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martedì 8 ottobre 2013

Zagrebelsky e la “via maestra”: Italia, paese delle ipocrisie

8 ottobre 2013 - Nessun Commento »
Vera Schiavazzi
131007 ZagrebelskySeicento persone, silenziose (a parte gli applausi) e attente, in un clima di “insolita serenità e concentrazione”, come ha osservato Gustavo Zagrebelsky concludendo l’assemblea. L’iniziativa torinese di preparazione alla manifestazione nazionale di sabato “Costituzione. La via maestra”, partita dall’appello firmato dallo stesso Zagrebelsky, dal fondatore del Gruppo Abele don Luigi Ciotti, dal segretario della Fiom Maurizio Landini e da Lorenza Carlassare e Stefano Rodotà, si è conclusa ieri sera dopo mezzanotte nel salone di corso Trapani di fronte a oltre 600 persone.
Moderati dal segretario della Fiom torinese Federico Bellono (“In questi anni di battaglie per il lavoro  -  ha detto il sindacalista  -  la Costituzione si è rivelata uno strumento di difesa molto più efficace di tanti altri”) i lavori sono stati aperti da Ciotti, che ha subito affrontato uno dei temi più caldi e dolorosi, la strage di Lampedusa, chiedendo l’abolizione della legge Bossi-Fini. “Perché un prete si impegna in una manifestazione per la Costituzione? Perché oggi più che mai è necessario che siano le singole persone a mettersi in gioco. Il 12 a Roma non sarà la conclusione, ma solo l’inizio della nuova stagione politica che vogliamo. Non basta commuoversi, bisogna muoversi”.
Dopo di lui, una quindicina di interventi: temi apparentemente disparati, come eterogenea era la platea, ma tenuti insieme dal filo rosso di una visione fortemente alternativa: acqua pubblica, no alla privatizzazione dei trasporti, no ai tagli alla scuola e alla sanità, no al dominio della finanza sull’economia reale, porte aperte a chi fugge dalla miseria e dalla guerra. Così Ugo Zamburru, psichiatra e presidente dell’Arci, così gli studenti delle Officine Corsare (“Il diritto allo studio è stato cancellato, in compenso al posto delle piste ciclabili ci sono più auto a causa dei tagli al trasporto pubblico”), così lo storico Marco Revelli, che ha seguito l’assemblea seduto sotto il palco dopo essere intervenuto per motivare la propria adesione (“è bene essere preoccupati”), così Oliviero Alotto di Terra del Fuoco che ha ricordato l’impegno dell’associazione nei campi rom.
E Giorgio Airaudo: il parlamentare di Sel ha ricordato come una parte importante della battaglia sui diritti si giochi proprio a Torino, dove migliaia di lavoratori continuano a perdere o a rischiare di perdere il posto di lavoro e dove “abbiamo un sindaco che prende come un’offesa personale qualunque preoccupazione sul futuro della città”. Chiara Acciarini ha parlato a nome dell’Anpi (di cui è vicepresidente, mentre il numero uno Diego Novelli era in sala), sottolineando tra l’altro la necessità di realizzare gli impegni costituzionali in materia di istruzione. E Euro Carello, intervenuto a nome di Emergency: “Siamo qui perché curando le persone ci occupiamo di diritti, dignità, salute. E perché vogliamo che l’Italia ripudi davvero la guerra come è scritto nella Costituzione”, il consigliere regionale ex grillino Fabrizio Biolé.
Poi le conclusioni di Zagrebelsky. “Il 12 saremo a Roma per dire che sta accadendo qualcosa di poco chiaro in Italia  -  ha esordito il costituzionalista  -  ma noi lo abbiamo capito. E’ grave che non sia levata alcuna voce a difendere la nostra storia quando nel rapporto di JP Morgan si è letto che la nostra è una ‘Costituzione infida’. Questo è un paese ipocrita, e la prima ipocrisia è tessere le lodi della prima parte di quella Costituzione che però si vuole cambiare”. Ma ce ne sono altre: “La seconda è invocare ‘una legge subito’ su qualunque tema. Non si è voluto consentire il referendum che avrebbe abrogato il Porcellum, però si invoca ‘subito’ una nuova legge elettorale che non si fa. Lo stesso avviene quando c’è uno scandalo, o una strage di migranti. La terza ipocrisia è far credere che possa esistere un risanamento economico senza equità, mentre il valore prodotto dalle aziende viene investito altrove nella finanza e non produce altro lavoro. E’ un vero e proprio furto, che impoverisce i cittadini e fa salire le borse. La quarta ipocrisia è la fine della politica: con tutto il rispetto, la conferma di Napolitano alla presidenza della Repubblica è emblematica del blocco che viviamo”.
Infine, Zagrebelsky ha tracciato i confini della manifestazione del 12: “Vogliamo che in piazza ci siano i cittadini che intendono riaffermare la loro sovranità. In questo senso, le battaglie di ciascuno, come quella no Tav, non potranno essere al centro. Ma lo sarà la democrazia: i sindaci che hanno chiesto al Capo dello Stato di essere ascoltati su quest’opera ne hanno il diritto. E ai miei amici che hanno contribuito al lavoro preparatorio sulle riforme dico: ‘Voi non siete piduisti striscianti come altri, ma rischiate di contribuire a questa cultura’. Se non siete ipocriti, il 12 verrete tutti”. Lunghi applausi, domande e colletta per i pullman diretti a Roma.

