di Fiorenza Sarzanini Pronto il decreto con cui il nostro Paese,
ai sensi degli articoli 3 e 4 del trattato nord Atlantico, può
autorizzare l’invio di uomini e strumenti per sostenere la difesa
dell’Ucraina...
Che cosa è e a che cosa serve il risorto Comitato di Liberazione
Nazionale? Nota del 18 febbraio 2022. Il Comitato di Liberazione
Nazionale, da tanti invocato fin dalla prima parte dello scorso
decennio,...
Con sentenza n.1842/2021 del 8/11/2021 il Tribunale di Pisa ha emesso una sentenza "epocale" con la quale demeolisce l'intero impianto di tutta la normativa Covid-19.
Nella stessa si afferma infatti che "sono state emanate disposizioni che hanno comportato la sospensione e compressione di alcune libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale, come previsti dagli artt.13 e seguenti.
Si tratta di libertà che concernono i diritti fondamentali dell'uomo e costituiscono il "nucleo duro" della Costituzione stessa, tanto che, secondola dottrina maggioritaria (...) non sono revisionabili nemmeno con il procedimento di cui all'art. 138 Cost. - Revisione della Costituzione, ragion per cui occorre verificare se, a quali condizioni e con quali modalità, in situazioni emergenziali, tali diritti possano essere compressi a tutela di altri diritti anch'essi costituzionalmente previsti."
Nella stessa si evidenzai poi che "l'Ordinamento Costituzionale Italiano, non contempla nè lo stato di eccezione, nè lo stato di emergenza, che è una declinazione dell'eccezione, al di fuori dello stato di guerra, previsto dall'art. 78 della Cost."
"Lo stato di emergenza è una condizione giuridica particolare che può essere attivata al verificarsi di eventi eccezionali.
Questa particolare situazione emergenziale richiede, pertanto, un intervento urgente e con poteri straordinari al fine di tutelare i cittadini e porre rimedi ad eventuali danni.
Tuttavia, per fronteggiare una tale situazione gli strumenti idonei a cui si fa ricorso devono trovare, comunque, un fondamento di rango costituzionale,specie per quanto attiene ai presupposti, qualora incidano e impattino su diritti costituzionalmente garantiti."
Come giustamente afferma il Giudice in questa sentenza, " la Costituzione Italiana non prevede alcun articolo che disciplini lo stato di emergenza/d'eccezione, volto a ricomporre tutte quelle situazioni diverse (purchè interne) che non si riferiscano al vero e proprio stato di guerra" previsto ex art.78 Cost. (inerenti conflitti bellici esterni). Per altro, la situazione attuale causata dal Covid 19 non è nemmeno giuridicamente assimilabile allo "stato di guerra", per cui non è possibile far ricorso all'applicazione analogica dell'art.78 cost.: del resto, l'assenza di uno specifico diritto speciale per lo stato di emergenza è frutto di una consapevole scelta dei padri costituenti; infatti, la proposta di introdurre la previsione dello stato di emergenza per ipotisi diverse da eventi bellici(come ad esempio per motivi di ordine pubblico durante lo stato di assedio)non venne accolta, onde evitare che attraverso la dichiarazione dello stato di mergenza si potessero comprimere diritti fondamentali con conseguente alterazione dello stesso assetto dei poteri. L'allora Presidente della Consulta Marta Cartabia, oggi ministro della Giustizia, il 28 aprile 2020 ebbe a dichiarare: " Non c'è diritto speciale, anche in emergenza. La Costituzione sia bussola per tutti".
Leggendo questa sentenza si ha quindi la conferma che, come giustamente dichiarato nella stesa, tutti i provvedimenti del governo a partire dal primo DPCM emesso da Conte e tutti quelli successivi sono illegittimi e "acostituzionali", cioè fuori dalla Costitituzione. Se così stanno le cose, se è vero che ci sono già diverse sentenze che confermano questo, com'è possibile che governo e Parlamento e tutti gli organi costituzionali continuino ad ignorare tutto ciò?
