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martedì 15 febbraio 2022

Cambiare Palermo

 


Una volta, quando si parlava di città, la prima cosa che veniva in mente era il suo tessuto urbano, che, a mio parere, è il biglietto di presentazione di una amministrazione comunale.
Per me uno degli esempi più belli rimane la città di Bologna, che è riuscita a mantenere il suo centro storico intatto, frutto di un restauro conservativo ad opera di un grande architetto come Cervellati. Un esperimento irripetibile, almeno fino ad oggi, a Palermo,e questo è un vero peccato, viste le grandi potenzialità di questa città.
Purtroppo non vedo un dibattito politico serio su questo, anzi forse non esiste proprio sul piano della progettualità politica.
Eppure penso che si dovrebbe cercare di fare ripartire Palermo proprio da qui. Credo che nessuno riesca a immaginare uno sviluppo sostenibile in termini ambientali e di significativo incremento di lavoro che parta proprio dal risanamento della città, altro che digitalizzazione.
Per me rimane un grande sogno quello di vedere trasformato il tessuto urbano di Palermo alla stregua delle capitali Europee. Basti pensare, ad esempio, al suo lungomare, che a partire dal porto arriva fino a quasi Villabate, paragonabile alla promenade di Nizza, se solo ci fossero competenza e volontà politica per realizzare la sua trasformazione, sfruttando al meglio le poche risorse che oggi ci sono.
Lo so, sono una sognatrice oramai fuori tempo, ma tutto il lavoro fatto e lo studio in una facoltà di architettura mi hanno dato la certezza che nulla è impossibile, a patto che ci sia la volontà politica che, purtroppo, nelle condizioni date, non si intravvede.
Nella Toscano

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