lunedì 30 settembre 2013

Tornare al proporzionale per difendere la democrazia!


Da sempre sostenitrice del proporzionale, le cui caratteristiche sono spiegate con una chiarezza unica in questo post.
Leggendolo si capisce bene il perchè i politici nostrani non lo vogliono.
Noi, invece, lo vogliamo ed è facile capire il perchè!!!!
.Il sistema proporzionale, nato con il liberalismo di John Stuart Mill, si è diffuso in Europa dopo la prima guerra mondiale insieme al suffragio universale e ai partiti di massa cattolici, socialisti e comunisti. Non a caso il proporzionale è di gran lunga il sistema più utilizzato in Europa (anche se nessuno lo dice). Solo il Regno Unito, la Francia, la Grecia e l’Italia perseguono una logica maggioritaria. Germania, Svizzera, Spagna, nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca, Olanda, ecc) hanno un regime proporzionale, puro o misto, mentre il sistema uninominale – che è intrinsecamente maggioritario perché, come dice il nome, uno solo viene nominato e tutti gli altri perdono anche se sono la maggioranza – è stato adottato soprattutto dalle democrazie anglosassoni (Usa, UK, Canada) e dalla Francia.

L’uninomale maggioritario, come il Mattarellum, tende a tagliare le ali eccentriche e a favorire la convergenza dei partiti verso il centro. Secondo gli scienziati politici conservatori è utile perché assicura la governabilità. Svizzera, Germania e i paesi nordici hanno però governi molto stabili con il sistema proporzionale. I sistemi uninominali maggioritari hanno un altro fondamentale difetto: sono spesso accompagnati dal presidenzialismo (come negli Usa e in Francia), un retaggio della monarchia, il sogno di tutti i conservatori, dalla Trilaterale in avanti, passando per la P2, ovvero il sogno di concentrare il potere in un uomo solo per “affrontare l’emergenza”.

venerdì 20 settembre 2013

Uscire dal Passato per entrare nel futuro!

 Si può acquistare   
direttamente dalla casa editrice
Edizioni Agemina – Via Val di Sieve, 34
tel.055412715
edizioniagemina@alice.it
50127 - FIRENZE, 

presto anche nelle librerie anche a Palermo ed in altre città dell'isola e dell'Italia.

lunedì 9 settembre 2013

Uscire dal Passato Per entrare Nel Futuro



Edizioni Agemina In arrivo il libro di NELLA TOSCANO
Uscire dal PASSATO per
Entrare nel FUTURO
Collana: Paesi, fatti, personaggi: Biografie
Edizioni Agemina 9788895555638

