Il giurista Ugo Mattei spiega al DiariodelWeb.it la sua lettura sulla dinamica politica che ha portato alla riconferma di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica
 
		
		
		
		
		«Non sarei contento se restasse Mattarella». Il giurista Ugo
 Mattei, professore di Diritto alle Università della California e di 
Torino, lo aveva messo in chiaro già prima dell'inizio della tormentata 
settimana dell'elezione del presidente della Repubblica. Inevitabile, 
dunque, che l'esito finale lo abbia lasciato insoddisfatto, come lui 
stesso commenta ai microfoni del DiariodelWeb.it.Professor Ugo Mattei, che cosa pensa di questa riconferma di Mattarella al Quirinale?
È il minimo che potesse servire al sistema autoritario che è stato messo in piedi.
Che cosa intende?
È evidente che c'è un interesse globale a mettere in ginocchio il Paese,
 come già successe in Grecia, e che passa attraverso delle riforme che 
consentano di controllare interamente le istituzioni di garanzia. 
Obiettivo che sono riusciti ad ottenere comunque.
Ci spieghi.
Alla presidenza della Repubblica c'è Mattarella, completamente prono 
rispetto ai poteri atlantici: d'altronde fu lui a bombardare Belgrado, 
quindi non stiamo certo parlando di un dilettante. Al governo c'è 
Draghi, per conto dell'asse finanziario del Partito democratico 
americano. E lo stesso giorno di Mattarella hanno eletto anche Giuliano 
Amato alla presidenza della Corte costituzionale: a sua volta 
espressione dell'atlantismo più ortodosso, presidente onorario 
dell'Aspen Institute. Avevano già messo qualche settimana fa Franco 
Frattini presidente del Consiglio di Stato, uno che a sua volta non si è
 fatto scappare neanche uno dei think tank atlantisti, dall'Istituto affari internazionali in giù. Un blocco di potere impressionante.
Mi sta dicendo che sono stati gli Stati Uniti a volere la rielezione di Mattarella?
Io credo che agli Stati Uniti sarebbero andate bene entrambe le 
soluzioni. Questa era quella di ripiego, se non fosse andato in porto il
 blitz per Draghi. Inizialmente avevano pensato di eleggere lui, perché 
avrebbe costituito una ristrutturazione ancora più imponente e una 
sovversione ancora più radicale dell'ordine costituzionale costituito.
E come mai è fallita l'ipotesi Draghi?
Siccome quei miserabili dei parlamentari avevano tanta paura di andare a
 casa, hanno nuovamente tradito il popolo italiano. Hanno fatto una 
mini-resistenza a Draghi, che aveva come unico scopo quello di salvarsi 
la poltrona, quindi gli è andata benissimo la riconferma di Mattarella. 
Che evitava qualunque scossone.
Che effetti avrà per l'Italia?
Una catastrofe. Il regime è strutturatissimo, non c'è più un ganglo 
dello Stato che non sia sotto il loro controllo. C'è un allineamento 
completo tra la presidenza del Consiglio, quella della Repubblica e le 
istituzioni di garanzia, che sono saltate totalmente. Questo non è 
l'impianto costituzionale che avevano in mente i padri costituenti.
Quindi tutti i nomi che sono stati gettati nella mischia e bruciati nel corso dei giorni erano solo una finta?
Checché ne dicano i media dominanti, io sono tutt'altro che un 
complottista. Non penso che ci sia un gruppettino che dà la regia di 
tutto il mondo. Semmai degli allineamenti di interessi molto forti, che 
andavano verso una delle due soluzioni: Draghi o Mattarella. Ma non 
credo che tutto il resto sia stata una manfrina.
Allora è stata una sconfitta del centrodestra che ha provato invano a imporre un suo candidato.
Salvini non è un uomo di Stato, gli interessa solo coltivare un minimo 
di potere personale. Ha tentato di portare a termine una sua operazione,
