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martedì 4 gennaio 2011

La società civile con la Fiom: "Sì ai diritti, No ai ricatti". Firma l'appello di Camilleri, Flores d'Arcais e Hack

 http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391202


Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita, che nemmeno negli anni dei reparti-confino di Valletta era stata mai immaginata: la cancellazione dei sindacati che non firmano l’accordo, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto. Questo incredibile annientamento di un diritto costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dell’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente.
Per questo ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzata dalla Fiom, sia sacrosanta e vada appoggiata in ogni modo. L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la società civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici: ne va delle libertà di tutti.

3 commenti:

marino ha detto...

Condivido integralmente il contenuto dell'appello. E' un evento assai significativo che gli intellettuali ritornino (dopo una lunga eclissi) ad assumere un ruolo di primo piano, fortemente evidenziato,per la difesa della democrazia, a fianco degli operai. La vicenda Fiat, con i suoi risvolti neofascisti e "mafiosi",costituisce un'ulteriore verifica degli effetti devastanti, anche e soprattutto in Italia, del processo di "de-democratizzazione" che si evidenzia orami, inquietantemente, come organico alla globalizzazione capitalistica. Reagendo a tale processo, si pongono le premesse per la ricostituzione di nuove "avanguardie di massa" a presidio della civiltà democratica.
Giuseppe Carlo Marino

marino ha detto...

Condivido integralmente il contenuto dell'appello. E' un evento assai significativo che gli intellettuali ritornino (dopo una lunga eclissi) ad assumere un ruolo di primo piano, fortemente evidenziato,per la difesa della democrazia, a fianco degli operai. La vicenda Fiat, con i suoi risvolti neofascisti e "mafiosi",costituisce un'ulteriore verifica degli effetti devastanti, anche e soprattutto in Italia, del processo di "de-democratizzazione" che si evidenzia orami, inquietantemente, come organico alla globalizzazione capitalistica. Reagendo a tale processo, si pongono le premesse per la ricostituzione di nuove "avanguardie di massa" a presidio della civiltà democratica.
Ma gli appelli non bastano. Occorre restaurare, nel concreto delle lotte, l'unità intellettuali-operai. Ci serve lo sciopero generale.
GIUSEPPE CARLO MARINO

Nella ha detto...

Sono d'accordo, bisogna assolutamente ricostruire il rapporto operai-intellettuali.
Lo ritengo necessario per salvare la nostra democrazia, ormai in fase di decomposizione avanzata.
E' chiaro che non bisogna fermarsi al solo dissenso, bisogna andare oltre e gettare le premesse per ricostruire nuove "avanguardie di massa"a presidio della civiltà democratica, come dici Tu!