Translate

venerdì 31 ottobre 2014

La leadership di Renzi come esito dei progetti di Craxi e Berlusconi



Pubblicato:  
Ci si affatica a cercare paralleli tra la leadership di Matteo Renzi e il passato più o meno recente. Le comparazioni con Bettino Craxi e con Silvio Berlusconi sono consuete. Ma sono utili ad una condizione: che non si riducano a un parallelo statico tra personalità, ma mostrino come il successo di Renzi nell'Italia di oggi sia l'esito del lungo cammino cominciato da quei due leader. La forma plebiscitaria della leadership di Renzi sarebbe in questo modo studiata nel merito, non meramente criticata.
L'Italia democratica, cosi com'è, è stata modellata anche dalla politica di Craxi e di Berlusconi: questa mi sembra una base di partenza per incorniciare la leadership consensuale e plebiscitaria di Renzi, che vuole avere un partito a sua immagine e fa di tutto per riuscire in questo intento. In che cosa consiste questo nuovo partito funzionale al leader? La sua identità è l'esito di un'Italia segnata da due progetti tra loro correlati: l'affossamento definitivo del fattore K (ovvero della questione comunista) e il superamento della democrazia dei partiti (ovvero del sistema parlamentare come fu disegnato dai costituenti). Entrambi questi progetti devono per riuscire ad andare ai fondamenti della nostra democrazia uscita dalla guerra.

Ast Terni: quando la corda alla fine si spezza

Antonio Padellaro
Direttore de Il Fatto Quotidiano e scrittore
Ai tempi di Scelba, quando la celere caricava (e ammazzava) i lavoratori in sciopero, i ruoli apparivano chiari: per il sindacatoerano le manganellate del governo dei padroni e per i comunisticol pugno chiuso era quello lo sbocco dell’insanabile conflitto tra la classe proprietaria e il lavoro dipendente.

Telefonata Renzi-Berlusconi. Patto del Nazareno avanti tutta. Il Cavaliere tranquillizza i suoi | Online-News

Telefonata Renzi-Berlusconi. Patto del Nazareno avanti tutta. Il Cavaliere tranquillizza i suoi | Online-News

mercoledì 22 ottobre 2014

Il torto di Marco Travaglio nella sua disputa con Santoro

di Paolo Flores d’Arcais

Marco Travaglio ha torto. Infatti ha evidenziato il motivo del suo contendere con Santoro in questi termini: “Esiste ancora nel talk show uno spazio indipendente per il talk inteso come racconto di fatti veri al riparo dallo show, cioè del pollaio gabellato per ‘contraddittorio’ e ‘ascolto’ dove chi ha torto e mente passa dalla parte della ragione e della verità? (...) Prima di domandarsi se il collaboratore fa la pace col conduttore e torna a bordo, andrebbe sciolto un rebus: cosa rimane, del giornalismo come lo conosciamo tutti, nei talk show?”.

Serve saggezza, sguardo lungo e impegno senza riserve per ricostruire la sinistra!


I recenti fatti di genova hanno messo in luce la scelleratezza di alcune leggi approvarte nel recente passato, alcune delle quali portano la firma di Bassanini. Una tra queste è senza dubbio il premio di produttività assegnato ai dipendenti pubblici, che nelle intezioni del legislatore doveva essere riconosciuto a chi faceva bene il proprio lavoro.
Ebbene i disastri di Genova hanno mostrato a tutto il Paese che così non è, infatti, questo premio, è stato riconosciuto invece a chi ha dimostrato di non saper fare il proprio lavoro, e financo, notizia di oggi, a dipendenti comunali che, addirittura, sono indagati.
Ho sempre pensato che questa legge è stata un errore grave solo averla concepita e ancora di più lo è la sua applicazione in forma indiscriminata.

lunedì 13 ottobre 2014

Jobs act, un obbrobrio giuridico - Pierluigi Petrini

 13 ottobre 2014 -  

Con il capitolo del Jobs Act prosegue, di spregio in spregio, la sistematica demolizione delle nostre istituzioni. L’ultima logica, affermata con spavalda superficialità, vuole che il gruppo parlamentare si asservisca, senza se e senza ma, alle deliberazioni della direzione del partito. Poco importa che quella discussione sia necessariamente generica, potendo al più definire indirizzi e strategie. Poco importa che sia improntata a rappresentare i rapporti di forza interni al partito e che manchi di reali approfondimenti tecnico-giuridici. Lì si discute, lì si decide! Anche dei testi di legge. L’iter parlamentare, la discussione in commissione, quella in aula, gli emendamenti, il voto articolo per articolo, il divieto al mandato imperativo sono solo stupidaggini costituzionali. Ogni osservazione diviene intralcio. Ogni dissenso, tradimento. La vera democrazia, secondo l’interpretazione renziana, è il voto di appartenenza e di fedeltà che i membri della direzione esprimono. E affinché nessuno dubiti che questa sia la nuova frontiera ecco giungere a suggello la richiesta del voto di fiducia sulla legge di delega legislativa.

