Translate

lunedì 25 aprile 2011

Brano scritto da Piero Calamandrei

A tutti costoro e a tutti quelli che: “Ma a cosa serve questa festa della liberazione? Perchè non ricordiamo insieme i partigiani e i ragazzi di Salò? Perchè non cambiamo l’articolo 1 della Costituzione?…”, ci permettiamo di dedicare uno splendido brano scritto da Piero Calamandrei e che ci fa capire perchè abiamo fatto e faremo ancora meglio a tenerci strette queste feste davvero “civili”.

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.


Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.



Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

domenica 24 aprile 2011

LA NOSTRA FESTA

 

Foto bacheca
Buongiorno a tutti i miei amici resistenti:
LA NOSTRA FESTA
di Paolo Flores d’Arca...is

Domani, 25 aprile, è Festa nazionale. Il che significa che la nazione italiana riconosce in quella data il fondamento della propria identità. Detto altrimenti: il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani perché per far parte della Patria è necessario riconoscere - nel fatto storico che si celebra - la radice della propria comune cittadinanza. Ora, il 25 aprile è stato scelto a riassumere i giorni in cui i partigiani insorgono in tutte le più importanti città del nord, liberandole. “Aldo dice ventisei per uno” è la frase in codice trasmessa da radio Londra con cui il comando della Resistenza il pomeriggio del 24 aprile dà l’ordine dell’insurrezione generale.

Il 25 aprile è dunque la festa di tutti gli italiani perché è la festa della Liberazione, la festa della vittoria della Resistenza antifascista. La Resistenza antifascista è dunque il fondamento del nostro essere italiani. Chi della Resistenza antifascista
nega o disprezza o combatte i valori sta semplicemente minando e negando l’identità e l’appartenenza che ci fanno Patria. Patria e Resistenza antifascista sono sinonimi, fino a che l’Italia vuole restare “Repubblica italiana” e non collassare di nuovo in quella mera “e s p re s s i o n e ge o gra fi c a ” di cui parlava Metternich.

La Resistenza antifascista fa tutt’uno infatti con la Costituzione repubblicana, che nasce nel pieno esplodere della guerra fredda e che tuttavia custodisce
l’identità comune della Nazione, al di là di uno scontro politico sempre più aspro, proprio perché radicata nell’impegno comune – fino al sacrificio della vita - cui hanno saputo dar luogo i partigiani in montagna, i militanti dei partiti clandestini nelle città, nelle carceri, in esilio.

La Resistenza antifascista, e la Costituzione che ne codifica la “buona novella” (firmata dal democristiano De Gasperi e dal comunista Terracini, ed elaborata da figure straordinarie come Calamandrei), rappresentano perciò una sorta
di religione civile, di ethos comune dell’Italia democratica, nel venire meno dei quali va in pezzi la Patria stessa, e resta la nuda forza degli “spiriti animali”, le “ragioni” di chi ha più potere ed eversivamente lo esercita in una sorta
di guerra civile soft.

Forse l’articolo 1 va cambiato davvero: “L’Italia è una Repubblica democratica
nata dalla Resistenza antifascista, ai cui valori si ispira”.

Domani 25 aprile, giorno della Liberazione, della vittoria della Resistenza antifascista, è Festa nazionale. Festa dell’Italia. Chi non vi partecipa “toto corde” è
perciò contro la Patria, dell’Italia si fa nemico.

di Paolo Flores d’Arca...is

Domani, 25 aprile, è Festa nazionale. Il che significa che la nazione italiana riconosce in quella data il fondamento della propria identità. Detto altrimenti: il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani perché per far parte della Patria è necessario riconoscere - nel fatto storico che si celebra - la radice della propria comune cittadinanza. Ora, il 25 aprile è stato scelto a riassumere i giorni in cui i partigiani insorgono in tutte le più importanti città del nord, liberandole. “Aldo dice ventisei per uno” è la frase in codice trasmessa da radio Londra con cui il comando della Resistenza il pomeriggio del 24 aprile dà l’ordine dell’insurrezione generale.

Il 25 aprile è dunque la festa di tutti gli italiani perché è la festa della Liberazione, la festa della vittoria della Resistenza antifascista. La Resistenza antifascista è dunque il fondamento del nostro essere italiani. Chi della Resistenza antifascista
nega o disprezza o combatte i valori sta semplicemente minando e negando l’identità e l’appartenenza che ci fanno Patria. Patria e Resistenza antifascista sono sinonimi, fino a che l’Italia vuole restare “Repubblica italiana” e non collassare di nuovo in quella mera “e s p re s s i o n e ge o gra fi c a ” di cui parlava Metternich.