E' tollerabile che questo governo e parlamento si siano posti con i loro atti fuori dalla Costituzione senza che nessuno abbia nulla da eccepire? Il PR perchè tace su questo? I costituzionalisti perchè non lo denunciano a voce alta? La stampa, i media e tutti quanti perchè continuano a tacere e anzi a fuorviare i cittadini?
Credo che siamo arrivati al punto massimo di saturazione e sarebbe bene che tutti ne prendessero atto: Bisogna tornare alla legalità costitituzionale, perchè questo è il solo modo per uscire da questo disastro.
A tal proposito nutro, però, poche speranze, perchè ci troviamo di fronte non a dei politici e/o partiti che hanno a cuore il bene del Paese, ma solo e soltanto la loro poltrona, che, ahinoi, oltre a essere opportunisti sono anche e soprattutto ignoranti come capre, a cominciare dall'avv. del popolo , che ha la colpa grande di avere aperto la porta a questo disastro.
Speranza ha dichiarato che lui non si lascia condizionare dalle
critiche e dal dissenso nei suoi confronti e che anzi intende andare
avanti con le sue politiche disastrose, che, ahinoi, stanno mettendo in
ginocchio l’intero Paese.
Un politico, un ministro che non tiene conto del sentire del popolo, che
non accoglie le sue istanze non ha compreso qual’è la sua missione e,
tanto meno, che in uno stato democratico e che non si può governare
senza tenere conto delle ripercussioni dei propri atti nella società.
Eppure il nostro lo fa e se ne compiace pure.
Il risultato di questo modo di governare lo stiamo vedendo ogni giorno
di più e ogni giorno di più diventa inaccettabile avere tolto la libertà
a chi non obbedisce ai suoi diktat.
L’esasperazione di una “pandemia”, che tra l’altro al momento è
inesistente, ha permesso alla politica discriminazione e allontanamento
dalla vita sociale chi non si è piegato, senza che ciò possa trovare o
abbia trovato minimamente riscontro con eventuali fantomatici benefici
sanitari.
Il modo cieco e dittatoriale nella gestione di una emergenza senza
emergenza sta creando disagio, soprattutto nei giovani, ma anche nelle
persone adulte, vaccinate e non e non saranno certo i bonus per il
disagio mentale a risolvere la situazione grave che si è creata.
Se il ministro , invece, di mostrare la sua supponenza si immedesimasse
un minimo nei problemi che sta creando, che uniti a quelli disastrosi
dell’aumento indiscriminato dei prezzi, della disoccupazione di ha
costretto a lasciare il lavoro, forse si renderebbe conto che per lui e
per tutto il governo la sola cosa dignitosa che potrebbero fare è andare
tutti a casa subito.
N.T.
Una volta, quando si parlava di città, la prima cosa che veniva in mente
era il suo tessuto urbano, che, a mio parere, è il biglietto di
presentazione di una amministrazione comunale.
Per me uno degli esempi più belli rimane la città di Bologna, che è
riuscita a mantenere il suo centro storico intatto, frutto di un
restauro conservativo ad opera di un grande architetto come Cervellati.
Un esperimento irripetibile, almeno fino ad oggi, a Palermo,e questo è
un vero peccato, viste le grandi potenzialità di questa città.
Purtroppo non vedo un dibattito politico serio su questo, anzi forse non esiste proprio sul piano della progettualità politica.
Eppure penso che si dovrebbe cercare di fare ripartire Palermo proprio
da qui. Credo che nessuno riesca a immaginare uno sviluppo sostenibile
in termini ambientali e di significativo incremento di lavoro che parta
proprio dal risanamento della città, altro che digitalizzazione.
Per me rimane un grande sogno quello di vedere trasformato il tessuto
urbano di Palermo alla stregua delle capitali Europee. Basti pensare,
ad esempio, al suo lungomare, che a partire dal porto arriva fino a
quasi Villabate, paragonabile alla promenade di Nizza, se solo ci
fossero competenza e volontà politica per realizzare la sua
trasformazione, sfruttando al meglio le poche risorse che oggi ci
sono.
