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lunedì 28 aprile 2025
C onsiderazioni MORALI e POLITICHE del prof Andrea Zhok sull' epoca della PANDEMIA che non si può e non si deve dimenticare!
Il post è un po' lungo, ma le persone intelligenti,che amano la riflessione, sono sicura che lo leggeranno .
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"Negli ultimi giorni, su pagine di cui ho stima, sono comparsi alcuni testi il cui senso di fondo – senza fare giustizia delle argomentazioni differenti – può essere riassunto in questi termini: “Lasciamoci la vicenda pandemica alle spalle una volta per tutte. Sono stati commessi errori, certo, ma continuare ad ogni pie sospinto a tornarvi sopra finisce per nutrire il settarismo dogmatico di una minoranza, e ciò rende difficile occuparsi di altri temi, più urgenti e importanti.”
Vorrei di seguito spiegare, nel mondo più conciso possibile, perché credo che questo appello, per quanto comprensibile, sia sbagliato.
Parto dal perché lo ritengo comprensibile.
È indubbio che nelle pieghe della critica alla gestione pandemica si sono incistati argomenti di livello molto diverso ed è emersa una tendenza al settarismo. È sicuro che, essendo stato per alcuni un forzoso “momento di sveglia politica”, esso è divenuto per quelli una sorta di paradigma con caratteri di unicità, il che è una forzatura. Ed è certo che la tendenza a vedere tutti gli eventi con occhiali forgiati dalla vicenda pandemica tende a creare, talora, una ripetitività fastidiosa (e anche controproducente per una stessa riflessione sul passato).
Tutto questo lo condivido e dunque capisco il moto di impazienza che può aver alimentato quelle pagine.
Ci sono però ragioni sostanziali per cui penso sia profondamente sbagliato ogni tentativo di “lasciarsi alle spalle” il problema. Nomino, senza pretese di esaustività, tre ragioni, nell’ordine.
1) C’è un elemento di carattere MORALE, profondo, che non solo non è stato mai affrontato pubblicamente, ma che è stato integralmente rimosso. Si dice “sono stati commessi degli errori”, restando nel vago, ma non si ricorda la miriade di vicende letteralmente schifose, di bullismo istituzionale e personale, denigrazione, character assassination, mobbing, ecc. di cui è stato investito quel 15% circa della popolazione italiana che si è trovata tra i renitenti alle inoculazioni (per sé o per i figli).
Chi cerchi un po’ in rete potrà facilmente trovare una lista, che qualcuno si è peritato di raccogliere, di tutti gli improperi, le offese, le aggressioni verbali, gli auspici di morte violenta o malattia dolorosa formulati da rappresentanti delle istituzioni o figure pubbliche, spesso in prima serata, verso i renitenti (etichettati genericamente come “no-vax”). E senza che seguisse mai nemmeno un rimbrotto da parte di quel vasto mondo che si picca costantemente di essere “inclusivo” e “non stigmatizzante”.
Ma quella era solo la punta dell’iceberg, perché l’autorizzazione dall’alto ha dato il via libera a chiunque, all’ultimo buono a nulla, che – per la prima volta nella sua vita, poteva dirsi dalla parte del giusto – di sentirsi in diritto di bullizzare chiunque fosse dall’altra parte, anche persone fragili, adolescenti, malati, donne in stato di gravidanza, ecc. Questa situazione fomentata dalle istituzioni ha portato alla rottura di famiglie, a divorzi, alla rottura di amicizie, ha spaccato durevolmente rapporti umani.
Ecco, rispetto a tutto ciò, gran parte di quelli che erano dalla parte del “Bene con licenza di bullismo” non ha mai ammesso nulla, non è mai ritornato su quanto successo, ha preferito mettere tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo e l’oblio facciano il loro lavoro. È esattamente questo atteggiamento che spinge l’ampia minoranza dei renitenti, spesso, a ritornare con fastidiosa insistenza su quanto accaduto. Perché si tratta di una ferita morale aperta, che semplicemente è impossibile sia dimenticata fino a che non ci sarà una schietta rielaborazione, con ammissioni di colpe.
