 21 della Costituzione”.
13 febbraio – Scalfaro in piazza per la Costituzione: ignorante chi la chiama sovietica
In piazza per la manifestazione convocata dal Pd, il presidente emerito che guida l’associazione
Salviamo la Costituzione, difende la legge fondamentale varata nel ’48. E rivolgendosi al
presidente del Consiglio dice: “Siamo preoccupati, non ci faccia temere per la li
democrazia”.
14 febbraio – Napolitano: teniamoci stretta la Costituzione
“In Italia per fortuna abbiamo una Costituzione. Teniamocela stretta”.
15 febbraio – Il centrodestra conquista la Sardegna
Il centrodestra strappa la Sardegna allo schieramento avversario e Ugo Cappellacci diventa il
nuovo governatore, scalzando Renato Soru che nel 2004 vinse con il 50,13%. Il dato arriva
chioaro e netto 15 ore dopo la chiusura dei seggi. E quando le sezioni scrutinate sono 1658 su
1812, Cappellacci è al 51,90% dei consensi, mentre il presidente uscente si ferma al 42,89%,
con un distacco di 9 punti che pesa come un ko. Irrompe un partito “nuovo”, quello delle
schede nulle che diventano la terza forza della Sardegna: sono quasi 15.000, a cui si
aggiungono le schede annullate volontariamente dall'elettore (circa 3300) e quelle bianche (più
di 5000).
17 febbraio – Veltroni si dimette da segretario del Pd
“Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto”, dice
Veltroni, raccogliendo il "no" del vertice del partito e l'invito a ripensarci. “Spesso mi sono
trovato i bastoni tra le ruote”, aggiunge a conferma del suo addio. I vertici del Pd in un primo
momento respingono le dimissioni, confermando piena fiducia al leader. Veltroni prende tempo
per riflettere e decidere. La riunione del coordinamento con all'ordine del giorno la sconfitta
sarda è aggiornata ma il segretario non torna sui suoi passi. La reggenza del partito è affidata
a Dario Franceschini.
23 febbraio – Franceschini nuovo segretario del Pd giura sulla Costituzione
Il presidente del Consiglio – dice – ha in mente un paese in cui il potere viene sempre più
tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione a cui
lui ha giurato fedeltà.
10
2009
25 febbraio – Sacconi modifica il diritto di sciopero
La svolta è limitata al settore dei trasporti, ma lo sciopero solo “a maggioranza”, o dei
lavoratori o dei sindacati, vincola l’esercizio del diritto di sciopero previsto dalla Costituzione.
Un disegno di legge in tre soli articoli che mette nero su bianco una riforma annunciata fin da
ottobre e subito contrastata dalla Cgil.
26 febbraio – Troppi decreti, Napolitano convoca Fini e Schifani
I presidenti di Camera e Senato salgono al Colle. Napolitano: “per quanto si tratti di
provvedimenti straordinari che il governo adotta sotto la sua responsabilità, il Presidente della
Repubblica e i Presidenti delle Camere non possono esimersi dal sollevare i problemi,
costituzionalmente sensibili, che derivano sia da un’abnorme frequenza del ricorso a decreti,
sia dall’eterogeneità che essi spesso presentano nei loro contenuti e che è poi aggravata dalla
pratica di emendamenti estranei alla materia e chiaramente strumentali”.
27 febbraio – Fini: questa è una legislatura costituente
“Continuo a pensare che ci siano tutte le condizioni per avviare e portare a compimento le
riforme della seconda parte della Costituzione”. Lo afferma il presidente della Camera
Gianfranco Fini, a margine della conferenza dei presidenti dei Parlamenti europei a Parigi,
rispondendo a chi gli chiede se questa sarà una legislatura costituente.
1 marzo – Franceschini: i valori fondativi della Costituzione non si toccano
“La Costituzione si può modernizzare per le parti che riguardano il funzionamento delle
istituzioni, ad esempio il sistema bicamerale che rallenta il processo legislativo, ma non si può
toccare per la parte che riguarda i valori. In modo esplicito o tacito, loro cercano di intervenire,
di toccare la parte che riguarda i valori fondativi. Non si toccano”. Il segretario del Pd promette
che “se provano a toccarli ci troveranno in Parlamento e nel Paese con tutta la forza possibile”.
5 marzo – Alfano: presto modifiche alla Carta
“Nelle prossime settimane inizierà una riflessione, in Consiglio dei Ministri, sulla riforma della
Costituzione per assicurare ai cittadini una effettiva parità tra difesa e accusa”. In particolare la
riflessione per le modifiche costituzionali riguarderà il tema dell’obbligatorietà dell’azione
penale e quello dell’ampliamento dei poteri di indagine della polizia giudiziaria.
5 marzo – Andreotti: la Costituzione va bene così com’è
“La Costituzione rimane com’è A mio avviso va benissimo, ci ha permesso grandi sviluppi, sia
interni che internazionali”.
5 marzo - Sicurezza, i penalisti contro il governo: "Intollerabile svolta autoritaria"
Duro attacco dell'Unione Camere Penali: "lo Stato forte non è quello che viene meno al rispetto
dei valori costituzionali del processo penale, ma è tout court lo stato di diritto, che applica le
regole esistenti e garantisce la certezza della pena non con una condanna preventiva ed
aprioristica, ma con un percorso processuale di ragionevole durata senza alcun sacrificio delle
regole di accertamento dei fatti". La Giunta esprime "sconcerto e sdegno dei penalisti per le
norme regressive ed illiberali adottate dal Governo e per quelle in discussione in Parlamento".
10 marzo – Firenze, il candidato sindaco del Pd: anch’io cambierei la Costituzione
“Credo che la Carta andrebbe rivista fin nei principi fondamentali”. Così il presidente della
Provincia di Firenze e candidato del Pd a sindaco della città Matteo Renzi nell’intervista al
Magazine del Corriere della Sera. Dice anche: “Occorre riformare l’idea di sindacato e ribaltare
il sistema del welfare”.
10 marzo – Appello degli architetti
“Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni.
Il territorio, la città e l’architettura non dipendono da un’anarchia progettuale che non rispetta
il contesto, ma dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione
dell’edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera
definitiva il territorio. Ecco perché c’è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo
paese”. Firmato da Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas, Vittorio Gregotti
11
2009
11 marzo – Medici delatori, i camici bianchi insorgono
Sindacati dei medici in rivolta per un emendamento della Lega al ddl sulla Sicurezza, che
obbliga 120mila medici delle strutture pubbliche a denunciare i clandestini. I sindacati
annunciano che useranno tutti gli strumenti legali, fino alla corte di giustizia europea,
passando per la Corte costituzionale.
11 marzo – Testamento biologico, passa la linea dura della Pdl
Nutrizione e idratazione saranno “sostegni vitali” e dunque il paziente non potrà rinunciarvi. E’
la versione che passa in commissione Sanità; il testo, in questa versione, affronterà il dibattito
nell’aula del Senato.
11 marzo – Berlusconi: “Alla Camera voti solo il capogruppo”
Silvio Berlusconi, davanti all’assemblea dei deputati del Pdl, propone che siano solo i
capigruppo a votare alla Camera. “Chi non è d’accordo potrà votare contro o astenersi”. Una
proposta che si lega alle nuove norme di voto e all’esigenza di “rivedere i regolamenti
parlamentari che non sono adeguati per un governo e una maggioranza che devono avere
tempi certi sull'approvazione delle leggi”. In Aula, lo stop di Gianfranco Fini: “Fino a quando la
Costituzione è quella vigente nessun deputato può essere delegato a votare per altri, e ciascun
deputato dovrà votare soltanto per sé. Quando e se la Costituzione sarà cambiata si vedrà”.
12 marzo - Fini: cosa si aspetta a ripartire dalla Bozza Violante?
"C'è una bozza di riforma della seconda parte della Costituzione ampiamente condivisa. Che
cosa si aspetta a ripartire da quel punto?". Se lo chiede il presidente della Camera Gianfranco
Fini, che torna ad auspicare che la legislatura in corso sia ricordata come una legislatura
costituente: "Non servono nuove istruttorie, si tratta di mettere insieme ciò su cui oggi è
possibile un accordo largo. Ad esempio, il bicameralismo perfetto e la riduzione dei numeri
parlamentari. Ne avranno vantaggio tanto il governo quanto l'opposizione".
12 marzo – Berlusconi: le istituzioni sono vecchie, bisogna poter decidere
Silvio Berlusconi ritira il premio del Riformista di miglior politico dell’anno e dice che “i tempi
della politica sono tali per cui si deve arrivare a decisioni più immediate”. Non ripropone il
presidenzialismo, “Al limite se ne può parlare nella seconda parte della legislatura, ma con
l'accordo di tutti”, ma il sistema e l'architettura istituzionale “non sono in linea con i tempi”,
occorrono “percorsi e metodi più brevi”. Il premier “non ha nessun potere”, qualsiasi
provvedimento, anche i decreti legge, devono passare per il presidente della Repubblica e per
il Parlamento. Una democrazia “superparlamentare”, non “adeguata” ai tempi odierni.
13 marzo - Avvocatura: il filtro della Cassazione è anticostituzionale
"Forte discrezionalità nelle decisioni, violazione del diritto alla difesa e del giusto processo".
Insomma, il filtro in Cassazione proposto dal governo per i procedimenti civili è "chiaramente
incostituzionale". Così l'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua), l'Unione nazionale Camere
civile e gli avvocati dell'Ordine di Roma affiancati da alcuni giuristi italiani. Se passa ququesta
riforma, sostiene il presidente Oua, Maurizio De Tilla, avremo "solo un processo autoritario”.
15 marzo – Berlusconi: il premier ha diritto di governare per decreto
Davanti ai commercianti riuniti a Cernobbio il Cavaliere rivendica il diritto di governare per
decreto legge, “l'unico vero potere che ho”. Il ragionamento : “Ogni decreto legge deve essere
spiegato al capo dello Stato, anche se questa non è la Costituzione, ma la prassi. Secondo la
Costituzione il governo decide sotto la sua responsabilità e per me la responsabilità non è più
del governo se ci deve essere il potere di un'altra istituzione che mi giudica sui due requisiti”.
15 marzo - Franceschini, la prima parte della Costituzione “non si tocca”
Il segretario del Pd Dario Franceschini , dal palco dell'assemblea dei delegati under 30 del Pd a
Fieramilano, invita i giovani "ad alzare la voce ogni volta che qualcuno prova a toccare i
principi" della Carta. Alcune modifiche possono invece essere apportate alla seconda parte del
testo, secondo Franceschini, per esempio: “dimezzare il numero dei parlamentari, mantenendo
una Camera sola per fare le leggi e un Senato delle autonomie”.
2009
16 marzo – Calderoli: Le ronde sono come le ambulanze
“Il senso civico? Se lo mettano da qualche parte... Le ronde sono come le ambulanze”. Roberto
Calderoli si dice “sconcertato” per quanto pubblicato dal Secolo d'Italia, il quotidiano di
Alleanza nazionale, il 15 marzo. Titolo dell’editoriale: “Ma quali ronde... Qui ci vuole più senso
civico”. Calderoli non gradisce: “Se bastasse il senso civico a non essere stuprati, rapinati,
uccisi per la strada...”.
23 marzo - Vasco Errani: "Il piano casa è contro le Regioni e contro la Costituzione"
Il governatore dell'Emilia Romagna: "Il decreto ha chiari profili di incostituzionalità. Rende
immediatamente operative in tutta Italia norme di competenza concorrente delle Regioni. In
materia edilizia al governo spetta solo la legislazione di principio. Ci si troverebbe, come
peraltro avvenne con i condoni edilizi, in una complicata incertezza giuridica. Molte Regioni
farebbero ricorso alla Corte costituzionale, che ha i tempi che ha. Insomma, un pasticcio"
24 marzo - Cicchitto: "Dopo il federalismo, il presidenzialismo"
In Aula, per la dichiarazione di voto sul federalismo, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio
Cicchitto: “Per il Pdl questo progetto è in un quadro più generale di riforma istituzionale, nel
quale si deve bilanciare questo passaggio con il presidenzialismo, che nella sua prima versione
può essere rappresentato dall'aumento dei poteri del premier, che possa sciogliere Parlamento
in accordo con il Capo dello Stato, e possa cambiare i ministri. Va eliminato il bicameralismo, e
vanno ridotti i parlamentari"; inoltre, "vanno bilanciati tre centri di potere: il premier e
l'esecutivo, il sistema federale, e il Parlamento della Repubblica".
24 marzo - L'odg Franceschini: "Riformare la seconda parte della Costituzione"
Con 319 sì, 195 astenuti e 35 contrari, la Camera approva la legge con cui delega il Governo a
varare il federalismo fiscale. Il Governo accoglie un ordine del giorno del Pd (primo firmatario
Franceschini) in cui si chiede all'esecutivo di "sollecitare e favorire un confronto fra la
maggioranza e l'opposizione per promuovere in tempi rapidi una riforma della seconda parte
della Costituzione", basata sulla bozza Violante. Il progetto: "riduzione del numero dei
parlamentari, trasformazione del Senato in camera delle autonomie territoriali e adeguare i
procedimenti decisionali e la forma di governo al mutato contesto politico-istituzionale".
26 marzo - Libertà e Giustizia: azzardata e rischiosa la mossa di Franceschini
Sandra Bonsanti, presidente dell' associazione Libertà e Giustizia, esprime
preoccupazione per l'ordine del giorno, presentato alla Camera dal segretario del Pd,
Dario Franceschini, ed accolto dal governo, per un confronto sulla riforma della
Costituzione, a partire dalla "bozza Violante" elaborata nella passata legislatura". In primo
luogo "non si capisce perché rivolgersi al governo"; in secondo luogo, "avviarsi sulla strada
prevista, senza avere alcuna certezza sullo sbocco finale, potrebbe essere una avventura".
27 marzo - Testamento biologico, Veronesi: il Parlamento calpesta i diritti della Carta
Umberto Veronesi, senatore pd, dopo il sì di palazzo Madama alla legge sul testamento
biologico. "Ci misuriamo con quella che Cavour, 150 anni fa, chiamava una dittatura
parlamentare. Se la maggioranza si blinda e non accetta alcuno degli emendamenti della
minoranza, allora il Parlamento perde gran parte della sua funzione. Il presidente della
Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L´autodeterminazione è alla
base della Costituzione”.
29 marzo - Fini: la legge sul fine-vita è da Stato etico
Serve una fase costituente, dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, parlando al
secondo giorno del congresso del Pdl. Siamo sicuri che la legge approvata al Senato sia per
davvero la laicità? Perché, quando si impone per legge un precetto religioso, si è più vicini a
una concezione da Stato etico che non da Stato laico.
30 marzo - Berlusconi: più poteri al premier
La Costituzione assegna al presidente del Consiglio poteri quasi inesistenti. In altri Paesi,
invece, il premier ha poteri veri: in Italia ha solo poteri finti. Comunque, sulle riforme andremo
avanti anche da soli. Dal discorso conclusivo del congresso Pdl.
13
2009
1 aprile - La Corte Costituzionale boccia la legge sulla fecondazione assistita
Per la Consulta è illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui
non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della
donna.
3 aprile – Buttiglione: Costituzione tradita, perderà l’appoggio dei cattolici
Il presidente Udc, dopo la bocciatura delle legge 40: "E' una lettura evolutiva della
Costituzione. Ma tocca al Parlamento interpretare i mutamenti sociali e la Cortedeve
intervenire soltanto in presenza di grossolane violazioni dei principi costituzionali".
7 aprile - Berlusconi e il senso della Costituzione
Il leader Pdl legge dal palco della Fiera di Roma l'articolo 1 della Costituzione, ma si ferma solo
al primo periodo, quello che dice che "la sovranità appartiene al popolo". Se avesse proseguito
nella lettura, arguisce Andrea Manzella, avrebbe dovuto spiegare il rapporto tra
costituzionalismo e democrazia. È la prima questione politica che si sono posti antichi e
moderni: ed è sempre, ancor oggi, stringente, nel senso che ad essa non si può sfuggire.
Infatti i costituenti del ‘48 non scapparono affatto. Dopo aver scritto che "la sovranità
appartiene al popolo", aggiunsero: "che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
8 aprile - Il Parlamento boccia ronde e tempo di permanenza degli immigrati nei cpt
L'Assemblea di Montecitorio approva a scrutinio segreto gli emendamenti del Pd e dell'Udc che
sopprimono l'articolo sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati. Il Governo va sotto anche
sulla votazione di un emendamento che non contiene più la norma che disciplina le ronde e
sulla quale si era già espressa in modo negativo la Corte.
13 aprile - Berlusconi e la battuta sui Pm che indagano sui disastri de L'Aquila
"Mio padre diceva che se uno nasce col piacere di fare del male ha davanti tre scelte: il
delinquente, il pm o il dentista. I dentisti si sono emancipati, oggi esiste l'anestesia". La replica
del presidente dell'Anm Luca Palamara: "Insulti inaccettabili. Mio padre mi diceva un'altra
cosa: rispettare le regole e avere fiducia in chi è chiamato a svolgere il controllo di legalità".
14 aprile - Costituzione, a rischio la libertà di informazione
Nel mirino è innanzitutto AnnoZero, la trasmissione tv di Michele Santoro, che sul terremoto
avrebbe aperto "un processo contro la protezione civile"; ma è sotto accusa anche la stampa
straniera, "colpevole di parlare male dell'Italia".
14 aprile - Calderoli: "Col referendum, rischio fascismo"
"Qui c’è di mezzo la tenuta democratica del Paese: dal referendum verrebbe fuori una legge
elettorale mostruosa: una tirannide. Oggi c’è Berlusconi, domani c’è un altro premier e non si
può permettere a chi ha ottenuto il 25% dei voti di avere il 55% dei seggi in Parlamento.
Neanche nel periodo fascista è stata fatta una cosa del genere. Si possono avere quattro,
anche tre partiti, ma non un partito solo...".
15 aprile - Nel decreto incentivi spunta la legge ad aziendam
Il Senato approva il decreto incentivi. Dentro ci sono anche un paio di articoli che prevedono
"strumenti di difesa del controllo azionario delle società da manovre speculative", e
introducono misure per prevenire "eventi di scalate ostili in una fase di mercato caratterizzato
da corsi azionari molto al di sotto della media degli ultimi anni". Come Mediaset. Salvatore
Bragantini, ex commissario Consob, critica il "decreto protezionista": "Sarebbe interessante
capire quale società potrà essere la vittima destinataria delle proposte".
