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martedì 26 novembre 2013
mercoledì 20 novembre 2013
Vendola: accuse, risate e arrampicate sugli specchi
di Peter Gomez | 20 novembre 2013
Davanti al suo consiglio regionale il governatore pugliese ci ricasca. E, tra lo stridore delle unghie, ci accusa come un Berlusconi qualsiasi di aver truccato le carte. Afferma che l’ilare e ossequiosa chiacchierata col responsabile delle relazioni esterne dell’Ilva, Girolamo Archinà, è stata montata da ilfattoquotidiano.it “allungando” il tempo delle sue risate. Sostiene che c’è stato qualche “ritocco” perché nella telefonata c’era qualche “problema”. E dice di averlo scoperto “solo stanotte perché io e il mio avvocato non avevamo il file audio di quella intercettazione”.
Vale la pena di ricordare al leader di Sinistra ecologia e libertà che il sonoro della telefonata integrale è stata pubblicato contestualmente al servizio in cui venivano mostrate le immagini della “scena fantastica” che lo aveva fatto “ridere un quarto d’ora”: spezzoni del video in cui si vede Archinà strappare il microfono a un cronista locale colpevole solo di aver posto a Emilio Riva le domande sui morti per tumore. Il servizio, in cui sono stati rispettati i tempi delle risate e della pause, è stato corredato di cartelli esplicativi e montato per rendere agevole al lettore la comprensione dell’accaduto. E, esattamente come si fa in ogni pezzo di cronaca giudiziaria, nella stessa pagina e nello stesso momento, è stato pubblicata anche la documentazione processuale originale, in questo caso l’audio integrale.
Nichi Vendola, insomma, non dice il vero. E lo fa perché se lo può permettere.
In qualsiasi democrazia matura il primo e più importante potere di controllo è rappresentato non dalla stampa o dalla magistratura. Dove la democrazia funziona a controllare l’operato di chi governa sono le opposizioni. Ma in Puglia, come in gran parte d’Italia, le opposizioni latitano. Regolarmente. Anche perché qui il centrodestra ancor più della maggioranza di sinistra è abituato ad andare a braccetto con gli inquinatori dell’Ilva.
Così il governatore può presentarsi davanti ai consiglieri regionali e accusare ilfattoquotidiano.it senza che nessuno durante otto ore di dibattito lo contraddica o presenti una mozione di sfiducia. Il capogruppo del Pdl si limita a una generica richiesta di dimissioni. Quello di Sel, Michele Losappio, più volte intercettato con Archinà, ovviamente lo difende. Ma finisce per strafare e definisce il nostro scoop “una cosa organizzata da estremisti grillini”. Gli altri non parlano o parlano (quasi) d’altro. I consiglieri stanno ben attenti a non chiedere perché dagli atti depositati nell’inchiesta che vede Vendola indagato per concussione emergano molti particolari curiosi. Per esempio decine e decine di amichevoli telefonate del responsabile delle relazioni esterne Ilva a politici di ogni colore, ordine e grado, più un singolare sms inviato alla vigilia di Pasqua 2010 da Onofrio Introna, attuale presidente del consiglio regionale: “Ringrazio per il prezioso sostegno alla mia rielezione”.
Non sarà per particolari come questi che la politica in Italia demanda ormai regolarmente alla magistratura il compito di selezionare le proprie classi dirigenti? Il dubbio viene. A scioglierlo a questo punto può essere solo Nichi Vendola. In pubblico gli rinnoviamo l’invito che i nostri giornalisti gli hanno già fatto pervenire in privato: venga alla web tv del Fatto per discutere in diretta streaming di Ilva e di libertà cronaca, di comportamenti e non di reati. Non lo aggrediremo, ne può star certo. Il microfono non gli verrà strappato. Senza risate abbiamo solo qualche civile ed educata domanda da porgli.