Pagg. 128 € 14.00

In questo “Uscire dal passato per entrare nel futuro”, Nella Toscano (architetto) traccia una panoramica sulle storture e sulle incongruenze umane della nostra epoca.
Protagonista della narrazione è Allen, che, con le sue atmosfere interiori, spontanee, tangibili, fresche, ci porta a ripercorrere un passato dalla soggettività anticonformista ma in qualche modo anche salvifica, catartica, liberatoria.
Attraverso queste pagine, condotte con un ritmo narrativo incalzante e realistico, l’autrice ci introduce nei meandri del mondo del lavoro, della giustizia e degli avvenimenti politici, così come realmente si sono verificati.
I luoghi, in cui l’azione si svolge, già di per sé abbastanza noti per fatti e iniquità di natura arrogante, sono alcuni territori della Sicilia e di Palermo in particolare.
Appassionata e rigorosa, Allen accetta vari incarichi di lavoro con lo slancio, la consapevolezza e lo scrupolo della persona corretta, salvo poi doversi ricredere nel constatare di essere stata raggirata in modo spregevole perfino da soggetti insospettabili. Molto deludente perciò la verifica degli eventi.
L’originalità di questo libro consiste nella capacità della protagonista di osservare, in modo sobrio e misurato, col dovuto distacco e la giusta obiettività, tutti gli eventi che l’hanno coinvolta in prima persona.
È un mondo, quello descritto dalla Toscano, caratterizzato dall’egoismo e dall’individualismo, dove ciascuno è pronto a concretizzare i propri affari, la propria avidità, i propri interessi, prevaricando e calpestando i più deboli e soprattutto i più impreparati e inesperti in fatto di cosche mafiose, malavitose e criminali.
Neanche nella GIUSTIZIA Allen trova il giusto sostegno e l’imprescindibile protezione di chi, a ciò, è preposto, quasi vigessero comuni accordi e interessi tra i ministri della legge e le parti opposte.
La sezione più interessante del libro è senza dubbio quella riguardante la politica contemporanea, contrassegnata dalla vacuità di alcuni personaggi che passano da una corrente all’altra senza un minimo di esitazione e imbarazzo, e senza la dovuta attenzione nei riguardi delle sorti del Paese. L’opportunismo più calcolato e freddo di singoli soggetti porta al fallimento dei tanti progetti - come ad esempio quello delle “Pari Opportunità” e di “Incontriamoci” - cui Allen, proveniente da una famiglia di alti valori morali, partecipa col fervore e l’entusiasmo di chi agisce con onestà e dedizione.
Si possono quasi percepire la gioia, la passione, l’ardore, profusi da Allen nel porgere il suo schietto contributo per fare uscire il nostro Paese da un PASSATO ormai logoro e svilito e riconsegnarlo alle generazioni più giovani con rinnovata speranza e fiducia nel FUTURO.
Un libro che vale la pena di leggere perché ciascuno di noi vi potrebbe trovare un pezzetto della propria vita e delle proprie esperienze.
(Pina Vicario)

Note biografiche

Nella Toscano, architetto, vive e lavora a Palermo. Da tempo è impegnata nella battaglia per i diritti civili delle donne e dei più deboli.
Ha dato il proprio contributo per la modifica dell’art. 51 della Costituzione, affinché venissero, finalmente, riconosciute Pari Opportunità per le donne in tutti i campi, a cominciare dalla politica.
Promotrice di diversi D.L., tra cui l”Otto per mille fondo di solidarietà per le donne e le famiglie”, conduce con determinazione la battaglia per il rinnovamento della politica e per la difesa della Costituzione. Ha ideato e promosso l’Associazione del “Treno delle donne in difesa della Costituzione”, di cui è Presidente, che, nel settembre 2012, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica una medaglia di rappresentanza quale riconoscimento per il progetto di “La Costituzione Ritrovata”.

venerdì 30 agosto 2013

La democrazia al bivio!


