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venerdì 23 agosto 2024
Vogliamo fatti e non chiacchiere! Elly Schlein Giuseppe Conte se davvero non volete un Parlamento di nominati ... allora dimostratelo sostenendo i referendum di www.iovoglioscegliere.it Oppure spiegate perché questi referendum non vanno bene, ma rompete il silenzio! Ciò vale anche per CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro, perché per la difesa dei diritti dei lavoratori non basta la rappresentanza sindacale, serve anche la rappresentanza politica, e Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI perché il Rosatellum non è compatibile con l'antifascismo! Nell'attesa che costoro rompano il colpevole silenzio, voi firmate seguendo questo link https://linktr.ee/iovoglioscegliere
C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e uguale?
C’è in Italia il voto libero, diretto, personale e uguale? Risponde Sergio Bagnasco del comitato nazionale referendum sulla riforma elettorale
Antonio Andolfi 13 Agosto 2024
Abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti sull’iniziativa del referendum della riforma elettorale a Sergio Bagnasco che è uno dei principali promotori del comitato nazionale.
Oggi esiste il diritto di voto?
Certo votiamo di continuo. Ma perché si possa parlare di diritto di voto bisogna rispettare i principi dettati dalla costituzione. Essa afferma che il voto deve essere segreto, libero, diretto, personale e uguale. Sono cinque caratteristiche che il voto deve rispettare. Sappiamo che il principio della segretezza è rispettato, ma gli altri principi non sono rispettati e questo dalle ultime cinque elezioni consecutive. Gli eletti hanno ottenuto il seggio tramite leggi elettorali che violavano questi principi. Abbiamo avuto sentenze della Corte Costituzionale che sancivano il non rispetto per tre parlamenti con l’elezione usata, il porcellum, e gli ultimi due del 2018 e 2022 sui quali non c’è ancora un giudizio della Corte, ma è fuori discussione che anche questi non rispettano quei diritti perché l’elettore non ha alcun diritto di scelta e non può scegliere tra i candidati. Difatti, in questa legge in vigore, il rosatellum, vi sono dei marchingegni che alterano la volontà degli elettori.
Ma al di là dell’approvazione in Parlamento queste leggi sono state promulgate dal Presidente della Repubblica. È possibile che lui, garante della costituzione, non si sia reso conto di ciò?
Lo ha capito, con tutto lo staff giuridico che dispone, però succede che quando il dibattito politico è basato sulla legittimazione, anche i poteri di garanzia risultano indeboliti. Quando in questo dibattito politico il confronto diventa mediazione fra le parti c’è una parte che cerca di sopprimere l’altra parte negandone la legittimità stessa d’esistere. Ciò produce paura ed è in questa fase che si prendono decisioni che rendono ancora più accentuato il conflitto tra le parti. Nel 2005 a fine legislatura venne approvato l’Italicum. Ciampi allora Presidente della Repubblica cosa doveva fare se avesse rimandato indietro una legge voluta dalla maggioranza? Quel gesto sarebbe stato interpretato come uno schierarsi con le opposizioni e la maggioranza ne avrebbe strumentalizzato la scelta. Inoltre, Ciampi si trovò con l’Italicum approvato alla camera e modificato dalla corte costituzionale mentre in senato era in discussione il Porcellum incostituzionale. Non poteva sciogliere le camere. Erano due leggi molto diverse (niente preferenza al Senato invece la preferenza alla camera e ancora divieto di fare delle coalizioni con l’Italicum invece coalizioni possibili per il Senato). Un grande pasticcio. Allora chiese una nuova legge elettorale.
Per cui questo meccanismo comporta il diventare anche la garanzia vittima di questo gioco perverso. La stessa logica si è ripetuta nel 2015 quando il Presidente della Repubblica ha promulgato quest’ultima legge, il rosatellum. Egli sapeva perfettamente che se non fosse stata approvata, sarebbe stato impossibile andare a votare.
Ma perché avviene tutto ciò?
