Translate

martedì 29 ottobre 2024

Elezioni Liguria 2024: i vincitori

di Sergio Bagnasco Preferiti · norepsotdS0i3l75g8f9acmt72t8mgmhg6f1ml79mamlmltf1flc04mch c8 · Elezioni Liguria 2024: i vincitori Tanti sono stati i vincitori alle elezioni liguri del 2024: 1° classificato: Disgusto 2° classificato: Inconcludenza 3° classificato: Ignoranza 4° classificato: Tradimento 5° classificato: Veto 6° classificato: Perdente DISGUSTO Le inchieste giudiziarie, anche quando producono la caduta di una giunta regionale e conseguenti elezioni anticipate, sono ormai solo rumorose emissioni di aria dalla bocca che producono allontanamento dal sistema partitocratico, incapace di offrire risposte ai problemi del vivere quotidiano. Risultato? Va a votare appena il 45,97% degli aventi diritto con un calo del 13,95% dei votanti. Non solo: le schede bianche e nulle ammontano a 19.777 pari al 3,21% dei votanti cosicché i voti validi sono appena il 44,49% degli aventi diritto. INCONCLUDENZA Ben 9 candidati presidenti e 20 liste, ma i seggi sono stati conquistati solo da 9 delle 13 liste che sostenevano i due candidati favoriti: Bucci, per il CDX, e Orlando, per il CSX in versione “quasi campo largo”; tutti gli altri candidati presidenti (7) e tutte le altre liste (11) tornano a casa a mani vuote. Grande inconcludente frammentazione nonostante un sistema elettorale con soglie di sbarramento (del 3% o del 5%) e premio del 20% dei seggi in palio alle liste che sostengono il candidato presidente che prende più voti. In altre parole, la maggioranza dei partiti si comporta come se fossimo in un sistema puramente proporzionale; incapaci di giocare con le regole date e anche di agire per cambiare queste regole. Risultato? Tutti i 7 candidati presidenti alternativi ai due concorrenti favoriti hanno preso ciascuno meno dell’1% dei voti, determinando una dispersione di oltre il 3,5% dei voti. E’ troppo chiedere ai partiti che hanno la presunzione di essere alternativi alle “coalizioni coatte” di saper fare sintesi e presentare offerte politiche credibili? Per fare politica non basta dire “Ci sono anch’io!”. IGNORANZA Dalla lettura dei dati elettorali emerge che gli elettori non conoscono il sistema elettorale o vivono su Marte. Assolutamente lecito, per esempio, che un elettore scelga di votare il Partito Comunista dei Lavoratori, disinteressandosi del fatto che è altamente improbabile che superi la soglia regionale del 3%, ma è sbalorditivo che ci siano elettori che votano solo il candidato presidente, Ferrando, e non la lista di partito: Ferrando ha totalizzato 2.099 voti mentre la lista che lo sostiene appena 1.813! Ci sono elettori che hanno votato solo il candidato presidente Ferrando ritenendo che potesse risultare il più votato e quindi divenire presidente della regione? Penso proprio di NO! Quindi, è più probabile che molti elettori non conoscano il sistema di voto. Infatti, tutti i 9 candidati presidenti hanno totalizzato più voti delle liste collegate. I candidati presidenti hanno raccolto 596.833 voti mentre tutte le liste hanno raccolto 562.299. In altre parole, 34.534 elettori hanno votato solo il candidato presidente, senza scegliere alcun partito. Se questo può avere un senso per i candidati presidenti favoriti (scelgo tra Bucci e Orlando e non m’interessano i partiti che li sostengono), non ha alcun senso per gli altri 7 candidati presidenti che non hanno alcuna possibilità di risultare eletti e quindi l’unica speranza per gli elettori che scelgono di votare questi partiti è che almeno riescano a conquistare un seggio; illogico, pertanto, votare solo il candidato presidente che non ha alcuna possibilità di risultare il più votato. Oppure, una quota importante degli elettori pensa che il voto dato esclusivamente al candidato presidente si trasferisca alle liste collegate, come avviene nel sistema elettorale parlamentare, dove votando il candidato uninominale il voto si trasferisce alle liste collegate. In definitiva, o si tratta di ignoranza del sistema elettorale o si tratta di incapacità di effettuare scelte politiche basate su logica e analisi della realtà. TRADIMENTO Chi sarebbe il tradito? Il corpo elettorale, ovviamente. La partitocrazia ha voluto l’elezione diretta del sindaco e del presidente di regione; vorrebbe persino l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, però poi le persone scelte dagli elettori per svolgere un incarico … abbandonano l’incarico per candidarsi ad altro. Ecco allora che abbiamo sindaci che si candidano per fare il presidente di regione o il parlamentare e presidenti di regione che si candidano al parlamento nazionale o europeo … determinando, se eletti ad altro incarico, instabilità nell’organismo che abbandonano. Così, Bucci eletto nel 2022 per la seconda volta sindaco di Genova, abbandona la carica determinando elezioni anticipate a Genova; e Orlando, lascerà la carica di parlamentare per guidare l’opposizione in regione Liguria? Chissà! Questa pessima abitudine di candidarsi a una carica mentre si svolge altro mandato elettivo è una patologia che meriterebbe una cura drastica: chi ricopre una carica elettiva è incandidabile ad altre cariche oppure può candidarsi ad altre cariche elettive solo se prima si dimette dalla carica che ricopre. VETI "Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d’una spanna?" (Dante, Paradiso Canto XIX) Chi pretende di decidere chi può stare in squadra, deve avere grandi doti di elaborazione, deve avere grandi capacità di timoniere, ma se ha solo dimostrato di barcamenarsi per galleggiare dilapidando un patrimonio, perché affidare a lui la decisione su chi deve stare in squadra? Ecco, c’è qualcosa che non va quando si subisce il veto di chi ha dimostrato di non essere lungimirante. Un’offerta politica risulterà sempre confusa e poco convincente se i veti sulle persone prevalgono sulle proposte. PERDENTE Perdente è colui che ha sempre pronto un “si ma”; “non abbiamo vinto, ma siamo il primo partito della Liguria”. E’ una grande soddisfazione, ma diventa misera cosa quando si vuole far passare una narrazione secondo la quale il partito della presidente Meloni ha preso appena il 15% in Liguria mentre in Abruzzo, a marzo 2024, aveva preso il 24%. Come a voler significare che c’è un’importante flessione del partito della Presidente. Siamo alla fiera della stupidità! A gennaio del 2020 il PD prese il 35% in Emilia Romagna e appena il 15% in Calabria! Allora? Le elezioni regionali hanno sempre presentato grandissime differenze di consenso da una regione all’altra. Ci siamo dimenticati di quando il PCI sfiorava il 40% in Toscana ma non arrivava al 16% in Veneto? Era il 1990. E’ la storia politica italiana e chi pensa di commentare la politica ignorando la realtà è meglio che si dedichi a cesellare le zolle! Dimenticavo, nonostante la fine ingloriosa della giunta di CDX guidata da Toti, le elezioni sono state vinte da Bucci che guida la coalizione di CDX, riconfermatosi alla guida della Regione Liguria. Il CSX, anche nella versione “quasi campo largo”, accorcia le distanze, ma in ogni caso arriva secondo, come già successo in Sardegna, dove il “campo largo” ha preso meno voti del CDX ma ha comunque vinto la presidenza e quindi la Regione, grazie al sistema elettorale che garantisce la maggioranza assoluta dei seggi alla sola condizione che il candidato presidente più votato abbia superato il 25% dei voti a livello regionale. Come si vede, è sempre molto facile cantare vittoria!