 che è andata com'è andata. Grossi altri tentativi non ce ne sono stati.
 Sono girati una serie di nomi, anche completamente sostituibili a 
Mattarella: se fossero stati eletti Cassese, Amato o la Cartabia sarebbe
 cambiato molto poco.
Che futuro ci aspetta ora?
Penso che, da parte di queste persone, ci sia una grossa 
irresponsabilità e una grossa miopia. E questo mi dispiace, perché 
alcuni di questi protagonisti li conosco personalmente anche piuttosto 
bene: sono persone articolate in tutti i sensi, non personaggi di 
secondo piano. Ma che non hanno il coraggio o la schiena 
sufficientemente dritta per avere a cuore l'interesse del Paese. Non 
sono dei patrioti. Ci aspettano mesi drammatici.
Si riferisce alla crisi economica?
La situazione economica era già preoccupante prima della pandemia: il 
nostro rapporto debito/Pil era del 130%. Ora è salito oltre il 160%: non
 c'è alcuna sostenibilità di questo modello di sviluppo. Questi soldi 
del Pnrr, come sappiamo benissimo, li stiamo prendendo in prestito. E la
 persecuzione dell'opposizione politica, che a questo punto è chiara, 
sia dovuta al fatto che l'Italia ha dato in pegno, in cambio del suo 
nuovo indebitamento, i dati personali della sua popolazione.
Dunque sarebbe questa la garanzia che lo Stato ha promesso?
Non abbiamo più beni pubblici, perché questi signori se li sono già 
banchettati tutti ai tempi di Ciampi e di Prodi. Ma il valore molto 
significativo, nella nuova economia della sorveglianza, cognitiva e 
predittiva, sono i dati sensibili, sempre più intimi, sul comportamento.
 Garantiti dall'accesso al corpo dei cittadini, come ha lasciato 
intendere la dinamica del vaccino obbligatorio.
Tutto questo che conseguenze ha per gli italiani?
La produzione in Italia è stata smantellata quasi completamente. Dunque 
gli italiani sono rimasti un ceto invecchiato di puri consumatori, che 
hanno però un significativo risparmio privato, soprattutto sotto forma 
di piccola proprietà immobiliare. Che prima della pandemia era più alto 
dello stesso debito pubblico, tanto che teneva la nostra economia in 
piedi. Questo è l'oggetto del prossimo attacco.
Che avverrà con quali modalità?
Attraverso una vera e propria politica di devastazione dell'economia del
 Paese, già in grande sofferenza. Vogliono chiudere le imprese, creare 
una crisi ad arte, licenziare i lavoratori o sospenderli dal loro posto.
 A partire dalla prossima settimana ci sono milioni di persone che non 
potranno più lavorare. Ciò obbligherà le persone a vivere del proprio 
risparmio e a vendersi le proprie piccole proprietà. Si vedono già i 
sentori anche sul piano legislativo, con le norme che impongono di 
mantenere un elevato standard ecologico negli immobili. Se i piccoli 
proprietari non hanno i soldi per adeguarsi, perché stanno spendendo 
tutta la loro liquidità per campare, li venderanno a due lire ai fondi 
avvoltoio.
Insomma, non intravede alcuna speranza all'orizzonte?
In realtà sul fronte della resistenza stiamo lavorando molto bene, c'è 
un bel clima tra i vari soggetti politici. Siamo riusciti a superare la 
contrapposizione tra vax e no-vax, il trappolone mediatico che hanno 
cercato di tenderci. E c'è un tentativo serio per arrivare ad una 
soggettività politica unitaria, sia per guidare azioni di disobbedienza 
civile, sia per mettere in atto la solidarietà nei confronti di chi sta 
male e starà sempre peggio, sia per partecipare alle prossime elezioni. 
Questo è un lavoro che sto cercando di portare avanti il più possibile. 
Le vie giuridiche le abbiamo provate tutte e, quando sono completamente 
precluse come oggi, non resta che la resistenza.
 
 
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