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venerdì 8 gennaio 2010

"Nonostante le ripetute sollecitazioni che sono pervenute dal mondo delle professioni, nonostante tutti gli indicatori economici segnalino che la crisi in atto stia da tempo colpendo in modo particolarmente rilevante gli studi professionali, il Governo così come purtroppo buona parte degli enti locali, sembra che non abbia ancora preso atto dei problemi strutturali del comparto delle libere professioni. A questa situazione si aggiunge anche una insufficiente attenzione nei confronti, nello specifico, delle difficoltà che stanno investendo la professione di architetto, che soffre in modo particolare della crisi del settore edilizio, la conclusione non può che essere una sola: il rischio di "povertà" per una gran massa di professionisti - in particolare, i giovani che sono almeno il 50% dei nostri iscritti - è, letteralmente, alle porte". Lo ha dichiarato Massimo Gallione Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"Sia nella Manovra anticrisi d'estate che nella Finanziaria 2010 - dice ancora Gallione - il Governo aveva a portata di mano la possibilità di includere negli aiuti predisposti per le piccole e medie imprese anche gli studi professionali: in particolare, estensione degli sgravi e incentivi fiscali, e accesso al credito. Sarebbe stato un segnale molto importante di riconoscimento dell'impegno che il capitale intellettuale del Paese - come vengono definiti i professionisti - compie quotidianamente."

"Non averlo fatto - prosegue il Presidente degli architetti italiani - e aver ignorato le proposte che concretamente gli architetti hanno predisposto relativamente, ad esempio, ai Lavori pubblici, all'edilizia privata, all'urbanistica, fa ben comprendere quanto le istituzioni siano ancora distanti dalle esigenze del Paese reale. Gli architetti italiani - conclude Gallione - vogliono fare in tutto la loro parte per far uscire il paese dalla crisi, ma hanno anche bisogno di nuovi strumenti legislativi innovativi ed azioni conseguenti che consentano una vera concorrenza basata sulla qualità. Se si vuole veramente allontanare il pericolo reale di una disoccupazione di massa occorre una svolta radicale della politica e quindi, tramite una efficace concertazione tra governo, regioni, imprese e professionisti, attivare quelle riforme (molte delle quali a costo zero) fondamentali per il settore".
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Io penso che la sinistra parlamentare ed extra parlamentare dovrebbe prendere coscienza dello stato di disagio dei professionisti ed in particolare degli Architetti maggiormente colpiti da queste crisi e proporre soluzioni adeguate con misure come quelle sopra descritte e mettendone in campo altre di più adeguate per non abbandonare anch'essa al proprio destino una parte rilevante del capitale intellettuale di questo paese, spesso a torto, bistrattato e ignorato dalla sinistra.
venerdì 23 ottobre 2009
Nella Toscano

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