Il premier: "Se falliremo sarà solo colpa mia"
"Chiediamo fiducia a questo Senato - spiega Renzi - perché pensiamo che l'Italia abbia la necessità di recuperare fiducia per uscire dalla crisi, è arrugginita, impantanata da una burocrazia asfissiante. L'idea che le norme succedute negli anni non hanno prodotto il risultato auspicato è sotto occhi di tutti. O si ha il coraggio di scelte radicali" o "perderemo il rapporto con chi da casa continua a pensare alla politica". Scuola, lavoro, capacità di attrarre investimenti sono le stelle polari del nuovo esecutivo. Vaste programme, ma il rottamatore snobba il Mezzogiorno, il tema dell'Italia a due velocità, e quello della lotta alle mafie. Renzi annuncia un'immediata riduzione a due cifre del cuneo fiscale. Entro giugno arriverà anche pacchetto di revisione della giustizia, a partire da quella amministrativa. E qui, visti i rapporti di non belligeranza con Forza Italia, a qualcuno scorre un brivido lungo la schiena.
"L'educazione che si dà nelle scuole è motore dello sviluppo - afferma il presidente del consiglio -, ho in mente di entrare ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia: comincerò da Treviso, dal Nord Est, la prossima settimana si sarà il Sud". Incentivi ai docenti, esercito demotivato e mortificato, ed edilizia scolastica, con un "programma straordinario, sono le direttrici della politica sull'istruzione. Domani "scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti delle province sopravvissuti" per fare "un punto sulla situazione dell'edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo Piano che qualche giorno fa ha proposto di 'rammendare' le periferie". Meno burocrazia, più investimenti da attrarre. "Il primo impegno è lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione - promette - attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti". Far ripartire l'economia è la priorità. Invero lo era anche dei precedenti governi, ma il Paese è rimasto al palo.
"Mentre qualcuno si divertiva - è la stoccata di Renzi al
Parlamento - il pil ha perso punti, la disoccupazione giovanile è
aumentata, la disoccupazione è passata dal 6,7% al 12,6%. Questi non
sono numeri di una crisi, sono numeri di un tracollo". Altrimenti, non
saremmo di fronte all'ennesimo uomo della provvidenza. E lui conferma:
"Se falliremo, sarà solo colpa mia".
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