Purtroppo il dibattito politico da tre decenni è tutto teso a inseguire la chimera della governabilità senza preoccuparsi di produrre l’indebolimento dei poteri di garanzia rimanendo in perenne scontro. Ciò dovrebbe far capire che prima di pensare a una legge elettorale che in qualche modo garantisca una maggioranza bisognerebbe mettere al sicuro i poteri di garanzia. Mentre noi da 30 anni viviamo in una situazione in cui una parte politica potrebbe essere autonoma nell’elezione del Presidente della Repubblica, come lo è adesso. Potrebbe essere autonoma nel controllare due terzi della Corte Costituzionale come può oggi. Potrebbe arrivare ad essere autonoma nell’attuare una riforma costituzionale, senza nemmeno un referendum confermativo, attualmente possibile. È per questo preoccuparsi della governabilità che siamo giunti a questo. Casomai il problema è trovare le modalità affinché il i poteri di garanzia siano più forti e in grado di mantenersi effettivamente fuori dal ring del dibattito e scontro politico. Invece questo e un obiettivo totalmente estraneo sia al centrodestra che al centro sinistra, anche se apprezzo i cinque stelle per quello che vanno facendo. Ma governare è un dovere oltre che un diritto se ci sono i numeri all’interno di una cornice costituzionale in cui siano inseriti tutti. Invece, ogni volta appaiono leggi elettorali bizzarre addirittura incostituzionali che pretendono di modificare a proprio piacimento la costituzione, come se il problema sia lì.
Quindi bisogna preoccuparsi di una legge elettorale che rafforzi i poteri di garanzia, garantendo la rappresentatività nel Parlamento?
Assolutamente, perché il Parlamento deve rappresentare la nazione e deve essere composta da persone scelte dagli italiani e non imposte dai partiti. È da questa esigenza che nasce la nostra proposta di referendum sulla legge elettorale. È per consentire agli italiani di poter scegliere i propri rappresentanti e garantire un Parlamento rappresentativo. La rappresentatività degli italiani è la premessa per la tutela di qualsiasi diritto.
Ma il referendum potrà restituirci tutto?
Bisogna fare chiarezza sulla vulgata dei referendum. Essi vanno a eliminare o modificare parti di una legge. Quindi sono atti legislativi che nascono da una volontà politica. La domanda da porsi ogni volta si valuti un referendum è se c’è coerenza tra gli effetti giuridici prodotti dal referendum e la volontà politica dei promotori. Abbiamo avuto il primo quello del 1974 sul divorzio, esso aveva una perfetta coerenza, tra la volontà politica e l’effetto giuridico. La volontà politica era cancellare una legge che era stata approvata dal Parlamento, l’effetto giuridico produceva la cancellazione di questa legge ed era possibile, perché il codice di famiglia era rimasto inalterato nonostante la violazione della legge. Oggi, nel rifare lo stesso sarebbe impossibile perché tutto il diritto di famiglia non starebbe in piedi e si creerebbe un vuoto normativo e quel referendum sarebbe dichiarato inammissibile.
Voi chiedete d’abolire le soglie di sbarramento, ma una nuova legge elettorale potrebbe riproporle.
In questo caso il comitato promotore dinanzi a tale modifica avrebbe il diritto di denunciarlo alla Corte Costituzionale, senza attraversare le corsie dei tribunali. Lo stesso vale per il voto congiunto tra uninominale e plurinominale in cui si è obbligati votando una lista ad accettare quel candidato uninominale che la coalizione ha scelto e piazzato lì. Quel candidato potrebbe non piacermi e non vorrei votarlo perché appartiene a un’altra forza politica della coalizione che non accetto, ma sarei obbligato a prendere tutto il pacchetto votando la lista che riguarda la coalizione per accordi preelettorali decisi dei capi partito. Allora è chiaro che se noi aboliamo questo meccanismo modifichiamo la legge elettorale nel riproporre il voto consultivo. Noi attraverso questi quesiti otteniamo il risultato d’abolire in questa legge esistente tutti quegli aspetti che ne limitano il diritto di scelta degli elettori. Otteniamo una legge che sia coerente con i principi costituzionali del voto libero, uguale, personale e diretto per le elezioni dei parlamentari.