Lo so, sono una sognatrice oramai fuori tempo, ma tutto il lavoro fatto e
lo studio in una facoltà di architettura mi hanno dato la certezza che
nulla è impossibile, a patto che ci sia la volontà politica che,
purtroppo, nelle condizioni date, non si intravvede.
Nella Toscano
Era il 2015 e le parole di Giulietto Chiesa risuonano oggi ancor più di
prima con una nuova potenza, quella della lucidità delle idee e di una
straordinaria capacità di analisi.
Da dicembre per lo Stato non ho il diritto di salire su un treno, su
un pullman, su un aereo, non ho il diritto di entrare in un bar, di
andare al ristorante, di dormire in un albergo, di entrare in una
piscina o in un museo. Dal 1 febbraio non ho il diritto di entrare nei
negozi, in banca, alle poste. Da oggi, 15 febbraio, non avrò più il
diritto di lavorare e guadagnarmi da vivere. Mi è rimasto il diritto di
entrare nei negozi alimentari e quello, nel caso non avessi qualche
risparmio da parte, di morire di fame. Mi è rimasto anche il dovere di
pagare le tasse. Divieto in più divieto in meno, in questa situazione si
trova oggi qualche milione di persone in Italia, molte delle quali
impediti di lavorare.
E’ una tua scelta, magari penserai, basta vaccinarsi e tutto finisce.
E’ vero. Proprio come era una scelta dei professori degli anni ‘30 la
loro espulsione dalle Università, bastava prendere la tessera fascista e
tutto finiva. Ed era una scelta dei cristiani la loro persecuzione,
bastava sacrificare all’Imperatore e tutto finiva. Che dire poi di chi
sceglieva di farsi torturare dall’Inquisizione, bastava abiurare e il
dolore finiva. E oggi non è forse una scelta quella della donna di
subire violenza sessuale? Basta concedersi all’aggressore è la violenza
sparisce. Strani tempi questi, in cui se qualcuno minaccia di farti
saltare la vetrina se non gli dai 100 euro lo chiami mafioso ma ti
sembra normale che lo Stato privi dello stipendio chi non fa del suo
corpo quello che è stato deciso dall’alto per lui.
Forse l’istinto ti fa dire che sono cose diverse. Lo sono, con elementi
in comune: violenza e discriminazione per ragioni politiche. Se pensi
che in questo caso ci siano invece delle ragioni mediche, mi spiace, non
sei informato. Non ce ne sono mai state, era noto alla comunità
scientifica ben prima che queste misure venissero inserite, ma ora
tutti, persino i virologi di corte, lo ammettono candidamente in TV,
questa settimana Crisanti e Bassetti.
Allora anche l’obbligo delle cinture di sicurezza è una discriminazione,
ti sento ribattere. Davvero? Ti sembra la stessa cosa indossare delle
cinture per qualche minuto o qualche ora e accettare un trattamento
sanitario sul tuo corpo che ha esiti permanenti, esiti che le case
produttrici dichiarano di non conoscere? E soprattutto: ti sembra che la
pena prevista per non indossare le cinture sia paragonabile a quella
che subisce chi non accetta di subire questo trattamento?
Ti chiederai perché sto scrivendo a te questo messaggio. Lo sto inviando
a tutti miei contatti, senza escludere nessuno. So che raggiungerà
tanti nella mia stessa condizione, che magari lo adatteranno e lo
inoltreranno a loro volta. Raggiungerà altri che a questo ricatto hanno
dovuto loro malgrado sottostare e altri che condividono ciò che scrivo e
che pur non essendo nella mia situazione si stanno adoperando per fare
cessare questo abominio. Ma il messaggio raggiungerà anche persone che
lo accoglieranno con fastidio, alcune con molto fastidio. E’ a loro che
soprattutto mi rivolgo.
Vedi, questa infamia finirà e i responsabili pagheranno per le loro
colpe, come è sempre avvenuto nella storia quando lo Stato si fa
tiranno. Ma nella storia è anche sempre avvenuto che la gente comune
fuori dai palazzi se la sia poi cavata con queste frasi: non me ne ero
accorto, avevo sottovalutato, non ero informato bene, non lo sapevo.
