Scritto il 01/4/14 • nella Categoria:
idee
Qualcuno
si stupisce che il governo Renzi, in una situazione economica così
drammatica, dia invece la priorità alla riforma del Senato e della legge
elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità è chiara,
purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto «non certo
per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo
di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine che «lo rende
idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far
passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e
aggressiva verso la
democrazia
e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna,
che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il
successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima
per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento
economico e di protesta sociale».
Quel
premier, aggiunge Della Luna nel suo blog, «non sarà un ragazzotto
inoffensivo», ma un uomo degli interessi finanziari, dei poteri forti,
un delegato della Troika, che «macellerà l’Italia come la Troika ha
macellato la Grecia, senza però che la Troika debba metterci la faccia»,
quindi scaricando sugli italiani la responsabilità di ciò che essa farà
a loro. «Il peggioramento economico arriverà l’anno prossimo, con le
decine di miliardi che annualmente l’Italia dovrà togliere ai
contribuenti per l’abbattimento forzoso del
debito pubblico
(Fiscal Compact) in un trend già di avvitamento fiscale pluriennale».
Prevedibilmente, continua l’avvocato Della Luna, l’Italia dovrà allora
invocare l’aiuto, il bail-out, della Troika, accettare le sue “cure” e
quindi reprimere l’ampio scontento popolare che, a quel punto,
scoppierà. E allora «servirà una mano dura, un governo autoritario con
poteri forti. Ecco a che cosa servono la riforma elettorale e del
Senato. Ecco perché per questo governo sono prioritarie e vengono prima
dei problemi economici».
In una situazione come la nostra, in cui l’Italia è indebitata sempre più – e il
debito pubblico
è denominato in euro, cioè «in una moneta praticamente straniera e
tutta sbilanciata su poteri esterni alla repubblica» – avremmo bisogno
di tutt’altro. Per esempio, di una riforma sovranista «che prevenisse da
altre sospensioni della
democrazia
come quelle imposte ben tre volte dai manovratori del rating e dello
spread attraverso Napolitano». E invece, arriva esattamente l’opposto.
«Riflettete bene: sotto la pelle d’agnello di Renzi e dei suoi ragazzi
un po’ ingenui, con le loro riforme, e con l’aiuto di un
Berlusconi
sempre più condizionabile giudiziariamente, stanno istituendo una nuova
architettura costituzionale», in cui il capo del partito di maggioranza
relativa – magari eletto solo da qualche milione di italiani – si
prende praticamente tutto. Con le “riforme” imposte da Renzi, infatti,
il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene, e
col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza
assoluta nell’unica camera legislativa, blindando a priori la fiducia al
proprio governo.
Sempre
il premier, con un pugno di voti, designerebbe anche il presidente
della Repubblica (che a sua volta nominerebbe buona parte del Senato),
ma anche «il presidente dell’unica camera legislativa, i giudici
costituzionali, i membri laici del Csm e altre cariche di garanzia». Il
neo-premier potrebbe anche revocare a piacimento i ministri e lasciare
senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di
voti, ponendosi quindi «al di sopra di ogni controllo». La
giustificazione, continua Della Luna, è che i tempi richiedono un
premier forte e decisioni rapide. «E’ una giustificazione bugiarda
perché queste esigenze di efficienza-rapidità e insieme di
democraticità-legalità sarebbero molto facilmente soddisfatte senza
rinunciare alle garanzie e alla rappresentatività vera del corpo
elettorale: basta mantenere, accanto a una Camera dei deputati eletta
con un sistema maggioritario e con sbarramenti, un Senato elettivo,
riformato in modo che sia l’organo della rappresentanza fedele
dell’elettorato e delle garanzie».
Per
Della Luna, il Senato ideale potrebbe essere eletto con sistema
proporzionale su base regionale e rinnovato per la metà ogni 3 anni. Non
dovrebbe poter essere sciolto, non parteciperebbe alla normale attività
legislativa e non voterebbe la fiducia (queste funzioni spetterebbero
alla sola Camera dei deputati), salvo «un diritto di veto che può
esercitare con maggioranza dei 3/5 dei membri su proposta di 1/3 di
essi». Il nuovo Senato democratico, in compenso, avrebbe «competenza
legislativa esclusiva per riforme costituzionali, leggi costituzionali,
leggi sulla cittadinanza, leggi elettorali, ratifica di trattati
limitanti la sovranità nazionale, messa in stato di accusa del
presidente della Repubblica, decisioni su eleggibilità e decadenza di
deputati e senatori, commissioni d’inchiesta, nomina del presidente
della Repubblica, dei giudici costituzionali, dei membri laici del Csm,
dei capi di tutte le istituzioni di garanzia». Un tale sistema
bicamerale, conclude Della Luna, sarebbe «così semplice e chiaro,
lineare ed efficace nell’assicurare tutte le funzioni, l’efficienza e le
garanzie, che il fatto stesso che non sia nemmeno proposto prova il
pericoloso obiettivo del governo in carica e la corresponsabilità di chi
lo sostiene in qualsiasi modo».
Che c’azzeccano il Senato e l’Italicum con la
crisi
economica? Qualcuno si stupisce che il governo Renzi, in una situazione
così drammatica, dia invece la priorità alla riforma di Palazzo Madama e
della legge elettorale? «La spiegazione di questa apparente incongruità
è chiara, purtroppo». Renzi, sostiene Marco Della Luna, è stato scelto
«non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo
ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti». E’ un’immagine
che «lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e
bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente
pericolosa e aggressiva verso la
democrazia
e lo stesso impianto della Costituzione». Una riforma, dice Della Luna,
che «prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il
successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima
per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento
economico e di protesta sociale».