Italia Paese per privilegiati e incompetenti!


Mentre Genova è sommersa dal fango e molti volontari lavorano incessantemente, per fare tornare alla normalità la città devastata, apprendere che il comune ha elargito premi di migliaia di euro ai geologi dipendenti comunali, per... Continua »

domenica 12 ottobre 2014

Ma Renzi progetta soltanto cemento


di Antonello Caporale   11 Ottobre 2014
55  2
«Nello “Sblocca italia” via libera ai costruttori che diventano controllori di se stessi». Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2014
Dal mare tropicale alle montagne innevate in soli due minuti. Fondi caraibici e la pista di slalom gigante. Una funivia avrebbe collegato la spiaggia ai monti, il caldo al freddo, il sole alla neve. Sembra di essere tornati all’inizio degli anni Settanta quando Calogero Mannino radunò in piazza i cittadini di Sciacca e annunciò: “Dite ai vostri figli di tornare in città. C’è lavoro per tutti, finalmente”. Sembra che Matteo Renzi abbia preso molto dalla filosofia del potente democristiano siciliano. Ha creato Italia sicura, che deve preservare il nostro Belpaese dai dissesti idrogeologici, deve curare le ferite di mezzo secolo di devastazione e però ha firmato il decreto Sblocca Italia che consegna lo stesso Paese devastato ai devastatori, traveste i costruttori in commissari delle grandi opere pubbliche, ed elimina nella sostanza ogni forma di controllo pubblico. “Padrone in casa tua”, disse Berlusconi in uno dei suoi formidabili slogan che perforarono il cuore di tanti cittadini in attesa. Padrone in casa tua, ripete oggi Renzi. Anzi lo scrive: nero su bianco.

sabato 11 ottobre 2014

Il silenzio che uccide

I pm della trattativa pecore nere
di Giorgio Bongiovanni - 10 ottobre 2014
Dopo il rifiuto della Corte d’Assise di Palermo, che si è pronunciata escludendo i boss Riina e Bagarella – insieme all’ex ministro Mancino – dall’udienza del processo trattativa in cui testimonierà Napolitano, assistiamo ad una grande contraddizione, inquietante e drammatica, nella nostra Repubblica italiana.
Da una parte la grande stampa che, quasi all’unanimità (ad esclusione del Fatto Quotidiano), amplifica e rinvigorisce gli scellerati attacchi (non casuali) dei vari leader di destra, centro e sinistra – a parte il coraggio di qualche membro M5s – contro i pm della Procura di Palermo, in particolare i soliti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi e Francesco Del Bene. Magistrati titolari sia del processo trattativa Stato-mafia, sia (alcuni di loro) della nuova inchiesta definita giornalisticamente “trattativa bis”, all’interno della quale si indaga sul Protocollo Farfalla, su servizi segreti, logge massoniche deviate e poteri oscuri di ieri e di oggi collegati a doppio filo con le stragi del ‘92 e ‘93. Mentre è il pg di Palermo Roberto Scarpinato a condurre le indagini e il nuovo processo d’appello – insieme al collega Luigi Patronaggio – sulla mancata cattura di Bernardo Provenzano per la quale gli ex ufficiali del Ros Mori e Obinu sono accusati di favoreggiamento alla mafia.

Genova: un’altro disastro annunciato!