2) In seconda istanza c’è una questione parimenti priva di elaborazione che ha a che fare con la sfera delle CONSEGUENZE PRATICHE di tutta la vicenda. Oltre al piano delle questioni di ordine morale, che si riferiscono all’interpretazione di ciò che fu, c’è la questione della realtà emersa da quella vicenda. Per un breve momento all’inizio della pandemia si riconobbe che il sistema sanitario era stato condotto dai tagli precedenti ad una condizione di impotenza di fronte a qualunque sovraccarico di ricoveri. Si improvvisarono risposte raffazzonate, costosissime e fallimentari.
Da allora il sistema sanitario pubblico ne è uscito clinicamente morto, con liste di attesa ingestibili e un passaggio sistematico di chi se lo può permettere alla sanità privata. Tutto questo è passato nel dimenticatoio. Viene letto come fatalità. Le persone che restavano in vigile attesa senza cure fino ad arrivare in ospedale spacciate non se l’è filate più nessuno. Rientra tutto tra gli “errori” e le “fatalità”. Pronti a far ripartire la stessa manfrina senza responsabili al prossimo giro.
Tra le conseguenze pratiche c’è anche la semidistruzione psicologica di una generazione di preadolescenti e adolescenti che dalle brillanti soluzioni pademiche è uscita con tassi di depressione, anoressia e bulimia, disagio mentale, abbandono scolastico, fuori controllo (chiedete agli psicologi giovanili che operano sul territorio). Anche qui il sistema del sostegno psicologico e psichiatrico pubblico è tracollato. Anche di ciò nessun parla, nessuno cerca di porvi rimedio. Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
Vogliamo parlare delle sconcertanti e penose trafile dei danneggiati (o morti) dopo le inoculazioni? Gente che si è trovata a muoversi in un meccanismo costruito a tavolino per evitare qualunque responsabilità? Un meccanismo dove tutti, dalle case farmaceutiche ai medici vaccinatori erano coperti da varie forme di immunità, dove veniva chiesto di firmare un “consenso informato” che doveva fungere anche da liberatoria, solo che se non apponevi liberamente la firma ti toglievano il sostentamento (non era possibile venire inoculati senza firmare, senza inoculazione niente Green Pass, senza Green pass niente stipendio). Qui la lista dei trucchi adottati per deresponsabilizzare le istituzioni e minimizzare le ammissioni di colpa è letteralmente infinita. Ma siccome di tutto ciò non si è mai voluto discutere pubblicamente, i più continuano a non avere idea di quel che è successo e sbambano di “pochi casi” (spiace, per fare un omelette si deve rompere qualche uovo no?).
3) C’è infine un elefante geopolitico nella stanza. La gestione pandemica ha rappresentato la prova generale di un “serrate le fila” del mondo occidentale a guida americana. Tutti e soli i paesi che rientravano nel cerchio magico delle alleanze militari americane hanno adottato la medesima lettura dei fatti, si sono affidati (obbligatoriamente) ai medesimi vaccini, hanno fornito dati coordinati, hanno bloccato e censurato centralmente le voci dissidenti. Questo fronte includeva Europa occidentale, Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Israele. Al di fuori di questa cerchia le soluzioni e le lettura degli eventi sono state molto variegate, ma di tutto ciò noi non riuscivamo a sapere praticamente nulla. (In Europa l’unico paese che ha adottato soluzioni diverse, e alla fine nettamente migliori, è stata la Svezia, che era fuori dall’eurozona e, allora, fuori dalla Nato.)
Noi oggi sappiamo che sin dall’inizio la gestione della strategia pandemica ha visto la presenza attiva di esperti militari, rappresentanti della Nato che assistevano alle riunioni dei “comitati scientifici”. La motivazione, naturalmente, può essere del tutto comprensibile: poteva trattarsi di un attacco batteriologico e il coordinamento in ottica militare era una reazione sensata. Solo che, al netto del buon senso e anche al netto dell’origine del virus (che oggi sembra oramai accertato essere un prodotto di laboratorio), ciò che è avvenuto davanti ai nostri occhi è stato un cambiamento di paradigma geopolitico epocale, in cui oggi siamo immersi.
Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale la società occidentale è stata subordinata a meccanismi di sorveglianza, inquadramento e controllo di tipo militare, coprifuoco, lockdown, patentini, sistemi di videosorveglianza. Per la prima volta il controllo sull’informazione è stato capillare, con pressioni ai più alti livelli sulle agenzie di stampa e sui social media per bloccare la diffusione di informazioni contrarie alla “ragion di stato”. E che dire delle riviste scientifiche, dove come denunciato da quei pochi che hanno cercato di sottrarvisi (tra le maggiori l’unica eccezione è stata il British Medical Journal) era divenuto virtualmente impossibile pubblicare alcunché che potesse ostacolare lo “sforzo bellico” dell’inoculazione di massa. Che dire degli ordini dei medici e del loro utilizzo disciplinare con sanzioni pesantissime nei confronti di quei medici che, esercitando in scienza e coscienza, ritenevano di dover dissuadere alcuni tra i loro pazienti all’assunzione di un farmaco sperimentale? (Non entro neppure nella serie infinita di schiette idiozie dal punto di vista scientifico che sono state fatte passare per “la Voce della Scienza”, come i mix di vaccini diversi – del tutto privi di sperimentazione – o l’utilizzo raccomandato per donne in stato di gravidanza – laddove le stesse case farmaceutiche affermavano non essere stata condotta alcuna sperimentazione.)
Questo straordinario accentramento del controllo, questo disciplinamento autoritario di quasi un miliardo di persone, utilizzando una chiave di lettura per definizione inaccessibile all’accertamento del grande pubblico – la minaccia di un virus – ha oliato meccanismi di straordinaria pericolosità per tutto ciò che riteniamo essere democrazia. Questo meccanismo ha dato prova di sé così eccellente che a tutt’oggi una maggioranza della popolazione pensa che non sia successo niente, che sia tutto come prima, che viviamo in festose liberaldemocrazie – opposte a quei luoghi di oscurità retriva in cui vivono gli altri 7 ottavi del pianeta.
Ecco, mi sono dilungato sin troppo, anche se non ho detto neanche un centesimo di tutto quello che si potrebbe dire. Quello che mi preme sottolineare in conclusione è solo una cosa. Le ragioni per cui la vicenda pandemica non solo non deve, ma non può essere lasciata dietro le spalle sono ragioni fondamentali.
Esse hanno a che fare con ferite morali non sanate, con conseguenze pratiche lasciate cadere in un oblio senza colpevoli e soprattutto con uno straordinario cambiamento di paradigma nella gestione del potere di quella parte di mondo che ci compiacciamo di chiamare “liberaldemocratico”. Con un potenziale orizzonte bellico che oscura sempre di più l’orizzonte dell’Europa – spiace dirlo – ma ciò di cui avremmo bisogno non è affatto di “lasciarci dietro le spalle” quello che è accaduto, ma, semmai, di renderlo finalmente oggetto di un’aperta e diffusa analisi pubblica.
mercoledì 16 aprile 2025
BIOGRAFIA DELLA MELONI REDATTA DA UN'AMICA PRIMARIO DEL REPARTO DI NEUROPSICHIATRIA
Post di Roberto Mileti Ripreso da fb del 16.4.2025
😳
RITRATTO PERFETTO👏👏👏
Oggi mi sento più buona del solito, perciò voglio dedicare due righe alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Per anni mi sono dovuta sorbire, anche da parte di amici e conoscenti di sinistra, la favoletta della "Meloni intelligente".
Eh sì, perché appena la nominavi, subito sbucava fuori qualcuno a ricordarti: "Ah, lei però è intelligente!"
Ma quando mai?
Non ci ho mai creduto, a questo falso mito, nemmeno in tempi non sospetti.
E non ho mai creduto ai suoi pessimi tentativi di recitare lo stucchevole personaggio della donna-madre-cristiana.
L'ho sempre vista per quello che era: una coatta neofascista, una donna fastidiosa e "ignorante" (nel senso etico del termine), priva di empatia, nemica del popolo, e incapace di parlare in italiano corretto, come nella peggiore delle commedie di borgata.
Non ho nemmeno mai creduto al mito della sua forza: al contrario, ho sempre pensato che la sua aggressività fosse un indice di profonda debolezza.
