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domenica 6 luglio 2014

“SIAMO GOVERNATI DA IDEE ECONOMICHE MORTE” ( Joseph Stiglitz) LIBERIAMOCENE PRIMA CHE UCCIDANO ANCORA. di Antonio de Martini

scritto da administra
venerdì 04 luglio 2014 19:03

“SIAMO GOVERNATI DA IDEE ECONOMICHE MORTE” ( JOSEPH STIGLITZ) LIBERIAMOCENE PRIMA CHE UCCIDANO ANCORA. DI ANTONIO DE MARTINI

Grazie alla segnalazione di Giovanni Ceccarelli che tutti conoscete come Gic. ho scoperto di avere un’anima gemella almeno per quanto riguarda la politica estera e quella economica  che è più di quanto abitualmente condivida con i miei cari.
Si tratta di un giornalista della Reuters, Anatoly Kaletsky, che ha un suo blog in quella galassia e che fa anche consulenze e analisi economiche sugli investimenti in Asia dal suo osservatorio di Honk Kong. Anche lui prevede una guerra ( ” che da impossibile sta diventando inevitabile”) e ha chiare idee di economia su cosa ci ha nuociuto e potevamo evitare.

Egli ha presieduto un convegno a Toronto la settimana scorsa e riferisce e commenta una domanda posta dal premio Nobel per l’economia Joseph E. Stigliz al consesso di esperti presente: ” Perché le Banche centrali e i governi stanno ancora tentando di predire gli effetti delle loro politiche economiche utilizzando modelli economici dimostratisi palesemente assurdi?”
A ben vedere è quel che ci sforziamo di capire noi, assidui di questo blog, da un buon triennio pur non avendo la stessa profondità di pensiero, ma certo la stessa bruciante curiosità.
Riassumo le sue conclusioni:
1)I modelli macroeconomici studiati nelle Università e pubblicati nelle piu importanti riviste del settore sono largamente basati su un concetto semplificativo detto del ” representative agent” ossia che in economia ciascuno resta sempre quel che è. Quindi questi modelli non tengono conto del prestito o del credito, ignorano l’esistenza delle banche e dei fallimenti ritenendoli ininfluenti ai fini del risultato finale. Nessuna meraviglia che non prevedano gli accadimenti.
Si tratta del modello adottato dalla maggior parte delle Banche centrali.
Una seconda idea ” strana” è che i modelli macroeconomici ritengono che ogni economia tenda a stabilizzarsi da sola. La conseguenza virtuale è che qualsiasi politica economica venga adottata, questa tende per definizione all’auto-regolazione e cioè al pieno impiego virtuale, ahimè non reale.
2)Anatoly cita anche un altro bell’errore strategico mettendolo in bocca a Adair Turner  ex presidente della FSA ( Financial services Authority britannica): le regole dell’Eurozona, messe a punto nel 1991 erano basate sulla credenza che ” gli economisti avessero decifrato il problema della macroeconomia e cioè che una inflazione bassa e stabile non era solo condizione necessaria, ma anche sufficiente per il successo economico”. Noi stiamo morendo di questa credenza degna del Dio Baal.
3) A completare il disastro, è intervenuto, all’atto della stesura del Trattato di Maastricht,  lo sposalizio di questa idea con il concetto germanico di ” ordo liberalism” che dichiarava che l’unico legittimo compito dei governi consisteva nel porre regole chiare per la concorrenza e stabilità dei prezzi e poi  curarne la rigida applicazione. Il sig Turner ha aggiunto che si può notare come conseguenza che il reparto legale della Bundesbank ha raggiunto lo stesso grado di potenza del dipartimento economico della stessa.Questo è il secondo nostro assassino.
(Ho avuto modo di vedere gli effetti nefasti di questa cultura anche nelle grandi società e banche italiane come La Telecom e l’Eni, la BNL, Banca Intesa ecc. in cui la compliance fa premio su tutto: non contano più i risultati economici o sociali, ma “l’atto giuridicamente perfetto” il responsabile della compliance spesso impone il suo punto di vista anche al capo azienda, per non parlare dei responsabili commerciali o delle risorse umane).
Adesso sappiamo che l’”ordo liberalism ” non funziona in Macroeconomia. Ci sono voluti novemila suicidi e 15 milioni di disoccupati per capirlo, ma non ammetterlo: i cambiamenti saranno lentissimi e tali da non compromettere le posizioni di potere raggiunte dai mandarini del regime europeo e continua Turner ” L’Europa rischia di diventare come il Giappone  degli anni novanta: con molti anni di crescita minima o nulla, ma con molte più tensioni sociali, essendo il Giappone socialmente più compatto e “consensuale” che non l’Europa.
La conclusione di Anatoly e di Turmer è di sapore sturziano: che l’economia deve tornare ad essere una branca della morale come dicevano Adamo Smith e gli economisti classici e che essa non può prescindere dalla politica che deve tener conto in primis dei risultati sociali delle proprie scelte.  Temo che ormai sia una risposta troppo teorica per placare le novemila famiglie che piangono i loro morti.
La mia conclusione è più concreta: se non se ne vanno entro breve ( sei mesi), dobbiamo fare quel che gli abitanti di Crotone fecero agli adoratori dei numeri dell’epoca  - i pitagorici –  nel lontano VI secolo A C :   bruciare loro la casa, evitando che accada, come allora, che se ne salvino due.
Se vi intenerite, pensate ai novemila sacrificati alle idee di costoro ( che erano pagati per vegliare alla salute dell’economia) ed ai 15 milioni di uomini che cercano la sopravvivenza e vivono di mendicità, mentre loro – i nomi li conosciamo tutti –  nuotano negli agi e nei fringe benefits.

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