16 aprile - Fini: se c'è spirito costituente le riforme sono possibili
"Se ci fosse buona volontà e si riprendesse quello stesso spirito che animò i nostri Costituenti,
con la consapevolezza che la Costituzione debba essere di tutti nel senso che ogni
cambiamento presuppone una condivisione, si può trovare un accordo sulla fine del
bicameralismo perfetto, su un riequilibrio dei poteri tra legislativo ed esecutivo e sull'istituzione
di una Camera delle autonomie". Fini aggiunge: l'unica modifica da fare alla Parte Prima della
Costituzione sarebbe nel senso di inserire "un riferimento all'Unione europea".
14
2009
18 aprile - Giorgio Napolitano dice basta ai "decreti legge omnibus"
Il presidente della Repubblica si scaglia contro quei provvedimenti che il governo gli presenta
in una forma per l´emanazione e che poi modifica in Parlamento con un maxiemendamento
introducendo materie estranee. E spesso vi pone anche la fiducia. Con il risultato che il
presidente della Repubblica si vede restituire per la promulgazione, magari a poche ore dalla
scadenza, un testo completamente diverso da quello iniziale. Così, dice il capo dello Stato, si
ledono i poteri di garanzia del Quirinale, gli si impedisce di esercitare il mandato costituzionale.
19 aprile - La Russa e i distinguo sui partigiani
"Una manifestazione dove sventolano più bandiere rosse che tricolori non può essere un luogo
condiviso". Inoltre "bisogna dire con chiarezza" che nella Resistenza "c'erano anche partigiani i
quali, invece della libertà, sognavano di sprofondare il Paese in un regime stalinista". "Io li
rispetto - aggiunge La Russa - era gente che sbagliava ma in buona fede". Tuttavia, osserva il
ministro, "pacificazione vuol dire ricordare pure i soldati di Salò". Libertà e Giustizia cchiede le
dimissioni del ministro
21 aprile - La norma salva-manager
L’articolo 15-bis del testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro riforma il principio generale
sulle responsabilità dei datori di lavoro. Per la legge italiana omettere di far applicare le norme
di sicurezza sul lavoro è un comportamento grave tanto quanto quello di chi provoca
materialmente un incidente. La modifica proposta dal governo introduce invece limiti a quella
responsabilità sostanzialmente assolvendo i vertici aziendali nel caso in cui sia riconosciuta la
responsabilità dei lavoratori dipendenti. Così, per esempio nel caso della Thyssen, sarebbe
sufficiente alla difesa dei dirigenti dimostrare che la notte del rogo anche i lavoratori hanno
violato le norme di sicurezza per aprire la strada all'assoluzione dei manager.
22 aprile - Napolitano: la Carta non è un residuato bellico
Così il presidente della Repubblica alla lezione d'apertura della Biennale della Democrazia.
Nacque, dice, guardando lontano, e poggia "sui valori maturati nell'opposizione al fascismo,
nella Resistenza" e fu concepita aprendosi alle "imprevedibili evoluzioni e istanze del futuro.
Non fu mai un manifesto ideologico o politico di parte, e legge fondamentale, architrave
dell'ordinamento giuridico e dell'assetto istituzionale".
23 aprile - Schifani: necessaria una nuova fase costituente
Si avverte l'esigenza, dice il presidente del Senato, perché "la Costituzione è intoccabile nella
prima parte, ma non lo è nella seconda: le nuove esigenze dei nostri tempi richiedono una
accelerazione dell'attività legislativa".
24 aprile - Napolitano: non si diffama la Resistenza, il suo spirito vive nella Carta
Alla vigilia dell'anniversario della Liberazione, Giorgio Napolitano ricorda che lo spirito della
Resistenza vive nella nostra Costituzione, nei valori universali di libertà che esprime e ciò
spiega perché la ricorrenza del 25 aprile è una festa che tutti gli italiani devono celebrare con
spirito di unità. "L´esperienza partigiana fu determinante per restituire libertà e dignità al
nostro Paese". E questo è un dato storico incontrovertibile, anche per chi, come il ministro La
Russa, si è avventurato in questi giorni in distinguo tra partigiani che hanno provocato aspre
polemiche.
25 aprile - Scalfaro: la Costituzione è estremo baluardo di libertà
Il discorso del presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro conclude la manifestazione di Milano per
il 25 Aprile. "Attenzione giovani la Costituzione è l'estremo baluardo per la difesa della nostra
libertà e democrazia. E' fatta per unire, mai per dividere. Usarla per dividere è un delitto
contro la democrazia e la libertà".
25 aprile - La svolta di Berlusconi: Il 25 aprile diventi festa della libertà
"La lotta al nazismo fattore fondante dell´Italia". Così il presidente del Consiglio da Onna, il
paese d´Abruzzo più colpito dal terremoto. Il premier ha anche detto no all´equidistanza tra
partigiani e fascisti.
15
2009
26 aprile - Franceschini: il premier non cambi la Carta a maggioranza
Il leader del Pd: "Berlusconi venga in Aulae dica che la Costituzione si può cambiare solo con
l'accordo di tutti, maggioranza e opposizione".
27 aprile - Gasparri: l'ammodernamento della Costituzione è un dovere
Difesa e rispetto dei principi fondamentali della Costituzione non può significare immobilismo
per quanto riguarda la seconda parte verso la quale - è il presidente dei senatori PdL, Maurizio
Gasparri a dirlo - "c'è il dovere dell'ammodernamento. Il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo
ed altri capitoli vanno affrontati con coraggio e con spirito innovativo per adeguare la
Costituzione come una sorta di Costituzione materiale già innovata nella prassi".
28 aprile - Berlusconi: voto sì al referendum e cambio la Carta da solo
Voto sì al referendum perché non si può essere masochisti. "Non c'è una norma della Carta che
preveda questo" e poi "questa opposizione ha cambiato il titolo V con soli quattro voti di
scarto”. Un avvertimento chiaro anche perché aggiunge: "E' la stessa Carta costituzionale ad
indicare come deve essere modificata e quale maggioranza debba esserci".
28 aprile – Blitz di Berlusconi alla festa di Casoria: scoppia il Noemi-gate
Appuntamento riservato nel corso della quattordicesima visita del premier a Napoli. In una villa
kitsch di Casoria, si festeggia il compleanno di Noemi Letizia, 18 anni, chioma bionda,aspirazioni artistiche, alle spalle un papà imprenditore che evidentemente conosce il premier.
E’ la scintilla che accende la rabbia di Veronica Lario, moglie di Silvio Berlusconi. In una
intervista la first lady annuncia il divorzio. Ma il caso diventa subito politico non solo per la
poca chiarezza di tutta la vicenda, o perché Noemi rivela di voler fare la deputata nel caso
sfumi il sogno di diventare starlett, sicura che Papi Berlusconi, come lo chiama, l’aiuterà. Sono
le tre accuse di Veronica Lario ("frequenta minorenni», «non sta bene», fa eleggere «vergini
che si offrono al drago») e le repliche contraddittorie del capo del governo, spesso sbugiardate
dai giornali, all’origine di questo "caso" politico.
4 maggio - Fini: l’Italia passi da crisalide a farfalla e cambi la Costituzione
Il presidente della Camera agli studenti di San Donà di Piave: “Mi auguro che in questa
legislatura si arrivi ad un cambiamento della Costituzione”. Per “l'inadeguatezza delle istituzioni
l'Italia è stata un calabrone che ha volato contro tutte le leggi della fisica. Poi c'è stata un'Italia
crisalide, che è la fase della transizione, vogliamo far nascere la farfalla?”. Il rischio “è che
un'Italia che non riesce a fare riforme indispensabili per la qualità della nostra democrazia
allontani ulteriormente il cittadino dalla politica”.
4 maggio - Calderoli: il referendum fallirà, poi riforma della Carta
"I cittadini hanno imparato a non farsi prendere più in giro da referendum manipolativi come
questo che, intervenendo sulla legge elettorale, mette in dubbio la natura stessa della
democrazia", dice il ministro della semplificazione. "Una volta fallito il referendum si potrà
procedere sul cammino democratico delle riforme, così dopo il federalismo fiscale si procederà
alla riforma della Costituzione, riducendo il numero dei parlamentari e ponendo fine al
bicameralismo perfetto con una Camera che rappresenti lo Stato e una che rappresenti il
territorio, rafforzando i poteri del governo e quelli del Parlamento. Solo dopo si passerà alla
riforma della legge elettorale, in modo che la legge sia conseguente e coerente con le riforme".
5 maggio - Bernardini De Pace: la Costituzione non esclude i matrimoni gay
"Gli articoli 2, 3 e 29 della nostra Carta costituzionale - spiega l'avvocato - ci dicono
chiaramente che è una vergogna intollerabile che non sia consentito agli omosessuali di
sposarsi. In Italia ci sono oltre tre milioni di omosessuali e sono discriminati".
5 maggio – Presidi-spia, Fini frena Maroni
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, attacca il ministro dell’Interno Maroni sul pacchetto
sicurezza: “incostituzionale” la norma che costringe i presidi a segnalare alle autorità i figli di
chi non ha il permesso di soggiorno. Fini costringerà la maggioranza a fare dietrofront. Ma il
governo pone la fiducia, per evitare altri intoppi. Dura la dichiarazione del segretario del Pd
Dario Franceschini che parla di “Nuove leggi razziali”.
16
2009
6 maggio - Soro: la fiducia sul ddl sicurezza è grave ferita alla Costituzione
Il capogruppo del Pd alla Camera: “Non ne ho le prove, ma si sarebbe verificato uno scambio
nella maggioranza per favorire questo brutto disegno di legge sulla sicurezza per un altro sulle
intercettazioni. Se si verificasse sarebbe una doppia sfiducia nei confronti del Parlamento e una
ferita molto grave alla Costituzione”.
8 maggio - Bressa: negativo il primo anno di governo Berlusconi
Il vicepresidente dei deputati del Pd: "L'Italia di Berlusconi è un'Italia che premia i più furbi,
dove la legge non è uguale per tutti, dove il lavoro parlamentare e la Costituzione sono
continuamente svilite. L'Italia di Berlusconi non conta nelle sedi internazionali e precipita nelle
classifiche di osservatori internazionali sulla libertà di stampa. Questo governo sta
strumentalizzando la paura degli italiani per portare avanti politiche colme di razzismo e
populismo".
8 maggio - Fini: la nostra Carta non prevede apartheid sul metro
"Se si legge la Costituzione certe proposte non si fanno perché sono lesive della Costituzione
stessa e delle persone, qualsiasi sia il colore della pelle, la razza e la lingua". Il presidente della
Camera, Gianfranco Fini, a commento della proposta avanzata dal leghista Matteo Salvini di
destinare dei vagoni della metropolitana milanese alle donne e ai milanesi.
8 maggio - Ferranti, il ddl sicurezza viola la Costituzione
"Il ddl sicurezza presenta ancora molte norme che contrastano clamorosamente con i principi
costituzionali a partire dall'introduzione del reato di immigrazione che è un vero e proprio
cancro per la nostra democrazia che viene profondamente contagiata da un reato che punisce
per quello che si è e non per quello che si fa". Così la capogruppo del Pd nella commissione
Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. Il ddl diventa legge il 2 luglio 2009.
11 maggio - Fini: il ddl sicurezza è conforme alla Costituzione
"Non c'è alcun profilo di incostituzionalità nel testo dei maxiemendamenti presentati dalla
maggioranza" al ddl sicurezza, secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini che, a
margine della sua visita ad Algeri, ribadisce: "la presidenza della Camera li ha ammessi come
del resto era suo dovere fare". Sui tre maxiemendamenti il governo il 12 maggio ha posto la
fiducia alla Camera.
12 maggio - Franceschini: Pdl stravolge in silenzio la Costituzione
Il Pdl mira a "stravolgere" la Costituzione con cambiamenti "striscianti" e "silenziosi". Ne è
convinto il segretario Pd, Dario Franceschini, che ricordando Leopoldo Elia alla Camera, in un
dibattito con Gustavo Zagrebelsky ed Ezio Mauro, dice: "Quando puntava alla Devolution era
più facile schierarsi, mentre questa seconda fase è più insidiosa. Essa consiste nel cambiare
sostanzialmente il sistema a Costituzione invariata. Viene meglio e non c'è il rischio di
pericolosi referendum confermativi". In questa ottica va letto il continuo ricorso al decreto da
parte del governo: "ora il meccanismo è: decreto, maxi-emendamento in cui rientrano le
norme eventualmente fatte espungere dal Quirinale, e la fiducia. In questo modo cambia il
ruolo dell'opposizione ma cambia il ruolo anche del Parlamento. I poteri di garanzia, come il
capo dello Stato o la Corte costituzionale - prosegue - sono vissuti come un ingombro. L'idea è
quella di una supremazia di fondo di chi è stato eletto, sopra al quale non c'è niente, neanche
le leggi. Questo è il senso delle leggi ad personam".
13 maggio - La clandestinità è reato
Passa alla Camera la fiducia sul ddl sicurezza, il provvedimento contiene il reato di
clandestinità e porta a sei mesi la permanenza dei migranti nei Centri di identificazione ed
espulsione. Ma è scontro tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il leader della Lega
Umberto Bossi. Intanto la Cei boccia la norma: “Nega l’integrazione”.
17
2009
13 maggio – Franceschini: il governo taglia i fondi alla sanità
“Il Governo ha tagliato risorse alla sanità per 13 miliardi, togliendo fondi ai Lea e agli
investimenti per l'edilizia e l'ammodernamento delle strutture”. Il segretario del Pd: “Così si
introducono elementi di disuguaglianza, aumentando le distanze sul territorio e tra i ceti
sociali. La salute è l'unico diritto dichiarato fondamentale dalla nostra Costituzione".
14 maggio – Repubblica rivolge al Premier 10 domande sul caso Noemi
Attraverso Gianni Letta, il quotidiano romano invia dieci domande a Silvio Berlusconi per fare
chiarezza sul caso Noemi-Veronica. Il premier grida allo scandalo e al complotto. La stampa
straniera accende i riflettori. L’Observer: controlla metà delle tv e teme un quotidiano; The
Guardian: nessun altro premier avrebbe ignorato le domande.
14 maggio - Nuova legge 40 emendata dalla corte
Sulla Gazzetta Ufficiale la sentenza della Consulta che boccia in parte la legge 40 sulla
procreazione medicalmente assistita: la nuova legge 40/04 elimina alcuni dei divieti previsti. I
centri di fecondazione assistita italiani non hanno più l'obbligo di trasferire tutti gli embrioni
prodotti e potranno crioconservarli nella tutela della salute per la donna e il concepito. Tolto
anche il limite dei tre embrioni: è il medico che decide di volta in volta, nel rispetto e nella
tutela della salute e di tutti i diritti dei soggetti coinvolti, soprattutto della donna.
14 maggio - Non sa leggere l'italiano, il sindaco leghista gli nega la cittadinanza
A Caravaggio, in provincia di Bergamo, un immigrato egiziano di 36 anni si è visto rifiutare la
cittadinanza, perché non sapeva sufficientemente bene la lingua tanto da leggere il giuramento
di fedeltà alla Costituzione. “Chiedere la cittadinanza, significa abbracciare i valori e la cultura
del nostro Paese”, dice il sindaco Giuseppe Prevedini. “Questo non si può fare senza saper
leggere l'italiano o senza perlomeno aver imparato a memoria il giuramento”.
14 maggio - Brunetta, ora riforma della Costituzione e carta dei doveri
Una riforma della Costituzione per la parte riguardante la pubblica amministrazione che la
aggiorni alla "nuova realtà" e la carta dei doveri che renda effettivi e sanzionabili i
comportamenti delle amministrazioni. E' questa la nuova sfida che vedrà impegnato il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta. "Questo per mantenere sempre alta la temperatura nel settore. Vogliamo aggiornare la costituzione dove parla di pubblica amministrazione alla luce di quello che è avvenuto dagli anni '40 ad oggi".
14 maggio - Latorre: La libertà di stampa è un diritto garantito dalla Costituzione
"L'attacco al quotidiano Repubblica del presidente del Consiglio, non solo non ne tiene conto ma introduce ulteriori elementi tossici nella nostra democrazia", dice il vice capogruppo dei senatori Pd, Nicola Latorre secondo il quale "non è più tollerabile un simile atteggiamento teso solo a condizionare la libera informazione".
16 maggio - La Russa attacca l'UnhcrDopo le polemiche tra governo e Onu su reato di clandestinità e respingimenti dei migranti nel Canale di Sicilia, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, attacca frontalmente la rappresentante in Italia dell´Alto commissariato per i rifugiati, Laura Boldrini: "È disumana o criminale, vota per Rifondazione”. Sull’Unhcr: "Non conta un fico secco".
19maggio - Le motivazioni della sentenza Mills
Per i giudici di Milano Berlusconi ha corrotto l’avvocato inglese. David Mills, sostengono, mentì
per garantire a Berlusconi l'impunità. Durissima la reazione del premier, che annuncia che
riferirà in Parlamento: è una sentenza scandalosa, non mi faccio processare da questi giudici.
20 maggio - Calderoli: ora è importante la riforma della Carta
Per il ministro della semplificazione la riforma più importante da fare ora è quella della seconda
parte della Costituzione. "C'è condivisione sulla necessità e sui contenuti".
18
2009
21 maggio - Berlusconi contro Parlamento e giudici: servono più poteri al premier
L'Assemblea di Confindustria è l'occasione per uno show contro il Parlamento "pletorico" quindi
"inutile e controproducente", zeppo di “tacchini e capponi”. Il premier "indignato ed
esacerbato" accusa i magistrati "estremisti di sinistra" che sul caso Mills hanno scritto una
sentenza "scandalosa che è esattamente il contrario della verità". Si definisce un
"rivoluzionario" che deve fare le riforme, ma che per diminuire il numero dei parlamentari
"come in America: 100 e qualcosa" e dare più poteri al premier, vuole una legge di iniziativa
popolare, che si tradurrebbe in una investitura del popolo. Il pubblico applaude.
22 maggio – L’invito di LeG: Parlamento, se ci sei batti un colpo
LeG si chiede se non sia venuto il momento che un terzo di deputati o di senatori
chieda la convocazione straordinaria della Camera di appartenenza, secondo l’articolo
62 della Costituzione, per domandare al Presidente del Consiglio di andare in
Parlamento a chiarire il senso e gli obiettivi delle sue più recenti (anche se non nuove)
dichiarazioni sul ruolo stesso del Parlamento e su altri organi istituzionali gravemente feriti
nella propria autonomia e funzionalità dalle parole pronunciate ormai quasi quotidianamente.
23 maggio - Napolitano: rispettare gli equilibri costituzionali
Nuovo monito del capo dello Stato nel discorso per la commemorazione di Giovanni Falcone
pronunciato nell'aula bunker del carcere dell´Ucciardone di Palermo, invitando a salvaguardare
"la qualità della politica" e "il prestigio delle istituzioni". E Scalfaro attacca: "Anche Mussolini
voleva licenziare deputati e senatori".