Ancora una volta Genova è stata sommersa da acqua e fango: un’altro disastro annunciato, visto che nessuno ha fatto niente per prevenire e cercare di evitare che si ripetesse la stessa tragedia di pochi anni fa.
Le immagini che ci arrivano da questa città, ancora una volta messa in ginocchio, dovrebbero indurre tutti a un’attenta  riflessione e ad imporci un’autocritica feroce.
Io penso e sono convinta che niente avviene per caso e nemmeno quello che sta succedendo a Genova può essere considerato frutto di un caso. Infatti, non vi è alcun dubbio che è solo la conseguenza di un certo modo di disamministrare il territorio ed anche conseguenza di un agire e pensare non solo della politica, ma anche di ognuno di noi: questi disastri sono la somma di tutte le nostre negligenze, della  nostra  incapacità di sentire il dovere civico di salvaguardare l’ambiente e il territorio.

venerdì 10 ottobre 2014

Tanto tuonò che… non successe niente: la resa della “Sinistra” Pd.


Una decina di giorni fa, in un pezzo ripreso dal blog di Grillo (perciò preso per un invito ufficiale del M5s), proponevo di mettere da parte i dissensi precedenti e concordare una azione parlamentare e di piazza fra Sel, minoranza Pd, Fiom e M5s, magari in vista di uno sciopero generale (che la Cgil si è ben guardata dal proclamare) per determinare la caduta del governo Renzi. Reazioni del tutto negative: far cadere i Renzi sarebbe da irresponsabili, il M5s è inaffidabile e sui sindacati “La pensa come Renzi”, i grillini sanno solo rompere tutto ecc. E ciò si accompagnava a fieri propositi di battaglia contro l’abolizione dell’art 18 che, senza rompere niente e grazie all’opposizione “costruttiva” della sinistra Pd, avrebbe ottenuto il risultato sperato. Per la verità, Cuperlo, che come si sa è un educatissimo signore triestino, se ne uscì con pacatissime dichiarazioni, che non promettevano alcuna battaglia e che, al massimo potevano suonare come blande esortazioni (del tipo: “Dai Matteo, non fare così con la Camusso che è tanto una simpatica ragazza. Dai non mi pare il caso…”).

giovedì 9 ottobre 2014

Il senatore Azzollini, un presunto truffatore salvato dalle sconce intese

i | 8 ottobre 2014
Il senatore Azzollini, un presunto truffatore salvato dalle sconce inteseCi sono scelte che segnano una vita. Quelle prese da quei senatori del Pd che, martedì 7 ottobre, hanno detto no all’utilizzo processuale delle intercettazioni contro il loro collega Ncd Antonio Azzollini segnano invece la storia di un Paese.
Senza nemmeno avere il coraggio di spiegare pubblicamente in aula le ragioni della loro decisione, i magnifici sette componenti della giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama hanno votato contro la relazione di Felice Casson, esponente del loro stesso partito. Compatti hanno barattato il buon senso e il buon gusto con la volontà di fare un favore ad Azzollini, un potente indagato per associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.

mercoledì 8 ottobre 2014

Manifesto del gruppo facebook “Partigiani contro il pensiero unico dominante


537907_564641693603426_1995143196_n



::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Questo è il Manifesto del gruppo facebook “Partigiani contro il pensiero unico dominante”.
Per entrare nel gruppo occorre sottoscrivere il manifesto dopo aver contattato il sottoscritto o Nella con lo strumento dei messaggi di posta fb o attraverso i commenti al blog.
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Ormai la deriva autoritaria sostenuta dal pensiero unico dominante sembra un passaggio obbligato nella storia contemporanea del nostro Paese.
E certamente non può essere sconfitta creando l’ennesimo partitino dello zero virgola pelo di pulce per cento.
Non è questo l’obiettivo di questo gruppo.

sabato 4 ottobre 2014

Ripartiamo dalla tesi di Norberto Bobbio: “Non ci può essere democrazia senza socialismo come non ci può essere socialismo senza democrazia” ?

Quello che stiamo attraversando è per l’Italia uno dei periodi più bui e drammatici del dopoguerra, sia dal punto di vista economico, che etico e politico.
I partiti, pilastro della democrazia, oramai sono solo dei centri di potere, o meglio “ditte”, che servono solo a garantire il potere ed i privilegi della “ditta” , appunto!
Già solo avere coniato quest’appellativo per identificare quello che una volta si chiamava Partito ci fa comprendere la metarfosi regressiva che si è verificatain in questi ultimi anni.
E’ evidente a tutti che i mali vengono da lontano e che oggi si sono aggravati in maniera esponenziale. Veltroni ha aviato la trasformazione del PD in partito liquido, dando così una buona mano al suo quasi dissolvimento e Renzi sta completando l’opera di distruzione di questo partito nato malissimo e che sta finendo anche peggio.