Il corteo dei deputati che è andato al Quirinale per
protestare contro la “tagliola” imposta dal governo, da Napolitano e fatta propria
dal presidente Grasso, a mio avviso, è un segno positivo. In questi ultimi anni
non abbiamo visto alcun tipo di opposizione all’interno del Parlamento,
soprattutto da parte dei deputati del PD e
vedere oggi che alcuni di essi hanno preso coscienza della necessità di
fare opposizione non può che aprire uno spiraglio alla speranza.
Trovo però
incredibile che il Presidente della Repubblica abbia rifiutato di ricevere un
così alto numero di Parlamentari, così come non condivido per niente il suo
richiamo ad approvare le riforme Costituzionali entro l’8 agosto, imponendo, per
riuscirvi, “la tagliola”, che mortifica e stronca il dibattito parlamentare
sulle riforme Costituzionali.
La riforma della Costituzione, di cui non si avverte davvero
alcun bisogno e che non serve al Paese, non può essere approvata senza un’ampio
e libero dibattito parlamentare e senza
che siano stati coinvolti i cittadini e,
soprattutto, senza avere il loro consenso e ancor meno in mancanza di uno
specifico mandato da parte dei medesimi.
La riforma Costituzionale non può essere imposta dall’alto e
tanto meno può essere una prerogativa del governo, che invece, con arroganza,
si è appropriato di un potere che non ha, perché non previsto dalla
Costituzione.
E’ ora che i parlamentari recuperino tutti la libertà di
mandato e la propria dignità, il Paese non può più attendere, non può più
tollerare questo scempio. Basta con queste riforme pasticciate da cui non può
uscire niente di buono, basta con il patto del “Nazareno” , stipulato con un
pregiudicato, di cui si comincia ad apprendere il contenuto, che non è davvero
edificante per il premier e per il suo partito.
Bisogna uscire al più presto da questo marasma per salvare
il Paese e tornare a votare con il sistema proporzionle, il solo che può
garantire una larga e reale rappresentanza dei cittadini, senza la distorsione
del premio di maggioranza e senza la sciagura dei nominati.
Abbiamo la necessità di ricostruire anche i partiti, o
meglio di rifondare una sinistra degna di tale nome, perché un vero partito di sinistra non esiste più da
diverso tempo e serve più che mai al Paese, alla parte più debole del Paese che
sta soffrendo molto. Ricostruire la sinistra su basi nuove, scommettere su un
modo nuovo di fare politica, che sia volta autenticamente al bene comune, con persone che
niente hanno avuto a che spartire con questo sistema di partiti e di potere e
con le scellerate politiche da loro approvate. E’ tempo di ripartire, è tempo
di riappropriarci del nostro futuro!
Un luogo simbolo di rinascita per questo Paese, per
costruire un laboratorio per una nuova sinistra non può che essere Taranto: la
città distrutta dall’avidità politica e dalle scelte scellerate che hanno
devastato l’ambiente, distrutto vite umane e ammazzato tanti bambini con la
sola colpa di essere nati in un posto sbagliato.
Spero che saremo in Tanti a crederci, perché è necessario ed
urgente e, soprattutto perché arrivano segnali per niente tranquillizzanti
quale è appunto il licenziamento del giornalista Luigi Abbate e del nuovo
decreto approvato dal governo, che come mi dice Antonia Battaglia, è l’ennesima condanna per la città di Taranto.
Nella Toscano
26.7.2014
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