Ecco. Ora lo sai.
Italia, 15 febbraio 2022
Il giurista Ugo Mattei spiega al
DiariodelWeb.it la sua lettura sulla dinamica politica che ha portato
alla riconferma di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica
«Non sarei contento se restasse Mattarella». Il giurista Ugo
Mattei, professore di Diritto alle Università della California e di
Torino, lo aveva messo in chiaro già prima dell'inizio della tormentata
settimana dell'elezione del presidente della Repubblica. Inevitabile,
dunque, che l'esito finale lo abbia lasciato insoddisfatto, come lui
stesso commenta ai microfoni del DiariodelWeb.it.Professor Ugo Mattei, che cosa pensa di questa riconferma di Mattarella al Quirinale?
È il minimo che potesse servire al sistema autoritario che è stato messo in piedi.
Che cosa intende?
È evidente che c'è un interesse globale a mettere in ginocchio il Paese,
come già successe in Grecia, e che passa attraverso delle riforme che
consentano di controllare interamente le istituzioni di garanzia.
Obiettivo che sono riusciti ad ottenere comunque.
Ci spieghi.
Alla presidenza della Repubblica c'è Mattarella, completamente prono
rispetto ai poteri atlantici: d'altronde fu lui a bombardare Belgrado,
quindi non stiamo certo parlando di un dilettante. Al governo c'è
Draghi, per conto dell'asse finanziario del Partito democratico
americano. E lo stesso giorno di Mattarella hanno eletto anche Giuliano
Amato alla presidenza della Corte costituzionale: a sua volta
espressione dell'atlantismo più ortodosso, presidente onorario
dell'Aspen Institute. Avevano già messo qualche settimana fa Franco
Frattini presidente del Consiglio di Stato, uno che a sua volta non si è
fatto scappare neanche uno dei think tank atlantisti, dall'Istituto affari internazionali in giù. Un blocco di potere impressionante.
Mi sta dicendo che sono stati gli Stati Uniti a volere la rielezione di Mattarella?
Io credo che agli Stati Uniti sarebbero andate bene entrambe le
soluzioni. Questa era quella di ripiego, se non fosse andato in porto il
blitz per Draghi. Inizialmente avevano pensato di eleggere lui, perché
avrebbe costituito una ristrutturazione ancora più imponente e una
sovversione ancora più radicale dell'ordine costituzionale costituito.
E come mai è fallita l'ipotesi Draghi?
Siccome quei miserabili dei parlamentari avevano tanta paura di andare a
casa, hanno nuovamente tradito il popolo italiano. Hanno fatto una
mini-resistenza a Draghi, che aveva come unico scopo quello di salvarsi
la poltrona, quindi gli è andata benissimo la riconferma di Mattarella.
Che evitava qualunque scossone.
Che effetti avrà per l'Italia?
Una catastrofe. Il regime è strutturatissimo, non c'è più un ganglo
dello Stato che non sia sotto il loro controllo. C'è un allineamento
completo tra la presidenza del Consiglio, quella della Repubblica e le
istituzioni di garanzia, che sono saltate totalmente. Questo non è
l'impianto costituzionale che avevano in mente i padri costituenti.
Quindi tutti i nomi che sono stati gettati nella mischia e bruciati nel corso dei giorni erano solo una finta?
Checché ne dicano i media dominanti, io sono tutt'altro che un
complottista. Non penso che ci sia un gruppettino che dà la regia di
tutto il mondo. Semmai degli allineamenti di interessi molto forti, che
andavano verso una delle due soluzioni: Draghi o Mattarella. Ma non
credo che tutto il resto sia stata una manfrina.
Allora è stata una sconfitta del centrodestra che ha provato invano a imporre un suo candidato.
Salvini non è un uomo di Stato, gli interessa solo coltivare un minimo
di potere personale. Ha tentato di portare a termine una sua operazione,
che è andata com'è andata. Grossi altri tentativi non ce ne sono stati.