Il Parlamento ritorni a essere sede di rappresentanza dei cittadini e non dei partiti

Con la differenza di pochi pochi voti il cd vince la lotteria e si accaparra per cinque anni la Regione Liguria, che con il premio di maggioranza potrà governare indisturbata a prescindere da tutto! Mai come in queste elezioni si è potuto constatare come questa legge elettorale, che consente di governare per 5 anni, di fatto rende inamovibili i presidenti eletti direttamente . Abbiamo visto come vengono amministrati Comuni e Regioni, che, ahinoi, lungi dal risolvere i problemi dei citatdini e dei territori, hanno dato vita a veri e propri comitati di affari che , inevitabilmente, portano alla corruzione,che oramai è dilagante. Appare evidente quindi come gli effetti della elezione diretta di sindaci e presidenti sia nei fatti un disastro e dimostra come la tanto osannata "governabilità" poi si tradotta in un esercizio di potere senza controllo. Direte che la corruzione c'è sempre stata ed è vero, ma mai in passato aveva raggiunto livelli di guardia così allarmanti ed ha finito con allontanare la stragrande maggioranza dei cittadini dalle urne. Un fatto grave quest'ultimo di cui nessuno dei vari politicanti si preoccupa, mentre, invece, una classe politica seria dovrebbe cominciare a interrogarsi. A questo punto, a mio parere , bisognerebbe mettere in discussione questa legge elettorale, perchè è inammissibile e contro la costituzione che con pochi voti i di scarto si prendano il governo assoluto di Regioni e Comuni, per effetto anche di un premio di maggioranza, che non era , invece, necessario con il sistema proporzianale. Duravano pochi i governi è vero, ma nascevano da accordi politici alla luce del sole e non con dall'accaparramento dei pacchetti di voti, che sono fonte inevitabile di corruzione. Tornare alla politica è necessario e urgente e per farlo è necessario ritornare al vecchio sistema proporzionale, che è garanzia di democrazia. Tornare alla politica con la P maiuscola è cosa necessaria e urgente per far tornare a votare quanti oggi sono stanchi di vedere sempre le stesse facce, che girano da un posto all'altro: attaccati alle portrone con attac, che non si preoccupano minimamente di fare gli interessi dei cittadini e del Paese. Non oso pensare cosa accadrebbe se andasse in porto l'elezione diretta anche del Presidente Del Consiglio con le modalità previste nel DL Casellati! C'è bisogno nel Paese di una seria battaglia per bloccare questo progetto devastante, che sarebbe il compimento di una dittatura in piena regola: cancellerebbe in un colpo solo il Parlamento e i poteri del Capo dello stato,in quanto tutto rimarrebbe nelle mani del PC. Oltre a ciò è ancora più preoccupante vedere come politici di destra e sinistra stiano correndo di nuovo verso il disastroso sistema maggioritario, che tanti danni ha arrecato a questo Paese. Non è con i campi larghi o stretti che si governa il Paese, ma con un Parlamento eletto dai cittadini che va messo in condizione di esercitare il proprio ruolo come prescritto dalla Costituzione. Sarebbe necessario e urgente anche l'abolizione del rosatellum per tornare al proporzionale, perchè
. N.T.

lunedì 9 settembre 2024

COMUNICATO STAMPA

GIORNATA PER ROMPERE IL SILENZIO sul referendum per cambiare la legge elettorale. ROMA, martedì 10 settembre 2024
Il Comitato Referendario per la Rappresentanza (CO.RE.RA.) organizza a Roma, martedì 10 settembre, una giornata di informazione sulle proprie iniziative referendarie contro il Rosatellum il cui scopo è restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Ore 11:00 – 13:00 Conferenza Stampa e raccolta firme davanti alla sede RAI di V.le Mazzini 14 Ore 15:30 – 16:30 Raduno Piazzale Flaminio (Lato Tram) Ore 17.30 – 18:30 Comizio in piazza Santi Apostoli e Raccolta firme. Il Comitato Referendario per la Rappresentanza promuove l’abrogazione dei punti più critici del Rosatellum: il voto congiunto, le soglie di sbarramento, l’esenzione della raccolta firme per presentare le liste elettorali solo per i Partiti già presenti in Parlamento, le pluricandidature, tutti meccanismi che rendono impossibile per gli elettori sapere chi sarà eletto con il proprio voto. Difetti che sono già sotto lo scrutinio dei giudici, in Italia e davanti alla CEDU (grazie alla causa promossa da Mario Staderini), perché sono gravi e inaccettabili in un’Europa fondata sul diritto dei cittadini alla conoscenza e alla trasparenza. Il Comitato Referendario per la Rappresentanza, composto da cittadini e cittadine di diversa provenienza e cultura politica, si è formato il 17 aprile 2024 ed il 23 aprile ha presentato in Corte di Cassazione i 4 quesiti referendari. E’ presieduto da Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa (Governo Conte 1), il Presidente d’Onore è Giorgio Benvenuto, i vicepresidenti sono Enzo Palumbo, Sergio Bagnasco e Raffaele Bonanni. Purtroppo del Referendum della Rappresentanza, proposto da cittadini, non è stata data alcuna diffusione nelle reti radiofoniche e/o televisive a differenza degli altri, proposti dai partiti e da altri movimenti politici. Questa iniziativa referendaria contro il Rosatellum è stata sin qui oscurata dai maggiori media! Restano pochi giorni perché l’opinione pubblica sia informata. Il claim della campagna è #iovoglioscegliere e tutto il materiale che lo riguarda è sul sito www.iovoglioscegliere.it, da dove è anche possibile firmare con lo spid. I quattro quesiti referendari intendono abrogare il voto congiunto obbligatorio, le soglie di sbarramento, l'esenzione della raccolta delle sottoscrizioni per i soli partiti che sono già in parlamento e l'abrogazione delle pluri-candidature. Si tratta di una battaglia trasversale che abbraccia tutta la società italiana ed il sistema Paese, poiché, come affermato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, "il principio un uomo un voto non può essere distorto attraverso (....) marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori.” I proponenti non scelgono una legge elettorale specifica ma intendono correggere quella attuale, nella speranza che il prossimo Parlamento sia eletto sulla base di una legge elettorale non incostituzionale. “Al momento non abbiamo avuto alcuna opportunità di un passaggio televisivo su una rete nazionale. Nel rispetto della direttiva europea per la democrazia partecipativa e deliberativa, che impegna gli Stati membri attraverso i progetti esecutivi finanziati con il PNNR, a favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese, riteniamo che, Il referendum popolare, la legge di iniziativa popolare e la petizione popolare siano, per la nostra Costituzione, gli strumenti a disposizione della cittadinanza attiva per l’attuazione della democrazia diretta. Essa difficilmente si potrà realizzare se non è accompagnata da una puntuale informazione da parte del servizio pubblico radiotelevisivo”. (Elisabetta Trenta, Presidente del Comitato Referendario per la Rappresentanza). Per maggiori informazioni e contatti stampa: info@iovoglioscegliere.it info@iovoglioscegliere.it

giovedì 5 settembre 2024

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Nella Toscano: Abbattiamo la congiura del silenzio...

