La situazione politica ed economica, oltre che sociale che stiamo vivendo mi sembra un tunnel senza via d’uscita, dove è impossibile intravedere una luce.
In questi giorni di guerra il cielo della Sicilia è incessantemente attraversato da razzi le cui scie di nuvole bianche si incrociano e la paura ti assale. La minaccia che arriva dal nostro bellissimo cielo azzurro incombe su tutti noi,ancor prima di raggiungere il popolo Libico.
Se accendi la TV la prima immagine disperante che ti si para davanti agli occhi è quella di un esercito di uomini disperati che sono approdati sulle nostre coste in cerca di pace e di vita migliore e, questo, naturalmente non fa che aumentare l’angoscia e ancora di più nel vedere come la politica, tutta la politica non vuole e non sa risolvere questo drammatico problema.
Non certo migliore appare la sorte dei cittadini di Lampedusa che in così poco tempo hanno visto sconvolta la propria vita ed invaso il proprio territorio, senza che nessuno abbia provato a porvi rimedio o a dare gli aiuti necessari.
Se guardi a quello che è avvenuto in Giappone con tutto il suo carico di vittime e devastazioni l’angoscia aumenta. Aumenta perché il disastro immane ci pone davanti ad interrogativi senza risposte certe. Che ne sarà di noi popoli del pianeta, quali conseguenze sul piano della nostra salute ci saranno?
E’ certo che le notizie contrastanti non aiutano certo a placare le nostre angosce, ma semmai contribuiscono ad aumentarle.
Assistiamo ogni giorno alla perdite di migliaia di posti di lavoro senza che nessuno si preoccupi di come affrontare e risolvere questa emergenza e così centinaia di migliaia di famiglie rimangono in mezzo ad una strada, senza prospettive per il futuro.
La scuola pubblica è stata devastata, la giustizia scardinata, il lavoro professionale degradato, la corruzione dilagante, l’etica pubblica devastata, i rapporti umani degradati, la dignità delle donne calpestata, la libertà delle stesse messa a dura prova e molto altro ancora …
Di fronte a questi drammi avremmo avuto bisogno di un governo e di un parlamento responsabili e capaci di gestire al meglio questa crisi senza precedenti, o quantomeno, nell’incapacità di gestire una situazione così complessa, di passare la mano. Invece no, pur di rimanere in sella si è arrivati all’acquisto di quelli che avrebbero dovuto rappresentare il popolo, con una sfacciataggine e una protervia tale da lasciarci nauseabondi.
In presenza di uno scenario così devastante ci ritroviamo con un presidente del consiglio che continua a pensare ai fatti suoi e molto intento a sfasciare quel che resta della giustizia per salvare la sua persona, con un ministro degli esteri che è una caricatura, ogni giorno sbeffeggiato dai leader internazionali, con un ministro dell’interno anch’esso una caricatura, dedito solo a creare confusione ed a fare propaganda pensando solo al proprio tornaconto personale, per non parlare degli altri ministri e soprattutto dell’ultimo indagato per associazione mafiosa. Davvero un bel quadro completato da un’opposizione, si fa per dire, assolutamente incapace di esercitare il proprio ruolo, abbarbicata com’è al mantenimento della propria fetta di torta. A volere guardare questo quadro viene spontaneo domandarsi se è solo incapacità o se invece dietro c’è un disegno preciso. Quel che è certo è che l’Italia è stata appena inserita tra i cinque Paesi più inaffidabili, insieme a Ruanda e ad altri tre paesi dell’est europeo. E come se non bastasse adesso si sta pure tentando, ancora una volta di mettere il bavaglio all’informazione !
Speriamo che il buon Zavoli non ceda a questa ennesima porcata!
Nessuno si pone, quindi, il problema di come uscire da questa crisi devastante.
Eppure sarebbe necessario ed urgente farlo.
Di fronte ad un quadro politico generale di questo tipo, sarebbe necessario che fossero i cittadini a prendere coscienza e ad organizzarsi. Purtroppo vedo tanta frammentazione e tanta disorganizzazione tra i vari movimenti e le varie realtà associative, ognuna più propensa a conquistare un proprio spazio, piuttosto che a cercare di lavorare uniti per trovare la strada che ci possa portare a risolvere i gravi problemi che abbiamo davanti. Come fare per uscire da questo stato?