Archinà, Manna e gli uomini di Nichi - di Sandra Amurri
20 novembre 2013 alle ore 10.31
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PREMETTO PER CHI NON LO SAPESSE - CHE SANDRA AMURRI NON E' UNA PERICOLOSA GRILLINA, MA ALLE ULTIME ELEZIONI ERA CANDIDATA NELLA LISTA DI ANTONIO INGROIA.......INDIVIDUARE LE RESPONSABILITA' DOVREBBE ESSERE UN "DOVERE" DI TUTTI E NON ESSERE TACCIATO COME UN PERSECUTORE, QUANDO SI TRATTA DI CHI ABBIAMO SCELTO COME REFERENTE**************
Le quasi 500 carte dell’ordinanza dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari consegnate ai 53 indagati, compreso Vendola, e le migliaia di file tra sms e telefonate appare regalano la fotografia del sistema messo in piedi dall’ex operaio assurto a dirigente tuttofare dell’Ilva Girolamo Archinà che si reggeva sulla benevolenza di politici nazionali e non, esponenti istituzionali, sindacalisti, giornalisti e sacerdoti. Onofrio Introna, socialista storico passato a Sel, attuale presidente del consiglio regionale, la vigilia di Pasqua scrive ad Archinà per fargli gli auguri e a seguire: “Ringrazio per il prezioso sostegno alla mia rielezione”. SIAMO ALLE ELEZIONI regionali del 2010 per Archinà un filo prezioso per tessere la sua tela. Archinà si incontra con Michele Losappio, attuale capogruppo di Sel, ex assessore all’ambiente nel primo governo Vendola. Non gli va giù lo spot che descrive l’Ilva causa di tutti i mali di Taranto, scelto da Alfredo Cervellera di Sel per la campagna elettorale. Poi Cervellera gli invia due sms elettorali: “Ti ringrazio di tutto ciò che hai fatto e farai per me con affetto Alfredo Cervellera” e “domenica 28 e lunedi 29 vota e fai votare Vendola, il suo Partito Sel con Vendola e se vuoi invita famigliari e conoscenti a scrivere sul rigo Cervellera”. Vendola vince e nomina assessore all'ambiente il magistrato Lorenzo Nicastro e ad Archinà non piace e se ne lamenta al telefono con il deputato del Pd Ludovico Vico. L’indomani tocca a Losappio “sono preoccupato dell’incarico a Nicastro” in quanto è dell’Idv che a Taranto hanno un “pazzo” che rema contro l’Ilva. Losappio lo rassicura promettendogli che da fuori della giunta seguirà tutto come se ne facesse parte e Archinà lo ricambia con la sua speranza che venga eletto presidente della Commissione Ambiente. Losappio risponde che si vedrà e aggiunge che il solo che può fornirgli garanzie è il Presidente Nichi. Prima di terminare la densa conversazione degna di due che dovrebbero essere dalla parte opposta della barricata, Archinà dice a Losappio che è necessaria una regia nascosta. A cui Losappio risponde che occorre dire a Vendola che il problema non è solo dell’ambiente ma anche lavoro, occupazione e sviluppo”. Tralasciando un piccolo particolare: il tributo di morti pagato dalla città. A fine settembre, sempre Losappio spiega ad Archinà il disegno di legge sul benzo(a)pirene, premurandosi di dirgli che le modifiche che avrebbe voluto apportare alla proposta non sono passate. Loro cinguettavano e i tarantini continuavano a essere avvelenati dal benzio(a)pirene – secondo l'OMS genotossico e causa di gravi mutazioni genetiche – che per il 98% proveniva dalla cokeria dell’Ilva. Come stabilito dalla relazione dell’Arpa del 4 giugno 2010. Uno sgarbo da dover far pagare al direttore dell’Arpa Giorgio Assennato, il grande assente alla conferenza stampa di presentazione del monitoraggio. Di fronte a un dato così agghiacciante che anche gli enti locali rassicuravano sarebbe rientrato nei limiti nel 2012, gli ambientalisti fanno un esposto in Procura. Scrive la Gip Patrizia Todisco nell’ordinanza, luglio 2012, “Già in precedenza i vertici Ilva avevano presagito che la questione delle emissionidibenzio(a)pireneavrebbepotutopotenzialmente nuocere allo stabilimento. Eloquente la conversazione (5/05/2010) allorquando l’Archinà contattava Francesco Manna capo di gabinetto della Regione affinché intervenisse su Antonicelli (l’allora dirigente all’ambiente della Regione) e Assennato sollecitandoli ad instaurare il predetto tavolo tecnico sul benzio(a)pirene. L’avvocato Manna aderendo chiaramente alla richiesta dell’Archinà replicava che già in precedenza era intervenuto dicendo di stare calmi”. Francesco Manna, indagato, aveva mostrato a Vendola il video di Archinà che strappa il microfono al giornalista: “non posso riprendersi dalla risate” nel-l’aver visto quello “scatto felino... col mio capo di gabinetto siamo rimasti molto colpiti...” Lo stesso Manna al quale Archinà il 6 luglio 2010 spedisce l’avviso giudiziario recapitato all’ingegnere Luigi Capogrosso, ex direttore dell’Ilva, con scritto: “Gentile, ciò che temevo si è verificato grazie adArpaPuglia e al sindaco di Taranto. Mi chiedo a che serve essere leali e collaborativi? Ti saluto cordialmente”. Manna: “Ho dato copia dell’allegato al presidente. Un abbraccio”. Ora capo di Gabinetto è David Pellegrino, anche lui indagato, marito della giornalista dell’Ansa Paola Laforgia, presidente dell’ordine dei giornalisti Puglia che ha ignorato il caso Abbate, il giornalista di Blustar, al cui microfono uscendo dal consiglio Vendola ha detto: “Non ho riso di lei ma di Archinà che appariva come un maggiordomo zelante o Ridolini... comunque lui era l’unica colomba con cuisipotevaparlare”.Pensasefossestato un falco.