Ma se i parlamentari volessero rifare un’altra legge elettorale?
Noi poniamo dei paletti, per cui ciò che andiamo a cancellare non potrebbe essere riproposto in una nuova legge elettorale. Per questo il referendum che proponiamo è perfettamente in grado di raggiungere l’obiettivo violato dai partiti. Solo inventandosi un’altra legge con altri meccanismi che in questo momento non esistono potrebbero cambiare, ma tenendo conto di quelle cinque caratteristiche costituzionali. È per questo che invito tutti a votare i nostri referendum. Potete farlo andando sul nostro sito www.iovoglioscegliere.it c’è il tasto firma che proietta sulla piattaforma pubblica dove basta scegliere le iniziative contrassegnate dal nostro simbolo, una croce verde e rossa. Bisogna invitare amici, parenti, conoscenti a firmare. Noi abbiamo il diritto d’avere un Parlamento che ci rappresenti e non consorterie che non dipendono da noi. Non ci si rende conto che la legge elettorale ha riflessi enormi su tutti, perché è quella che non aiuta ad arrivare a fine mese. Bisogna ricordarsi che in quel posto dove si fanno le leggi ci sono parecchie persone a cui non interessa come viviamo, piace conservare il proprio posto.
La battaglia per la rappresentanza dei nuovi partigiani! 22 Agosto 2024 di Nella Toscano - Componente il Comitato Referendario Nazionale
22 Agosto 2024 di Nella Toscano - Componente il Comitato Referendario Nazionale
“Io voglio scegliere” sono le tre parole scelte per la campagna referendaria per la parziale abrogazione della legge elettorale il Rosatellum.
Tre parole che indicano in maniera chiara la portata rivoluzionaria di questo referendum.
Con esse si rivendica il diritto di ogni cittadino di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento, che nel nostro Paese è stato sottratto da un ventennio circa, soprattutto da quando è entrato in vigore il rosatellum, che è il risultato della modifica in senso peggiorativo del porcellum, già dichiarato incostituzionale.
Il rosatellum è la peggiore legge elettorale: in nessun altro Paese democratico.
esiste una legge simile.
I partiti tutti sono responsabili non solo di averla approvata, ma soprattutto di non volerla cambiare. A parole parlano e dicono che si bisogna cambiarla, però, a oggi non hanno mosso e continuano a non muovere un dito per attuare questo proposito parolaio, anzi stanno pervicacemente ignorando e ostacolando il referendum, che si propone di abrogarla parzialemente, per dare ai cittadini il potere scegliere i propri rappresentanti in parlamento.
Dobbiamo, quindi, prendere atto ancora una volta che la volontà e libertà di scegliere non è un diritto che i partiti riconoscono ai cittadini!
L’abrogazione, seppure parziale, del Rosatellum con i quattro quesiti referendari, non piace ai partiti e nemmeno a quanti pensano di potere usufruire di eventuale candidatura o, come nel caso dei vari partitini, anch’essi dimostratisi restii al referendum, con accordi elettorali sottobanco con i segretari dei partiti maggiori, che sono i soli ad avere voce in capitolo, per assicurarsi un posto in parlamento, senza passare dal consenso degli elettori, che spesso non c’è e che è alla base della crescente disaffezione alle urne.
Fa specie vedere, l’ANPI come sottolinea Elisabetta Trenta, presidente del comitato nazionale IO VOGLIO SCEGLIERE, che rappresenta i partigiani che per la democrazia sono morti, oggi non sta facendo il minimo sforzo per condividere la battaglia dei “nuovi partigiani”, di quelli che stiamo combattendo per la “rappresentanza “ che è la base della democrazia.
Non vi è alcun dubbio che con questo sistema sono state distorte le regole democratiche della rappresentanza e messo nelle mani di poche persone il potere di stabilire chi deve e chi non deve essere candidato e poi eletto; ai cittadini non è lasciata nessuna possibilità di scegliere e questo, se davvero si vuole uno stato democratico, non solo non è ammissibile, ma non è nemmeno accettabile.
