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lunedì 27 giugno 2011

Inciucio doloso permanente

di Antonio Padellaro
26 giugno 2011
Il Berlusconi piagnone è una maschera ricorrente nella commedia politica all’italiana. Ogni volta che riceve una bastonata elettorale tra capo e collo il bullo dedito alle spedizioni punitive contro i pm si trasforma in agnellino belante e anelante parole di conforto dagli avversari. I quali da 17 anni partecipano volentieri alla sceneggiata del ‘chiagne e fotte’ che di volta in volta si arricchisce di aspetti sempre più toccanti. Indimenticabile l’apparizione a Ballarò, dopo la catastrofe della destra alle Regionali del 2005 con il bollitissimo premier che enumerava nell’implacabile falange a lui ostile perfino “le scuole medie superiori e inferiori”. Gli risero appresso. Sappiamo come è finita.

L’altro giorno, alla Camera, con gli occhioni tristi e la criniera appassita il precario di Palazzo Chigi è andato a lamentarsi della sua triste istoria con Antonio Di Pietro che invece di alzarsi e piantarlo in asso (ne avrebbe parlato tutto il mondo) si è fatto intenerire. “È un uomo solo”, lo ha compianto, immaginandolo in serate da incubo con Gasparri e Cicchitto. Subito il poeta di corte Ferrara ha dedicato un ditirambo allo “statista” molisano che ieri mattina si deve essere commosso molto meno leggendo sui giornali delle quattro amiche di Sgarbi ospiti di Palazzo Grazioli per strappare un sorriso al miliardario malinconico.

Sul “disgusto” provocato da certe aperture di dialogo del Pd in merito al bavaglio da imporre alle “telefonate irrilevanti” (ma quali?, visto il verminaio), ha scritto sul Fatto parole definitive Roberta De Monticelli. Non volendo pensare il peggio, cioè a un permanente inciucio doloso, quale spiegazione dare al soccorso caritatevole di cui puntualmente i leader del centrosinistra fanno dono all’uomo che li ha insultati a sangue? Cercare d’intercettare i voti in libera uscita della destra mostrandosi moderati e consapevoli? Via, lo sanno pure i muri che è stato proprio l’odio per la sinistra a cementare l’elettorato berlusconiano! Oppure, l’inconfessabile smania di essere ammessi nel salotto buono di Arcore? Ma proprio adesso quando tutti, dai sorci ai leghisti, ne scappano a gambe levate?

Il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2011

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