PREMETTO PER CHI NON LO SAPESSE - CHE SANDRA AMURRI NON E' UNA PERICOLOSA GRILLINA, MA ALLE ULTIME ELEZIONI ERA CANDIDATA NELLA LISTA DI ANTONIO INGROIA.......INDIVIDUARE LE RESPONSABILITA' DOVREBBE ESSERE UN "DOVERE" DI TUTTI E NON ESSERE TACCIATO COME UN PERSECUTORE, QUANDO SI TRATTA DI CHI ABBIAMO SCELTO COME REFERENTE**************
Le quasi 500 carte dell’ordinanza dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari consegnate ai 53 indagati, compreso Vendola, e le migliaia di file tra sms e telefonate appare regalano la fotografia del sistema messo in piedi dall’ex operaio assurto a dirigente tuttofare dell’Ilva Girolamo Archinà che si reggeva sulla benevolenza di politici nazionali e non, esponenti istituzionali, sindacalisti, giornalisti e sacerdoti. Onofrio Introna, socialista storico passato a Sel, attuale presidente del consiglio regionale, la vigilia di Pasqua scrive ad Archinà per fargli gli auguri e a seguire: “Ringrazio per il prezioso sostegno alla mia rielezione”. SIAMO ALLE ELEZIONI regionali del 2010 per Archinà un filo prezioso per tessere la sua tela. Archinà si incontra con Michele Losappio, attuale capogruppo di Sel, ex assessore all’ambiente nel primo governo Vendola. Non gli va giù lo spot che descrive l’Ilva causa di tutti i mali di Taranto, scelto da Alfredo Cervellera di Sel per la campagna elettorale. Poi Cervellera gli invia due sms elettorali: “Ti ringrazio di tutto ciò che hai fatto e farai per me con affetto Alfredo Cervellera” e “domenica 28 e lunedi 29 vota e fai votare Vendola, il suo Partito Sel con Vendola e se vuoi invita famigliari e conoscenti a scrivere sul rigo Cervellera”. Vendola vince e nomina assessore all'ambiente il magistrato Lorenzo Nicastro e ad Archinà non piace e se ne lamenta al telefono con il deputato del Pd Ludovico Vico. L’indomani tocca a Losappio “sono preoccupato dell’incarico a Nicastro” in quanto è dell’Idv che a Taranto hanno un “pazzo” che rema contro l’Ilva. Losappio lo rassicura promettendogli che da fuori della giunta seguirà tutto come se ne facesse parte e Archinà lo ricambia con la sua speranza che venga eletto presidente della Commissione Ambiente. Losappio risponde che si vedrà e aggiunge che il solo che può fornirgli garanzie è il Presidente Nichi. Prima di terminare la densa conversazione degna di due che dovrebbero essere dalla parte opposta della barricata, Archinà dice a Losappio che è necessaria una regia nascosta. A cui Losappio risponde che occorre dire a Vendola che il problema non è solo dell’ambiente ma anche lavoro, occupazione e sviluppo”. Tralasciando un piccolo particolare: il tributo di morti pagato dalla città. A fine settembre, sempre Losappio spiega ad Archinà il disegno di legge sul benzo(a)pirene, premurandosi di dirgli che le modifiche che avrebbe voluto apportare alla proposta non sono passate. Loro cinguettavano e i tarantini continuavano a essere avvelenati dal benzio(a)pirene – secondo l'OMS genotossico e causa di gravi mutazioni genetiche – che per il 98% proveniva dalla cokeria dell’Ilva. Come stabilito dalla relazione dell’Arpa del 4 giugno 2010. Uno sgarbo da dover far pagare al direttore dell’Arpa Giorgio Assennato, il grande assente alla conferenza stampa di presentazione del monitoraggio. Di fronte a un dato così agghiacciante che anche gli enti locali rassicuravano sarebbe rientrato nei limiti nel 2012, gli ambientalisti fanno un esposto in Procura. Scrive la Gip Patrizia Todisco nell’ordinanza, luglio 2012, “Già in precedenza i vertici Ilva avevano presagito che la questione delle emissionidibenzio(a)pireneavrebbepotutopotenzialmente nuocere allo stabilimento. Eloquente la conversazione (5/05/2010) allorquando l’Archinà contattava Francesco Manna capo di gabinetto della Regione affinché intervenisse su Antonicelli (l’allora dirigente all’ambiente della Regione) e Assennato sollecitandoli ad instaurare il predetto tavolo tecnico sul benzio(a)pirene. L’avvocato Manna aderendo chiaramente alla richiesta dell’Archinà replicava che già in precedenza era intervenuto dicendo di stare calmi”. Francesco Manna, indagato, aveva mostrato a Vendola il video di Archinà che strappa il microfono al giornalista: “non posso riprendersi dalla risate” nel-l’aver visto quello “scatto felino... col mio capo di gabinetto siamo rimasti molto colpiti...” Lo stesso Manna al quale Archinà il 6 luglio 2010 spedisce l’avviso giudiziario recapitato all’ingegnere Luigi Capogrosso, ex direttore dell’Ilva, con scritto: “Gentile, ciò che temevo si è verificato grazie adArpaPuglia e al sindaco di Taranto. Mi chiedo a che serve essere leali e collaborativi? Ti saluto cordialmente”. Manna: “Ho dato copia dell’allegato al presidente. Un abbraccio”. Ora capo di Gabinetto è David Pellegrino, anche lui indagato, marito della giornalista dell’Ansa Paola Laforgia, presidente dell’ordine dei giornalisti Puglia che ha ignorato il caso Abbate, il giornalista di Blustar, al cui microfono uscendo dal consiglio Vendola ha detto: “Non ho riso di lei ma di Archinà che appariva come un maggiordomo zelante o Ridolini... comunque lui era l’unica colomba con cuisipotevaparlare”.Pensasefossestato un falco.