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Nella Toscano: Abbattiamo la congiura del silenzio...: Di cosa hanno paura i partiti, le confederazioni sindacali, le associazioni, che pure a parole dicono di volere difendere la costituzione, ...

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Parliamo del referendum per la parziale abrogazion...

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Parliamo del referendum per la parziale abrogazion...:

No, prima di essere sudditi degli yankee siamo sudditi dei partiti

Rispondendo a un commento con il quale si affermava che la situazione politica italiana non ha scampo perchè completamente sottomessa agli yankee : No, prima di essere sudditi degli yankee siamo sudditi dei partiti,che si sono impoessessati del parlamento, dove non siedono più i rappresentanti dei cittadini, ma i cominati dai segretari dei partiti di cui sono i maggiordomi. Questo scempio è figlio di una legge elettorale che non ha eguali nel mondo, i cui marchingegni non permettono ai cittadini di scegliersi i rappresentanti e tanto meno i partiti, se è vero come è vero che, ad esempio, se voti per un partito che non raggiunge la soglia del 3% i voti andranno distribuiti tra i partiti con cui sono coalizzati e, quindi, tu non saprai mai per chi hai votato, mentre ad essere letti saranno q i candidati concordati tra i partiti. Ecco perchè ci ritroviamo sempre le stesse persone in parlamento, anche se non li abbiamo mai votati. Cosa ancora più grave è che un candidato designato del nord potrà essere assegnato al sud o viceversa. Quindi a rappresentare il territorio sarà un deputato che non conosce nemmeno il territorio che dovrebbe rappresentare.Vedi la compagna di Berlusca eletta aMazzara dove non è mai messo piede nè prima nè dopo. cosa ci si può aspettare da questi miracolati? Nulla ovviamente! Di fronte a questo disastro l'unica cosa da fare è cambiare la legge elettorale. C'è un referendum da sottoscrivere, che propone di abrogare quattro punti del rosatellum per togliere dalle mani dei partiti il potere di decidere chi deve andare in Parlamento. Abbiamo proposto anche una lip per reintrodurre le preferenze. Ecco da dove bisogna cominciare per iniziare a cambiare. Questa proposta , come poetete immaginare, non piace ai partiti, alle conferazioni sindacali e nemmeno all'ANPI, che hanno alzato un muro di silenzio per far fallire il referendum. Visto che la stampa è completamente asservita al potere ovviamente non fa trapelare nulla e così facendo si rischia di far fallire il referendum perchè i cittadini non ne sono informati. Per superare la barriera del silenzio chiedo a tutti di sottoscrivere i quattro quesiti e la lip, potete farlo sia on line dalla piattaforma pubblica gratuita con spid o Cie, che nei manchetti che si stanno facendo in tutto il Paese. Collegatevi al sito www.Iovoglioscegliere.it per votare e per leggere i quesiti proposti. Se volete cambiare davvero, al momento questa è l'unica proposta credibile per poterlo fare. non facciamo scappare questa occasione, nè va della nostra democrazia e della nostra libertà di scelta. Toscano Nella Arch

venerdì 23 agosto 2024

Vogliamo fatti e non chiacchiere! Elly Schlein Giuseppe Conte se davvero non volete un Parlamento di nominati ... allora dimostratelo sostenendo i referendum di www.iovoglioscegliere.it Oppure spiegate perché questi referendum non vanno bene, ma rompete il silenzio! Ciò vale anche per CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro, perché per la difesa dei diritti dei lavoratori non basta la rappresentanza sindacale, serve anche la rappresentanza politica, e Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI perché il Rosatellum non è compatibile con l'antifascismo! Nell'attesa che costoro rompano il colpevole silenzio, voi firmate seguendo questo link https://linktr.ee/iovoglioscegliere

C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e uguale?