Abbiamo un parlamento di nominati dai segretari dei partiti che, con marchingegni fuori da ogni logica e dalla costituzione, sono andati a occupare gli scranni parlamentari e che, conseguentemente, non rispondono ai cittadini, ma al capo partito che li ha fatti eleggere.
Sradicare questo sistema di potere dalle mani di partiti, che hanno avocato a sé decisioni che spettano al parlamento e ai singoli parlamentari, che a norma dell’art. 67 della Costituzione debbono, invece, esercitare le loro funzioni “senza vincolo di mandato”.
Ovviamente, questa proposta referendaria, mette a rischio il loro status quo e da qui la loro avversione, il loro volere ignorare l’esistenza di questa proposta referendaria.
Parlano di democrazia senza nemmeno comprenderne il senso.
Come afferma Sergio Bagnasco “Partitocrazia fa rima con Democrazia ma è la morte della democrazia” ed è proprio quello a cui stiamo assistendo oramai da troppi anni, senza rendercene conto.
“Il Partito liquido ” inventato da Veltroni ha avuto i suoi effetti nefasti nel Paese: annullata la partecipazione dei cittadini alla vita politica dei partiti, di fatto gli stessi sono rimasti nelle mani di pochi oligarchi che decidono tutto,persino quando deve cadere o no un governo.
In queste condizioni la democrazia parlamentare non esiste più e il parlamento è ridotto a semplice esecutore delle volontà dei partiti e peggio, per dirla ancora con S. Bagnasco, è stato riprodotto il sistema che vigeva nel 1929, dando così vita a un “Nuovo Totalitarismo Democratico. “
Berlinguer aveva avvertito: i partiti che occupano tutte le istituzioni,facendosi essi stessi stato, deviano dalla missione affidata loro dalla costituzione.
Tutte cose che abbiamo visto in questi ultimi decenni e che si sono verificate e continuano a verificarsi, sia che al potere ci sia la cosiddetta sx, che la dx.
In presenza di un quadro così devastante, è grave che i cittadini non vengano informati correttamente dalla stampa e dalla TV sulla reale portata di questo referendum, che, di sicuro, è molto più importante di quello sull’autonomia differenziata, a cui, invece, viene dato ampio spazio, forse perché voluto dai partiti della cosiddetta sx, che hanno persino perso la memoria, come spesso avviene in questo Paese, sul fatto che la legge Calderoli trae proprio origine proprio dalla modifica del titolo V° della Costituzione, voluta dal PD, che ha aperto le porte a tutti i tipi di autonomia.
Contrastare l’autonomia differenziata è necessario, ma bisogna sapere che senza la parziale abrogazione del rosatellum e con la permanenza di questa classe dirigente al potere non c’è e non ci sarà soluzione.
Per questo motivo mi preme inviatre i cittadini e le cittadine di questo Paese a lottare per raggiungere le 500.000 firme necessarie per indire i referenum di parziale modifica del rosatellum e della LIP, nevessaria per reintrodurre le preferenze, a rendersi parte attiva nella raccolta delle firme, perché senza l’impegno di ognuno è difficile raggiungere qualsiasi traguardo.
Auspichiamo quindi che finalmente i “giornaloni” e le televisioni parleranno della nostra iniziativa per porre fine al ventennio dei nominati.
Dobbiamo raggiungere 50.000 firme sulla proposta di legge per ripristinare il voto di preferenza: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500013.
E’ inspensabile la sottoscrizione dei quattro quesiti referendari abrogativi proposti dal Comitato Besostri, per aggredire i peggiori difetti del Rosatellum:
contro il voto congiunto forzato su liste bloccate, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500004
contro la vergogna delle pluricandidature, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500008
contro soglie artificiali che non impediscono ma anzi incentivano la formazione di micropartiti personali, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500005
contro l’ingiustizia di regole di accesso alla competizione elettorale che servono solo agli uscenti per confermare i loro pacchetti di nominati, https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500006
Riprendiamoci la speranza di poter eleggere una nuova generazione di leader. Riprendiamoci la rappresentanza e possiamo riuscirci solo se ci aiuterete tutti!
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