La Resistenza antifascista fa tutt’uno infatti con la Costituzione repubblicana, che nasce nel pieno esplodere della guerra fredda e che tuttavia custodisce
l’identità comune della Nazione, al di là di uno scontro politico sempre più aspro, proprio perché radicata nell’impegno comune – fino al sacrificio della vita - cui hanno saputo dar luogo i partigiani in montagna, i militanti dei partiti clandestini nelle città, nelle carceri, in esilio.

La Resistenza antifascista, e la Costituzione che ne codifica la “buona novella” (firmata dal democristiano De Gasperi e dal comunista Terracini, ed elaborata da figure straordinarie come Calamandrei), rappresentano perciò una sorta
di religione civile, di ethos comune dell’Italia democratica, nel venire meno dei quali va in pezzi la Patria stessa, e resta la nuda forza degli “spiriti animali”, le “ragioni” di chi ha più potere ed eversivamente lo esercita in una sorta
di guerra civile soft.

Forse l’articolo 1 va cambiato davvero: “L’Italia è una Repubblica democratica
nata dalla Resistenza antifascista, ai cui valori si ispira”.

Domani 25 aprile, giorno della Liberazione, della vittoria della Resistenza antifascista, è Festa nazionale. Festa dell’Italia. Chi non vi partecipa “toto corde” è
perciò contro la Patria, dell’Italia si fa nemico.

giovedì 21 aprile 2011

Il treno delle Donne per la rivoluzione gentile per la Costituzione

Il treno delle Donne per la rivoluzione gentile per la Costituzione

SABATO 28 MAGGIO STIAMO ORGANIZZANDO TRENI DA TUTTA ITALIA PER RAGGIUNGERE ROMA E CIRCONDARE IL PARLAMENTO.
PER DIFENDERE LA NOSTRA COSTITUZIONE E CHIEDERE LE DIMISSIONI DI QUESTO GOVERNO
E' chiaro a tutti che con la proposta di modifica dell'art. 1 della nostra Costituzione in Italia c'è il pericolo concreto di dittatura, perchè tale sarebbe un Parlamento che sovrasta tutti gli altri organi Costituzionali.
Noi donne non possiamo permettere che tale scempio si consumi!
E' arrivato il momento di fare sentire chiara e forte la nostra voce, per questo motivo dobbiamo chiedere al Presidente della Repubblica di ascoltare anche la nostra voce!
Le donne sono la maggioranza in questo Paese e nessuno si può permettere di ignorare il nostro pensiero, le nostre preoccupazioni, la nostra presenza!
IL 28 MAGGIO OCCORRE UN GRANDE CUORE E BRACCIA LARGHE PER CIRCONDARE IL PARLAMENTO
E' IMPORTANTE ORGANIZZARSI IN TUTTE LE REGIONI ...
NELLA TOSCANO

mercoledì 20 aprile 2011

Comunicato stampa

 La Rete delle donne Siciliane per la Rivoluzione Gentile esprime forte preoccupazione per l'ennesimo attacca alla nostra Costituzione, baluardo di democrazia, soprattutto per l'annunciata modifica dell'art. 1, laddove si vuole spostare la sovranità dal Popolo al Parlamento, che diventerebbe così l'unico organo costituzionale sovrano.
Oggi più che mai è necessario unirci attorno  ad essa per impedire che questa destra possa mettere mano alla prima parte e stravolgere la nostra democrazia, completando così il disegno berlusconiano e della P2.

sabato 16 aprile 2011

Storie di ordinaria follia in un'Italia che affonda !

