
Il
tema del lavoro è senza dubbio interessante e molto attuale e, quindi, mi sono
messa con pazienza ad ascoltare i vari commentatori, con la speranza di capire
almeno qualcosa su come i vari partiti intendono risolvere questo drammatico
problema.
Come
sempre, ci sono stati interventi che, francamente, mi hanno lasciata a dir poco
perplessa; è stato avvilente assistere alla solita rissa ed a dover di
conseguenza prendere atto ancora una volta che da nessuno di questi interventi è
emerso niente di costruttivo che potesse
in qualche modo far intravvedere una
strada oltre il tunnel.
Una
vera torre di babele dove le voci si sono sovrapposte, senza che nessuno sia
stato capace di azzardare un minimo di analisi sul grave problema del lavoro, ma
solo slogan buttati lì: reddito di cittadinanza come soluzione di
tutti i mali, via l’art.18
per essere un Paese competitivo, flessibilità
come soluzione della
disoccupazione e tasse
uguali per tutti: una sola aliquota del 20% per combattere l’evasione, dice
Salvini!
Quindi,
secondo questo scienziato, uno che guadagna mille euro dovrebbe pagare quanto
uno che guadagna un milione e oltre per combattere l’evasione.
Una proposta
a dir poco indecente, che chiunque dotato di buon senso non può che definire illogica, oltre che irricevible,
ingiusta, non risolutiva dell’evasione fiscale e, soprattutto, in contrasto con
quanto stabilito dall’art.53 della nostra Costituzione, che recita:
“Tutti
sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di
progressività.”
I politici
però la Costituzione la ignorano, anzi stanno lavorando per cancellarla
proprio, e continuano a sparare idiozie, ovviamente, per fini elettorali,
sapendo bene che le loro proposte non possono mai essere attuate proprio perché
incostituzionali, almeno finchè la legge
fondsmentale della Stato rimane in vigore.
Il
problema è che, essendoci molta ignoranza, molti cittadini sono portati a
credere a questi politicanti di quattro soldi.
La
cosa grave è che in una trasmissione televisiva vengano lanciati questi messaggi
distorsivi, che inevitabilmente contribuiscono a formare il consenso, senza che
nessuno intervenga per chiarire e
spiegare, per dire come stanno effettivamente le cose.
Diciamolo
chiaramente: queste trasmissini non sono fatte per informare correttamente, ma servono
solo a non far capire niente, a confondere le idee, a ingannare i
telespettatori più ingenui, che sono tantissimi.
Infatti,
non vi è alcun dubbio che questo modo di organizzare e condurre questi
dibattiti è deleterio e distorsivo della realtà ed è gravissimo che questo
avviene ad opera dell’informazione
pubblica.
La
Rai è pubblica ed i cittadini avrebbero il diritto ad avere un servizio pubblico degno
di tale nome, che ci racconti onestamente la realtà politica, economica e
sociale del Paese, perché solo così potremmo formarci un’opinione corretta
fondamento di uno Stato democratico. Non sono però questi contenitori - che secondo me andrebbero chiusi tutti- a potere svolgere
questo ruolo: da una torre di babele, da ospiti messi lì per caso non verrà mai
niente di buono.
Per
raggiungere l’obiettivo, è superfluo ricordare che abbiamo bisogno di
giornalisti indipendenti e capaci, sperando che ce ne sia ancora qualcuno in
questo Paese e di un sonsiglio di amministrazione indipendente, che sappia
programmare spazi di confronto autentico e libero tra persone capaci di sapere
spiegare ai cittadini quello che succede.
E’
superfluo ricordare anche che ad aggravare la situazione dell’informazione
contribuisce in maniera determinante il sempterno conflitto d’interesse, che
nessuno vuole risolvere e che lascia intatta la concentrazione
dell’informazione privata nelle mani di una sola persona, che, oltretutto, è
uno che è stato messo fuori dal Parlamento ed interdetto per essere stato
condannato definitivamente.
Tutto
questo è davvero scandaloso e pericoloso per la tenuta democratica del Paese.
Ma
chi è quella forza politica che vuole cambiare lo status quo?
Io non
vedo nessuno e penso che è proprio questo
è il dramma di questo Paese.
Nela
Toscano
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