25 maggio - Fini: la Costituzione è bussola insostituibile
“Nei momenti più difficili, la Costituzione ha rappresentato un'insostituibile bussola perché
l'unità nazionale prevalesse sulle spinte particolaristiche, sugli egoismi di categoria, sulle
rivendicazioni territoriali”. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini la Costituzione è
ancora attuale; la riprova: “tutti i progetti di riforma che si sono susseguiti negli ultimi decenni
non hanno mai sostanzialmente riguardato la prima parte relativa ai principi fondamentali”.
26 maggio - La roulette dei magistrati
Estrarre a sorte i magistrati del Csm. Lo propone il sottosegretario alla Giustizia Giacomo
Caliendo (Pdl): si sorteggiano 100 magistrati; tra questi se ne eleggono 16, per evitare che le
correnti s’impadroniscano del Csm. Ennesimo tentativo di controllare i giudici? Dice la
Costituzione (art. 105) che al Csm competono assunzioni, assegnazioni, trasferimenti,
promozioni e provvedimenti disciplinari. I magistrati sono (art. 104) autonomi e indipendenti
da ogni altro potere; sono inamovibili (art. 107): solo il Csm può rimuoverli, sospenderli,
trasferirli (per ragioni disciplinari o di carriera). E siccome il Csm è composto per due terzi da
magistrati, l’altro terzo è di nomina politica, l’indipendenza della magistratura è assicurata.
28 maggio – Berlusconi: i giudici sono grumi eversivi
Ai microfoni dell’Agi il premier ricorda: “Mio padre mi diceva che le categorie che fanno male
sono i delinquenti, i giornalisti, i pubblici ministeri e i dentisti. I giudici sono grumi eversivi,
delle toghe rosse”.
27 maggio - Schifani: l'iter delle riforme costituzionali partirà dal Senato
Il presidente del Senato: "Ci siamo sentiti con il presidente Fini e abbiamo ribadito l'intesa per
cui le riforme costituzionali partiranno dal Senato. Tra l'altro la commissione Affari
costituzionali del Senato giorni fa ha deciso di riunificare tutti i disegni di legge, compreso
quello del senatore Zanda sulla riduzione del numero dei parlamentari".
1 giugno – Napolitano: serve coesione nazionale per affrontare crisi e riforme
Nel messaggio televisivo per la festa della Repubblica il capo dello Stato cita “le
contrapposizioni politico istituzionali” che ci tengono tutti da anni sotto stress, esasperando
una sfida tra schieramenti tanto “più aspra in quanto siamo in periodo elettorale”. Ignora
volutamente il caso Noemi. Secondo Giorgio Napolitano “basta guardare alla realtà senza
paraocchi per vedere che c’è bisogno di più coesione nel Paese, dinanzi alla crisi e alle tensioni
che scuotono il mondo”. 2009
1 giugno - La Toscana vara la legge sull'immigrazione con assistenza ai clandestini
Il Consiglio regionale della Toscana approva, con voto contrario del centrodestra, la nuova
legge per cui tutte le “persone dimoranti” nel territorio regionale, “anche se prive di titolo di
soggiorno”, possono fruire degli “interventi socio-assistenziali urgenti e indifferibili, necessari
per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla
Costituzione ed alle norme internazionali”.
2 giugno – Schifani: nella nostra Carta c'è tutto, il passato, il presente e il futuro
Il presidente del Senato nella ristampa della Costituzione: “Nella Carta c'è il passato, con la
storia dei nostri padri, fondatori di una Repubblica libera e democratica che seppero superare
gli orrori del II conflitto mondiale, edificando un Paese colmo di speranza. C'è il presente, con i
principi che tutelano la vita di una comunità democratica e i diritti inviolabili dell'uomo. C'è
anche il futuro, con l'articolo 11, per assicurare pace e giustizia fra le Nazioni”.
3 giugno - Scalfaro: no a modifiche di parte della Costituzione
E' la posizione espressa a Napoli dal Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro.
“Quando si tocca la Costituzione si deve coinvolgere lungamente l'opposizione. Questa Carta è
l'ultimo baluardo della democrazia, se venisse scardinata saranno gravi i tempi che verranno”.
3 giugno – Berlusconi: la libertà prevede il diritto alla privacy
Il premier durante la trasmissione Rai Porta a Porta, sulle domande del caso Noemi: “Ho
risposto ad un’unica domanda riguardo l’impossibilità di non andare a quella festa di
compleanno. Il resto riguarda il privato di quella famiglia e anche il mio. In Italia la libertà è il
fondamento della nostra Costituzione che ha al primo punto la privacy”.
4 giugno – Franceschini agli italiani: aiutateci a difendere la Costituzione
Il segretario del Pd dal treno che lo porta a Ferrara per concludere la campagna elettorale per
le europee: “Chiediamo una mano agli italiani per difendere la Costituzione e la qualità della
democrazia, che ci hanno consegnato i nostri padri per consegnarle intatta ai nostri figli”.
6 giugno – Si vota per le europee, le provinciale e le comunali
Per il rinnovo del parlamento europeo si torna alle urne il 6 e 7 giugno. Vince il Pdl che con il
35,3 per cento dei voti conquista 29 dei 72 seggi a disposizione. La Lega Nord guadagna altri 9
seggi (10,2%) e l'Udc 5 (6,5%). Per il centrosinistra che si presenta diviso il risultato è
penalizzante. Al Pd vanno 21 seggi (26,1%), all'Idv 7 (8%) mentre Prc-Pdci, SL e Lista Bonino
Pannella non ottengono seggi disperdendo l'8,9% dei voti.
Il partito di Berlusconi va al ballottaggio in forte vantaggio alla Provincia di Milano, dove poi
vincerà, e trionfa in quella di Napoli che strappa alla sinistra. Il Pdl vince al nord nonostante l'
avanzata della Lega e al sud. Il centrosinistra conferma la discesa verticale ma tiene in Emilia e
in Toscana, dove per la prima volta, alle europee, è eletto un deputato della Lega. Il
centrodestra vince in 16 province, strappandone 10 al centrosinistra. Per le comunali il Pdl
guadagna 7 sindaci.
9 giugno – Napolitano: riforme possibili, ma evitare strappi
Davanti al plenum del Csm, il presidente della Repubblica dice che le riforme istituzionali
sono possibili, modificando la seconda parte della Carta, ma si devono evitare “strappi negli
attuali equilibri costituzionali senza definirne altri convincenti e accettabili, coerenti con i
principi della Carta del ‘48 e con fondamentali conquiste di libertà e pluralismo, tra le quali, di
certo, c'è l’indipendenza della magistratura”.
10 giugno – Il governo pone la fiducia sul ddl Intercettazioni
Alla Camera il nuovo testo limita l’uso degli ascolti telefonici nelle inchieste, vieta la
pubblicazione fino all’inizio dell’eventuale processo e dispone anche il carcere per i cronisti che
svelano le conversazioni destinate alla distruzione, perché ininfluenti nelle indagini. Dopo un
anno di impasse il ddl Alfano si sblocca; l’opposizione si appella a Napolitano. Insorge l’Anm:
“Così muore la giustizia”.
20
2009
13 giugno – Berlusconi a Confindustria: non fate pubblicità sui media di sinistra
Silvio Berlusconi invita la platea di industriali riuniti nell’annuale incontro di Confindustria a
“non dare voce ai disfattisti” e “a non dare pubblicità ai media e alla sinistra”.
14 giugno - Il Colle sui media: la loro libertà è fondamentale
Quirinale al lavoro su intercettazioni e Csm. Prepara un testo per «imporre» la tregua
“Non possiamo avere dubbi sull’importanza di princìpi come la libertà d’informazione”. La Ue
valorizzi le riserve di saggezza dei nostri popoli e delle opinioni pubbliche La bassa affluenza
alle urne ha segnato un gap fra cittadini e politica che preoccupa. Intanto Berlusconi accusa
alcuni organi di informazione di essere portatori di un “progetto eversivo”
22 giugno – Il referendum sulla legge elettorale non raggiunge il quorum Il referendum sul premio di maggioranza alla lista più votata e sull'abrogazione delle
candidature multiple, che avrebbe cambiato in peggio la legge “Porcata” di Calderoli fallisce. Se
avessero vinto i Sì, i cittadini sarebbero stati sempre più espropriati del diritto di eleggere i
propri rappresentanti, diritto fondamentale in ogni democrazia. La maggioranza assoluta
assegnata al partito vincente, quale che sia la percentuale di voti ottenuta, avrebbe
estremizzato il premio di maggioranza rendendolo uno strumento che stravolge il senso della
volontà realmente espressa dagli elettori. Questo forte partito vincente sarebbe stato in grado
da solo di cambiare la costituzione secondo i propri interessi particolari e con eventuali singole
alleanze modificarla addirittura con i due terzi, maggioranza che preclude il ricorso al
referendum confermativo.
23 giugno – Il Tg1 oscura la notizia del caso Noemi: è pettegolezzo
Il direttore della testata giornalistica Rai Minzolini sceglie - lui - di non dare le notizie che
riguardano il Presidente del Consiglio Berlusconi, giudicate - sempre da lui “strumentalizzazioni
e pettegolezzo”. Una censura che LeG giudica fin da subito inaccettabile ed offensiva. La
vicenda per l’associazione rappresenta un ulteriore attacco alla libertà di stampa.
25 giugno - Corte dei Conti: la corruzione è una tassa occulta da 60 miliardi
E’ l’allarme del procuratore generale Furio Pasqualucci. Una “tassa immorale e occulta pagata
con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini”. Secondo la Corte, "altre e maggiori conseguenze
vengono prodotte dalla corruzione nella pubblica amministrazione sul piano della sua
immagine, della moralità e della fiducia che costituiscono un ulteriore costo non monetizzabile
per la collettività, che rischia di ostacolare (soprattutto in Italia meridionale) gli investimenti
esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro alle
generazioni di giovani, di cittadini e di imprese".
25 giugno – Berlusconi: media e istituzioni economiche sono catastrofisti
Il premier suggerisce di “chiudere la bocca a chi continua a parlare di calo del Pil del 5 per
cento” o “di calo dei consumi del 5 per cento”. Giornali e istituzioni economiche sarebbero solo
“catastrofisti”.
26 giugno - Napolitano difende le istituzioni: chiedo rispetto per il Quirinale
All’inaugurazione dell’archivio storico del Quirinale: “Quella della magistratura è una funzione
da esercitare secondo i principi della nostra Costituzione, in piena autonomia e con equilibrio.
Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia”.
26 giugno – I giuristi lanciano un appello contro il reato di immigrazione clandestina
il disegno di legge in discussione al Senato “esaspera la preoccupante tendenza all’uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici
profili di illegittimità costituzionale”. Firmano tra i tanti: Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo
della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodotà, Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky.
2009
26 giugno – L’espresso: Berlusconi a cena con i giudici del lodo Alfano
Un incontro carbonaro tra il premier, il ministro Guardasigilli, Ghedini e due giudici della Corte
costituzionale che dovranno decidere sul Lodo Alfano. La cena è a casa del giudice Luigi
Mazzella, rivela il settimanale. Mazzella in una lettera aperta al premier conferma tutto e si
schiera dalla parte di Berlusconi. Abbassare i toni, chiede il presidente della Corte Francesco
Amirante. Come se la cena fra due giudici costituzionali, il capo del governo e il suo
guardasigilli fosse una questione di fair play privato e di bon ton istituzionale, e non invece uno
scandalo e una vergogna morale.
2 luglio – La fiducia al Senato, poi l’ok: la clandestinità è reato
Il ddl sicurezza diventa legge dello Stato con i voti favorevoli del PdL, Lega Nord e MpA (157 sì,
124 no e 3 astenuti). Ora gli immigrati irregolari rischieranno il processo. La permanenza nei
Centri di identificazione temporanea potrà toccare 180 giorni (finora il limite era di 60), mentre
i cittadini potranno organizzarsi in ronde non armate. Una pena fino a tre anni di carcere è
prevista per chi affitti case o locali ai clandestini e per insulti a pubblico ufficiale.
4 luglio – L’invito di Schifani: bisogna riaprire il tavolo delle riforme
“Confido nella pausa estiva perché l’atmosfera si rassereni, per migliorare l’efficienza del
Paese. Clima da svelenire, modernizzazione urgente. Palazzo Madama ha prodotto circa il
doppio della precedente legislatura che soffriva di una maggioranza risicata”.
9 luglio – Umberto Eco: la società è malata
“Quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la
società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che
definiremo 'robuste' non c'è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a
nessuno viene in mente di limitarla”.
10 luglio - Di Pietro sull’Herald e sul Guardian: Italia a rischio dittatura
Il leader dell’Idv compra una pagina di pubblicità sull’International Herald Tribune e sul
Guardian per dire alla comunità internazionale che in Italia la democrazia è in pericolo e che
c’è il pericolo di un’informazione controllata. Impossibile ignorarne il significato politico perché
viene pubblicata nel bel mezzo del G8.
11 luglio – Il ministero della Giustizia studia una riforma del Csm
Due bozze del ministero per cambiare il sistema elettorale e togliere peso alle correnti, definite
“portatrici esclusive della formazione della rappresentanza e amministratrici di fatto, in forme
lottizzatorie, delle carriere di tutti i magistrati”. L’esecutivo vorrebbe approvare la riforma in
tempi brevi, visto che l’organo di autogoverno dei giudici dovrà essere rinnovato tra un anno.
15 luglio – Scalfaro: Berlusconi si spieghi alle Camere, la verità è un dovere
Silvio Berlusconi, che tanta stima proclama e comuni sentimenti con Obama, impari da Obama
l'amore per “la verità, la chiarezza e il dialogo. Tutti e tre insieme”. È questo l'invito di Oscar
Luigi Scalfaro al premier. “Chiarezza e verità” che l'ex capo dello Stato chiede siano applicate
in tutte le occasioni.
15 luglio – Ddl Alfano, il Csm: viola la Carta, è devastante
La VI commissione del Csm stronca senza appello il ddl che riforma il processo penale. Viola
almeno quattro principi costituzionali, a cominciare da quello sull'obbligatorietà dell'azione
penale, e avrà effetti “devastanti” sulla “efficacia” delle indagini. Inoltre, “rafforzando la
dipendenza della polizia giudiziaria dal potere esecutivo” e al tempo stesso “estromettendo il
pm dalle indagini”, permettere al governo di controllare o condizionare l'azione penale.
16 luglio, Sicurezza: Napolitano firma con dubbi
Il ddl sicurezza è promulgato. Ma il governo, su invito formale di Napolitano, ora è chiamato a
riflettere sul reato di immigrazione clandestina e sulle ronde perché, per il Colle, sussistono
“perplessità e preoccupazioni” sui punti del testo che nascondono “rilevanti criticità”, capaci di
suscitare “dubbi di irragionevolezza e di insostenibilità”, privando il provvedimento di “quelle
caratteristiche di sistematicità e organicità che invece avrebbero dovuto caratterizzarlo”.
22
2009
23 luglio – Il governo pone la fiducia sul Dl anticrisi. Fini: riflettere su questa prassi
Il decreto che nelle commissioni di Montecitorio è infarcito di nuove misure, ottiene la fiducia il
24 luglio. Dallo scudo fiscale per i capitali esportati illegalmente alla mini-stretta sull'età
pensionabile, dagli aiuti per le imprese grandi e piccole (moratoria dei debiti bancari e incentivi
alla capitalizzazione) alla sanatoria di colf e badanti. Fini critica il binomio maxi-emendamenti e
fiducia, ormai diventato prassi, “accentua elementi di difficoltà nel rapporto tra maggioranza e
opposizione, governo e Parlamento” e “crea tensione nella dinamica parlamentare”.
27 luglio – Nel dl anticrisi spunta il Lodo Bernardo che blocca la Corte dei conti
I pm contabili in allarme; con questo loro, prima di indagare, devono essere certi di avere tra
le mani “una specifica e precisa notizia di danno” e sapere, prima ancora di avviare
l’accertamento, che quel danno “sia stato cagionato per dolo o colpa grave”. Le inchieste sulle
consulenze della Moratti, sulla clinica Santa Rita, sull’azienda dei trasporti di Genova? Tutto in
fumo. Non basta: se a qualche procuratore della Corte dei conti, della Puglia o del Lazio, fosse
venuto in mente di contestare al premier Berlusconi un “danno all’immagine”, con l’apertura di
un processo e la conseguente richiesta di un risarcimento allo Stato, per via del suo
comportamento “allegro” tra villa Certosa e via del Plebiscito, ormai non potrà più farlo.
29 luglio – La proposta della Lega: “Esame di dialetto ai professori”
“Devono conoscere le tradizioni della regione in cui vogliono insegnare”. La Lega chiede una
modifica alla riforma sulla scuola per introdurre l’esame di lingua dialettale per gli insegnanti.
Ed è scontro.
30 luglio – Schifani: abbiamo sprecato un anno, ora riforme costituzionali
Alla cerimonia del Ventaglio, il presidente del Senato: il bicameralismo perfetto non va bene
per il Paese, garantire la velocizzazione del sistema legislativo passa per la sua abolizione. E’
questo il motivo per cui poi “si interviene con i decreti e la fiducia”. Occorre “Camera che
legifera e una Camera delle Regioni”.
1 agosto – Consulta, irragionevole vietare matrimonio tra gay
Non ha “alcuna giustificazione razionale la norma che esclude gli omosessuali dal diritto di
contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso”. Così il Tribunale di Venezia che davanti
alla Consulta solleva la questione di legittimità degli articoli del codice civile che non
consentono le nozze tra gay. Il provvedimento ipotizza contrasti con i principi costituzionali di
uguaglianza (art. 3) e riconoscimento dei diritti fondamentali dell'uomo (art. 2).
3 agosto – Fini: il governo non esautori il Parlamento
Per il presidente della Camera Gianfranco Fini, la doppia fiducia richiesta sul decreto anti crisi
esautora il diritto-dovere del Parlamento discutere e intervenire: “l'Assemblea, specialmente se
non è rispettato e tenuto nel dovuto conto il lavoro delle Commissioni, si vede di fatto
esautorata del diritto-dovere di discutere e intervenire e, se vuole, di emendare".
5 agosto – Berlusconi, giornalisti sportivi meglio di quelli politici
Milanello, nel quartier generale del Milan, il presidente del Consiglio dà lezioni di giornalismo
elogiando i cronisti sportivi: “Siete più bravi dei giornalisti politici che insistono sempre per fare
domande”.
7 agosto – Il premier: la Rai non deve attaccare il Governo
Berlusconi accusa la Tv pubblica di fare “campagna di calunnie”. “Il mandato della Rai è fare
servizio pubblico, non attaccare il Governo. Siamo maggioranza, non vogliamo fare quello che
ha fatto la sinistra quando era al Governo e la Rai continuava ad attaccare l’allora opposizione.
