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venerdì 8 gennaio 2010

a costituzione Italiana frutto di tre grandi culture politiche: cattolica, maxista, liberale, è una delle più avanzate, armoniose e civili carte costituzionali del mondo.
Una costituzione non astrattamente idealistica, ma capace di esprimere i suoi altissimi principi con la concretezza dello sviluppo economico e della crescita collettiva degli Italiani, della proiezione del nostro Paese verso un’Europa che è stata la grande meta del Risorgimento Nazionale.
Entrata in vigore il 1 gennaio 1948 porta la firma del liberale Enrico De Nicola, del comunista Umberto Terracini e del democristiano Alcide De Gasperi.
Ero e sono ancora fermamente convinta che una carta così altamente testimoniata non può essere sostituita dalla firma di Berlusconi e Bossi, che sono la negazione di tutto quanto la nostra carta afferma.
Già solo questa considerazione deve esserci da stimolo per impegnarci senza riserve ancora una volta nella battaglia per la difesa della nostra Costituzione, perchè nonostante il referendum di pochi anni fa, verrà stravolta da questa maggioranza e, ci auguriamo, senza l'aiuto del PD.
Mi pare opportuno richiamare a tal proposito il discorso ancora attualissimo sulla costituzione tenuto ai giovani di Milano nel lontano 1955 da Pietro Calamandrei, il fiorentino che fu docente di diritto civile, tra i fondatori del partito d’azione e che dopo aver partecipato alla resistenza, fece parte della costituente:
“Nella nostra costituzione c’è un articolo che è il più importante, il più impegnativo. Dice così:E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del paese.
Quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti la dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto si potrà veramente dire che la formula contenuta nel primo articolo “ la Repubblica d’Italia una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, corrisponderà alla realtà. Perchè fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra repubblica non si potrà dire “fondata sul lavoro” ma non si potrà chiamare neanche democratica, perché una democrazia in cui non ci sia un’uguaglianza di fatto, in cui ci sia solo un’uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro migliore contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe , è vero, a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società. E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà: in parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere (….).
Dietro a ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano e di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi questa non è una carta morta,questo è un testamento, un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”
Dunque a noi spetta difenderla e di lottare perché venga finalmente realizzato il programma in esso contenuto: dare lavoro a tutti, dare a tutti la dignità d'uomo, lo dobbiamo a quei morti.
lunedì 21 dicembre 2009
Nella Toscano

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