C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e uguale? Risponde Sergio Bagnasco del comitato nazionale referendum sulla riforma elettorale Antonio Andolfi 13 Agosto 2024
Abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti sull’iniziativa del referendum della riforma elettorale a Sergio Bagnasco che è uno dei principali promotori del comitato nazionale. Oggi esiste il diritto di voto? Certo votiamo di continuo. Ma perché si possa parlare di diritto di voto bisogna rispettare i principi dettati dalla costituzione. Essa afferma che il voto deve essere segreto, libero, diretto, personale e uguale. Sono cinque caratteristiche che il voto deve rispettare. Sappiamo che il principio della segretezza è rispettato, ma gli altri principi non sono rispettati e questo dalle ultime cinque elezioni consecutive. Gli eletti hanno ottenuto il seggio tramite leggi elettorali che violavano questi principi. Abbiamo avuto sentenze della Corte Costituzionale che sancivano il non rispetto per tre parlamenti con l’elezione usata, il porcellum, e gli ultimi due del 2018 e 2022 sui quali non c’è ancora un giudizio della Corte, ma è fuori discussione che anche questi non rispettano quei diritti perché l’elettore non ha alcun diritto di scelta e non può scegliere tra i candidati. Difatti, in questa legge in vigore, il rosatellum, vi sono dei marchingegni che alterano la volontà degli elettori. Ma al di là dell’approvazione in Parlamento queste leggi sono state promulgate dal Presidente della Repubblica. È possibile che lui, garante della costituzione, non si sia reso conto di ciò? Lo ha capito, con tutto lo staff giuridico che dispone, però succede che quando il dibattito politico è basato sulla legittimazione, anche i poteri di garanzia risultano indeboliti. Quando in questo dibattito politico il confronto diventa mediazione fra le parti c’è una parte che cerca di sopprimere l’altra parte negandone la legittimità stessa d’esistere. Ciò produce paura ed è in questa fase che si prendono decisioni che rendono ancora più accentuato il conflitto tra le parti. Nel 2005 a fine legislatura venne approvato l’Italicum. Ciampi allora Presidente della Repubblica cosa doveva fare se avesse rimandato indietro una legge voluta dalla maggioranza? Quel gesto sarebbe stato interpretato come uno schierarsi con le opposizioni e la maggioranza ne avrebbe strumentalizzato la scelta. Inoltre, Ciampi si trovò con l’Italicum approvato alla camera e modificato dalla corte costituzionale mentre in senato era in discussione il Porcellum incostituzionale. Non poteva sciogliere le camere. Erano due leggi molto diverse (niente preferenza al Senato invece la preferenza alla camera e ancora divieto di fare delle coalizioni con l’Italicum invece coalizioni possibili per il Senato). Un grande pasticcio. Allora chiese una nuova legge elettorale. Per cui questo meccanismo comporta il diventare anche la garanzia vittima di questo gioco perverso. La stessa logica si è ripetuta nel 2015 quando il Presidente della Repubblica ha promulgato quest’ultima legge, il rosatellum. Egli sapeva perfettamente che se non fosse stata approvata, sarebbe stato impossibile andare a votare. Ma perché avviene tutto ciò? Purtroppo il dibattito politico da tre decenni è tutto teso a inseguire la chimera della governabilità senza preoccuparsi di produrre l’indebolimento dei poteri di garanzia rimanendo in perenne scontro. Ciò dovrebbe far capire che prima di pensare a una legge elettorale che in qualche modo garantisca una maggioranza bisognerebbe mettere al sicuro i poteri di garanzia. Mentre noi da 30 anni viviamo in una situazione in cui una parte politica potrebbe essere autonoma nell’elezione del Presidente della Repubblica, come lo è adesso. Potrebbe essere autonoma nel controllare due terzi della Corte Costituzionale come può oggi. Potrebbe arrivare ad essere autonoma nell’attuare una riforma costituzionale, senza nemmeno un referendum confermativo, attualmente possibile. È per questo preoccuparsi della governabilità che siamo giunti a questo. Casomai il problema è trovare le modalità affinché il i poteri di garanzia siano più forti e in grado di mantenersi effettivamente fuori dal ring del dibattito e scontro politico. Invece questo e un obiettivo totalmente estraneo sia al centrodestra che al centro sinistra, anche se apprezzo i cinque stelle per quello che vanno facendo. Ma governare è un dovere oltre che un diritto se ci sono i numeri all’interno di una cornice costituzionale in cui siano inseriti tutti. Invece, ogni volta appaiono leggi elettorali bizzarre addirittura incostituzionali che pretendono di modificare a proprio piacimento la costituzione, come se il problema sia lì. Quindi bisogna preoccuparsi di una legge elettorale che rafforzi i poteri di garanzia, garantendo la rappresentatività nel Parlamento? Assolutamente, perché il Parlamento deve rappresentare la nazione e deve essere composta da persone scelte dagli italiani e non imposte dai partiti. È da questa esigenza che nasce la nostra proposta di referendum sulla legge elettorale. È per consentire agli italiani di poter scegliere i propri rappresentanti e garantire un Parlamento rappresentativo. La rappresentatività degli italiani è la premessa per la tutela di qualsiasi diritto. Ma il referendum potrà restituirci tutto? Bisogna fare chiarezza sulla vulgata dei referendum. Essi vanno a eliminare o modificare parti di una legge. Quindi sono atti legislativi che nascono da una volontà politica. La domanda da porsi ogni volta si valuti un referendum è se c’è coerenza tra gli effetti giuridici prodotti dal referendum e la volontà politica dei promotori. Abbiamo avuto il primo quello del 1974 sul divorzio, esso aveva una perfetta coerenza, tra la volontà politica e l’effetto giuridico. La volontà politica era cancellare una legge che era stata approvata dal Parlamento, l’effetto giuridico produceva la cancellazione di questa legge ed era possibile, perché il codice di famiglia era rimasto inalterato nonostante la violazione della legge. Oggi, nel rifare lo stesso sarebbe impossibile perché tutto il diritto di famiglia non starebbe in piedi e si creerebbe un vuoto normativo e quel referendum sarebbe dichiarato inammissibile. Voi chiedete d’abolire le soglie di sbarramento, ma una nuova legge elettorale potrebbe riproporle. In questo caso il comitato promotore dinanzi a tale modifica avrebbe il diritto di denunciarlo alla Corte Costituzionale, senza attraversare le corsie dei tribunali. Lo stesso vale per il voto congiunto tra uninominale e plurinominale in cui si è obbligati votando una lista ad accettare quel candidato uninominale che la coalizione ha scelto e piazzato lì. Quel candidato potrebbe non piacermi e non vorrei votarlo perché appartiene a un’altra forza politica della coalizione che non accetto, ma sarei obbligato a prendere tutto il pacchetto votando la lista che riguarda la coalizione per accordi preelettorali decisi dei capi partito. Allora è chiaro che se noi aboliamo questo meccanismo modifichiamo la legge elettorale nel riproporre il voto consultivo. Noi attraverso questi quesiti otteniamo il risultato d’abolire in questa legge esistente tutti quegli aspetti che ne limitano il diritto di scelta degli elettori. Otteniamo una legge che sia coerente con i principi costituzionali del voto libero, uguale, personale e diretto per le elezioni dei parlamentari. Ma se i parlamentari volessero rifare un’altra legge elettorale? Noi poniamo dei paletti, per cui ciò che andiamo a cancellare non potrebbe essere riproposto in una nuova legge elettorale. Per questo il referendum che proponiamo è perfettamente in grado di raggiungere l’obiettivo violato dai partiti. Solo inventandosi un’altra legge con altri meccanismi che in questo momento non esistono potrebbero cambiare, ma tenendo conto di quelle cinque caratteristiche costituzionali. È per questo che invito tutti a votare i nostri referendum. Potete farlo andando sul nostro sito www.iovoglioscegliere.it c’è il tasto firma che proietta sulla piattaforma pubblica dove basta scegliere le iniziative contrassegnate dal nostro simbolo, una croce verde e rossa. Bisogna invitare amici, parenti, conoscenti a firmare. Noi abbiamo il diritto d’avere un Parlamento che ci rappresenti e non consorterie che non dipendono da noi. Non ci si rende conto che la legge elettorale ha riflessi enormi su tutti, perché è quella che non aiuta ad arrivare a fine mese. Bisogna ricordarsi che in quel posto dove si fanno le leggi ci sono parecchie persone a cui non interessa come viviamo, piace conservare il proprio posto.