lunedì 11 novembre 2013
CHE FARE - Intervista a Nando Ioppolo A cura di Elia Menta
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domenica 10 novembre 2013
La Corte Costituzionale: uno scandalo nascosto
Di Roberto Perotti* (Lavoce.info)
I giudici italiani guadagnano il triplo dei colleghi statunitensi. Cominciamo dalle retribuzioni (Tabella 1). La retribuzione lorda del presidente della Corte è di 549.407 euro annui, quella dei giudici di 457.839 euro (2). La retribuzione media lorda dei 12 giudici britannici è di 217.000 euro, meno della metà. Il Canada è simile: 234.000 euro per il presidente, 217.000 per i giudici. Negli USA siamo a circa un terzo della retribuzione italiana: 173.000 euro per il presidente e 166.000 per i giudici.
Tabella 1: Un confronto internazionale delle retribuzioni dei giudici
* Media dei 12 giudici. Fonti: vd. nota (3).
Hanno il telefono domestico pagato dalla Stato. Ma la differenza fra la remunerazione dei giudici italiani e i colleghi stranieri è fortemente sottostimata. Il dato italiano non include svariati benefits in natura. Le auto blu, in primis, su cui vedi sotto. Inoltre i costi dei singoli viaggi ferroviari, aerei o su taxi effettuati per ragioni inerenti alla carica sono a carico della corte; ogni auto abbinata ad ogni giudice ha una tessera viacard e il telepass; i giudici dispongono di un cellulare e di un pc portatile e i costi dell’utenza telefonica domestica sono a carico della Corte (salvo rinuncia del singolo giudice); i giudici dispongono inoltre di una foresteria, composta di uno o due locali con annessi servizio igienico e angolo cottura, nel Palazzo della Consulta o nell’immobile di via della Cordonata. (4)
La nostra Corte costa il triplo di quella britannica. Ma vediamo un confronto più completo sui costi totali della Corte Costituzionale in Italia e in Gran Bretagna, riferite al 2012.
Tabella 2: Spesa totale escluse pensioni, 2012
*Include oneri, non include pensioni. Dati in migliaia di Euro.
Fonte: vd. nota (5)
Escludendo le pensioni, su cui non ho i dati per la Gran Bretagna, la corte italiana (15 giudici) costa oltre tre volte quella inglese (12 giudici). Pensione media di giudici e superstiti: 200.000 euro. Ma quanto costano le pensioni alla Corte Costituzionale italiana?
Tabella 3: Le pensioni alla Corte Costituzionale, 2013
Fonti: vd. nota (6)
Per il 2013 la Corte Costituzionale prevede di pagare a ex giudici della CC e loro superstiti 5,8 milioni di pensioni. Al momento vi sono 20 ex giudici percettori di pensione e 9 superstiti. La pensione media è dunque esattamente di 200.000 euro all’anno. C’è da sorprendersi che la Consulta abbia bloccato il seppur minimo taglio alle pensioni d’oro proposto dal governo Monti? La spesa totale per pensioni di ex dipendenti e superstiti sarà di 13,5 milioni. Vi sono 120 ex dipendenti e 78 superstiti percettori di pensioni; la pensione media del personale in quiescenza è dunque di 68.200 Euro.
Ogni giorno, ogni giudice costa 750 euro di sole auto blu. Esattamente: per ogni giudice, ogni giorno lavorativo si spendono in media 750 euro per le sole auto blu. Vediamo come si arriva a questa cifra. I giudici in carica hanno diritto un’ auto blu e due autisti; i giudici in pensione ad un’ auto blu per il primo anno di pensione (fino al settembre 2011 era per tutta la vita). La spesa totale per “Noleggio, assicurazione e parcheggio autovetture” + “Carburante per autovetture” + “Manutenzione, riparazione e accessori per autovetture” nel 2013 sarà di 758.000 euro. Ma questo senza calcolare la spesa per gli autisti. Assumendo prudenzialmente un costo per lo Stato di 50.000 Euro per autista, e (come confermatomi dalla Corte) due autisti per giudice, arriviamo a un totale di circa 2,25 milioni, esattamente 150.000 Euro all’anno per giudice. Calcolando 200 giorni lavorativi all’anno per giudice, questo significa 750 euro al giorno per giudice di sola spesa per autovetture. Probabilmente, costerebbe meno far viaggiare i giudici in elicottero, magari chiedendo loro la gentilezza di fare un po’ di helicopter-pooling.
(1) Tra le eccezioni: Primo de Nicola: “Alla corte dei privilegi“, L’ Espresso, 30 Aprile 2008
(2) Comunicazione email della segreteria della Corte Costituzionale all’ autore.
(3) Dati convertiti in euro usando i tassi di cambio a parità di potere d’ acquisto per il 2012. Fonti:
Italia: comunicazione personale dall’ Ufficio Stampa della Corte Costituzionale, e Bilancio della Corte Costituzionale del 2012 (per il valore medio);
GB: Supreme Court Annual Report and Account, 2012-13 (pp. 90 e 91, note 6.A e 6.C);
Canada: Judges Act;
USA: Federal Judicial Center
(4) Comunicazione email dell’ Ufficio Stampa della Corte all’ autore. Per i giudici britannici abbiamo una stima delle spese di trasporto totali: 31.122 euro, cioè 2.677 a testa all’ anno. Più 4.443 euro (370 a giudice) per altre spese. Questo dato si riferisce al 2010, ultimo anno disponibile. Si veda qui.