C’è una sinistra che attacca l’avversario, e una maggioranza democratica che non attacca la
sinistra. Il servizio pubblico non dovrebbe attaccarattaccare né me, né il governo, né l'opposizione”. I
giornalisti dell’espresso? “Quelli sono delinquenti”.
23
2009
5 agosto – Zaia: ronde in linea con la Costituzione
Il ministro leghista delle Politiche agricole rassicura: “le ronde sono in linea con il Testo Unico
sulla Sicurezza, fanno ciò che dovrebbe fare ogni cittadino ed è anche sancito dalla
Costituzione”.
5 agosto – La Lega: la Costituzione riconosca bandiere e inni regionali
Aumentare il legame dei cittadini con il territorio e riconoscere valore a ciascuna identità
regionale. Per la Lega il tricolore non basta, bisogna inserire un comma nell’articolo 12 della
Costituzione e riconoscere i simboli di ogni regione. La proposta è del presidente dei senatori
del Carroccio Federico Bricolo.
6 agosto – Schifani: tricolore simbolo dell’unità italiana
A difesa della bandiera italiana interviene il presidente del Senato Renato Schifani: “La
bandiera è un valore intangibile, simbolo dell' unità italiana”.
8 agosto – LeG scrive a Napolitano: cosa resta della nostra democrazia?
La misura è colma, la disperazione di tanti cittadini italiani non trova sbocco in un
futuro vicino. Noi sappiamo che oggi stiamo vivendo in un vero e proprio regime.
Quando il Parlamento è stato esautorato e reso muto, quando la stampa e
l’informazione sono quotidianamente vilipese e intimidite, quando il basilare diritto ad opporsi
e a lavorare per un Paese diverso è soffocato dai diktat di un potere ormai senza alcun
controllo, cosa resta della nostra democrazia?
10 agosto – Berlusconi: di deviato c’è soltanto certo giornalismo
In una intervista al Gr1, il premier: “E' inaccettabile che la tv pubblica sia l’unica al mondo ad
essere sempre contro il governo, quando al governo ci siamo noi”. E ancora, ossessionato dai
servizi, dalle inchieste e dalle domande di Repubblica, prende il randello e accusa: “A me pare
che di questi tempi di deviato ci sia solo un certo giornalismo”.
11 agosto – Il Tar esclude i prof di religione dagli scrutini
L’ora di religione non concorre alla “attribuzione del credito scolastico per gli esami di
maturità”. La sentenza del Tar del Lazio prevede inoltre che i docenti di religione cattolica non
possano partecipare a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe.
13 agosto – La proposta leghista: cittadinanza con esame di naturalizzazione
Un “esame di naturalizzazione” per diventare cittadini italiani. La prova consisterebbe in un
domande di cultura generale, storia, cultura e tradizioni e sistemi istituzionali nazionali e locali,
oltre che ad un esame di lingua italiana e locale: “un percorso di reale integrazione e
assimilazione nella società italiana e nelle sue varie e fondamentali realtà locali”.
15 agosto – Berlusconi e la privacy: urge un provvedimento
A villa Certosa per il Ferragosto, Berlusconi viene fotografato sul pontile della residenza: si
scatena la sua ira: “E’ l’ennesima violazione della privacy. E’ un tema sempre più urgente che
dobbiamo affrontare e risolvere”. Denuncia i fotografi curiosi.
15 agosto – Bossi attacca l’inno di Mameli e rilancia il dialetto
“E’ un’invenzione dei giornalisti, non lo conosce nessuno. Questa è la prova del fatto che la
gente ne ha piene le scatole”. Il ministro per le Riforme propone di sostituirlo con il Và
pensiero di Verdi. E sul dialetto: “È ora di finirla, basta cancellare tutte le nostre cose e tutta la
nostra storia”.
20 Agosto – Calderoli: i dialetti nella Costituzione, l’Unità d’Ialia non funziona
Dalla Festa della Lega di Ponte di Legno, il ministro per la Semplificazione normativa avanza la
proposta del riconoscimento costituzionale dei dialetti, da promuovere e tutelare. Quanto alle
celebrazioni dell’unità d’Italia, “l’esistenza di una questione meridionale e la nascita di una
questione settentrionale sono la prova provata che il processo non ha funzionato”.
24
2009
25 agosto – Napolitano, tornare a leggere la Costituzione
“Se si legge la Carta, ci si accorge che il soggetto più citato è la Repubblica”. La Repubblica
dice il presidente “è certamente lo Stato, il governo, l'insieme delle istituzioni nazionali,
regionali e locali è l’insieme delle amministrazione pubbliche e dei corpi preposti al rispetto
della legge e alla sicurezza della collettività. Ma la Repubblica siamo nello stesso tempo noi,
tutti noi, cittadini, persone, come singoli e nelle formazioni sociali in cui ci raccogliamo”.
26 agosto – Alfano: il Csm funestato dal correntismo
Per il ministro della Giustizia, con la riforma della Giustizia si dovrà anche ritoccare la
Costituzione, a partire dall’organo di autogoverno della magistratura. Il Consiglio superiore
della Magistratura è funestato dal problema del “correntismo”, una sorta di “parlamento
bonsai: quelli che sono votati ed eletti sono gli stessi che decidono sulle promozioni e le
sanzioni disciplinari”.
27 agosto – Berlusconi cita per danni Repubblica
Le 10 domande formulate dal quotidiano e insistentemente proposte dal 26 giugno sono
“diffamatorie”. È la prima volta che nella storia dell'informazione italiana gli interrogativi di un
giornale finiscono davanti a un tribunale civile.
29 agosto – Schifani, il bicameralismo perfetto non uccide il Senato
“Il Senato non è morente e non è decadente, né sarà destinato a divenire un domani una
camera debole”. Per il presidente del Senato, la riforma federale dello Stato sarebbe un “punto
di saldatura tra solidarietà e sussidiarietà, tra centro e periferia, tra Europa e Regioni”, e il
Senato diverrebbe “la leva per permettere alle diverse realtà del Paese di sentirsi
concretamente ed efficacemente rappresentate all'interno delle Istituzioni.
2 settembre – LeG: l'inno di Mameli è "provvisorio"
LeG ricorda che Fratelli d’Italia non è mai stato costituzionalizzato (a differenza, per
esempio, della Marsigliese che fa testo nella Carta francese), e dal 1946 è sempre e
solo un testo “provvisorio”: termine adoperato in un comunicato del Consiglio dei
ministri del 12 ottobre di quell’anno.
3 settembre - LeG promuove l'appello "Non rimandateci indietro"
Cancellare il reato di immigrazione clandestina. Prevedere la presenza di operatori
internazionali che valutino le condizioni dei centri per l’immigrazione libici. Cancellare
le conseguenze penali o economiche per le imbarcazioni che prestano soccorso in
mare a migranti in difficoltà. Una lettera-appello per raccogliere firme da presentare ai
presidenti di Camera e Senato. Tra gli altri, firmano: Umberto Eco, Adriano Prosperi, Carlo
Ginzburg, Salvatore Settis ed Emanuela Scribano.
3 settembe - Si dimette il direttore di Avvenire
Dino Boffo, colpevole di aver criticato con toni prudentissimi che gli sono propri, lo stile di vita
di Berlusconi, è attaccato da Il Giornale di proprietà della famiglia del premier. “Un giornalista
è l’ultima vittima di Berlusconi”, scrive il New York Times. Vittorio Feltri, direttore reponsabile
de Il Giornale sarà sanzionato dall'Ordine dei Giornalisti di Milano con sei mesi di sospensione il
25 marzo 2010.
4 settembre - Berlusconi, bordate alla stampa: Povera Italia!
“Credo possiate leggere i giornali di oggi dove c’ è tutto il contrario della realtà. Abbeveratevi
della disinformazione di cui siete protagonisti”. Di fronte ai cronisti che chiedono un commento
sulle dimissioni di Boffo aggiunge: "Povera Italia, con un sistema informativo come questo".
7 settembre – Berlusconi: libertà di stampa in pericolo? Una barzelletta
La denuncia di un pericolo della libertà di stampa in Italia è “una barzelletta di questa
minoranza comunista e cattocomunista, che detiene la proprietà del 90 per cento dei giornali”.
25
2009
8 settembre - Berlusconi attacca i pm di Palermo e Milano: cospirano contro di me
"So che ci sono fermenti in procura, a Palermo e a Milano, si ricominciano a guardare i fatti del
‘93, del ‘94 e del ‘92. Mi fa male che queste persone, con i soldi di tutti, facciano cose
cospirando contro di noi, che lavoriamo per il bene del Paese". Così il premier all’inaugurazione
della Fiera tessile milanese. "Ci attaccano come tori inferociti", insiste il Cavaliere, ma "qui c'è
un torero che non ha paura di nessuno. Noi lavoriamo per il bene del Paese".
9 settembre - Napolitano: l'omofobia nasce dall'ignoranza della Carta
Omofobia, xenofobia e violenza sulle donne nascono “dall'ignoranza, dalla perdita di valori
ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dei principi su cui la nostra
Costituzione ha fondato la convivenza nazionale democratica”. Così il presidente della
Repubblica al G8 delle donne di Roma.
9 settembre - In Senato un ddl per cambiare l'articolo 21 della Costituzione
L'ultima mossa contro la libertà di stampa: un Disegno di legge per modificare l'articolo 21
della Carta. Lo firma il senatore Andrea Pastore (Pdl), presidente della Commissione
bicamerale per la semplificazione della legislazione. Presentato il 9 settembre, il 30 ottiene le
firme di 40 senatori, compresa quella del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e del presidente
emerito Francesco Cossiga, il ddl modifica l'articolo 21, nell'ultimo comma: “Sono vietate le
pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”
sarebbe integrato con “o lesive della dignità della persona o del diritto alla riservatezza”.
10 settembre – Berlusconi: sono il miglior premier della storia
Il premier: “Credo sinceramente di essere stato e di essere di gran lunga il miglior Presidente
del Consiglio che l’Italia abbia avuto nei 150 anni della sua storia”
14 settembre - "Il reato di clandestinità è incostituzionale"
Guido Neppi Mòdona, ex vicepresidente della Consulta al convegno “La frontiera dei diritti. Il
diritto della frontiera” organizzato a Lampedusa da Magistratura democratica e Movimento per
la giustizia: “Se i giudici vogliono dare un segnale trovano un’autostrada su almeno tre
questioni: l’aggravante e il reato di clandestinità sono incostituzionali e lo è anche il decreto
sulla sanatoria di colf e badanti, perché esclude gli immigrati che lavorano in modo onesto”.
20 settembre - L'Avvocatura: gravi danni dalla bocciatura del Lodo Alfano
L'Avvocatura dello Stato, nella memoria difensiva sul Lodo Alfano sostiene che se venisse
bocciato “ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con
l'impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni” del presidente del consiglio.
Affrontare di nuovo i processi, per il premier sarebbe devastante, “perché si può creare una
forte corrente di opinione contraria, che rende quantomeno precarie le condizioni personali di
serenità” del capo del governo.
21 settembre - Cei, Bagnasco: i politici siano sobri
"Chiunque accetta di assumere un mandato politico sia consapevole della misura e della
sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Carta ricorda".
Così il presidente dei vescovi italiani, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione che apre il
Consiglio permanente della Cei a Roma. "Come Vescovi di questo amato Paese sottolineiamo
l'importanza dei valori etici e morali nella politica ad ogni livellò". Nel testo diffuso alla stampa
viene citato l'art. 54 della Costituzione.
22 settembre - Berlusconi ospite di Porta a porta, stop a Ballarò e Matrix
La trasmissione di Bruno Vespa ospita Silvio Berlusconi e i palinsesti Rai e Mediaset cancellano
i programmi di punta, per una serata "senza concorrenza" che consente al premier, senza
contraddittorio, di fare il punto sulla ricostruzione dopo il terremoto dell'Abruzzo. Aldo Grasso
sul Corriere della Sera parla di "Tv dell'obbligo".
2009
23 settembre - Bonsanti: "P2, controllo dei media incipit della grande opera"
Licio Gelli e Berlusconi intuiscono lucidamente l’importanza della Tv. Nel libro
intervista Parola di Venerabile di Sandro Neri, Gelli racconta che nel '77 rimase molto
impressionato dalla grande intelligenza di Berlusconi. Il progetto era sin dall'inizio
acquistare piccole televisioni sul territorio nazionale per poi costituire un network. Solo
persone che hanno un altro scopo dicono che la Tv non orienta.
27 settembre – Gianfranco Fini sugli extracomunitari: l'integrazione è eresia?
Il Presidente della Camera alla Festa Pdl a Milano: "Sono forse diventato di sinistra, ho forse
perso la testa solo perché penso che chi non nasce in Italia, ma magari frequenta nel nostro
Paese un intero ciclo di studi, possa diventare cittadino italiano anche prima dei 18 anni?
Ditemi, è uno scandalo pensare questo, è un'eresia?".
28 settembre – Renato Brunetta: l'Anm è un mostro
Il ministro della Pubblica amministrazione, in un dibattito a Milano, definisce l'Associazione
nazionale dei magistrati un "mostro" che con le sue correnti contamina il Csm.
28 settembre – Il Papa: c'è bisogno di governanti credenti e credibili
Oggi c'è bisogno di responsabili politici "credenti" e "credibili", dediti "non al proprio interesse
egoistico, bensì al bene comune". Papa Benedetto XVI lancia l'appello da Praga, dove rende
omaggio a San Venceslao, il re boemo buono e generoso ucciso per motivi politici nel 935 e
divenuto patrono della nazione ceca.
29 settembre - UnoMattina a Berlusconi: "Questa è casa sua"
Nel giorno del suo compleanno, UnoMattina consente al premier di intervenire telefonicamente
in tv con un pretesto. Susanna Petruni, vicedirettore del Tg1, fa gli onori di casa. Il Cavaliere:
“Chiamatemi più spesso, perché così mi sento meno solo…”. Il conduttore, Stefano Ziantoni:
“Siamo qui ogni mattina, questa è anche casa sua!”. E il Cavaliere: “Vi prendo in parola”.
30 settembre - Lo scudo fiscale è legge
Passa con la fiducia una sanatoria che consente agli evasori di pagare un decimo di quanto
dovevano. Versano il 5% allo Stato e mantengono l'anonimato. Nessuna preoccupazione sulle
ricadute penali del rimpatrio dei fondi (dal falso in bilancio in poi), esentati gli intermediari
dall’obbligo di segnalare casi di riciclaggio.
3 ottobre – In 300 mila in piazza a Roma per la libera informazione
La manifestazione indetta dalla Fnsi riempie piazza del Popolo. Il testo dell'articolo 21 della
Costituzione stampato sulle magliette, striscioni per dire "no ai bavagli" e interventi sul palco di
Roberto Saviano e Dario Fo.
5 ottobre - Fini: peccato non procedere con il Senato delle Regioni
Superare il bicameralismo perfetto con il Senato delle Regioni: una riforma costituzionale che il
presidente della Camera Gianfranco Fini auspica possibile nel corso dell'attuale legislatura.
5 ottobre - Mondadori, "Berlusconi corresponsabile di corruzione"
Nelle motivazioni della sentenza di condanna a Fininvest, Silvio Berlusconi è "corresponsabile
della vicenda corruttiva". Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni
con cui condanna la holding della famiglia del premier al pagamento di 750 milioni a favore
della Cir di Carlo De Benedetti. "E' da ritenere - scrive il giudice -, 'incidenter tantum' (cioè solo
ai fini di questo procedimento) e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi
sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede".
5 ottobre - Pdl, assedio alla Consulta a poche ore dal Lodo Alfano
I vertici parlamentari del Pdl (Cicchitto, Gasparri, Quagliarello e Bocchino) sono convinti che la
sentenza "vuole delegittimare l'azione" del governo Berlusconi e, in attesa della decisione della
Consulta, assicurano che "il centrodestra proseguirà nella politica del fare e del governare, che
nessun disegno eversivo potrà sconfiggere". Bossi: “se la Corte boccia il lodo, trascineremo il
popolo. E se si ferma il federalismo, facciamo la guerra”.
27
2009
6 ottobre - Lodo Alfano, comincia l'esame della Consulta
I 15 giudici dell'Alta Corte riuniti per valutare se la legge che sospende i processi per i reati
extrafunzionali commessi dalle quattro più alte cariche dello Stato sia in linea con i principi
della Carta. Al verdetto lodo Alfano sono legati a doppio filo due processi a carico di Silvio
Berlusconi (Mills e diritti tv Mediaset) e gli equilibri all'interno del governo. I difensori del Lodo:
il premier è già eletto dal popolo, dunque è super partes.
7 ottobre - La Consulta boccia il Lodo Alfano
Il Lodo Alfano è illegittimo. Lo stabiliscono i giudici della Corte costituzionale, riuniti in seduta
plenaria. La Consulta boccia il lodo Alfano per violazione dell'art.138 della Costituzione, vale a
dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale e per violazione dell'art.3.
7 ottobre - Berlusconi: la Corte è di sinistra, Napolitano sapete da che parte sta
Silvio Berlusconi contro la Corte Costituzionale “con 11 giudici di sinistra era impossibile che
approvassero il lodo”. La bocciatura del lodo Alfano non sarà un problema né per lui né per il
governo: “Noi andiamo avanti: i processi che mi scaglieranno nel piatto sono autentiche farse;
sottrarrò qualche ora alla cura della cosa pubblica per andare là a sbugiardarli tutti". “Mi sento
preso in giro, Napolitano non mi interessa... Del resto, sapete da che parte sta". La sintesi qual
è? “Meno male che Silvio c’è. Se non ci fosse Silvio con tutto il suo governo, con un supporto
del 70 per cento degli italiani, saremmo in mano a una sinistra che farebbe del nostro Paese
quello che tutti sapete. Quindi va bene così”. “Il 72 per cento della stampa è di sinistra, gli
spettacoli di approfondimento della tv pubblica pagata con i soldi di tutti, sono di sinistra, ci
prendono in giro anche con gli spettacoli comici”.
7 ottobre: Napolitano: il presidente sta dalla parte della Costituzione
"Tutti sanno da che parte sta il presidente della Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione,
esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità, in uno spirito di leale collaborazione
istituzionale".
8 ottobre – Berlusconi attacca Rosy Bindi
In diretta telefonica a Porta a Porta: "Sento la voce di Rosy Bindi, è così? E' sempre più bella
che intelligente". Le donne italiane “offese dal premier” si mobilitano: sulle pagine di
Repubblica.it in centomila firmano l’appello.
8 ottobre - Bersani segretario Pd,
Pierluigi Bersani la spunta al congresso Pd: su 467mila votanti, l'ex ministro ottiene il 55,13%,
Dario Franceschini ha il 36,95% e Ignazio Marino raggiunge il 7,92%. Ma il segretario del
partito uscirà confermato solo il 25 ottobre dalle primarie.