Sono girati una serie di nomi, anche completamente sostituibili a
Mattarella: se fossero stati eletti Cassese, Amato o la Cartabia sarebbe
cambiato molto poco.
Che futuro ci aspetta ora?
Penso che, da parte di queste persone, ci sia una grossa
irresponsabilità e una grossa miopia. E questo mi dispiace, perché
alcuni di questi protagonisti li conosco personalmente anche piuttosto
bene: sono persone articolate in tutti i sensi, non personaggi di
secondo piano. Ma che non hanno il coraggio o la schiena
sufficientemente dritta per avere a cuore l'interesse del Paese. Non
sono dei patrioti. Ci aspettano mesi drammatici.
Si riferisce alla crisi economica?
La situazione economica era già preoccupante prima della pandemia: il
nostro rapporto debito/Pil era del 130%. Ora è salito oltre il 160%: non
c'è alcuna sostenibilità di questo modello di sviluppo. Questi soldi
del Pnrr, come sappiamo benissimo, li stiamo prendendo in prestito. E la
persecuzione dell'opposizione politica, che a questo punto è chiara,
sia dovuta al fatto che l'Italia ha dato in pegno, in cambio del suo
nuovo indebitamento, i dati personali della sua popolazione.
Dunque sarebbe questa la garanzia che lo Stato ha promesso?
Non abbiamo più beni pubblici, perché questi signori se li sono già
banchettati tutti ai tempi di Ciampi e di Prodi. Ma il valore molto
significativo, nella nuova economia della sorveglianza, cognitiva e
predittiva, sono i dati sensibili, sempre più intimi, sul comportamento.
Garantiti dall'accesso al corpo dei cittadini, come ha lasciato
intendere la dinamica del vaccino obbligatorio.
Tutto questo che conseguenze ha per gli italiani?
La produzione in Italia è stata smantellata quasi completamente. Dunque
gli italiani sono rimasti un ceto invecchiato di puri consumatori, che
hanno però un significativo risparmio privato, soprattutto sotto forma
di piccola proprietà immobiliare. Che prima della pandemia era più alto
dello stesso debito pubblico, tanto che teneva la nostra economia in
piedi. Questo è l'oggetto del prossimo attacco.
Che avverrà con quali modalità?
Attraverso una vera e propria politica di devastazione dell'economia del
Paese, già in grande sofferenza. Vogliono chiudere le imprese, creare
una crisi ad arte, licenziare i lavoratori o sospenderli dal loro posto.
A partire dalla prossima settimana ci sono milioni di persone che non
potranno più lavorare. Ciò obbligherà le persone a vivere del proprio
risparmio e a vendersi le proprie piccole proprietà. Si vedono già i
sentori anche sul piano legislativo, con le norme che impongono di
mantenere un elevato standard ecologico negli immobili. Se i piccoli
proprietari non hanno i soldi per adeguarsi, perché stanno spendendo
tutta la loro liquidità per campare, li venderanno a due lire ai fondi
avvoltoio.
Insomma, non intravede alcuna speranza all'orizzonte?
In realtà sul fronte della resistenza stiamo lavorando molto bene, c'è
un bel clima tra i vari soggetti politici. Siamo riusciti a superare la
contrapposizione tra vax e no-vax, il trappolone mediatico che hanno
cercato di tenderci. E c'è un tentativo serio per arrivare ad una
soggettività politica unitaria, sia per guidare azioni di disobbedienza
civile, sia per mettere in atto la solidarietà nei confronti di chi sta
male e starà sempre peggio, sia per partecipare alle prossime elezioni.
Questo è un lavoro che sto cercando di portare avanti il più possibile.
Le vie giuridiche le abbiamo provate tutte e, quando sono completamente
precluse come oggi, non resta che la resistenza.
https://storiasegreta.com/StoriaSegreta I misteri della storia
svelati Pubblicato il 31 Gennaio 2022 di Ettore Il 29 gennaio 2022 è una
data che potrebbe passare alla Storia. La mancata elezione di Mario
Draghi alla Presidenza della...