pubblicata da Nella Toscano il giorno sabato 16 aprile 2011 alle ore 21.39
Le tue modifiche sono state salvate.
Adesso anche la giovane Meloni vuole lasciare il segno e per farlo ha scelto di  modificare la nostra Costituzione. Si avete capito bene, propria la nostra Costituzione! Il bello è che tutti i partiti destra e sinistra sono d'accordo con lei, perchè dicono bisogna fare spazio ai giovani!!1
La   proposta rivoluzionaria consiste infatti nel rendere eleleggibili  alla Camera dei Deputati i giovani a solo 18 anni ed al Senato a soli 25!!!!
 La proposta è piaciuta a tutti e si capisce perchè: tutti tengono famiglia e  non si sa mai, nel caso i padri fossere costretti a sloggiare, bisogna  pensare ai propri pargoli. Bisogna assicurargli  l'eredità anche a costo di modificare la Costituzione!
Certo che di fantasia questi nostri politici ne hanno davvero   poca, ma se questo poca  la mettessero al servizio del Paese, piuttosto che correre dietro le proposte della Meloni    forse le cose potrebbero andare diversamente. Invece no, ognuno vuole il suo bel pezzo di riforma Costituzionale!
 Alla tenera età di 18  è quasi scontato che i giovani , si presume, non abbiano ancora conseguito nemmeno un  semplice diploma, non  abbiano mai fatto esperienza lavorativa, non sappiano nemmeno che cosa significa amministrare  un condominio, e questi li vogliono addirittura catapultare ad amministrare e governare l'Italia!!!
Mentre da parte di tutti si sta acquisendo la consapevolezza che per essere candidati occorre avere certe caratteristche, quali l'esperienza, la competenza, la capacità, questi dimentichi di tutto questo addirittura vogliono selezionare la nuova classe dirigente  tirandola fuori dai banchi della scuola.
Se questa non è follia allo stato puro ditemi cos'è?
Possibile che il buon senso  ha  abbandonato  tutti  fino a questo punto?
 Fermiamoli prima che finiscono per sfasciare tutto!
Nella Toscano

lunedì 11 aprile 2011

Una giornata nera

 
Nella sola giornata di oggi si sono accavallate tante pessime notizie che non promettono niente di buono: b. che fa il comizio davanti al palazzo di giustizia, un ex prefetto commissario antiraket che viene arrestato per sfruttamento della prostituzione minorile; l'Europa che ci sbatte la porta in faccia con il rischio concreto che se continuiamo così ci sbatterà fuori dall'europa. Le reazioni scomposte di La Russa che minaccia l'Europa di ritirarsi dalla Libia e quelle di Maroni che minaccia di uscire dall'Europa, mettono in evidenza la follia di una classe dirigente incapace ed incopetente che non ha nemmeno la minima percezione del proprio ruolo e dei danni derivanti da simili affermazioni.
E, ciliegina sulla torta, in mezzo a tutto questo marasma, c'è chi ha il coraggio di avanzare proposte oscene come quella che ha fatto Sposato del PD, chiedendo  il raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti, alla modica spesa per gli Italiani  di più di 180 milioni. Vista la crisi economica ed occupazionale che stiamo vivendo questi si preoccupano solo di raddoppiare le proprie entrate, dicono perchè vogliono vincere le prossime elezioni, perchè secondo loro si vince se ci sono i soldi. Evidentemente non hanno il minimo sospetto o magari se ne fregano semplicemente di quello che pensano e vogliono gli Italiani.
Naturalmente il PDl ha detto subito si a questa proposta e ora possiamo star certi che fra non molto  sarà approvata  all'unanimità.
Ormai in Italia siamo come una nave in mezzo alla tempesta, guidata da un capitano ubriaco e più si va avanti, più si rischia molto.
Come si può rimanere indifferenti di fronte ad uno spettacolo così devastante?
Come può un'intera  classe politica rimanere sorda e cieca di fronte a questo scempio?
Possibile che sono tutti uguali, che nessuno abbia un sussulto di dignità ed un minimo di coraggio per ribellarsi a tutto questo?
 Io non so se ne usciremo e come ne usciremo da questa situazione, ma una cosa è certa, se saremo costretti a uscire dall'Europa   saranno guai seri!
N. T.

sabato 9 aprile 2011

Unità e primarie a Palermo

Le elezioni comunali a Palermo si stanno inevitabilmente avvicinando e la confusione all'interno di quello che dovrebbe essere il centro sinistra regna sovrana.
Purtroppo in Sicilia all'Assemblea Regionale il PD è alleato e governa insieme all'MPA di Lombardo, mentre al Comune di Palermo è all'opposizione insieme alle altre forze della sinistra.
In queste condizioni mi pare davvero  arduo  intraprendere un cammino  che possa condurci  fuori da questo pantano e soprattutto mi pare  impossibile che si possa raggiungere la necessaria unità tra le forze della sinistra,   sperando che questo possa condurre poi alla vittoria elettorale.
Quando si sente invocare l'unità da parte di alcuni militanti del PD  viene da chiedersi: unità con chi?
Se qualcuno rispondesse a questa domanda con chiarezza e senza ambigutà penso che si farebbe un grosso passo avanti e si potrebbe poi passare alla seconda fase, la più impegnativa. 