9 ottobre - Berlusconi risponda in Parlamento. Se non ora, quando?
Per l'articolo 62 della Costituzione ogni Camera “può essere convocata in via
straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di
un terzo dei suoi componenti. Quando si riunisce in via straordinaria una Camera, è
convocata di diritto anche l’altra.” Libertà e Giustizia ritiene che sia venuto il momento che un
terzo di deputati o di senatori chieda la convocazione straordinaria della Camera di
appartenenza per domandare al Presidente del Consiglio di andare in Parlamento a chiarire il
senso e gli obiettivi delle sue più recenti (anche se non nuove) dichiarazioni sul ruolo stesso
del Parlamento, sul Quirinale, sulla Corte costituzionale e su altri organi istituzionali
gravemente feriti nella propria autonomia e funzionalità dalle parole pronunciate ormai
quotidianamente, soprattutto dopo la bocciatura del Lodo Alfano.
10 ottobre - Alfano accelera sulla riforma della Giustizia
"Sono atti depositati in Parlamento da mesi. Con i temi di fondo della riforma costituzionale già
contemplati nel nostro programma sebbene le opzioni debbano ancora essere individuate. Per questo lavorerò nei prossimi giorni con il presidente, i leader della coalizione e i tecnici del
nostro partito". Intervistato da Corriere della Sera e Messaggero, Angelino Alfano accelera sulle
riforme e nega intenzioni ritorsive o punitive dopo la bocciatura del lodo Alfano
28
2009
10 ottobre - Il Pdl: torniamo all’immunità
Il Pdl rilancia sull’immunità parlamentare. Dopo la bocciatura del Lodo Alfano, la maggioranza
presenta un progetto di legge per la sua reintroduzione. Proseguono nel frattempo gli attacchi
del centrodestra a Napolitano. Che però si sfoga con i suoi collaboratori: “È in atto una
campagna obliqua”.
11 ottobre - Berlusconi: non ci sto a sputtanare l'Italia
Dalla festa del Pdl di Benevento il premier attacca stampa e magistrati. “I giornali esteri
sputtanano me e l’Italia e ci sono frange della magistratura politicizzate, ma io sono l’eletto del
popolo e non finirà come nel ‘94”. Ma il Cavaliere non si ferma: subito la legge sulle
intercettazioni e la riforma della giustizia. L'Observer: in Italia regna un caudillo.
12 ottobre - Berlusconi: nessuno mi fermerà, alla democrazia ghe pensi mi
Il Cavaliere agli industriali della Brianza: “Non mi fermerà nessuno, alla democrazia ghe pensi
mi”. Attacca Repubblica: “C’è un giornale italiano che getta discredito su di me e sui nostri
prodotti, ribellatevi”. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia invita il premier a
rispettare il capo dello Stato.
13 ottobre - Affondata la legge sui gay
Bocciata sul nascere la legge contro l’omofobia anche con il voto della Binetti, scoppia nel Pd
un nuovo caso teodem. Mentre i “laici” finiani si distinguono dal resto del Pdl votando contro la
maggioranza. La legge è battuta: “Un brutto segnale al Paese” giudica con severità Gianfranco
Fini. L’Udc e la maggioranza, sollevando la pregiudiziale di costituzionalità, affossano il "testo
Concia" che prevedeva aggravanti per le aggressioni motivate dall’odio verso i gay.
14 ottobre - Giustizia, Fini frena Berlusconi: le riforme siano condivise
“Il pm non deve essere sottoposto al governo”. Così Gianfranco Fini ha messo ieri i suoi paletti
sulla riforma della Giustizia. Aggiungendo: «L´immagine del Paese non dipende solo dalla
stampa ma dall’impegno di tutti». Il governo, intanto, prepara il piano per eliminare la par
condicio. E sull’omofobia l’Onu accusa l’Italia: “Fa un passo indietro”.
16 ottobre - Berlusconi e il secondo editto di Sofia: cambio la Carta
“Sono per una riforma costituzionale che proprio prenda il toro per le corna e che faccia del
nostro paese una democrazia vera non soggetta al potere di un ordine che non ha
legittimazione elettorale". La giustizia va assolutamente riformata, dice il premier in Bulgaria, e
per raggiungere l’obiettivo "sono pronto a modificare la Costituzione, anche da solo. E poi mi
appellerò al popolo con un referendum". Immediato l’altolà del presidente della Camera, Fini:
“servono riforme condivise". Il capo del governo attacca anche il canone Rai: "Molti italiani
smetteranno di pagarlo".
17 ottobre - Governo-Magistrati, è scontro
L’Anm dichiara lo stato di agitazione: "Difenderemo la Costituzione". Il Guardasigilli Alfano: "La
loro è guerra preventiva". Una lettera contenente minacce contro Berlusconi, Bossi e Fini viene
recapitata al quotidiano il Riformista. Per il presidente della Camera si tratta dei "deliri di un
folle".
19 ottobre - La Corte: il premier non è al di sopra dei ministri"
“Il presidente del Consiglio è primus inter pares”. È una delle frasi contenute nelle 58 pagine di
motivazioni che, dodici giorni dopo la bocciatura del Lodo Alfano, la Corte Costituzionale rende
note. La Consulta spiega che “il premier non è al di sopra dei ministri” e che per derogare
dall'articolo 3 della Costituzione (“la legge è uguale per tutti”) è necessario servirsi di una
legge costituzionale. Inoltre i giudici della Suprema Corte sottolineano che non c’è stata alcuna
"discontinuità" tra la bocciatura del Lodo Alfano e quella del Lodo Schifani nel 2004: allora il
problema della legge costituzionale fu ritenuto "assorbito" dalle altre questioni. Intanto, il
deputato del Pdl Giuseppe Valentino propone una legge per il ripristino dell’immunità
parlamentare.
29
2009
20 ottobre – Tremonti: il posto fisso è un valore
Il Ministro dell’Economia: "Nella nostra Costituzione che considero ancora molto valida per la
parte dei principi, c'è il confronto tra le tre diverse culture chiave che animarono lo spirito di
quel tempo: quella cattolica, quella comunista e quella liberale". La Marcegaglia: sarebbe un
impossibile ritorno al passato. La sfida di Epifani: Palazzo Chigi apra un tavolo sui precari.
23 ottobre - Giustizia, Napolitano: niente leggi di corto respiro
Napolitano sbarra la strada a Berlusconi e ai suoi progetti di inserire nuove leggi ad personam
(prescrizione brevissima e legittimo impedimento obbligatorio) in ddl a casaccio. Giusto mentre
l'avvocato del premier Ghedini studia come modificare la prescrizione per azzerare i processi
Mills e Mediaset e mentre il Guardasigilli Alfano cerca il provvedimento legislativo già esistente
in cui infilarli, il capo dello Stato spezza il gioco. Invia un messaggio agli studiosi del pprocesso
penale riuniti a Lecce e si augura che sia “allontanato il rischio di interventi legati alle
contingenze”. Poi boccia “i provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di motivazioni di
corto respiro che sfuggono alla comprensione dell'opinione pubblica”.
27 ottobre – Berlusconi telefona a Ballarò: Mills? I giudici sono comunisti
"La vera anomalia italiana non è Berlusconi ma sono i pm comunisti". Il presidente del
Consiglio interviene a sorpresa al telefono a Ballarò, su RaiTre, nel giorno della conferma, da
parte della Corte d'Appello di Milano, della condanna per l'avvocato David Mills ("Testimoniò il
falso pagato da Berlusconi"). Il premier ribadisce alcune delle sue convinzioni più longeve, dai
magistrati "che nel paese sono la vera opposizione" alla "prevalenza di giornalisti e programmi
di sinistra" e dunque di "programmi disdicevoli" in tv.
28 ottobre – Anm: i tribunali non sono sezioni di partito
"Ogni occasione sembra buona per denigrare l'ordine giudiziario e descrivere i palazzi di
giustizia come sezioni di partito, frequentate da magistrati militanti. Nessun ufficio giudiziario
merita queste infondate e ridicole definizioni, tanto meno quello di Milano". Così l'Anm replica
indirettamente alle accuse di Silvio Berlusconi che ha denunciato l'anomalia "di pm comunisti".
1 novembre – Fini chiude Montecitorio fino al 9: non ci sono soldi
Il presidente della Camera: “Una delle ragioni per le quali non è possibile calendarizzare in
Aula progetti di legge di iniziativa parlamentare deriva dal fatto che questi non possono essere
licenziati dalle commissioni per mancanza di copertura finanziaria”. Un gruppo di 30 deputati
di tutti gli schieramenti ne approfitta per correre la Maratona di New York. La verità non sono
tanto i quattrini: 101 leggi approvate, 93 di iniziativa del governo, tre di iniziativa mista,
cinque di iniziativa parlamentare. Cioè, in un anno e mezzo 615 deputati hanno prodotto
cinque leggi. E' un paradosso lamentarsene: c’è un ministero per la riduzione delle norme.
2 novembre - Riforme, Alfano: bene il dialogo, altrimenti facciamo da soli
Il ministro della Giustizia: "Non so se c'è la possibilità di trovare un'intesa con l'opposizione
sulla riforma della giustizia: noi non la rifiutiamo, anzi la ricerchiamo", ma in caso contrario il
governo andrà avanti anche da solo.
4 novembre - Berlusconi: premier o presidente eletto
Così il premier a Bruno Vespa per il libro Donne di cuore: "Sarà il Parlamento nei prossimi mesi
a definire quale sia il modello più adatto alla realtà italiana. Ciò che conta è che il titolare del
potere esecutivo venga scelto direttamente dal popolo. E con lui la forma di governo. Di fatto,
è quello che già succede nella costituzione materiale. E' ora che la Costituzione formale sia
aggiornata e messa al passo con la realtà del Paese". Quanto al Parlamento, la maggioranza
ridurrà il numero dei parlamentari con l'approvazione di una riforma in questa legislatura,
entro il 2013. "Credo che sarebbe utile che il Quirinale e il Governo mantengano le loro
funzioni nell'ambito di una leale collaborazione".
30
2009
5 novembre – Berlusconi riscrive la par condicio
L’annuncio a Porta a Porta, trasmissione Rai di Bruno Vespa: arriva la modifica della legge 28
del 22 febbraio 2000 sulla par condicio. Forse, non andrà in porto già per le elezioni regionali di
marzo, solo perché anche dal Pdl vengono resistenze e dubbi, in particolare dal fronte ex An di
Gianfranco Fini (il vicecapogruppo alla Camera Bocchino: "sul tema bisogna riflettere bene").
Ignazio Abrignani Pdl ha presentato il ddl 2085 che prevede la cancellazione della par condicio
e permette la presenza su radio e tv,dei partiti, in proporzione alla loro forza parlamentare.
Inoltre è previsto un diritto di tribuna per un massimo del 10 per cento degli spazi per i gruppi
non rappresentati. E' anche possibile la reintroduzione sulle reti televisive degli spot a
pagamento (a vantaggio di chi, anche sul piano economico, appare superfluo precisare!).
7 novembre – LeG a Genova: “Fare democrazia”
“Fare democrazia” è il titolo dell’annuale riunione dei soci di Libertà e Giustizia.
L’associazione si apre alle collaborazioni con il mondo dell’associazionismo perché la
società civile se vuole essere, cioè se vuole essere società e civile, deve fare, deve
esserci, in questo tempo. “Non ci sono più rendite di cui usufruire, non padri della patria a cui
affidare il compito, non più fondamenta certe e per tutti”, dice Sandra Bonsanti. E’ a rischio la
tenuta dello Stato, insieme all’unità del nostro Paese, e siamo di fronte, come sintetizza
Gustavo Zagrebelsky, a un “processo di progressiva distruzione delle istituzioni”.
10 novembre - Fini e Casini: non è eresia parlare di immunità
Per il presidente della Camera e per il leader dell'Udc non è esclusa la possibilità di reintrodurre
l'immunità parlamentare. ma è chiaro che "non deve essere una sorta di impunità". Per i
parlamentari dell'Unione europea, ricordano, è prevista.
10 novembre - Zagrebelsky: alla democrazia è utile l'ora di Costituzione
Il presidente onorario di LeG a favore del nuovo insegnamento: "Un ethos
democratico è fondamentale; un sentire comune democratico è base di ogni possibile
discussione". "La democrazia di tutti i regimi è il più difficile - spiega Zagrebelsky -
richiede rinunce, chiede di mettere in comune qualcosa di sé per costruire un patrimonio
condiviso di energie, competenze, anche di denaro. Dà molto in termini di rispetto, ma prima
di tutto esige rinunce.
11 novembre - Berlusconi-Fini, intesa sul processo breve
Un'intesa sul processo breve ma non sulla prescrizione e sui reati tributari. "Nei prossimi giorni
- spiega Fini dopo il vertice a Montecitorio - sarà presentato un disegno di legge di iniziativa
parlamentare, quindi senza nessun intervento diretto del governo, per garantire che i tre gradi
di giudizio si svolgano in tempi certi, unicamente per gli incensurati, in un tempo massimo di
sei anni per arrivare al terzo grado di giudizio". Ma è sempre Fini a dire: "quella che viene
impropriamente chiamata prescrizione breve è un'ipotesi considerata impraticabile da me e
Berlusconi, perché danneggerebbe i cittadini".
11 novembre - Pera presenta ddl per il presidenzialismo
Elezione popolare diretta del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio
contemporaneamente all’elezione della Camera, elezione del Senato due anni dopo quella della
Camera, durata quadriennale delle legislature, riduzione del 25% del numero dei parlamentari.
Questa, in sintesi, la proposta di riforma della Costituzione presentata dal senatore Pdl
Marcello Pera. Il progetto prevede il superamento del bicameralismo perfetto, diversa
distribuzione delle competenze legislative delle regioni, nuova formulazione dell'art. 81 della
Costituzione in materia di copertura finanziaria delle leggi, parere del Senato sulle nomine
presidenziali, inchieste parlamentari di minoranza, ricorso preventivo alla Corte costituzionale,
ricorso individuale alla Corte per lesione dei diritti di libertà.
11 novembre - Gelmini: l'ora di Costituzione non sia di politica
Il ministro dell'Istruzione: "L'ora di Costituzione non è un'ora di politica in classe, ma vuole
offrire ai ragazzi la conoscenza dei principi fondamentali, che fanno parte del bagaglio
31
culturale di una persona. Mi auguro che l'ora di educazione alla cittadinanza sia veramente tale
e che non sia improntata ad interessi di parte o a posizioni politiche".
2009
12 novembre - Schifani: mi auguro condivisione sul processo breve
Il presidente del Senato: "E' evidente che ci saranno polemiche ma la durata dei processi è un
tema esistente, su cui mi auguro che maggioranza ed opposizione si affrontino guardando
all'astrattezza e alla generalità della legge e non soltanto ai casi peculiari".
12 novembre – Processo breve, Di Pietro: pronti al referendum
Per il leader Idv il ddl "sul processo breve dice che dopo due anni il processo non si deve fare
più e per questa ragione migliaia di processi dei maggiori scandali italiani andranno tutti
dichiarati estinti. E' la più grossa amnistia mascherata della storia. L'Italia dei valori, dal 5
dicembre si impegnerà a raccogliere le firme per un nuovo referendum perché anche questa
volta questa legge è incostituzionale, immorale e contro gli interessi del Paese".
12 novembre - Finocchiaro: premier non è eletto dal popolo
"Basta con questa storia che Berlusconi sia stato eletto dal popolo. Non è vero. E' solo una
sciocchezza efficace sotto il profilo propagandistico, ma pur sempre una sciocchezza", dice il
presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro.
13 novembre – Conflitto d’interessi al cinema
Silvio Berlusconi ora si accaparra anche qualche centinaio di schermi cinematografici. La
questione è posta dai deputati Giuseppe Giulietti, dell’Idv, ed Emilia De Biasi del Pd, ai ministri
Biondi (Beni culturali) e Scajola (Sviluppo economico) in seguito alla nascita in Italia della
società “The Space Cinema”, un circuito con ventuno partners amministrato da una società
guidata da Alessandro Benetton (abbigliamento, autostrade, autogrill, aeroporti, Mediobanca,
ecc.) con il 51%, ed il gruppo Mediaste con il 49% che riversa le attività di Medusa Multicinema
(figlia di Medusa-cineproduzioni) insieme ai Warner Village Cinemas sotto il controllo di una
nuova holding. “Tre Space” può già contare su una dote di 24 strutture per 242 schermi
distribuiti in tredici regioni. La quota di mercato è, già oggi, intorno al 15,5-16% dell’intero
parco-sale, e addirittura del 30% del parco-multisale.
15 novembre - Napolitano: quel che conta in politica è la moralità
"Ci si schieri liberamente a destra o a sinistra - dice il presidente della Repubblica -, quello che
conta è il senso della nobilità della politica, dei limiti anche nel ruolo alto e insostituibile della
politica, la dedizione all'interesse generale, quel che più conta è la moralità della politica".
16 novembre - Fini: riforme condivise, non a piacimento della maggioranza
Il presidente della Camera: "E' proprio la nostra Costituzione ad indicare con chiarezza le
modalità attraverso le quali è possibile modificare la Costituzione". "E' certamente possibile -
osserva - farlo avvalendosi di maggioranze ordinarie, ma in quel caso si è sottoposti all'esame
dell'unico soggetto che in una democrazia è sovrano: il corpo elettorale. E l'esperienza recente
deve insegnare a tutti che, se vogliamo riforme condivise in grado di gettare solide basi di
credibilità delle istituzioni per il prossimo futuro, non ci si deve stancare di cercare il confronto
ed evidenziare positivamente quello che può unire, mettendo in disparte o in secondo piano
tutto ciò che può dividere".
17 novembre - Schifani: se la maggioranza non tiene, elezioni
Le riforme istituzionali e il ddl sui processi brevi "devono stare su due piani diversi" per il
presidente del Senato Renato Schifani che dice anche: se la maggioranza non tiene, la parola
torni agli elettori. E' la prima volta che la seconda carica dello Stato si espone con parole così
chiare su una decisione che secondo la Costituzione spetta solo al capo dello Stato. E' il
sintomo più evidente del malessere diffuso che serpeggia nel centrodestra. I fedelissimi di
Berlusconi chiedono che venga "disinnescato" l'attacco "politico-giudiziario-editoriale" contro il
premier attraverso l'approvazione della legge sul processo breve, Pier Ferdinando Casini spinge
per un accordo basato sul lodo Alfano in Costituzione. Che però si scontra con il "no grazie" del
segretario del Pd Pier Luigi Bersani.
32
2009
17 novembre - Napolitano: il parlamentarismo resta valido
"La Repubblica parlamentare resta per l'Italia una soluzione valida, anche se può essere
migliorata", dice il presidente della Repubblica. "La Repubblica Italiana è fondata su un sistema
di democrazia parlamentare che può essere rafforzato o modificato in alcuni suoi meccanismi.
