Gianluca Pastori, docente di "Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa" alla Cattolica di Milano: "Con l'11 settembre e la guerra al terrore le Nazioni Unite sono diventate un'organizzazione umanitaria". L'assenza del segretario generale Ban Ki-moon è "imbarazzante", l'ordine internazionale è saltato e gli Stati Uniti non vogliono più fare il "poliziotto del mondo": "E' diventato troppo costoso"
“Un dato sicuramente evidente di questi mesi, anzi di questi anni”, secondo Gianluca Pastori, “è lascomparsa dell’Onu“. Questo segretario generale, Ban Ki-moon, si è segnalato per la sua “assenza imbarazzante” ogni volta che una crisi è scoppiata da qualche parte del mondo. Non fa eccezione la vicenda recente dell’Iraq. Il Consiglio di Sicurezza si è limitato a condannare le azioni dei militanti dell’Isis e a minacciare sanzioni contro chi arma e finanzia gli islamisti. “In realtà le Nazioni Unite hanno di fatto delegato agli Stati Uniti la gestione della crisi; come hanno fatto ogni volta che, negli ultimi anni, si è presentato un problema”.
Si tratta a giudizio di Pastori di un triste epilogo per molte delle ambizioni che avevano caratterizzato l’azione dell’Onu negli anni Novanta. “Allora si era sperato che l’Onu tornasse a essere un’organizzazione politica, che ai sensi del suo statuto operasse per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali”. Dalla fine degli anni Novanta, e poi soprattutto con l’11 settembre e la war on terror, le cose cambiano. Il ruolo politico decade, i tentativi di governare politicamente i conflitti falliscono e l’Onu “diventa sostanzialmente un’organizzazione umanitaria“. La conferma viene, in queste ore, dalla scelta di stabilire un gigantesco ponte aereo, su strada e via mare per aiutare il mezzo milione di profughi nel nord dell’Iraq. Una nobile operazione umanitaria, “ma non politica”.
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