Live #1 Perchè oggi un referendum per cambiare la legge elettorale (con S. Bagnasco)

Live #4 Analizziamo ogni oscuro meandro del Rosatellum con Sergio Bagnasco

La Repubblica è malata e il referendum anti-rosatellum è la necessaria cura d'emergenza

La battaglia per la rappresentanza dei nuovi partigiani! 22 Agosto 2024 di Nella Toscano - Componente il Comitato Referendario Nazionale

22 Agosto 2024 di Nella Toscano - Componente il Comitato Referendario Nazionale
“Io voglio scegliere” sono le tre parole scelte per la campagna referendaria per la parziale abrogazione della legge elettorale il Rosatellum. Tre parole che indicano in maniera chiara la portata rivoluzionaria di questo referendum. Con esse si rivendica il diritto di ogni cittadino di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento, che nel nostro Paese è stato sottratto da un ventennio circa, soprattutto da quando è entrato in vigore il rosatellum, che è il risultato della modifica in senso peggiorativo del porcellum, già dichiarato incostituzionale. Il rosatellum è la peggiore legge elettorale: in nessun altro Paese democratico. esiste una legge simile. I partiti tutti sono responsabili non solo di averla approvata, ma soprattutto di non volerla cambiare. A parole parlano e dicono che si bisogna cambiarla, però, a oggi non hanno mosso e continuano a non muovere un dito per attuare questo proposito parolaio, anzi stanno pervicacemente ignorando e ostacolando il referendum, che si propone di abrogarla parzialemente, per dare ai cittadini il potere scegliere i propri rappresentanti in parlamento. Dobbiamo, quindi, prendere atto ancora una volta che la volontà e libertà di scegliere non è un diritto che i partiti riconoscono ai cittadini! L’abrogazione, seppure parziale, del Rosatellum con i quattro quesiti referendari, non piace ai partiti e nemmeno a quanti pensano di potere usufruire di eventuale candidatura o, come nel caso dei vari partitini, anch’essi dimostratisi restii al referendum, con accordi elettorali sottobanco con i segretari dei partiti maggiori, che sono i soli ad avere voce in capitolo, per assicurarsi un posto in parlamento, senza passare dal consenso degli elettori, che spesso non c’è e che è alla base della crescente disaffezione alle urne. Fa specie vedere, l’ANPI come sottolinea Elisabetta Trenta, presidente del comitato nazionale IO VOGLIO SCEGLIERE, che rappresenta i partigiani che per la democrazia sono morti, oggi non sta facendo il minimo sforzo per condividere la battaglia dei “nuovi partigiani”, di quelli che stiamo combattendo per la “rappresentanza “ che è la base della democrazia. Non vi è alcun dubbio che con questo sistema sono state distorte le regole democratiche della rappresentanza e messo nelle mani di poche persone il potere di stabilire chi deve e chi non deve essere candidato e poi eletto; ai cittadini non è lasciata nessuna possibilità di scegliere e questo, se davvero si vuole uno stato democratico, non solo non è ammissibile, ma non è nemmeno accettabile. Abbiamo un parlamento di nominati dai segretari dei partiti che, con marchingegni fuori da ogni logica e dalla costituzione, sono andati a occupare gli scranni parlamentari e che, conseguentemente, non rispondono ai cittadini, ma al capo partito che li ha fatti eleggere. Sradicare questo sistema di potere dalle mani di partiti, che hanno avocato a sé decisioni che spettano al parlamento e ai singoli parlamentari, che a norma dell’art. 67 della Costituzione debbono, invece, esercitare le loro funzioni “senza vincolo di mandato”. Ovviamente, questa proposta referendaria, mette a rischio il loro status quo e da qui la loro avversione, il loro volere ignorare l’esistenza di questa proposta referendaria. Parlano di democrazia senza nemmeno comprenderne il senso. Come afferma Sergio Bagnasco “Partitocrazia fa rima con Democrazia ma è la morte della democrazia” ed è proprio quello a cui stiamo assistendo oramai da troppi anni, senza rendercene conto. “Il Partito liquido ” inventato da Veltroni ha avuto i suoi effetti nefasti nel Paese: annullata la partecipazione dei cittadini alla vita politica dei partiti, di fatto gli stessi sono rimasti nelle mani di pochi oligarchi che decidono tutto,persino quando deve cadere o no un governo. In queste condizioni la democrazia parlamentare non esiste più e il parlamento è ridotto a semplice esecutore delle volontà dei partiti e peggio, per dirla ancora con S. Bagnasco, è stato riprodotto il sistema che vigeva nel 1929, dando così vita a un “Nuovo Totalitarismo Democratico. “ Berlinguer aveva avvertito: i partiti che occupano tutte le istituzioni,facendosi essi stessi stato, deviano dalla missione affidata loro dalla costituzione. Tutte cose che abbiamo visto in questi ultimi decenni e che si sono verificate e continuano a verificarsi, sia che al potere ci sia la cosiddetta sx, che la dx. In presenza di un quadro così devastante, è grave che i cittadini non vengano informati correttamente dalla stampa e dalla TV sulla reale portata di questo referendum, che, di sicuro, è molto più importante di quello sull’autonomia differenziata, a cui, invece, viene dato ampio spazio, forse perché voluto dai partiti della cosiddetta sx, che hanno persino perso la memoria, come spesso avviene in questo Paese, sul fatto che la legge Calderoli trae proprio origine proprio dalla modifica del titolo V° della Costituzione, voluta dal PD, che ha aperto le porte a tutti i tipi di autonomia. Contrastare l’autonomia differenziata è necessario, ma bisogna sapere che senza la parziale abrogazione del rosatellum e con la permanenza di questa classe dirigente al potere non c’è e non ci sarà soluzione. Per questo motivo mi preme inviatre i cittadini e le cittadine di questo Paese a lottare per raggiungere le 500.000 firme necessarie per indire i referenum di parziale modifica del rosatellum e della LIP, nevessaria per reintrodurre le preferenze, a rendersi parte attiva nella raccolta delle firme, perché senza l’impegno di ognuno è difficile raggiungere qualsiasi traguardo. Auspichiamo quindi che finalmente i “giornaloni” e le televisioni parleranno della nostra iniziativa per porre fine al ventennio dei nominati. Dobbiamo raggiungere 50.000 firme sulla proposta di legge per ripristinare il voto di preferenza: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500013. E’ inspensabile la sottoscrizione dei quattro quesiti referendari abrogativi proposti dal Comitato Besostri, per aggredire i peggiori difetti del Rosatellum: contro il voto congiunto forzato su liste bloccate, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500004 contro la vergogna delle pluricandidature, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500008 contro soglie artificiali che non impediscono ma anzi incentivano la formazione di micropartiti personali, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500005 contro l’ingiustizia di regole di accesso alla competizione elettorale che servono solo agli uscenti per confermare i loro pacchetti di nominati, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500006 Riprendiamoci la speranza di poter eleggere una nuova generazione di leader. Riprendiamoci la rappresentanza e possiamo riuscirci solo se ci aiuterete tutti!

mercoledì 31 luglio 2024

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: A che servono le soglie di sbarramento?

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: A che servono le soglie di sbarramento?: HomePoliticaA che servono le soglie di sbarramento? A che servono le soglie di sbarramento? Un aspetto, più di altri ostico da comprendere...