E' legittimo e normale, lo prevede l'articolo 138 della Costituzione. Io mi sono espresso
pubblicamente a favore di alcune modifiche su precisi punti. Sono presidente di una Repubblica
parlamentare e certamente non farò propaganda per un'altra Repubblica".
18 novembre - In provincia di Brescia: White Christmas
L'iniziativa della giunta di Coccaglio punta a a cacciare tutti gli immigrati privi del permesso di
soggiorno, o con il permesso di soggiorno in scadenza, entro la notte di Natale. "Iniziativa
ergognosa, incivile e incostituzionale" è il giudizio de senatori del Pd eletti in Lombardia
(Emanuela Baio, Giudo Galperti, Marilena Adamo, Fiorenza Bassoli, Daniele Bosone, Mauro
Ceruti, Gerardo D'Ambrosio, Cinzia Fontana, Piero Ichino, Giorgio Roilo, Paolo Rossi, Umberto
Veronesi e Luigi Vimercati).
19 novembre - Bersani: sulle riforme siamo pronti a farci valere
Il segretario Pd: "Quando si parla di superamento del bicameralismo, riduzione del numero di
parlamentari e di riforma della Costituzione che non ne tocchi lo spirito e le parti fondamentali,
noi siamo pronti a far valere le nostre proposte. che abbiamo già presentato con la mozione
firmata da Finocchiaro e Zanda".
20 novembre – Berlusconi: sono il maggior perseguitato dalla magistratura
Dice il Cavaliere: “Sono stato sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due
prescrizioni”. In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici. Quattro
sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l´affare Mills; istigazione alla corruzione
di un paio di senatori (la procura di Roma ha chiesto l´archiviazione); fondi neri per i diritti tv
Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell´affare Mediatrade (il pm si
prepara a chiudere le indagini).
20 novembre – La verità sui processi Berlusconi
Nei 12 processi già conclusi, in soltanto tre casi le sentenze sono state di assoluzione, con
formula piena per l´affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma); due volte con la
formula dubitativa per i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il
Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto
in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per “insufficienza probatoria”.
Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l´imputato Berlusconi è
assolto per All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2, perché “il fatto non è più previsto dalla legge come
reato”. Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa
testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i
terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le “attenuanti generiche” che si assegnano a
chi è ritenuto responsabile del reato. Le “attenuanti generiche” gli consentono di beneficiare, in
tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All
Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-´92"; "fondi
neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l’avvocato di Berlusconi, Cesare
Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati).
23 novembre - Ciampi: basta con le leggi ad personam
"Le riforme si fanno per i cittadini, non per i singoli. L'ho sempre pensato, ed oggi ne sono più
che mai convinto: basta con le leggi ad personam che non risolvono i problemi della gente e
non aiutano il Paese a migliorare". Così l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
"E' in corso - dice - un vero e proprio degrado dei valori collettivi, si percepisce un senso di
continua manipolazione delle regole. Qui non è più una questione di battaglia politica. Qui si
destabilizzano i riferimenti più solidi dell'edificio democratico, cioè le istituzioni".
33
2009
23 novembre – Casini: processo breve aberrante, meglio il legittimo impedimento
Barricate Udc contro il ddl sul processo breve della maggioranza, "non possiamo permettere al
governo di sfasciare, piu di quanto sia gia sfasciato, il sistema giudiziario italiano: il primo
disegno di legge - dice il leader Pier Ferdinando Casini - è aberrante e incostituzionale. E
oltretutto introduce elementi di razzismo nella giurisdizione italiana, il che, francamente, è la
ciliegina su una torta che non possiamo proprio mangiare". Casini propone invece un Lodo per
garantire al capo del governo il "legittimo impedimento", in forma permanente e senza
condizioni, fino al termine del mandato. "Una legge di poche righe", spiega, per opporre ai
Tribunali che lo dovessero convocare, l'impedimento legittimo perché impegnato a governare il
paese.
24 novembre - Fini: per le riforme si riparta dalla bozza Violante
"Bisogna affrontare il tema delle riforme e mi chiedo: è sbagliato dire se sono condivise
meglio? La bozza Violante - spiega il presidente della Camera ricordando la proposta avanzata
la scorsa legislatura per la riforma del Parlamento - potrebbe essere votata all' unanimità alla
Camera e al Senato e in poche settimane diventare legge dello stato".
24 novembre – Il pentito Spatuzza accusa Berlusconi e Dell’Utri
Gaspare Spatuzza, nuovo pentito della cosca palermitana di Brancaccio, fa il nome di Silvio
Berlusconi collegandolo alle stragi di mafia del 1993, insieme a quello di Marcello Dell’Utri. Il
primo verbale sottoscritto davanti ai pm di Firenze che hanno riaperto l’indagine su quegli
attentati (agli Uffizi, le bombe di Roma e di Milano, il fallito attentato allo stadio Olimpico) l’ha
firmato il 9 luglio 2008.
25 novembre – Berlusconi: la magistratura è una forza eversiva
Il presidente del Consiglio accusa la magistratura di essere una forza eversiva che "attenta alla
vita del governo" e "rischia di portare il Paese sull'orlo della guerra civile".
26 novembre - Berlusconi: avanti con Processo breve e riforme della Carta
Nell'ufficio di presidenza del Pdl Berlusconi esorta ad andare avanti con il provvedimento sul
processo breve e con la riforma della Giustizia. Presidenzialismo, riforma della magistratura,
processo breve e lodo Alfano Costituzionale. Così Berlusconi ridisegna la democrazia.
27 novembre - Napolitano: nulla abbatte un governo con la fiducia
Il capo dello stato richiama toghe e premier. Invita"quanti appartengono all'istituzione
preposta all'esercizio della giurisdizione, all'autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche".
28 novembre – LeG in piazza contro il processo breve
Cantoni animati, presidi, manifestazioni di piazza e volantinaggi: una mobilitazione a
tappe, per così dire, che prende il via con i Cantoni animati sulla Giustizia del 28
novembre e arriva fino alla partecipazione di circoli e soci al No B Day del 5
dicembre, a Roma. Un percorso articolato, lungo tutto lo stivale per informare soprattutto
nello spirito delle iniziative di Libertà e Giustizia e poi per dire no alle leggi vergogna e
all'ennesimo assalto alla Giustizia.
28 novembre - Alfano: sì al dialogo, la riforma del processo va avanti
"Nessuno mette in discussione l'autonomia del pm ma esigiamo rispetto per il Parlamento.
Abbiamo un Paese - dice il ministro della Giustizia - in cui vige una divisione tra ordini e poteri
scritta nella Carta con un perimetro ben disegnato. Bisogna che questo perimetro venga
rispettato da tutti". Sul processo breve: "due anni di processo per ogni grado di giudizio è un
tempo adeguato il cui principio è condiviso da tutte le parti politiche". Sul fatto che della legge
potrebbe beneficiarne Silvio Berlusconi: "E' giusto rinunciare a una legge giusta perché finisce
per riguardare anche Berlusconi? Noi pensiamo che sia ingiusto rinunciare a un legge giusta".
34
2009
2 dicembre - Riforme, al Senato intesa a metà
Centrodestra e Pd-Udc tentano i primi passi verso riforme costituzionali bipartisan, ma molti
punti ancora li separano: il Senato approva due documenti non perfettamente sovrapponibili,
che entrambi contengono l'impegno ad approvare le riforme delle regole “con la più ampia
maggioranza parlamentare”. Nel centrosinistra strappo tra Idv e Pd-Udc; Di Pietro parla di
“inciucio”. L'aula di Palazzo Madama doveva esprimersi su una mozione del Pd e dell'Udc che
proponeva di riprendere la cosiddetta bozza Violante: il superamento del bicameralismo
perfetto, la riduzione dei parlamentari e la trasformazione del Senato in un Senato federale.
Schifani: "dal Senato può partire una fase costituente, è quello che ci chiedono gli italiani".
3 dicembre - Fini: riforma della Giustizia in Parlamento
L'indipendenza della magistratura come garanzia per la democrazia, no a provvedimenti
svincolati da una logica d'insieme, rispetto per il dibattito parlamentare sulla riforma della
giustizia. Il presidente della Camera tenta di mettere d’accordo gli schieramenti; il calo di
credibilità della politica rischia, a suo avviso, di non risparmiare nemmeno la magistratura.
4 dicembre - Finocchiaro: con le riforme basta leggi ad personam
Il voto sulle riforme è un percorso che può servire a “bloccare le leggi ad personam”. In
un'intervista alla Stampa, la capogruppo del Pd al Senato entra nel merito della bozza Violante
e ammette di avere “diverse perplessità” per quanto riguarda la possibilità di offrire qualche
forma di garanzia al premier per via costituzionale. "Devo pensarci molto bene - aggiunge -.
Quello che posso assicurare è che noi pensiamo non vi sia altra difesa che quella nel processo".
5 dicembre – E’ il “No B Day”
Convocati dal tam-tam della Rete, oltre due milioni di cittadini si ritrovano a Roma, in un lungo
corteo pacifico di protesta che culmina in piazza San Giovanni. Nasce l’Onda Viola, una folla di
cittadini elettori, soprattutto giovani liceali e universitari che chiedono, Costituzione alla mano,
il rispetto dei diritti previsti nel momento della nascita dell’Italia libera.
9 dicembre - Processo breve, Siniscalchi del Csm: è anticostituzionale
Vincenzo Siniscalchi, consigliere del Csm: "contrasta la Costituzione perché comprime la
obbligatorietà dell'azione penale. Sarebbe 'ragionevole' una legge che riducesse le dilatazioni
temporali dovute a termini eccessivi, a nullità di ogni tipo, a sistemi lenti e dispersivi di
notifiche, ai troppi bizantinismi che rallentano l'andamento delle procedure e che non sono mai
state oggetto di una seria ed approfondita riforma legislativa. Ma è assolutamente
irragionevole il bizzarro tentativo di fissare per tutti i processi un unico termine di definizione,
dai processi modesti a quelli più complessi con dibattimenti in cui occorre accertare la
consistenza di prove tecniche, scientifiche, testimoniali, rogatorie.
9 dicembre - Sei testi sul legittimo impedimento
Sono sei i progetti di legge a Montecitorio: tre presentati da deputati del Pdl Giuseppe Consolo,
Micaela Biancofiore ed Enrico La Loggia; una dai capigruppo in commissione Giustizia di Pdl e
Lega Enrico Costa e Matteo Brigandì; una del vicecapogruppo Udc Michele Vietti e una
annunciata da Federico Palomba Idv. Numerose le differenze: quella di Consolo propone che
l'attività dei parlamentari costituisca sempre legittimo impedimento. Quella della Biancofiore
limita il privilegio a premier e ministri, quella di La Loggia la estende anche al presidente della
Repubblica. Il Lodo Costa-Brigandì, infine salva tutti gli esponenti del governo più i
parlamentari. Ma introduce una norma che il Pd definisce "pericolosa": quella che di fatto
accelera i tempi della prescrizione. La legge attuale (art.159 c.p) prevede infatti la sospensione
del corso della prescrizione fino alla nuova udienza e comunque fino a un massimo di 60 giorni.
Con il Lodo il corso della prescrizione si sospende solo per l'intera durata dell'impedimento. Il
che significa che subito dopo l'eventuale Consiglio dei ministri, i termini della prescrizione
riprenderebbero subito a decorrere. Anche l’Idv mette in campo una proposta: bene il legittimo
impedimento, ma poi chi è al governo dovrà indicare delle date disponibili entro lo stesso
mese. Il legittimo impedimento, comunque, sarebbe solo una legge "ponte".
35
2009
9 dicembre - Commissione del Csm sul processo breve: incostituzionale
Viola almeno tre principi della Costituzione e una Convenzione internazionale (quella dell'Onu
contro la corruzione) il ddl sul processo breve; non solo: per i reati dei colletti bianchi si
tradurrà in una "sostanziale amnistia" con buona pace della tutela delle vittime dei reati e delle
parti lese. Avrà una portata "dirompente", non solo per i processi che farà finire al macero, ma
perché introduce nel sistema l'estinzione del processo che non ha riscontri in nessun altro
Paese europeo. In 50 pagine fitte di osservazioni e dati, la VI Commissione del Csm boccia il
provvedimento che ha come primo firmatario Maurizio Gasparri. Sulla base dei dati raccolti
nelle procure i processi che finiranno nel nulla vanno da un minimo del 10 a un massimo del
60%. Tra le situazioni più allarmanti quella di Roma dove, secondo il Csm, saranno buttati a
mare il 45% dei processi pendenti davanti a gip e gup; il 70% dei dibattimenti monocratici e
collegiali; e il 90% dei procedimenti pendenti davanti al giudice di pace. Una sorte che nella
capitale riguarderà, tra gli altri, il processo a Lady Asl e Calciopoli. Ma le conseguenze
potrebbero essere anche peggiori, visto che il processo breve farà crollare il ricorso ai riti
alternativi. Dati ancora più preoccupanti nel civile: a Bari finirà nel nulla il 67% dei processi, a
Bologna il 50%, a Milano il 41%, a Palermo il 43%, a Torino il 23% a Venezia il 46%.
10 dicembre – Alfano, giro di consultazioni per le riforme
Il ministro della Giustizia: il comitato di presidenza del Pdl “mi ha incaricato di procedere a un
giro di consultazioni nella maggioranza” per approdare ad un testo condiviso sulle riforme
costituzionali della giustizia (separazione delle carriere giudici-Pm, modifiche a composizione
Csm, etc.). Dopo aver sentito gli alleati di governo, Alfano coinvolgerà anche il centrosinistra:
“In questo modo potremo offrire all'opposizione dei progetti già condivisi e seriamente validati
da tutta la maggioranza”.
10 dicembre - Berlusconi: cambierò la Carta per riformare la Giustizia
“In Italia succede un fatto particolare a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la
Costituzione, appartiene al popolo” e il Parlamento “fa le leggi, ma se queste non piacciono al
partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale” e la Corte “abroga la legge”. Così
il premier al congresso del Ppe a Bonn. “Una parte dei giudici che sta con la sinistra”, dice
“quelli di secondo e terzo livello” sono “più veri”. Poi, citando il caso del Lodo Alfano, bocciato
dalla corte costituzionale: “In Italia si è formato un partito dei giudici” e poiché la sinistra “è
allo sbando e non riesce ad avere ragione con la politica, cerca di farlo attraverso i processi”.
10 dicembre - Fini e Napolitano ridimensionano Berlusconi
“E' certamente vero che ‘la sovranità appartiene al popolo’, ma il presidente del Consiglio non
può dimenticare che esso “la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, puntualizza
Gianfranco Fini. Giorgio Napolitano esprime “Profondo rammarico e preoccupazione per le
espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica
internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla
Costituzione”.
11 dicembre - Castelli: non c'è altra via che riformare la Carta
“Non certo per mettere i magistrati sotto la soggezione del potere esecutivo, questo credo non
lo voglia nessuno, ma per mettere un po' di temperanza a quello che oggi è lo strapotere dei
magistrati, verso i quali lo stesso ministro della Giustizia oggi non ha alcun potere”. E' il
pensiero dell'ex Guardasigilli Roberto Castelli.
11 dicembre - Botta e risposta Berlusconi - Napolitano
Berlusconi: “Il presidente Napolitano dovrebbe preoccuparsi per l'uso politico della giustizia
contrario alla democrazia e alla libertà. C'è una situazione di violenza solo nei miei confronti”.
Napolitano: “I princìpi fondamentali della Costituzione sono fuori discussione, nessuno può
pensare di cambiarli o di comprometterli”.
36
2009
17 dicembre – Si torna a discutere di immunità per i parlamentari
Il disegno di legge 1942, trasmesso alla presidenza del Senato col titolo "Modifica dell’articolo
68 della Costituzione, in materia di immunità dei membri del Parlamento" è proposto da Franca
Chiaromonte, senatore Pd, e Luigi Compagna, senatore Pdl. Sostanzialmente propone di
riportarla in vita. Non nella stessa identica versione spazzata via da Tangentopoli sedici anni
fa, ma secondo un criterio appena più rispettoso dell’autorità giudiziaria. Anziché obbligare il
pm a chiedere l’autorizzazione preventiva per svolgere le indagini sugli "onorevoli" (nella Prima
Repubblica veniva puntualmente negata), questa nuova proposta lascerebbe procedere il
magistrato senza mettergli i bastoni tra le ruote fino alla soglia del rinvio a giudizio.
Ci sono altri tre disegni di legge del tutto simili, per il ripristino dell'immunità parlamentare.
21 dicembre - Pisanu: per le riforme larga maggioranza o sarà sfregio alla Carta
Niente riforme a colpi di maggioranza o si corre il rischio di sfregiare la Costituzione. Beppe
Pisanu, presidente della commissione Antimafia, è d’accordo sul dialogo tra maggioranza e
opposizione, ma avverte: attenzione a non sfregiare la Carta, come potrebbe accadere con il
federalismo disaggregante voluto dalla Lega nord. Va benissimo partire dalla bozza Violante,
ma sedi più suggestive di quelle già esistenti rischiano di ritardare le soluzioni
22 dicembre - Bindi: ok al dialogo per le riforme, ma niente baratti
Nessuno ci chieda scambi perché non saremo mai disponibili: non voteremo mai leggi ad
personam per l'impunità del premier. Dal presidente del Pd, le condizioni del partito per
dialogare sulle riforme. C'è un confine invalicabile oltre il quale il confronto si ferma. Il Pd non
potrebbe essere disponibile a riforme che feriscono la Costituzione. Tra noi democratici in
passato ci sono state disponibilità a forme di presidenzialismo. Ma questo non è più il tempo,
siamo in condizioni storiche in cui va rafforzata e ammodernata la democrazia parlamentare.
22 dicembre - Berlusconi: non servono Bicamerali o costituenti
Con una telefonata a Napolitano, Berlusconi riapre al Quirinale dopo il gelo calato all'indomani
della bocciatura del Lodo Alfano. "Napolitano è l’unico che può convincere il Pd a restare al
tavolo delle riforme. Ma deve essere garante dell'intero processo". Berlusconi però precisa:
"Ma sia chiaro che a gestire il percorso sarò io, sono io che ho ricevuto dagli elettori il mandato
per fare le riforme e nessuno mi può scavalcare".
23 dicembre - Onida: il capo del governo vuole esercitare il potere da solo
“Il vero presidenzialismo, in vigore negli Usa, è un sistema di governo diviso, con
poteri che si bilanciano. Ed è di altra natura rispetto a quello che immagina
Berlusconi, tutto squilibrato in favore del capo dell'esecutivo. Un sistema, cioè, nel
quale il capo del governo abbia anche il controllo della legislazione. In sintesi Berlusconi
sembra ambire ad esercitare il potere da solo”. Così Valerio Onida, già presidente della Corte
Costituzionale, nel consiglio di presidenza di LeG.