(5) Fonti: Italia: Bilancio della Corte Costituzionale del 2012, GB: Supreme Court Annual Report and Account, 2012-13 (pp. 90 e 91, note 6.A , 7, 8 e 10); (6) Fonte: Bilancio della Corte Costituzionale del 2013
*Bio dell’autore: Roberto Perotti ha conseguito il PhD in Economics al MIT nel 1991. Dopo 10 anni alla Columbia University di New York e due anni all’European University Institute di Firenze, dal 2001 e’ all’IGIER-Universita’ Bocconi e dal 2006 e’ ordinario presso la stessa universita’. E’ research associate del National Bureau of Economic Research e del Center for Economic Policy Research. E’ stato consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Banca Interamericana per lo Sviluppo, della Banca Centrale Europea, della Fed, e della Banca d’Italia. E’ stato redattore de lavoce.info fino al 2012.
martedì 5 novembre 2013
Cancellieri al Senato: “Mai sollecitata la scarcerazione di Giulia Ligresti”
Il ministro della Giustizia al Senato: "Passo indietro se non c'è la fiducia del Parlamento". Applausi da quasi tutti i banchi della maggioranza e anche dal presidente del Consiglio Letta. I Cinque Stelle: "Non poteva mettersi a disposizione di un'intera famiglia per cui ha lavorato suo figlio. In Italia c'è un tessuto di potere in Italia che è un intreccio che andrebbe definitivamente bonificato". Anche la Lega chiede un passo indietro. Zanda (Pd): "Telefonata inopportuna, ma continui la sua lotta"
Più informazioni su: Anna Maria Cancellieri, Famiglia Ligresti, Giulia Ligresti, Governo Letta, Salvatore Ligresti.
La Cancellieri ha ripetuto che si occupa di tutte le segnalazioni che riceve quotidianamente dal momento che “ogni vita che si spegne è una sconfitta per lo Stato. Io ne sento tutto il peso”. Nel caso di Giulia Ligresti, ha sottolineato, “se non fossi intervenuta sarei venuta meno a miei doveri di ufficio”. Sui legami con Fonsai il ministro ha precisato: “Quando mio figlio è stato assunto da Fonsai, io avevo appena cessato il mio incarico da commissario del comune di Bologna ed ero una tranquilla signora in pensione. Sono e voglio essere considerata una persona libera, che non ha contratto debiti di riconoscenza a cui non potrebbe sottrarsi”. L’intervento della Cancellieri ha convinto tutta la maggioranza, visto che non solo il presidente del Consiglio Enrico Letta, ma anche Pdl, Scelta Civica e la gran parte del Partito democratico hanno applaudito quando la Guardasigilli ha concluso la sua “difesa”. In Aula erano presenti tra gli altri Dario Franceschini, Graziano Delrio, Giampiero D’Alia, Mario Mauro, Emma Bonino. Nessuno dei ministri del Pdl, ma il sostegno dei berlusconiani non pare in dubbio: “Noi non chiederemo – ha detto il capogruppo al Senato Renato Schifani – le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno”. Più sfumata la posizione del Pd, ma il risultato resta: “Sono certo – ha spiegato il capogruppo di Palazzo Madama Luigi Zanda – che il ministro Cancellieri continuerà a lottare per risolvere il problema delle carceri italiane. Convengo con il ministro Cancellieri per il rammarico per la telefonata, i cui contenuti sono francamente inopportuni, e per non aver usato quel distacco istituzionale che sarebbe stata opportuno”.
Non hanno battuto le mani invece i senatori del Movimento Cinque Stelle e Lega Nord, gli unici a chiedere un passo indietro del ministro. Il M5s, d’altronde, ha presentato una mozione di sfiducia individuale nei confronti della Cancellieri e ha anche chiesto – con un intervento in aula della capogruppo Paola Taverna – di votarla venerdì prossimo (e di iniziare la discussione sulla decadenza di Berlusconi da senatore già oggi). La posizione dei grillini è stata confermata dal senatore Alberto Airola: “Può un ministro della Giustizia mettersi a disposizione di un’intera famiglia per cui ha lavorato anche suo figlio? Per noi non può e ciò rivela che c’è un tessuto di potere in Italia che è un intreccio che andrebbe definitivamente bonificato. Secondo noi la signora ministra dovrebbe cominciare a dare il buon esempio e dimettersi”.
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CRONACA ORA PER ORA
17.56 – Speranza (Pd): “Nessuna interferenza sui pm, ma quelle telefonate inopportune”
Ministro, comprendiamo quel sentimento di pietà umana che l’ha mossa nell’interessamento al caso di Giulia Ligresti che nulla a che vedere con il caso Ruby a cui pure qualcuno ha provato impropriamente a paragonare questa vicenda. Quello che abbiamo chiesto fin dall’inizio è di fare chiarezza sui reali motivi del suo intervento: perché se è vero che nessuna interferenza è stata esercitata dal guardasigilli su un magistrato è altrettanto vero che le sue parole pronunciate in quella telefonata del 17 luglio avevano lasciato molti dubbi e ci sono parse sinceramente inopportune, come Lei stessa oggi ha ammesso”. Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, nel corso del dibattito che segue l’informativa di Anna Maria Cancellieri. Chiedendo di non parlare di “metodo Boffo” quando parlamento e opinione pubblica chiedono trasparenza, Speranza sottolinea che “era suo dovere – come ha fatto – venire qui ad argomentare le sue ragioni.