Il Comitato Referendario per la Rappresentanza Posted on 28 luglio 2024 by macosamidicimai

Da mesi tutti parlano di referendum e questi tutti affermano che bisogna cambiare la legge elettorale per le elezioni parlamentari; lo dice la compagna Elly, lo afferma in ogni occasione Landini, il segretario della CGIL, lo afferma Conte, lo afferma anche Giorgia, l’unica che non ha contribuito a generare il Rosatellum, organismo geneticamente modificato ottenuto dal Porcellum. Tutti dicono peste e corna del famigerato Rosatellum, sin da quando è stato approvato nel 2017 da un Parlamento eletto con l’incostituzionale Porcellum , però tutti si tengono avvinghiati a questa legge che offre indiscutibili vantaggi a tutto il sistema partitocratico e al variegato mondo delle associazioni sociali, da sempre strettamente compromesse con l’eterna lotta per il potere, per l’occupazione della cosa pubblica. Così, ad esclusione del Comitato Referendario per la Rappresentanza, nessuno fa nulla per mandare in soffitta questa pessima legge elettorale che, come il porcellum, produce un Parlamento di NOMINATI, vale a dire un Parlamento formato da collaboratori dei capipartito: sono i capipartito che decidono chi candidare e chi collocare in posizione favorevole per essere eletti. Ma, peggio del Porcellum, il Rosatellum non rispetta nemmeno il voto dato a un partito. Infatti, con svariati meccanismi l’elettore quasi sempre votando un partito finisce per votarne un altro o addirittura il voto dato a un partito si trasferisce ad altro partito che l’elettore non ha votato. Ebbene sì, il Rosatellum riesci a stupire perché fa più schifo del Porcellum e il fatto che un Parlamento possa aver deliberatamente approvato una legge che fa carta straccia dei diritti costituzionali dei cittadini impone di chiedersi che tutela abbiamo se proprio dal Parlamento arriva un atto eversivo dell’ordinamento repubblicano. Sia come sia, siamo al quinto parlamento consecutivo composto da persone scelte esclusivamente dai capipartito. In questo desolante quadro, è nato il Comitato Referendario per la Rappresentanza che, con l’aiuto iniziale di Felice Besostri, il Killer delle leggi elettorali, ha elaborato dei quesiti referendari per iniziare a restituire agli elettori il diritto di scelta dei propri rappresentanti. Un obiettivo elementare, giacché è inutile cianciare di “democrazia rappresentativa” se i rappresentati non possono scegliere i rappresentanti! La finalità di questi referendum, di cui nessuno si occupa, è proprio affermare il principio della rappresentanza; vale a dire, qualunque sia la formula elettorale prescelta dal legislatore, occorre che l’elettore possa scegliere chi meglio lo rappresenta, sappia sempre quale partito sta votando e chi concorre a eleggere. Tutto ciò, con la legge elettorale vigente, non è possibile. Col famigerato “Rosatellum”, infatti, non solo l’elettore non può scegliere il candidato preferito, ma addirittura, votando un partito, spesso finisce per rafforzarne un altro che non ha votato. Come ha giustamente ammonito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo recente intervento del 3 luglio a Trieste, la libertà di voto è un pilastro della democrazia e non devono esserci “marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori”. Il Rosatellum offre una vasta gamma di questi marchingegni tali per cui l’elettore non sa mai chi sta contribuendo a eleggere. In sostanza, con modalità diverse, questa legge replica un vizio di incostituzionalità già censurato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 1/2014: “alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno della indicazione personale dei cittadini”, ciò “ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione” perché l’elettore non ha alcun “margine di scelta dei propri rappresentanti, scelta che è totalmente rimessa ai partiti”. In questo modo il Parlamento, che dovrebbe essere “una delle principali espressioni della sovranità popolare”, si trasforma in un “Parlamento di Nominati” completamente privo di rappresentatività. Non solo la grande stampa tace, perché ormai il suo compito è scrivere di ciò di cui tutti parlano, ma tace anche il servizio pubblico radiotelevisivo che in realtà è un servizio privato alle dipendenze del potere partitocratico. Ovviamente tacciono i partiti di maggioranza e di non-maggioranza, di destra e di non-destra perché le squadre che competono non sono interessate alle regole del gioco: una squadra è interessata a mantenere le posizioni di potere illegittimamente acquisite e le altre a prendere il posto delle prime. Infatti, il centro-destra ha voluto il Porcellum e quando finalmente grazie alla Corte Costituzionale il Porcellum è stato reso conforme alla Costituzione con sentenza n. 1/2014, ci ha pensato il centro-sinistra ad approvare una nuova legge elettorale che è peggio del Porcellum. Nessuno è credibile quando parla di democrazia, Costituzione e antifascismo tenendosi stretta una legge che nega tutti i principi della democrazia rappresentativa perché, come nel 1929, gli elettori possono solo confermare le scelte fatte dai partiti, Unica differenza, allora c’era un solo partito e adesso ci sono tanti partiti, ma non è il numero dei partiti a fare la democrazia. Siamo semplicemente passati dal Partito Stato allo Stato dei Partiti. Sta a noi cittadini intraprendere una nuova lotta di liberazione, questa volta per liberare le Istituzioni repubblicane, nate dalla Resistenza e dall’Antifascismo, dall’occupazione partitocratica. Andate su http://www.iovoglioscegliere.it e firmate i 4 questiti e la Proposta di Legge d’iniziativa popolare per introdurre la preferenza nei collegi plurinominali. La prossima Primavera potrebbe essere la nuova Primavera della Liberazione! Dipende da ciascuno di noi.

mercoledì 26 giugno 2024

COMUNICATO STAMPA

 

 


Il prossimo venerdi 28 giugno alle ore 16,30 a Palermo Via Ruggero Settimo, sotto i portici lato Unicredit, parte la campagna per la raccolta delle firme necessarie per abrogare parzialmente la legge elettorale il “Rosatellum” dal nome del suo autore.

Quattro i quesiti referendari depositati in Corte di Cassazione il 23 aprile che intervengono sugli aspetti più critici della detta legge elettorale in vigore.

L’obiettivo è liberare gli elettori dalle liste bloccate dai partiti, eliminare la soglia di sbarramento per un maggiore pluralismo, costituire un sistema di raccolta firme elettorali più democratico e vietare le pluricandidature.

Protagonista delle due iniziative è il Co.Re.Ra, acronimo di comitato referendario per la rappresentanza, costituitosi lo scorso 17 aprile e figlio delle idee di Felice Carlo Besostri, senatore del Pd dal 1996 al 2001 recentemente scomparso che fu anima di numerosi ricorsi, tra cui quelli che hanno portato all’abrogazione parziale delle due leggi elettorali Porcellum e Italicum.

