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sabato 10 gennaio 2015

La necessità di un partito nuovo contro il pensiero unico dominante.


Come molti sanno e come si sta disvelando sempre più, in occidente la democrazia rappresentativa è in parte una fictio dietro cui si cela una competizione tra ristrette élite per conquistare il governo della società.
Così scrive Gustavo Zagrebelsky, uno dei migliori Costituzionalisti:
“La democrazia, nella versione rappresentativa che conosciamo, è una classe politica, scelta attraverso elezioni, che immettono nelle istituzioni istanze della società per trasformarle in leggi. E’ dunque, nell’essenziale, un sistema di trasmissione e trasformazione di domande che si attua attraverso una sostituzione dei molti con pochi: una classe politica al posto della società. Qui, piaccia o no, c’è la radice inestirpabile del carattere oligarchico della democrazia rappresentativa, carattere che perlopiù viene occultato in rituali democratici ma che talora non ci si trattiene dall’esibire sfrontatatmente. Ma al di là di ipocrisia ed arroganza, ciò che è decisivo è il rapporto tra questa oligarchia e la società (…). La classe politica pesca dalla società le istanze ch’essa vuole rappresentare per ottenere i consensi necessari a mantenere o migliorare le proprie posizioni, secondo la legge ferrea dell’autoconservazione delle élite.”


C’è da dire che oggi con l’avvento di Renzi nel nostro Paese il rapporto tra oligarchia e società si è annullato del tutto, non solo per effetto della legge elettorale incostituzionale, che ha di fatto consentito a poche persone di scegliersi i candidati di comodo all’interno di una ristrettissima élite, ma addirittura, per l’avvento al potere di una persona mai eletta e che oggi si trova da solo al comando, circondato da amici fidatissimi, anch’essi facenti parte di una sua ristrettissima cerchia di élite.
Tutto questo è esibito in modo sfacciato, e ci tocca prendere altresì atto che questa classe politica non tiene più in alcun conto ciò che pensano  e vogliono i cittadini.
Il governo procede lungo la sua strada senza fermarsi, una strada tracciata  in altri luoghi (?), fuori dal Parlamento e in compagnia  di personaggi occulti, ma anche  di  personaggi visibilissimi condannati ed inquisiti, senza minimamente tener conto delle proteste e del dissenso crescente tra i cittadini più consapevoli.
Qui, a mio parere, non siamo più di fronte ad una fictio della democrazia, ma  ad una trasformazione della democrazia, come dimostra il fatto che il primo dei problemi di questo governo è stato ed è lo stravolgimento della Costituzione e degli organi Costituzionali.
Si stanno cancellando tutte le regole democratiche e quel che è più grave è che  si sta attuando questo disegno ad opera di un governo e di un Presidente del consiglio non eletto dai cittadini e che quindi non ha mai ricevuto mandato di procedere alle modifiche costituzionali.
Tutto questo è gravissimo, non c’è alcun dubbio, così com’è grave che in Parlamento nessuno, dico nessuno ha avuto ed ha la capacità di ribellarsi a questo scempio.
Certo viviamo in un’epoca in cui l’individualismo ha avuto il sopravvento e quindi sappiamo bene che chi vuole mantenere il proprio posto in Parlamento deve sottostare ai diktat  di un Premier senza scrupoli. Gli interessi individuali  non coincidono  però con quelli dei cittadini.
Se questo è vero, viene da chiedersi: perché i cittadini che non condividono  rimangono a guardare?
Perché non attivarsi tutti per cercare di cambiare?
Al punto in cui siamo è, però, illusorio pensare di cambiare questi partiti.
E’,infatti,  illusorio pensare di sradicare queste oligarchie rimanendo dentro questi partiti ed è altrettanto illusorio continuare a pensare ed a  rimanere chiusi nelle vecchie categorie di pensiero.
Sono convinta che così facendo non si fa altro che continuare a mantenere in piedi questo sistema corrotto e radicato.
Che fare allora per cercare di arginare questa disfatta, questo pensiero unico dominante?
Io penso, e non da ora, che l’unica strada da percorrere è quella di costruire dalla base un nuovo soggetto politico. Bisogna cominciare dalle fondamenta, stando bene attenti a non utilizzare materiale riciclato, perché se così non fosse non si farebbe altro che spianare la strada a vecchie oligarchie sempre in agguato, vedi la lega in salsa siciliana.
Per farlo - non mi stancherò mai di dirlo - occorrerebbe anche che i vecchi compagni abbandonassero  le loro logore postazioni, per dare una mano a salvare il Paese, almeno a provare.
In natura niente rimane uguale, tutto si trasforma e questo, penso, dovrebbe valere soprattutto in politica.
Nella Toscano
10.1.2015

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