Non credo ci siano ricette, ma penso comunque che si potrà uscirne solo se si ha o si acquisisce la consapevolezza della drammaticità della situazione in atto, che ci impone di andare oltre la ricerca dello spazio personale per conquistare un posto al sole. Temo che se non lo capiremo in fretta saranno i popoli a sud dell’Europa che stanno approdando sulle nostre coste a fare la rivoluzione che noi non siamo stati , né siamo in grado di fare.
Se accendi la TV la prima immagine disperante che ti si para davanti agli occhi è quella di un esercito di uomini disperati che sono approdati sulle nostre coste in cerca di pace e di vita migliore e, questo, naturalmente non fa che aumentare l’angoscia e ancora di più nel vedere come la politica, tutta la politica non vuole e non sa risolvere questo drammatico problema.
Non certo migliore appare la sorte dei cittadini di Lampedusa che in così poco tempo hanno visto sconvolta la propria vita ed invaso il proprio territorio, senza che nessuno abbia provato a porvi rimedio o a dare gli aiuti necessari.
Se guardi a quello che è avvenuto in Giappone con tutto il suo carico di vittime e devastazioni l’angoscia aumenta. Aumenta perché il disastro immane ci pone davanti ad interrogativi senza risposte certe. Che ne sarà di noi popoli del pianeta, quali conseguenze sul piano della nostra salute ci saranno?
E’ certo che le notizie contrastanti non aiutano certo a placare le nostre angosce, ma semmai contribuiscono ad aumentarle.
Assistiamo ogni giorno alla perdite di migliaia di posti di lavoro senza che nessuno si preoccupi di come affrontare e risolvere questa emergenza e così centinaia di migliaia di famiglie rimangono in mezzo ad una strada, senza prospettive per il futuro.
La scuola pubblica è stata devastata, la giustizia scardinata, il lavoro professionale degradato, la corruzione dilagante, l’etica pubblica devastata, i rapporti umani degradati, la dignità delle donne calpestata, la libertà delle stesse messa a dura prova e molto altro ancora …
Di fronte a questi drammi avremmo avuto bisogno di un governo e di un parlamento responsabili e capaci di gestire al meglio questa crisi senza precedenti, o quantomeno, nell’incapacità di gestire una situazione così complessa, di passare la mano. Invece no, pur di rimanere in sella si è arrivati all’acquisto di quelli che avrebbero dovuto rappresentare il popolo, con una sfacciataggine e una protervia tale da lasciarci nauseabondi.
In presenza di uno scenario così devastante ci ritroviamo con un presidente del consiglio che continua a pensare ai fatti suoi e molto intento a sfasciare quel che resta della giustizia per salvare la sua persona, con un ministro degli esteri che è una caricatura, ogni giorno sbeffeggiato dai leader internazionali, con un ministro dell’interno anch’esso una caricatura, dedito solo a creare confusione ed a fare propaganda pensando solo al proprio tornaconto personale, per non parlare degli altri ministri e soprattutto dell’ultimo indagato per associazione mafiosa. Davvero un bel quadro completato da un’opposizione, si fa per dire, assolutamente incapace di esercitare il proprio ruolo, abbarbicata com’è al mantenimento della propria fetta di torta. A volere guardare questo quadro viene spontaneo domandarsi se è solo incapacità o se invece dietro c’è un disegno preciso. Quel che è certo è che l’Italia è stata appena inserita tra i cinque Paesi più inaffidabili, insieme a Ruanda e ad altri tre paesi dell’est europeo. E come se non bastasse adesso si sta pure tentando, ancora una volta di mettere il bavaglio all’informazione !
Speriamo che il buon Zavoli non ceda a questa ennesima porcata!
Nessuno si pone, quindi, il problema di come uscire da questa crisi devastante.
Eppure sarebbe necessario ed urgente farlo.
Di fronte ad un quadro politico generale di questo tipo, sarebbe necessario che fossero i cittadini a prendere coscienza e ad organizzarsi. Purtroppo vedo tanta frammentazione e tanta disorganizzazione tra i vari movimenti e le varie realtà associative, ognuna più propensa a conquistare un proprio spazio, piuttosto che a cercare di lavorare uniti per trovare la strada che ci possa portare a risolvere i gravi problemi che abbiamo davanti. Come fare per uscire da questo stato?
Non credo ci siano ricette, ma penso comunque che si potrà uscirne solo se si ha o si acquisisce la consapevolezza della drammaticità della situazione in atto, che ci impone di andare oltre la ricerca dello spazio personale per conquistare un posto al sole. Temo che se non lo capiremo in fretta saranno i popoli a sud dell’Europa che stanno approdando sulle nostre coste a fare la rivoluzione che noi non siamo stati , né siamo in grado di fare.