L’attuale legge elettorale, combinata con la riforma del premierato, rappresenta una reale minaccia per la democrazia e questo costituisce un motivo in più per procedere alla raccolta delle firme necessarie per modificare il Rosatellum e restituire ai cittadini la possibilità di scegliere candidati e partiti di gradimento.

Il comitato ha una composizione molto trasversale: è formato da cittadini di diversa estrazione sociale, formazione culturale e orientamento politico, residenti in tutte le regioni italiane. Lo presiede Elisabetta Trenta, ministro della Difesa italiano dal giugno 2018 al settembre 2019. Tre i vicepresidenti: Raffaele Bonanni, ai più noto per essere stato segretario generale della Cisl; Enzo Palumbo, che è stato membro del Consiglio superiore della magistratura e ha già promosso e patrocinato nel 2011 l’abrogazione del Porcellum e nel 2016 l’incostituzionalità dell’Italicum; e Sergio Bagnasco, studioso della Costituzione e dei sistemi elettorali. Presidente onorario è Giorgio Benvenuto, economista con una lunga militanza nella Uil per cui è stato segretario generale confederale e della categoria dei metalmeccanici. Tra le adesioni eccellenti al comitato spicca quella di Marco Cappato, ex eurodeputato e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.

Referente per la Sicilia Occidentale e componente del comitato promotore nazionale  è Sebastiana (Nella )Toscano, mentre il referente per Palermo è Luciano M. D.Angelo.

Oltre a firmare ai banchetti, che si organizzeranno nel prosieguo , è possibile firmare anche on – line collegandosi al sito www.iovoglioscegliere.it con il versamento di €.1,90, visto che trattasi di piattaforma privata. Sul sito oltre ai quattro quesiti referendari sarà possibile sottoscrivere anche la LIP per le preferenze, il cui questito, essendo propositivo, non può essere oggetto di referendum.

C’è bisogno della collaborazione e disponibilità a collaborare per la raccolta delle firme di quanti condividono e credono in questa battaglia.

Nella Toscano referente per la Sicilia Occidentale

Luciano M. D’Angelo Referente per Palermo

Palermo 26.06.2024

mercoledì 12 giugno 2024

Il Cdc aderisce e partecipa al presidio del 13 giugno a Roma contro l’autonomia differenziata

 

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, già promotore di una legge di iniziativa popolare che ha raccolto 106mila firme contro il ddl Calderoli, aderisce e parteciperà al presidio indetto dai comitati “No ad ogni Autonomia Differenziata" per il 13 giugno, dalle ore 17 alle 20, in piazza Montecitorio a Roma.

La maggioranza conta di concludere per quella data la discussione e le votazioni sul disegno di legge Calderoli in materia di autonomia differenziata. Il presidio intende esprimere tutta la propria contrarietà a quel progetto che ha sollevato l’opposizione in tanta parte della società civile, dei sindacati – in particolare da parte di Cgil e Uil -, di movimenti e associazioni – come quelli che hanno dato vita a “La via Maestra” protagonista della straordinaria manifestazione di Napoli del 25 maggio di quest’anno - e delle istituzioni nel nostro paese, con esplicite dichiarazioni che hanno visto anche il pronunciamento contrario di parti rilevanti del mondo cattolico, come la Conferenza episcopale italiana (Cei).

La nostra lotta non si fermerà davanti alla eventuale approvazione del testo governativo, ma continuerà con una costante mobilitazione nei territori.

Chiediamo alle Regioni di avvalersi dell’articolo 127 della nostra Costituzione che permette loro di ricorrere direttamente alla Corte Costituzionale, promuovendo la questione di legittimità costituzionale nei confronti della legge una volta approvata.

 Parteciperemo alla raccolta delle firme necessarie per un referendum abrogativo, denunciando fin d’ora come puramente strumentale la scelta del governo di considerare il ddl Calderoli – che invece ha carattere puramente ordinamentale -  come un allegato alla legge di Bilancio all’unico scopo di farlo ricadere im quei casi in cui il referendum abrogativo non sarebbe consentito.

In sostanza, la maggioranza non si illuda che l’eventuale approvazione parlamentare del testo di Calderoli, ricorrendo ad una antidemocratica compressione della discussione, sia in grado di chiudere la partita. La battaglia per impedire la rottura dell’unità del Paese, la “secessione dei ricchi”, lo spezzettamento dell’unità nazionale in una ventina di staterelli regionali, l’aggravamento delle differenze e delle condizioni sociali delle popolazioni del nostro paese,  non si ferma.

 

Roma 10 giugno 2024

La Presidenza del Cdc

 

 

 

martedì 4 giugno 2024

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Iovoglioscegliere

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Iovoglioscegliere: Per smantellare il Rosatellum ci serve l'aiuto di ciascuno di Voi! instagram.com www.instagram.com Il primo passo è affermare il diritto...

Un referendum per ridare centralità al Parlamento e il potere ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti !

 

0

Un referendum per ridare centralità al Parlamento e il potere ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti !

3 Giugno 2024 di Nella Toscano – Componente comitato promotore “Iovoglioscegliere” Attualità, Politica Ieri mentre passeggiavo con il mio cagnolino ho visto da lontano un uomo che camminava a fatica e spingeva un carrello...

www.iovoglioscegliere.it

giovedì 16 maggio 2024

Ecco il sito di "io Voglio Scegliere"

 

🌍 È online il sito ufficiale della nostra campagna!
Qui potrete trovare tutte le info complete e aggiornate su:
🗳 i quesiti referendari
🗃️ i materiali per la campagna
🗓️ il calendario di tutti gli eventi e delle iniziative
📧 tutti i nostri recapiti e i profili social
Vieni a scoprirlo! 👇🏻

martedì 7 maggio 2024

Corruttori e corrotti

 

0

Corruttori e corrotti

Il consenso in Italia spesso è stato comprato con metodi clientelari, trasformando i diritti in favori o comprando il voto. Il popolo degli indignati cresce, ma che fa? Esprime disprezzo per i concittadini che...

Non si può continuare a morire di lavoro, Basta davvero!

 

0

Non si può continuare a morire di lavoro, Basta davvero!

In questo Paese al collasso si continua a morire e, purtroppo, le vittime sono sempre i lavoratori più fragili, non tutelati e nelle mani di chi pensa solo al profitto, che è la vera...

mercoledì 1 maggio 2024

domenica 28 aprile 2024

Roma. Modifica Rosatellum: costituito Comitato referendario



l 23 aprile, depositati in Cassazione dal Comitato promotore i quattro quesiti referendari per modificare la vigente legge elettorale. “IO VOGLIO SCEGLIERE”, Scopo della iniziativa referendaria: il diritto di ogni cittadino di riappropriarsi della libertà di scegliersi il proprio candidato, che con il Rosatellum gli è stata negata!