Urla, fa la voce gutturale e tira gli occhi fuori dalle orbite perché è divorata dall'insicurezza, e dalla consapevolezza della propria incapacità di governare.
Cerca di spaventare gli altri perché è lei la prima ad essere spaventata.
Non credo di aver mai visto, da quando ho memoria, un Presidente del Consiglio così volgare e imbarazzante: una che quando viene interpellata dalle opposizioni o da qualche (raro) giornalista "scomodo", si mette a fare la cabarettista, e punta sulle battute di pessimo gusto, o fa le espressioni da psicopatica, e non si assume mai la responsabilità di risolvere le tragedie di questo Paese.
Si vanta di arrivare dal popolo, ma odia i poveri, e con il suo tentativo di sabotare il rdc a breve provocherà una catastrofe sociale.
Si vanta di essere una donna, ma si circonda di fascistoni e di puttanieri, quindi è la portavoce del patriarcato più retrogrado.
Si vanta di essere una madre, ma sta facendo di tutto per coinvolgere l'Italia in un conflitto sanguinario.
È un disastro sotto ogni punto di vista - etico, umano e politico - e ci porterà dritti verso il baratro.
Disastrosa lei, e disastrosi gli italiani mononueronali che ancora la sostengono.
Sarà difficile sbarazzarsene, ma in questo periodo iniziamo un po' tutti a percepire il suo disagio: passata la sbornia del post-elezioni, anche lei avverte il crollo del proprio castello di carte - i suoi atteggiamenti sempre più isterici e aggressivi ne sono la prova più evidente.
Facciamoci coraggio e aspettiamo la sua uscita di scena, sperando che arrivi prima possibile.
Il giorno in cui questa squallida figura lascerà per sempre la guida del Paese arriverà sempre e comunque troppo tardi.
Rita Capraro.
lunedì 14 aprile 2025
E' necessario e urgente trovare una via pacifica che ci porti fuori da questo incubo, per mandare a casa questi governanti collusi!
Vorrei trovare le parole per dire tante cose, ma non so da dove cominciare. e' troppo quello che sta succedendo in Italia e nel mondo ed è difficle, troppo difficile accettare di dover subire tutto il male che si sta facendo all'umanità intera, ai bambini indifesi, alle donne impossibilitate a difendersi. Basta guerre, basta bombe, basta sacrificare servizi e diritti dei popoli per costruire armi, per uccidere popoli inermi, per la follia di piccoli , insignificanti e crudeli oltre l'inverosimile di esseri immondi.
Basta con queste classi dirigenti, che incapaci di governare, pensano solo ai loro interessi personali, a costruirsi carriere sulla pelle dei popoli, in parte inconsapevoli, in parte incapaci di reagire.
Non è accettabile che in Italia una maggioranza parlamentare, che è minoranza nel Paese, stia cancellando i diritti e la libertà costituzionali con provvedimenti incostituzionali , che ahinoi, il P, d. R . ha firmato dimentico di essere il garante della costituzione.
Tutto questo è inaccettabile, così come lo è dovere subire i ricatti degli USA in balia di un Presidente folle e dell'Europa oramai al disastro che vuole portarci in guerra. Una guerra che il popolo a maggioranza rifiuta e, nonostante ciò, il capo del governo sta per andare negli USA, per offrirgli 8 miliardi di €. per le armi, e per affidare il controllo del nostro Paese alla Nato: una vera follia, mentre al popolo italiano non vengono più garantiti servizi quali la sanità, la scuola e molto altro.
Di fronte a una situazione così grave e disastrosa non ci resta che opporci fermamente.
L'auspicio è che si possa trovare una via pacifica che ci porti fuori da questo incubo e mandare a casa questi governanti collusi.
giovedì 3 aprile 2025
TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Elezioni in Germania : L'impossibilità di un cambi...
TRENO DELLE DONNE PER LA COSTITUZIONE: Elezioni in Germania : L'impossibilità di un cambi...: /div> Il risultato delle elezioni politiche in Germania non dovrebbe fare dormire sonni tranquilli a nessuno. La destra, la peggiore d...
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