 Quello che sta succedendo in questi giorni ci pone inevitabilmente di fronte ad un bivio.
Se vogliamo salvare la democrazia non possiamo permetterci il lusso di continuare ad imboccare strade sbagliate: dobbiamo necessariamente imboccare la   Via vera, quella che in passato ci ha fatto conoscere il partito d’azione e cioè “ la via dell’unione, della coincidenza, della compresenza, indissolubile, della giustizia e della libertà”.
La sentenza della Cassazione ci pone in maniera chiara e precisa di fronte a questo bivio, sbagliare significa solo seppellire la giustizia e di conseguenza la democrazia.
Il governo Letta ed il PD hanno una grande responsabilità per la tenuta democratica nel nostro Paese, una responsabilità  immensa di cui si sono caricati accettando di fare un governo con il PDL, il cui leader si è macchiato di reati gravissimi contro lo Stato.
Un partito che da sempre si vanta di essere di c.s., pur non essendo mai stato tale nella sostanza, che accetta di governare insieme a quello del pregiudicalo è un partito che non merita più la fiducia di tutti quei cittadini che in questi anni hanno voluto votarlo a prescindere, affidandosi senza mai cercare di andare a fondo sulla sua vera natura , anzi additando chi da esso si è allontanato avendolo compreso fin da subito.
Con l’abolizione  dell’IMU e la sostituzione della stessa con un’altra tassa ancora più iniqua  che pagherà la fascia più debole della società, e con il prospettato aumento dell’Iva che peserà moltissimo sul bilancio delle famiglie, io penso che ogni dubbio sulla natura di questo partito dovrebbe cadere.
Un partito che cede al ricatto di un pregiudicato per avvantaggiare lui e  quelli come lui a discapito della parte più debole della società non può più fare finta di essere di sinistra, oramai la sua natura è stata disvelata e quanti continueranno a difenderlo ed a volerlo votare  non possono che essere complici della deriva in cui ci sta conducendo.
E’ chiaro che chiunque rimane dentro questo partito e non si dissocia e dimette non può avere la nostra fiducia.
So che questo per molti è motivo di disorientamento: in mancanza di un vero partito di sinistra che sappia interpretare i bisogni della parte più debole della società ovviamente nessuno sa a chi guardare.
Questo dovrebbe però  indurre chi crede nei valori veri della sinistra ad attivarsi quanto prima per cercare di costruire quel partito di cui molti sentono l’esigenza e che ancora non c’è, ma purtroppo vedo che non c’è davvero questa capacità o volontà di portare avanti un progetto che possa unire e dare speranza a quanti l’hanno perduta. E’ come se ognuno aspettasse un salvatore della patria, TUTTI A CRITICARE, MA FERMI NELL’AZIONE.
Se non si capisce che spetta ad ognuno di noi sporcarsi le mani per imprimere  quel cambiamento necessario a fare uscire il Paese da questo disastro  è chiaro che non si arriverà mai a niente di buono.
Sarebbe necessario capirlo al più presto per non dovere arrivare alle prossime competizioni elettorali impreparati, per poi ripiegare sul solito partitino arruffato, sommatoria di leader - che invece  dovrebbero andare in pensione il prima possibile- per poi ritrovarci ancora in condizioni peggiori di quelle che stiamo vivendo.

Nella Toscano

venerdì 26 luglio 2013

"Cassazione, anche a Palermo lunedì 29 luglio ore 18,30 presidio in difesa della Costituzione"


 Comunicato Spampa

"Cassazione, anche a Palermo lunedì presidio in difesa della Costituzione"
 
“Lunedì 29 luglio, vigilia della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset, in diverse città italiane, si terranno presidi in difesa della Costituzione. Non saranno manifestazioni contro Berlusconi ma in difesa del principio di uguaglianza tra i cittadini.
Tra queste città c'è pure Palermo dove, in contemporanea con le altre città, si terrà, alle 18.30, un presidio davanti al tribunale dal titolo
"Nessuno è più uguale degli altri".
Inoltre, in occasione di questo sit-in, si terrà,  in contemporanea, un FLASH MOB per esprimere la nostra solidarietà al PM Nino Di Matteo a seguito delle pesanti e ripetute minacce ricevute.
 A promuovere l'iniziativa un gruppo di cittadini.”
"Comitato 29 luglio"