28 Aprile 2024 Redazione Politica
Il 23 aprile 2024, sono stati depositati in Cassazione dal Comitato promotore i quattro quesiti referendari per modificare la vigente legge elettorale nazionale il cosiddetto “Rosatellum”, che porta il nome del suo autore Ettore Rosato. A darne notizia è stato Sergio Bagnasco, vicepresidente del neo-costituito Comitato Referendario per la Rappresentanza. Così Nella Toscano componente il Comitato referendario.

Sergio Bagnasco ci spiega perchè questo referendum:

«Lo scopo di questa iniziativa referendaria, è iniziare a restituire agli elettori il diritto di scelta dei propri rappresentanti parlamentari perché con l’attuale sistema elettore i partiti si sostituiscono agli elettori nella scelta di coloro che dovrebbero rappresentare il popolo italiano. Esattamente come avveniva col porcellum, già censurato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 1/2014, a tutti gli eletti manca il sostegno diretto degli elettori».

Questa proposta prende il via da una iniziativa di Carlo Felice Besostri, scomparso a inizio del 2024, ex-parlamentare socialista che si è meritato sul campo il titolo di “Difensore degli Elettori” per aver condotto tutte le iniziative politiche e giudiziarie contro il Porcellum, l’Italicum e l’attuale Rosatellum, riuscendo comunque nell’impresa di ottenere la bocciatura da parte della Corte costituzionale tanto del Porcellum quanto dell’Italicum, cosa che , purtroppo, il Parlamento e le forze politiche hanno pervicacemente ignorato.

Sergio Bagnasco ci spiega, a proposito della necessità di indire questo referendum, cos’è oggi democrazia e politica: «Quella che formalmente è una democrazia rappresentativa è oggettivamente diventata una oligarchia partitocratica. I partiti hanno occupato le Istituzioni, a partire dal Parlamento che è ormai da molti anni occupato da persone scelte esclusivamente dai vertici di partito. Sono, infatti, i partiti a scegliere i candidati e a collocarli in posizione favorevole affinché siano eletti, senza che l’elettore possa esercitare qualsiasi forma di scelta tra i candidati. Ancor peggio di quanto avveniva col Porcellum, persino il voto dato a un partito finisce spesso per rafforzare altro partito col quale non c’è nemmeno un comune programma politico perché la legge impone che ogni partito depositi il proprio programma politico e indichi il proprio capo politico.»

«Col referendum – prosegue Bagnasco – possiamo togliere solo gli aspetti di dubbia costituzionalità, come per esempio eliminare il voto congiunto obbligatorio tra candidato nel collegio uninominale e lista plurinominale, che determina l’elezione nei collegi uninominali di persone che non sono state espressamente votate ma risultano elette perché su di loro si riversano i voti dati alle liste collegate; ne consegue che chi vota solo una lista perché non gradisce il candidato uninominale collegato finisce a sua insaputa per votare anche costui. Con questa proposta di modifica, l’elettore potrà scegliere liberamente il candidato uninominale preferito e la lista di partito che maggiormente gradisce.»

E ancora: «Con i referendum si abroga anche il perverso meccanismo per cui il voto dato esclusivamente al candidato uninominale si trasferisce alle liste collegate nella misura determinata dalle scelte operate dagli altri elettori che hanno votato quelle liste.Con questa legge elettorale il voto non è diretto, non è libero, non è uguale e nemmeno personale.»

«Altri quesiti referendari – ricorda Bagnasco – propongono l’abrogazione delle pluricandidature, delle soglie di sbarramento, per ridurre la dispersione di voti e aumentare il pluralismo nella rappresentanza, e l’abrogazione del privilegio riservato alla forze politiche già presenti in Parlamento di essere esonerati dalla raccolta delle firme a sostegno dei candidati, situazione che crea un indebito vantaggio rispetto alle forze politiche che per la prima volta si presentano alle elezioni.»

A presiedere il Comitato referendario vi è Elisabetta Trenta, già ministro della difesa, mentre il presidente d’onore è Giorgio Benvenuto, già segretario nazionale UIL; alla vice-presidenza vi è Sergio Bagnasco e Raffaele Bonanni, già segretario nazionale CISL, e Enzo Palumbo ex-parlamentare liberale .

La raccolta delle firme, che inizierà nelle prossime settimane, sarà effettuata oltre che con i tradizionali banchetti, anche a mezzo piattaforme digitali; quest’ultime dietro un piccolo contributo economico che si rende necessario visto che non sono state attuate, come per legge, quelle pubbliche, che avrebbe dovuto essere disponibili sin dal primo gennaio 2022!

Lo slogan scelto dal comitato per la campagna referendaria è “IO VOGLIO SCEGLIERE”, che dà il senso del diritto di ogni cittadino di riappropriarsi della libertà di scegliersi il proprio candidato, che con il Rosatellum gli è stata negata!

Per ascoltare conferenza stampa del 23 aprile ’24 il link è il seguente:

http://webtv.camera.it/evento/25208

lunedì 22 aprile 2024

Iovoglioscendere

 

Siamo cittadini accomunati dal proposito di restituire agli italiani il diritto di scegliere chi debba rappresentarli.
Diritto negato dal Rosatellum, come dal precedente Porcellum.

#iovoglioscegliere
·
*Basta con un Parlamento di NOMINATI!*
Martedì 23 aprile alle 17:30 il Comitato Referendario per la Rappresentanza presenterà alla stampa i quesiti referendari per modificare il Rosatellum. La conferenza sarà trasmessa sui canali della Camera https://webtv.camera.it/conferenze_stampa
↪️ Aiutaci a diffondere e condividere questa notizia
📷 scopri la nostra pagina instagram
https://www.instagram.com/iovoglioscegliere…
📩 scrivici a social@iovoglioscegliere.it
Insieme riconquisteremo il nostro diritto ad essere correttamente rappresentati 💪🏻🗳️
#iovoglioscegliere
#referendum

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Io Voglio Scendere

TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Io Voglio Scendere: Siamo cittadini accomunati dal proposito di restituire agli italiani il diritto di scegliere chi debba rappresentarli. Diritto negato dal R...

Io Voglio scegliere!

 pa



Domani 23 aprile saranno depositati in Cassazione i quesiti referendari per l’abrogazione di parti della legge elettorale nazionale in vigore.
Ci attende una grande sfida, che, spero, molti cittadini vorranno aiutare a realizzare e a sottoscrivere tutti i quesiti referendari, per cercare di dare una svolta al futuro del Paese, per potere, finalmente, scegliere chi ci dovrà rappresentare in parlamento, cosa che oggi risulta impossibile con il rosatellum, che è e rimane una legge truffa.
Siamo un gruppo di cittadine/i che con coraggio stiamo e continueremo a impegnarci per riuscire a vincere questa sfida titanica.
Per quanto mi riguarda sento tutta la responsabilità di una sfida così grande e l’emozione per l’inizio di un cammino, che ritengo necessario e doveroso, per potere dire un giorno non solo di averci provato, ma anche di avere partecipato per vincere.
Nella Toscano