27 dicembre - Berlusconi: il 2010 anno delle riforme
Il premier in convalescenza ad Arcore, dopo l'aggressione subita a Milano, durante un comizio,
annuncia che il 2010 sarà l’anno delle riforme. Ma il capogruppo Pd alla Camera Dario
Franceschini avverte: “Impossibile il dialogo se vorranno leggi ad personam”. E Benedetto XVI
invoca per l'Italia “un clima d'intesa”
28 dicembre - Cicchitto: le nostre leggi per disinnescare uso politico della giustizia
Il capogruppo Pdl alla Camera, al Messaggero: "Processo breve, legittimo impedimento e lodo
non sono leggi ad personam, servono a disinnescare l'uso politico della giustizia che ha
inquinato il sistema dal '92 ad oggi. Auspichiamo che la grande riforma possa avvenire d'intesa
con le opposizioni, ma siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità sia sul legittimo
impedimento, che sul processo breve. Ciò però non è a nostro avviso preclusivo di un
confronto politico che deve riguardare la globalità della riforma sulla giustizia. Su questo noi
auspichiamo il massimo contributo dell'opposizione".
37
2009-2010
31 dicembre - Napolitano: avanti con le riforme, ci vuole coraggio e solidarità
L'Italia non è ancora fuori dalla crisi economica. Ha fatto tanto ma non abbastanza per
trasformare le difficoltà in occasione per creare un paese più forte e più giusto. Per questo,
occorrono coraggio, riforme economiche e sociali, equità, cura per chi subisce i danni più gravi:
i ceti deboli e il Mezzogiorno. Ma servono anche le altre riforme: quelle istituzionali e della
giustizia "non possono essere ancora tenute in sospeso, bloccate da un clima di sospetto" e da
pregiudiziali. Occorre riformare anche il fisco e gli ammortizzatori sociali. Ecco i richiami più
forti del messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano, il quarto del Settennato.
3 gennaio - Brunetta: cambiare la Costituzione fin dal primo articolo Per il ministro della Pubblica amministrazione la Carta va completamente cambiata a partire
dall’articolo 1. Il Pd insorge: “Brunetta provoca, il governo chiarisca al suo interno perché ha le
idee confuse”. Il Pdl è comunque pronto alla riforma della giustizia anche con i soli voti della
maggioranza. La conferma dal sottosegretario alla Presidenza, Paolo Bonaiuti: “partiamo dalla
bozza Violante ma senza un accordo andremo avanti da soli”.
7 gennaio - Lodo Alfano, l'immunità diventa più lunga
Quasi pronto un nuovo Lodo Alfano. Il testo allo studio nella maggioranza prevede che lo scudo
dai processi si potrà usare anche cambiando incarico, se rientra tra quelli protetti dai giudici.
8 gennaio - Bersani: Sì alle riforme da subito no a uno tsunami di leggi ad personam
Il segretario Pd invita Berlusconi a guardarsi in giro: negli Usa si parla di lavoro, di sanità e di
green economy, in Germania di carico fiscale e di imprese, di disoccupazione e esclusione
sociale in Francia. “Possibile che da noi si discuta solo di processo breve?”. La questione è
semplice: “Siamo disponibili e intenzionati a una discussione immediata sulle riforme
istituzionali, anche subito, ma se la destra invade il Parlamento con uno tsunami di leggi "ad
personam" per mettere al riparo il premier dai suoi problemi, se ne prenda le responsabilità.
Berlusconi deve dimostrare se mette davanti se stesso o i problemi del paese”.
9 gennaio - Gelmini: stranieri in classe un tetto del 30%
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini fissa un nuovo tetto alla presenza di bambini
stranieri nelle nostre scuole: dal prossimo settembre non potranno essere più del trenta per
cento per ogni classe. Tiepida la reazione della Chiesa, mentre per il Pd così non risolve il
problema della classi ghetto. Per l’Idv si tratta di norme “pericolose”.
10 gennaio - Tremonti: sono con Silvio, sì alle riforme
“Mi riconosco al 100 % nelle parole del Premier...”. Anche il ministro dell’Economia è convinto
che il 2010 sarà “l’anno delle riforme”. Proprio a partire dalla riforma fiscale. Ci sta lavorando,
come gli ha chiesto il Cavaliere nel pranzo di Arcore. Ma a due condizioni: serietà e rigore.
12 gennaio - Giustizia, Berlusconi all'attacco
Se il livello di un pranzo si capisce dall´antipasto, mai come ieri l´esordio di Berlusconi ha fatto
capire agli astanti che il Silvio del 2010, quanto a voglia di liberarsi dai processi, è identico a
quello del 2009. La cronaca gli offre lo spunto. Giusto alle 12 e 13 gli arriva sulla scrivania la
notizia che il 25 febbraio la Cassazione deciderà la sorte della condanna di David Mills, il suo
coimputato.
13 gennaio - Un decreto blocca-processi
Il governo pensa a un decreto legge per sospendere una serie di processi tra cui quelli che
riguardano il premier. Il provvedimento, che ha subito alcune modifiche dopo l´intervento del
Quirinale, potrebbe essere approvato nel Consiglio dei ministri di oggi. Il Pd protesta al
Senato: ci metteremo di traverso. Intanto torna a crescere la tensione tra il Pdl e il presidente
della Camera Gianfranco Fini, che ieri ha detto: «La legittimazione a governare non nasce solo
dalle urne». Ma il giorno successivo Retromarcia del governo sul decreto blocca-processi. Ma
Berlusconi rilancia: niente appello per gli assolti in primo grado. Dietrofront anche sulle tasse.
38
2010
20 gennaio - ok del Senato al processo breve. Alfano: il 2010 anno delle riforme
Ok del Senato al ddl 1880 sul processo breve, il testo passa alla Camera per l'approvazione. I
sì sono stati 163, i no 130, gli astenuti 2. Il ministro della Giustizia: “Sono certo che il 2010
possa passare alla storia come l'anno della compiuta riforma ordinaria e costituzionale del
sistema giudiziario italiano”. Il Guardasigilli indica un elenco di 14 obiettivi per il 2010:
innanzitutto un piano straordinario per lo smaltimento dell'arretrato civile; una soluzione
definitiva al problema dei vuoti di organico nelle sedi sgradite ai magistrati; la riforma della
magistratura onoraria; la riforma dell'avvocatura; la legge sulle intercettazioni; la riforma sul
processo penale; il ddl “sulla ragionevole durata del processo penale”, il cosiddetto “processo
breve” approvato in prima lettura al Senato che “benché di iniziativa parlamentare è sostenuto
dal governo”; deleghe del processo civile, tra le quali la semplificazione dei riti e la previsione
dell'atto pubblico informatico; il tribunale della famiglia; il ddl in materia di adozioni
internazionali; l'introduzione nel Codice Civile del Contratto di fiducia e del Contratto
informatico; l'attuazione del principio di sussidiarietà con un'organica riforma degli enti
giuridici; un nuovo piano antimafia. Al quattordicesimo ed ultimo punto Alfano indica le riforme
istituzionali: separazione delle carriere tra giudici e pm e ridefinizione della composizione e
della funzione del Csm.
21 gennaio – Berlusconi: “Il processo breve non mi basta”
Il premier attacca ancora sulla giustizia. Il disegno di legge sul processo breve approvato dal
Senato “va nella giusta direzione e non corre il rischio di essere incostituzionale. Ma non risolve
– dice – il problema visto che i tempi sono ancora eccessivi: è l'Europa che ci chiede tempi
certi ed è la stessa Costituzione che ci dice che i processi devono avere tempi ragionevoli”.
Quanto ai processi che lo vedono coinvolto: sono “plotoni di esecuzione”.
22 gennaio - LeG lancia la Festa della Costituzione
Due presidenti emeriti della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky e Valerio
Onida si sono fatti promotori attraverso Libertà e Giustizia di un nuovo patriottismo
costituzionale e propongono una legge di iniziativa popolare che, modificando e
integrando quanto oggi previsto (legge n. 260 del 1949, legge n. 336 del 2000), stabilisca che
la festività nazionale del 2 giugno sia proclamata “Festa della Repubblica e della
Costituzione”.
24 gennaio – Tremonti: “Le tasse non si tagliano”
“Le tasse non si tagliano”. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti esclude la riduzione delle
aliquote: “Ci sarà solo a crisi finita”. La reazione del Pd: basta bugie. Intanto, Pier Silvio
Berlusconi commenta il processo sui diritti tv: “Accanimento contro mio padre”.
27 gennaio - Nasce comitato difesa Art.1
In difesa della Costituzione e contro la proposta del ministro Brunetta di abolire il primo
articolo della Carta, nasce in Friuli Venezia Giulia, per volontà di Cgil, Cisl e Uil, il “Comitato
art. 1”.
29 gennaio - Alemanno: serve assemblea costituente dopo le regionali
“Penso che la strada maestra per riformare la Costituzione sia riunire un'assemblea
costituente, una cosa difficile ma, sulla base della bozza Violante si può pensare a creare un
clima adatto alle riforme”. Così il sindaco di Roma, che elenca le priorità sul fronte delle
riforme e cioè “Senato delle Regioni, esecutivo più forte e modifica della legge elettorale,
perché voglio che tornino le preferenze o i collegi. Non possiamo andare avanti con un
Parlamento di nominati”.
29 gennaio – Berlusconi contro gli immigrati: i reati aumentano per colpa loro
Nel giorno in cui il governo si riunisce a Reggio Calabria e vara il piano antimafia, il presidente
del Consiglio accusa gli immigrati: “Una riduzione degli extracomunitari significa meno forze
che vanno ad ingrossare le schiere delle criminalità”.
39
2010
30 gennaio – Lo stato della giustizia: “Italia peggio del Gabon”
All’apertura dell’anno giudiziario il presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, difende il
lavoro della magistratura: la giustizia italiana è al 156° posto, “dietro Gabon e Guinea”. Per
questo, chiosa il Pg Vitaliano Esposito, il processo breve può diventare realtà solo con più
risorse e con una riforma processuale. Intanto da L’Aquila il premier Berlusconi promuove
Bertolaso a “ministro” e attacca la stampa: “Incita all’odio sociale”.
30 gennaio - Sit-in per la Costituzione in tutta Italia
Torna il popolo Viola e organizza sit in oltre 120 città in difesa della Costituzione. In alcune
piazze vanno in scena letture collettive della Carta. C’è anche Libertà e Giustizia con strisioni e
bandiere dell’associazione. Intanto a Pavia, parte il quarto corso della scuola di formazione
politica “Giovanni Ferrara”. Giornata dedicata alla Costituzione; al tavolo dei relatori Gustavo
Zagrebelsky e Valerio Onida, due presidenti emeriti della Corte che sono rispettivamente
presidente onorario di LeG e consigliere della Presidenza.
31 gennaio – Giustizia, la protesta delle toghe
“Col processo breve la giustizia italiana è a rischio”. Con questa motivazione è andata in scena
la protesta dei magistrati italiani che hanno lasciato le aule, Costituzione in mano, dove si
celebrava l’apertura dell’anno giudiziario. Il premier Berlusconi: con le toghe dobbiamo usare
la mano dura, non dobbiamo fermarci. Il ministro della Giustizia Alfano: “Giudici irragionevoli”.
Bersani: “Così il Cavaliere scassa il sistema”.
1 febbraio – Berlusconi: contro di me aggressioni mai viste
“Sono stato vittima per molti mesi di una campagna di stampa che è probabilmente la più
aggressiva e calunniosa di quante ne siano mai state condotte contro un capo di governo”. Alla
vigilia del viaggio in Israele, Berlusconi attacca giornali, giudici e avversari politici che a suo
giudizio lo perseguitano. Intervistato dal quotidiano di Tel Aviv Haaretz Berlusconi - due giorni
dopo aver attaccato all'Aquila i giornali “fabbriche di invidia sociale e odio” - si lamenta di aver
“subito aggressioni politiche, mediatiche, giudiziarie, patrimoniali e anche fisiche”, ma tutto
questo, secondo il premier non fa che accrescere la sua popolarità perché “gli italiani, che
hanno buon senso, mi hanno confermato la loro fiducia che è salita al 68 per cento, una
percentuale addirittura imbarazzante per il leader di una democrazia occidentale”. All'origine di
questo consenso il fatto che “per loro contano i risultati concreti della mia azione di governo,
che sono tanti e importanti”.
3 febbraio – Berlusconi: i giudici mi perseguitano
“Di questa persecuzione giudiziaria francamente non ne posso più”. Berlusconi torna dal vertice
con Netanyahu a Gerusalemme e incontra gli italiani che vivono in Israele. L'atmosfera è
confidenziale e dopo aver accusato i giornalisti italiani di “avvelenare i pozzi”, durante la
conferenza stampa, si abbandona a uno sfogo contro i magistrati. Nei week end “sono sempre
alle prese con i miei avvocati”. Ai connazionali ricorda di essere sempre risultato “pulito” in
ogni processo a suo carico: “Neanche una volta ne sono uscito colpevole”. Il costo è alto:“Il
fatto è che ho dovuto anche spendere 200 milioni, un capitale per pagare le spese”.
4 febbraio - La Camera dice Sì al legittimo impedimento
Tra le proteste dell'opposizione la Camera approva il legittimo impedimento, che passa
all'esame del Senato. L'Udc si astiene sulla norma che congelerà i processi a carico di Silvio
Berlusconi. Il ministro della Giustizia Alfano si reca al Quirinale, orientato a dare via libera al
provvedimento. Per il leader Pd, Pierluigi Bersani, il Cavaliere “blocca il Paese” per risolvere i
suoi guai giudiziari.
9 febbraio – Stop ai programmi di approfondimento in Rai
La Commissione di vigilanza blocca i programmi giornalistici di approfondimento delle reti Rai
nel rispetto della par-condicio elettorale, la legge che regola l'informazione politica prima delle
elezioni. La soppressione di ogni trasmissione giornalistica, votata dal centrodestra, su
proposta del relatore radicale Marco Beltrandi e con l'aiuto di Roberto Rao dell'Udc, che
40
restando in aula non fa cadere il numero legale, compromette fortemente la possibilità del
cittadino di essere informato in vista del voto: è il bavaglio dell'informazione.
2010
10 febbraio – Scoppia lo scandalo Protezione civile
Da un'inchiesta fiorentina, via intercettazioni telefoniche, nasce lo scandalo Bertolaso. Tre
pubblici ufficiali incaricati dalla Presidenza del Consiglio di gestire i Grandi Eventi dei mondiali
di nuoto, del G8 alla Maddalena e dell'anniversario dell'Unità d'Italia, "hanno asservito" la loro
funzione pubblica con risorse e poteri enormi "in modo totale e incondizionato" agli interessi di
un imprenditore interessato. Almeno cinque grandi appalti sono stati pilotati e l'imprenditore
ha ringraziato con 21 benefit regalati ai funzionari statali infedeli, ai loro amici per rispondere
ad ogni loro esigenza privata, dalle auto alle colf, alla ristrutturazione delle case, ai favori
sessuali, ai viaggi, agli alberghi, alle assunzioni di figli e cognati. L'inchiesta porta a quattro
arresti, tra cui il presidente del Consiglio Superiore per i Lavori Pubblici, per corruzione
continuata e a 40 indagati, compreso Guido Bertolaso.
12 febbraio – Rai, salta lo speciale su Vittorio Bachelet
Primo effetto delle decisioni Rai sulla par condicio: la trasmissione di Raiuno "A sua immagine"
cancella il servizio in ricordo di Vittorio Bachelet, il professore cattolico ucciso dalla Br a Roma
il 12 febbraio di 30 anni fa. Nel filmato era contenuta un'intervista al figlio Giovanni, oggi
deputato del Pd. È la par condicio: il deputato Bachelet non può andare in video senza un
contraltare del Pdl.
14 febbraio – LeG pubblica Il Vuoto
Un appello e insieme un duro atto di denuncia. Lo lanciano per Libertà e Giustizia due
ex presidenti della Corte costituzionale, Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida; lo
firmano i garanti di LeG, Aulenti, Bachelet, Gandolfi, Eco, Magris, Guido Rossi e Veca
e con Sandra Bonsanti tutto l'ufficio di presidenza. Pubblicato sulle pagine di Repubblica e di
alcuni quotidiani locali Il Vuoto è l'ideale continuazione di Rompiamo il Silenzio. “È il vuoto che
più spaventa. Vuoto nel quale prospera una mai vista concentrazione oligarchica di finanza,
informazione e politica che spazza via la distinzione pubblico-privato, ignora il senso delle
istituzioni e giunge al punto di fare uso privato dell’atto pubblico per eccellenza, la legge. Non
è solo questione di decenza e di etica pubblica. La democrazia è in questione, anche senza
bisogno di cambiarne le regole. Senza uguaglianza, non ci sono cittadini, ma padroni e servi,
rispetto sia alla politica, sia alla cultura e all'informazione, sia all'economia”.
16 febbraio – La nuova sfida del premier: cambiare la legge sulle intercettazioni
Portare al più presto in senato il ddl sulle intercettazioni e approvarlo. È questa la sterzata
impressa da Berlusconi, colpito dalla “barbarie” di “verbali di telefonate che non contengono
nulla di penalmente rilevante, date in pasto ai giornali in modo disumano”. Una strategia
impostata a palazzo Grazioli con Gianni Letta e Guido Bertolaso. Si fa il punto sullo scandalo
che ha coinvolto la Protezione civile e gli appalti del G8. Bertolaso vorrebbe dimettersi: “Sono
un servitore dello Stato, ho lavorato lealmente. Fosse per me, me ne andrei adesso”.
Berlusconi: “Guido, hai sempre dimostrato di avere le palle, dimostralo ancora stavolta. Devi
tenere duro un mese, poi si sgonfierà tutto”.
19 febbraio – LeG: legge anti corruzione? Cominciamo a rispettare la Carta
Il rispetto della nostra Costituzione Potrebbe servire, forse, a far risalire l'Italia, nella
statistica sulla corruzione nel mondo di Transparency International. Per ora il nostro
Paese è dopo il Sud Africa, la Corea del Sud e Taiwan.
20 febbraio – Salta la fiducia per il decreto Bertolaso
La battaglia sulla Protezione civile è conclusa: la Camera approva quel che resta del decreto
originario del governo (via la privatizzazione, via gli scudi dai procedimenti giudiziari, via la
fiducia-ricatto…) e il provvedimento torna al Senato dove il centrodestra si rimangia tutto
tranne la norma sulla mancata separazione tra gli interventi di vera emergenza e i “grandi eventi che Bertolaso continua a gestire senza alcun controllo. Risultato del voto finale della
Camera: 282 sì, 246 no, un astenuto. La “maggioranza” è andata sotto tre volte su documenti
dell’opposizione: in particolare su quello che impegna il governo a stilare e usare la cosiddetta lista nera di fornitori e prestatori d’opera da escludere da contratti pubblici, appalti e
soprattutto subappalti perché a rischio di inquinamento criminale.