17.52 – Applausi da Pd, Pdl e Scelta Civica. Silenzio da M5S, Sel e Lega
Applausi dell’aula della Camera al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri dopo la sua informativa sul caso Ligresti. Convinti del chiarimento del Guardasigilli Pd, Pdl e Scelta civica. Silenzio dai banchi M5S, Sel e Lega.
17.44 – Cancellieri parla in Aula alla Camera
Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha iniziato il suo intervento alla Camera sul caso Ligresti. “In questi giorni sono stati posti diversi interrogativi sul mio operato da ministro della Giustizia – ha detto – a cui se ne sono aggiunti altri dal punto di vista professionale e personale. Fornirò dunque una ricostruzione precisa” dei fatti, per consentire a tutti di avere “un’opinione obiettiva” su quanto accaduto.
17.19 – Taverna (M5S): “Votare oggi decadenza B., venerdì sfiducia a Cancellieri”Si voti oggi la decadenza di Silvio Berlusconi dal seggio di senatori e l’8 novembre si voti la mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Lo chiede nell’Aula di palazzo Madama la capogruppo dei Cinque Stelle Paola Taverna, che annuncia: altrimenti il M5S chiederà giornalmente la procedura per via “urgentissima” affinché l’assemblea di pronunci su queste questioni. “Per la decadenza di Berlusconi basta solo un’ora del nostro tempo da dedicare alla verità e alla trasparenza”.
17.07 – Zanda (Pd): “Giusta la segnalazione sulla Ligresti”
“Signor ministro, le sono sempre state riconosciute competenza, senso dello stato e correttezza professionale. Le dico tutto questo, perché ciascuno di noi ha diritto di vedere riconosciute le proprie azioni nel quadro di quel che ha fatto di buono nella propria vita”. Cosi’ il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda, in aula dopo le dichiarazioni del ministro Annamaria Cancellieri. “Io convengo sul suo rammarico per la telefonata alla signora Gabriella Fragni. Ho ascoltato con piacere le sue parole, il suo rammarico per non aver usato il distacco necessario”, aggiunge Zanda. L’esponente del Pd si chiede: “Il 19 agosto il ministro doveva omettere la segnalazione per il fatto che Giulia Ligresti, anoressica grave, era figlia di suoi amici? Doveva disinteressarsene? Io non lo credo”. Zanda conclude: “Sono certo che ministro Cancellieri continuerà a lottare per risolvere la tragedia delle carceri italiane”. “Convengo con il ministro Cancellieri per il rammarico per la telefonata – ha concluso il capogruppo Pd – i cui contenuti sono francamente inopportuni, e per non aver usato quel distacco istituzionale che sarebbe stata opportuno”.
17.00 – Schifani (Pdl): “Noi non chiederemo le sue dimissioni”
“Non chiederemo le sue dimissioni, anzi la inviteremo a continuare il suo impegno”. Lo dice il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani nell’avvio del suo intervento dopo l’informativa del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri al Senato. “Spiace molto che il dibattito abbia coinvolto temi familiari; noi non le avremmo mai chiesto di suo figlio perchè questa cultura – ha aggiunto – non ci appartiene”. Il ministro della Giustizia deve “farsi carico di attenzionare sempre di più la situazione carceraria” e dell’uso della carcerazione preventiva la cui legislazione si deve “assolutamente modificare” ha chiesto il capogruppo Pdl. Sul tema della carcerazione preventiva “c’è un problema di tipo legislativo e lei – ha aggiunto Schifani rivolgendosi al ministro Cancellieri – deve farsi carico di intervenire per far sì che le maglie in natura di carcerazione preventiva siano le più strette possibili”.
16.56 – Minzolini (Pdl): “La concussione c’è più qui che nel caso Ruby”
“Sono un garantista e già solo per questo non posso non credere alla buona fede del ministro Cancellieri. Ma a parte questo, se il reato di concussione fosse applicato secondo le logiche della procura e del tribunale di Milano, è sicuramente più ravvisabile nel comportamento della Cancellieri e nei contorni di questa vicenda, che non in quelli dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sulla vicenda Ruby. Ma questo riguarda l’autorità giudiziaria è il doppiopesismo che spesso traspare nelle sue azioni”. Lo dice il senatore Pdl Augusto Minzolini.
16.55 – Airola (Cinque Stelle): “Cancellieri dia l’esempio, si dimetta”“Secondo noi la signora ministra dovrebbe cominciare a dare il buon esempio e dimettersi”. Lo dice il senatore M5S Alberto Airola al termine della comunicazione del ministro Cancellieri in Aula. “Può un ministro della Giustizia, la Dea bendata, mettersi a disposizione di un’intera famiglia per cui ha lavorato anche suo figlio? Per noi non può e ciò rivela che c’è un tessuto di potere in Italia che è un intreccio che andrebbe definitivamente bonificato”. Airola ha tra l’altro elencato la “carriera” giudiziaria di Salvatore Ligresti.
