Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
| 7 dicembre 2014
“A
Roma
serve un sindaco della Lega”, dice
Matteo Salvini che fa bene a pensare in
grande
, visto che la Mafia Capitale delle coop rossonere, dei
Pd a libro paga del
boss
Carminati omaggiato dalle
star
sta lavorando per lui. L’altro Matteo è un ragazzone non antipatico
che, dopo una giovinezza da “fancazzista” (come del resto il Matteo
premier), ha costruito una carriera politica geniale sugli
slogan
che porta stampati sulla felpa, tipo: “No Euro”, “Basta tasse”, “Stop
invasione clandestini”. Altro che corposi programmi e pensose leopolde:
per conoscere il Salvini pensiero, è sufficiente mettere in sequenza le
foto del suo abbigliamento preferito. Teoria e prassi del salvinismo
sgorgano rigogliose dall’incazzatura collettiva che si spande a macchia
d’olio in un paese declassato, ma con due primati nazionali assoluti: la
disoccupazione e la corruzione.
Ma quando tra le macerie di questo panorama
spuntano le buste gonfie di euro distribuite dai postbanditi della Magliana e la prostituzione di assessori e funzionari viene esibita e pretesa dai papponi bipartisan affiliati alla Coop 29 Giugno
(“metti la minigonna e vai a battere”), la desertificazione susseguente
allo sputtanamento delle istituzioni diventa terra di conquista. Certo,
la fedina penale della Lega fa ugualmente schifo, ma l’ex fancazzista è
stato bravo a far dimenticare le scorribande nel pubblico denaro dei Belsito e dei Trota.
E intanto parla, parla, parla dalle mille tv alla pancia del paese e
dice “chi, razzista io?”, ma vuole gli immigrati fuori dalle balle
e guai a dargli del fascista anche se volentieri si accompagna al fascismo declamatorio di CasaPound.
Davvero Matteo Renzi pensa di fronteggiare il sacco di
Roma
mobilitando il povero
Matteo Orfini a protezione del sindaco marziano
Marino
(troppo ingenuo o troppo furbo?), che sarebbe come guarire l’ebola con
un’aspirina? Nessuno gli ha spiegato come funziona la cloaca massima?
Che
Roma
Capitale
è una ricca tavola dove siedono le diverse famiglie politiche a libro
paga delle numerose cosche affaristico-mafiose? La “terra di mezzo”.
Rifiuti , Metro C, campi
Rom
,
centri immigrati solo per citare i “piatti” principali. Mentre il
livello inferiore è alimentato da una sorta di pizzo legalizzato sotto
gli occhi di una burocrazia che li tiene bene aperti per non farsi
sfuggire neppure un centesimo. Da questa grande abbuffata restano
esclusi in pochi: certamente i
5 Stelle, che con tutti i loro errori le mani nella marmellata non le mettono. Non si accorge il
premier
che non bastano più le professioni di ottimismo a frenare l’emorragia
che sta dissanguando quella che era una delle democrazie più partecipate
e oggi langue nell’astensione di massa? Occorre fare molta attenzione
con la favola delle poche mele marce, perché l’incazzatura collettiva
può superare gli argini. E, dopo le felpe di Salvini, possono arrivare i
latrati di qualche giustiziere in camicia nera. Guai all’ira dei
deboli.
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