E' chiaro che senza un programma, senza una visione su ciò che si vuole fare, per fare uscire Palermo dal degrado in cui è precipitata, non si va da nessuna parte. 
Credo che gli strappi non si devono  fermare al  virtuale, ma devono riempirsi di contenuti, perchè in mancanza lasciano il tempo che trovano e la precondizione perchè siano credibili è che chi li propone abbia un profilo politico chiaro.
Allo stato non mi pare ci sia questa chiarezza, perchè fino a quando una persona mantiene due incarichi in ognuno dei quali  si allea  con maggioranze diverse, di destra nell'uno e di sinistra nell'altro non può mai essere credibile. Non basta certo  proporsi in quanto giovane perchè tutto il resto passi in secondo piano, perchè si sa che la gioventù non è un pregio, ma una stagione della vita e quindi non può, nè deve mai essere messa come scelta per cambiare la politica, perchè così non è ed i fatti lo dimostrano. Basti  guardare la Lega, i cui rappresentanti Istituzionali sono tutti giovani che hanno contribuito in maniera proficua a sfasciare l'Italia.
Se si uscisse da questa ambiguità si potrebbe poi pensare alle primarie a condizione che siano primarie vere e non pilotate come spesso avviene.
E' chiaro che alle primarie dovrebbero presentarsi più soggetti, uomini e donne che   hanno voglia e coraggio per mettersi in gioco.
Purtroppo questa competizione nel caso di Palermo se si facesse avrebbe in se un vizio di fondo, perchè i candidati non potrebbero mai partire  tutti dallo stesso nastro di partenza , perchè come sappiamo tutti c'è chi fa campagna elettorale da un hanno e affigge manifesti un giorno si e l'altro pure, mentre eventuali altri nuovi candidati sono ancora tutti da inventare.
Questo, naturalmente, avrebbe ripercusioni non indifferenti e renderebbe le primarie solo una passerella  per legittimare chi parte in vantaggio.
Quando si invocano regole democratiche come potrebbero essere le primarie  bisognerebbe avere la sensibilità politica di aspettare che esse vengono indette per farsi la campagna elettorale, ma così non è stato e allora mi pare davvero arduo proporle ora a campagna elettorale più che avanzata da parte di alcuni.
Nella Toscano

venerdì 1 aprile 2011

I mille pezzi di cui l'Italia ha bisogno per cambiare!

 La destra sta andando in frantumi, questo orami è certo, anche se   non  è facile    che i pezzi  saranno quei mille  di cui l'Italia ha bisogno per cercare di  voltare pagina.
Il problema più grosso però, a mio parere, è sul come voltare pagina, perchè non penso che con una semplice alternanza di questa classe dirigente andremmo molto lontano. Il guaio peggiore è però che nessuno di loro si rende però conto di questo, o meglio non vuole rendersene conto, perchè pensa solo e soltanto a preservare il proprio potere, a qualunque costo!
Di fronte a questa situazione   non si capisce chi  dovrà  guidare il processo di cambiamento, su quali proposte programmatiche e con quali alleanze.
Abbiamo visto il PD rincorrere una volta Fini, una volta Casini, una volta la lega, senza risultato. Ad oggi non sappiamo quindi con chi si vuole alleare, visto che non ha detto una parola chiara nei confronti di quel che resta della sinistra.
Dall'altro lato c'è una società civile che scalpita, che si oppone, ma che non riesce a trovare una sintesi, non prova nemmeno ad unire le forze per lanciare una sfida programmatica attorno a cui riunirsi per cercare di cambiare.
Quel che è certo è che così non si può continuare se vogliamo salvarci. Dobbiamo necessariamente proporre  un progetto politico capace di aggregare tutti coloro che non si riconoscono nei partiti, che sono tantissimi e crescono ogni giorno di più, per cercare di vincere le prossime competizioni elettorali e soprattutto per cercare di mettere in atto il necessario cambiamento, che parte proprio dalla scelta di una classe dirigente, competente, capace e  appassionata per risolvere i tantissimi gravi problemi del paese,  per evitare così il rischio di trovarci poi una stuazione ingovernabile.
A guardarsi intorno si vedono però le solite manovre elettoralistiche messe in atto dalle oligarchie dei partito,  se non da singole persone, pronte a strumentalizzare la qualsiasi, come se niente fosse successo e stesse succedendo.
Questo è davvero un problema, che  mette in evidenza come questa classe dirigente non vuol guardare oltre il proprio naso, come non vuol vedere il grande travaglio di una nazione ormai allo sbando.
Mi domando e  domando:  è  possibile continuare così?
Io penso che no non è possibile, qui o si capisce che bisogna cambiare tutto, a partire da noi stessi, o la nave affonda, perchè i problemi sono di una gravità che non permette di fare sconti a nessuno.
Nella Toscano