16.49 – Maran (Scelta Civica): “Argomentazioni Cancellieri convincenti”
Il gruppo di Scelta Civica ritiene “convincenti le argomentazioni che il ministro Cancellieri ha sviluppato”. Il ministro, spiega Alessandro Maran nell’Aula di Palazzo Madama, ha dimostrato “di non aver commesso alcun abuso e non si vede perché non possa continuare a ricoprire il suo incarico”.
16.43 – Bitonci (Lega Nord): “Passo indietro per un contributo di trasparenza”Il capogruppo al Senato della Lega Nord Massimo Bitonci ha chiesto un passo indietro, al nome del gruppo del Carroccio, al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Finora tutti gli interventi sono stati pienamente a favore del ministro guardasigilli, ad eccezione della fuoriuscita dei Cinque Stelle Paola De Pin (che ha parlato di sfiducia) e del senatore di Sinistra Ecologia e Libertà Peppe De Cristofaro che ha ribadito le ombre che ancora restano sulla vicenda.
16.42 – De Cristofaro (Sel): “Atto di giustizia, ma non alla luce del sole”
“Nessun dissenso per la scarcerazione di Giulia Ligresti, che era un atto di giustizia, ma per il modo in cui è avvenuto, non alla luce del sole” e “non ci può essere una giustizia a due velocità”. Lo ha detto Peppe De Cristofaro (Sel) nel suo intervento in aula dopo l’informativa del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sulla vicenda Fonsai-Ligresti. “Le poniamo una semplice domanda: cosa avrebbe pensato se fosse stata una semplice cittadina? Ci rivolgiamo alla sua onestà intellettuale, perché – ha sottolineato – nel nostro Paese spesso la giustizia è stata forte con i deboli e debole con i forti”. Per De Cristofaro, “bisogna ottenere che tutti vengano trattati come è stata trattata Giulia Ligresti” ma “per farlo bisogna procedere alla luce del sole” e non con “l’inopportuna telefonata di solidarietà”.
16.38 – Buemi (Psi): “Noi siamo con lei”
“L’Italia ha bisogno di giustizia rapida e umana. Noi siamo con Lei. Basta chiacchiere. L’Italia ha bisogno di fatti”. Lo dice il senatore delle Autonomie Enrico Buemi al termine della comunicazione del ministro Cancellieri in Aula al Senato sul caso Ligresti.
16.33 – Ferrara (Gal): “Finalmente possiamo dire che c’è un ministro con le palle”
“Finalmente possiamo dire che in Italia ogni tanto c’è un ministro con le palle”. Lo ha detto Mario Ferrara (Grandi autonomie e libertà) concludendo in aula il suo intervento dopo l’informativa del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sul caso Fonsai. Ferrara si è detto “sconcertato”, fra l’altro, dal fatto che la legge lasci scoperto il caso delle intercettazioni indirette che investono i ministri.
16.32 – Cancellieri finisce l’intervento, applausi da Pd, Pdl, Scelta Civica e Letta
Un applauso si leva dall’aula del Senato al termine dell’intervento del ministro Anna Maria Cancellieri: è la reazione unanime di Pd, Pdl e Scelta Civica. Applaudono anche il premier Enrico Letta e i ministri dai banchi del governo. Braccia incrociate invece per M5S e Lega, che accolgono con freddezza le parole del guardasigilli.
16.29 – Cancellieri: “Mai occupata della vicenda di Jonella Ligresti”
“Mai, dico mai, mi sono occupata”della vicenda di Jonella Ligresti. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri al Senato dopo alcune notizie di stampa. “Dalle verifiche effettuate con il Dap – ha aggiunto – è emersa l’assoluta linearità delle procedure seguite per Jonella Ligresti”. Il riferimento è al trasferimento di Jonella Ligresti, pure lei detenuta, dal carcere di Torino a quello di San Vittore, a Milano.
16.28 – Cancellieri: “Mio figlio assunto da Fonsai, io ero già in pensione”
“Quando mio figlio è stato assunto da Fonsai, io avevo appena cessato il mio incarico da commissario del comune di Bologna ed ero una tranquilla signora in pensione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata sul caso dell’arresto di Giulia Ligresti. Nella vicenda Ligresti, “mio figlio è stato indebitamente” coinvolto.
16.27 – Cancellieri: “rammaricata e addolorata per la vicenda”
“Sono sinceramente rammaricata e addolorata” per questa vicenda. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri al termine del suo intervento al Senato sul caso Ligresti, ribadendo di aver “agito nello stesso modo in cui mi sono comportata in tutti gli altri casi”. “Spero – ha aggiunto – che emerga l’uniformità e la coerenza della mia condotta. Sono stata me stessa in tutti i momenti”.
16.25 – Cancellieri: “Passo indietro se viene meno la fiducia”
“Non esiterò a fare un passo indietro qualora venga meno o sia incrinata la fiducia istituzionale nei miei confronti”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata sul caso dell’arresto di Giulia Ligresti. “La fiducia del Parlamento – ha precisato Cancellieri – è fondamentale per la vita di un ministro, non voglio essere d’intralcio”.