2010
22 febbraio - Scuola, il tetto degli stranieri ci discrimina
La soglia stabilita dal ministro Gelmini per evitare classi ghetto nel mirino di un ricorso civile
depositato al tribunale di Milano contro Ministero dell'istruzione e ufficio scolastico lombardo.
Le mamme di due bambini di 10 anni, una rumena e l' altro egiziano, assistite dall'Associazione
studi giuridici sull'immigrazione con "Avvocati per niente", chiedono al giudice di imporre
l'accettazione delle iscrizioni di tutti gli alunni stranieri con le stesse condizioni previste per gli
italiani. I ricorrenti si appellano, oltre che all'art.3 della Costituzione (uguaglianza tra i
cittadini) anche al testo unico sull'immigrazione per cui è “discriminatoria qualsiasi restrizione
nell'accesso all'istruzione imposta soltanto in ragione della condizione di straniero”.
23 febbraio – LeG lancia l'appello: coi soldi del ponte fermiamo le frane
Bloccare l’informe cantiere che il 23 dicembre è stato aperto in sordina, forse per
vergogna, nei pressi di Cannitello, sul versante calabrese, spacciandolo per la “prima
pietra” del Ponte. È la proposta di “Libertà e Giustizia” al mondo politico, alla
comunità scientifica, agli amministratori, agli imprenditori, al mondo accademico e culturale
dell’intero Paese. Si dia vita, piuttosto, a quel Piano urgente di prevenzione e difesa del suolo
di cui il Paese ha bisogno. Quasi settemila le firme raccolte sul web.
25 febbraio - Maggioranza in tilt sulla ineleggibilità
Litigi nel Pdl su un tema cruciale: come impedire che corrotti e malfattori finiscano in politica
Il ddl anti-corruzione promesso da Silvio Berlusconi non riesce a vedere la luce. C'è chi vuole
escludere i condannati da qualsiasi elezione, Camera e Senato compresi, e chi invece li vuole
tenere dentro almeno per Regioni e Parlamento, appellandosi alla Costituzione e a quegli
articoli, 2, 51, 65, che fissano le regole della candidabilità e dell'eleggibilità e che danno a tutti
il diritto di candidarsi. Mentre litigano i tecnici della Giustizia con quelli di Brunetta (Funzione
pubblica) e di Calderoli (Semplificazione), in aula a Montecitorio si discute se un candidato può
consapevolmente utilizzare supporter in odore di mafia: 35 deputati del Pdl si astengono, e
sette addirittura votano contro. Non basta: ci sono 115 pidiellini assenti, 70 ingiustificati.
Finiani, leghisti, centristi di Casini, dipietristi, democratici, anche deputati del Pdl si trovano
assieme e fanno muro con 354 voti a favore.
26 febbraio – Caso Mills, per la Cassazione il reato è prescritto
La sentenza di Cassazione dice che la corruzione ci fu ma il reato è prescritto (dopo 10 anni, da
qualche mese, per Mills) e la condanna annullata. Il pg della Corte, Ciani, è chiaro e precisa
che "non vi sono i presupposti per il proscioglimento nel merito di Mills". Cioè resta confermato
quello che i magistrati di Milano sostengono da anni: la Fininvest di Silvio Berlusconi versò
all'avvocato inglese "non meno di 600 mila dollari" su conti svizzeri, "perché dichiarasse il
falso, negasse il vero o tacesse fatti a sua conoscenza", per tener fuori il cavaliere dai processi
su All Iberian e sulle tangenti alla Guardia di Finanza. Mills esce definitivamente di scena,
anche se dovrà risarcire lo Stato e la Presidenza del consiglio con 250 mila euro, "per danno
all'immagine".
27 febbraio - Ddl corruzione, i condannati restano eleggibili
Alla fine, dal ddl anti corruzione del governo resta del tutto fuori l'obbligo di non candidare, a
qualsiasi tipo di elezione, chi abbia subito non un rinvio a giudizio, ma neppure una condanna
definitiva. E viene espunta anche l'ipotesi, che pareva entrata nel testo fino a giovedì sera,
dell'obbligo di contestare, a chi è colpevole di corruzione, anche l'interdizione dai pubblici uffici.
Nulla di nulla. In compenso entra un'ipotesi estrema, la non candidabilità per qualsiasi corsa
elettorale per il presidente della Regione che sia stato rimosso, con un decreto motivato del
capo dello Stato, perché ha compiuto “atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”.
Undici norme, 20 pagine, il ddl anticorruzione si modula su tre capitoli. Il primo scritto dal
ministro Brunetta (Funzione pubblica) fa nascere il “piano nazionale anticorruzione” in cui ogni
ufficio dovrà mettere per iscritto il grado di esposizione al rischio corruttivo. Il secondo capitolo
è del leghista Calderoli (Semplificazione) sui controlli potenziati negli enti locali. Il terzo del
Guardasigilli Alfano con l'aumento delle pene soprattutto nel minimo per i reati di corruzione,
ma in modo che la prescrizione non superi mai quella attuale. Un esempio a caso? La
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corruzione giudiziaria, oggi punita da tre a otto anni, passa da quattro a otto. E siccome la
prescrizione si calcola sul massimo della pena il gioco è fatto.
2010
27 febbraio – Si presentano le liste elettorali: Pdl in ritardo a Roma
Alle 12, in tutta Italia si presentano le liste elettorali per le regionali del 28 e 29 marzo. Ma il
Pdl non riesce a presentare la sua lista in Lazio. Ne nasce una bagarre. Il primo marzo
toccherà alla Lista Formigoni in Lombardia, esclusa dalla Corte d'appello di Milano dopo
l'esposto dei radicali su presunte firme mancanti. E' caos liste che a meno di dieci giorni dal
voto vedrà il pronunciamento di sette giudici, un decreto legge costruito ad hoc e una serie di
colpi di scena, come la riammissione, il 18 marzo della Lista Sgarbi, in Lazio.
28 febbraio - le Monde: Italia rassegnata come ai tempi del fascismo
Nell'Italia di Berlusconi, “è l'ignavia che prende il sopravvento, una passività e un'accettazione
che ricordano il regime fascista”. È un passo dell'analisi del quotidiano francese Le Monde
firmata da Jacqueline Risset, scrittrice e docente di letteratura all'università Roma III, intitolato
La faccia nera dell'Italia. Nel lungo articolo l'autrice spiega come “la patria di Dante e Leopardi”
sia finita in uno stato di “anestesia totale, sonnolenza collettiva e narcosi” nei confronti del
potere berlusconiano. Al contrario della Germania con il nazismo, l'Italia non ha mai avviato
una riflessione approfondita sul ventennio fascista. Complice una mancata educazione alla
Costituzione degli italiani, dopo la discesa in campo il Cavaliere ha avuto gioco facile a imporre
“la società dello spettacolo” in cui, grazie ad una tv prepotente, “è stata abolita la differenza
tra reale e finzione”.
28 febbraio – Il Popolo Viola torna in piazza
Il Popolo Viola torna a manifestare in piazza del Popolo a Roma per difendere la Costituzione
italiana. Hanno aderito Radicali, Pd, Idv, Pdci-Federazione della Sinistra per ribadire che “la
legge è uguale per tutti”, “difendere la Costituzione” e “contro l'approvazione della norma sul
legittimo impedimento”. Secondo gli organizzatori, a manifestare erano in 200mila tra cui vari
leader come Di Pietro, Bonino, Bindi.
5 marzo – Il governo vara il decreto salva-liste
Con un decreto il governo Berlusconi salva le liste Pdl escluse dalla competizione regionale
perché presentate in ritardo. Prevede che il diritto all'elettorato attivo e passivo prevalga sulla
forma; ci sono 24 ore di tempo, a partire dall'accettazione delle liste, per mettere toppe alle
irregolarità formali, ma le 24 ore per Lazio e Lombardia valgono a partire dall'attuazione del
decreto, non dall'accettazione delle liste. E' valido ogni mezzo di prova per dimostrare di
essere stati presenti nell'ufficio giusto al momento di chiusura della presentazione delle liste.
Un provvedimento che rappresenta una violazione di legge, per giuristi quali Zagrebelsky e
Onida. Il riferimento è alla legge del 1988 sul potere normativo del governo. L’articolo 15
secondo comma, della legge n. 400 del 23 agosto stabilisce infatti che il governo non può
provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia
costituzionale e elettorale).
9 marzo – Il governo pone la fiducia sul legittimo impedimento
Il governo pone la questione di fiducia sul ddl sul legittimo impedimento all'esame dell'Aula del
Senato. Lo annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito motivando la
decisione con l'ostruzionismo del Pd e dell'Idv che hanno presentato circa 1700 emendamenti.
Il provvedimento scatena urla e strepiti dai banchi dell'opposizione, tanto che la seduta è
sospesa ed è convocata la conferenza dei capigruppo. Questa sul ddl sul legittimo impedimento
è la trentesima fiducia di questo governo Berlusconi.
11 marzo – Liste, Berlusconi assolve gli uomini del Pdl
Berlusconi assolve con formula piena gli uomini del Pdl, tutta la colpa del disastro delle Liste è
dei radicali e dei magistrati. Sul banco degli imputati c'è anche la sinistra “antidemocratica e
meschina” che “voleva correre da sola come in Urss”, come “una squadra di calcio che ha
l'arbitro amico e ha chiuso gli avversari nello spogliatoio”. In via dell'Umiltà a Roma, sede del
Pdl, Silvio Berlusconi racconta la sua verità sul caos liste e passa all'attacco, in vista della
manifestazione della prossima settimana, “per reagire all'assoluta disinformazione che è stata
data: non vi è stata alcuna responsabilità dei nostri dirigenti e funzionari”.
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2010
12 marzo - “Berlusconi voleva mettere il bavaglio ad Annozero”: inchiesta a Trani
Silvio Berlusconi voleva “chiudere” Annozero. Giancarlo Innocenzi dell'Agcom – dopo aver
parlato con il premier - sollecitava esposti contro Michele Santoro. Il direttore del Tg1 Augusto
Minzolini – al telefono con il capo del governo – annunciava d'aver preparato speciali da
mandare in onda sui giudici politicizzati. E le loro telefonate sono finite in un fascicolo
esplosivo. Berlusconi, Minzolini e il commissario dell'Agcom: sono stati intercettati per
settimane dalla Guardia di Finanza di Bari, mentre discutevano della tv pubblica. E finiscono
indagati nel procedimento aperto dalla procura di Trani. Lo scenario da “mani sulla Rai” vien
fuori da un'inchiesta condotta dal pm Michele Ruggiero, che in origine riguardava carte di
credito della American Express. Una banale inchiesta sui tassi d'usura, partita oltre un anno fa,
alza il velo sui reali rapporti tra Berlusconi, il direttore generale della Rai Mauro Masi, il
direttore del Tg1 e l'Agcom.
12 marzo – Corte europea dei diritti dell'uomo: inaccettabile il monopolio tv in Italia
Berlusconi è chiamato davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo dalla fondazione che fa
capo al finanziere George Soros. L'accusa è “l'inaccettabile monopolio delle tv italiane”. L'Open
Society Justice Initiative ha fatto ricorso perché il “controllo sulle tv italiane del premier Silvio
Berlusconi va contro gli standard democratici Ue”: ricorda il caso di Europa 7 “che si è vista
negare l´accesso alle frequenze tv per oltre un decennio” e denuncia “il fallimento dei diversi
governi italiani nel risolvere conflitto d´interessi e concentrazione”.
14 marzo – Consulta: bocciato solo il 12 per cento delle leggi presentate
La Corte costituzionale “negazione della democrazia” perché boccia le leggi del governo
Berlusconi? Ecco i dati: nei primi 19 mesi di questa legislatura le bocciature sono state meno
del 12% delle leggi varate dal governo di centrodestra e impugnate davanti alla Consulta. Su
97 provvedimenti sottoposti al giudizio della Corte, solo dodici sono stati annullati per
manifesti vizi di costituzionalità. Per contro nello stesso periodo del precedente governo Prodi
le disposizioni dichiarate incostituzionali erano state 47 su 178 norme impugnate, pari al 26%.
15 marzo – Berlusconi indagato a Trani per concussione e minacce
Silvio Berlusconi, Augusto Minzolini e Giancarlo Innocenzi sono formalmente indagati
nell'inchiesta Rai-Agcom. La conferma arriva da Trani nel giorno in cui i consiglieri del Csm
polemizzano sull'arrivo in procura degli ispettori del ministro Alfano. Concussione e minacce i
reati ipotizzati ai danni dell'istituzione del Garante per le Comunicazioni. Innocenzi è indagato
per favoreggiamento personale, per le dichiarazioni fatte agli investigatori in cui avrebbe
negato di aver ricevuto pressioni da Berlusconi per chiudere Annozero. Per il direttore del Tg1
l'ipotesi di reato sarebbe la rivelazioni di segreti inerenti a un procedimento penale. Minzolini
non avrebbe osservato il divieto imposto dal pm di non rivelare il contenuto dell'interrogatorio
a cui fu sottoposto a Trani il 17 dicembre 2009 nell'ambito delle indagini sulle carte di credito
American Express.
17 marzo – Alfano: il Csm viola la Costituzione
Il Csm “viola la Costituzione” e l'apertura della pratica sull'invio degli ispettori del ministero a
Trani “è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo”. Un attacco
durissimo, quello di Angelino Alfano all'organo di autogoverno dei giudici. Mentre il
vicepresidente Mancino difende un'iniziativa finalizzata a “ribadire quali siano i confini tra
ispezione e indagine giudiziaria”, il Guardasigilli si affida a una nota ufficiale per stigmatizzare
quello che definisce “un comportamento inaccettabile” da parte del Csm, che “vulnera il
sistema democratico della divisione dei poteri”. Anziché “verificare come e perché il presidente
del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati”, il Csm, accusa Alfano,
“travalicando i propri poteri apre una pratica che, all'evidenza, tende a comprimere l'attività
degli ispettori: tutto ciò - conclude il Guardasigilli - dimostra la volontà di certa magistratura di
voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno una chiara ed ovvia
valenza politica”.
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2010
18 marzo – La Rai sospende Loris Mazzetti
Colpevole di aver denunciato le magagne interne a viale Mazzini, il collaboratore di Enzo Biagi
viene sospeso per dieci giorni. “Ho solo espresso il mio pensiero”, si difende il regista e
giornalista. “Evidentemente, oltre a chiudere gli approfondimenti, si agisce anche contro chi
tenta di ribellarsi agli strapoteri”.
19 marzo – Berlusconi: penso all'elezione diretta del capo dello Stato
E' importante che le regionali vadano bene perché con un “mandato pieno” potremo “lavorare
bene e con serenità: per esempio per modernizzare il Paese, magari introducendo l'elezione
diretta del presidente della Repubblica o la riduzione del numero dei parlamentari”. Serve
anche “una grande, grande, grande, grande riforma della giustizia per mettere fine a una
patologia terribile nella nostra democrazia”.
29 marzo – Regionali, 7 regioni al centrosinistra e 6 al centrodestra
La campagna elettorale più strampalata di questa democrazia finisce con sette regioni (Liguria,
Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Basilicata e Puglia) al centrosinistra e sei
(Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Calabria) al centrodestra. I partiti di
governo riconquistano quattro governatori (si partiva da 11 a 2). Il centrosinistra registra le
sconfitte annunciate in Campania e Calabria e quelle meno previste in Piemonte e Lazio. Un
nuovo partito è quello dell'astensionismo: 36 elettori su cento non sono andati a votare
colpendo in ugual misura le due parti politiche.
30 marzo – Napolitano: e ora riforme condivise
Occorrono "ulteriori riforme", procedendo su quelle avviate e quelle "apparse condivise" nella
scorsa legislatura: lo dice il presidente della Repubblica in una dichiarazione di auguri ai nuovi
governatori e consiglieri regionali. Napolitano si augura che dagli eletti venga l'impulso allo
"sviluppo del processo riformatore, su basi autonomistiche e solidali, a miglior presidio
dell'unità nazionale e degli equilibri costituzionali" che potrà porre rimedio al fenomeno
dell'astensionismo.
30 marzo – Bersani: il governo indichi la strada, pronti a riforme vere
"Chi governa ora ha la responsabilità di dire che strada vuole prendere. Ogni tavolo che
affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà al tavolo. Altrimenti faremo una ferma
opposizione". E' il Pd Pier Luigi Bersani a dirlo, all'indomani del voto regionale. "Se si vuole
intraprendere un cammino di svolta per indicare soluzioni vere agli italiani noi ci siamo. Se
invece si vuole parlare di problemi lontani dai cittadini, noi denunceremo questo tipo di
impostazione"
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Conclusione
In poco più di 22 mesi, fino al 15 marzo 2010, sono 145 le leggi approvate (6,43 al mese). Di
queste, 53 sono decreti legge, pari a quasi un terzo del totale, per il resto si tratta di leggi
comunitarie, di bilancio o ordinarie. Soltanto 19 sono quelle di iniziativa parlamentare (il
13,10%). Nella legislatura 1996-2001 le leggi proposte da deputati e senatori erano oltre il 18
per cento del totale e ben il 20 nella legislatura successiva. Delle 145 leggi, 46 sono di
conversione di decreti-legge, 8 di bilancio, 5 collegate alla manovra finanziaria, 58 ratifiche, 27
ordinarie, una comunitaria.
Con il ddl sul legittimo impedimento questo governo Berlusconi raggiunge quota 30 fiducie. Il
Berlusconi IV batte già il Berlusconi II che in 46 mesi aveva posto la fiducia 29 volte. L’ultimo
governo Prodi ha fatto ricorso alla fiducia, nello stesso lasso di tempo, 17 volte.
Quanto ai 53 decreti (2,35 al mese), uno è stato convertito in legge senza alcuna modifica, 40
con qualche ritocco parlamentare, mentre 7 sono decaduti e 5 sono in corso di conversione.
Sono su tutte le materie, dall'emergenza rifiuti in Campania alla vicenda Alitalia, dalla
sicurezza, alla giustizia, all'istruzione.
Aumentano le ordinanze della protezione civile che dal 2001, da quando Guido Bertolaso è ai
vertici, sono più di 700. Tra il '94 e il 2001 ne vennero adottate solo 7. I casi? Dal terremoto a
l'Aquila, agli zingari, ai Giochi del Mediterraneo. Dal 2008, per decreto, queste ordinanze non hanno neppure bisogno del controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti.
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