16.24 – Cancellieri: “Mi dispiace se i sentimenti hanno prevalso sul ruolo”
Nella telefonata con Gabriella Fragni “esprimevo un sentimento di vicinanza e mi rendo conto che qualche espressione possa aver ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere i miei sentimenti sul distacco che il ruolo del ministro mi dovevano imporre”, ma “mai ho derogato dal mio dovere”. Lo ha detto Annamaria Cancellieri.
16.19 – Cancellieri: “Il procuratore Caselli ha escluso una mia ingerenza”
“Tutte le risultanze contenute nel fascicolo giudiziario di Giulia Ligresti testimoniano in modo univoco e incontrovertibile” che la scarcerazione della donna è avvenuta senza ingerenze da parte di Annamaria Cancellieri. Lo ha ricordato lo stesso Guardasigilli citando quanto più volte affermato dal procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. Cancellieri, nel corso della sua audizione al Senato, ha sottolineato che sarebbe “arbitrario e destituito di ogni fondamento” ricondurre alla sua intromissione la scarcerazione di Giulia Ligresti tanto più che lo stesso Caselli ha ricordato che a determinarla sono state le condizioni di salute della donna e la sua richiesta di patteggiamento.
16.19 – Cancellieri – “Chi mi accusa ha una visione distorta”
“Corrisponde a una distorta visione dei fatti dire che la vicenda di Giulia Ligresti testimoni un trattamento privilegiato e differenziato, diverso da quello che sarebbe spettato a qualsiasi altro detenuto”. Cosi’ il ministro Annamaria Cancellieri, in aula al Senato sul caso Fonsai.
16.19 – Cancellieri: “La mia carriera mai influenzata da rapporti personali”“Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti”: ma “in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali” con questi o con altri. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nel corso del suo intervento al Senato. Il ministro ha poi spiegato che il medico del carcere di Vercelli il 12 agosto aveva segnalato la gravità del caso di Giulia Ligresti e il 14 lo segnalò alla procura. “Le mie segnalazioni, invece, sono del 19, cinque giorni dopo”.
16.18 – Cancellieri: “Sono una persona libera”“Sono e voglio essere considerata una persona libera, che non ha contratto debiti di riconoscenza a cui non potrebbe sottrarsi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata sul caso di Giulia Ligresti.
16.15 – Letta ascolta la Cancellieri, assenti ministri Pdl
Sono gremiti i banchi del Governo nell’aula del Senato dove è in corso l’informativa del ministro Anna Maria Cancellieri sul suo intervento nel caso di Giulia Ligresti. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ascolta l’intervento del guardasigilli, seduto tra Dario Franceschini e Mario Mauro. Al momento non è presente nessun ministro del Pdl, che è però rappresentato da alcuni sottosegretari. Gremiti i banchi dei senatori di tutti i gruppi parlamentari. Assente Silvio Berlusconi.
16.14 – Cancellieri: “Senza intervenire sarei venuta meno ai miei doveri”
Nel caso di Giulia Ligresti “se non fossi intervenuta sarei venuta meno a miei doveri di ufficio”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata sul caso di Giulia Ligresti.
16.14 – Cancellieri: “Morti in carcere sono una sconfitta dello Stato”
“Ogni vita che si spegne in detenzione è una sconfitta per lo Stato e per il sistema carcerario. Io ne sento il peso e per questo ho dedicato parte rilevante mio impegno al problema carcere”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, nel suo intervento al Senato.
16.13 – Cancellieri: “Dovere scrivere ai capigruppo per dare la mia disponibilità”
“In questi giorni sono stati posti diversi interrogativi in merito al mio lavoro da ministro della Giustizia e in merito alla mia vicenda personale e professionale. Penso che sia giusto dare una ricostruzione dei fatti. Ho ritenuto doveroso scrivere in data 31 ottobre una lettera ai capigruppo manifestando la mia totale disponibilità a ricostruire nel dettaglio l’accaduto”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, nell’aula del Senato, in merito alla vicenda della telefonata sul caso di Giulia Ligresti.
16.12 – Cancellieri: “Difficile essere vicino a tutti i carcerati, anch’io avverto ingiustizia”
“E’ vero, non tutti hanno la possibilita’ di bussare alla porta del ministro della Giustizia, non tutti hanno un diretto contatto. Ma posso garantire che nessuno piu’ di me avverte questa disparita’ in tutta la sua dolorosa ingiustizia. E’ difficile essere vicini a tutti” i carcerati. Lo dice il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, parlando in Senato.
16.07 – Cancellieri: “Ligresti scarcerata autonomamente dalla magistratura”
“La scarcerazione di Giulia Ligresti non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza che non vi è mai stata né è mai stata concepita. Ma a seguito di una decisione libera ed autonoma della magistratura torinese”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nel suo intervento al Senato. “Non vi è stato mai da parte di nessuno – aggiunge – il benché minimo tentativo di influenzare l’esito di tale iniziativa”.
16.04 – Cancellieri al Senato: “Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti”
“Non ho mai sollecitato nei confronti di organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e non ho mai indotto altri ad agire in tal senso”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nel suo intervento al Senato.
domenica 3 novembre 2013
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