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venerdì 5 settembre 2014

Incubo 2015: con la nuova legge elettorale vince Berlusconi


di Daniela Ranieri, da Il Fatto quotidiano, 2 settembre 2014

Ore 23 del 15 novembre 2015. In studio dicono che ha votato la metà degli italiani. “Bene” sussurra Gianni Letta a B., a Palazzo Grazioli. “Bene” sussurra Luca Lotti a Renzi, a Montecitorio.

Il Pd, forte del 40,8% alle Europee di un anno e mezzo fa, si è presentato quasi da solo. Civatiani e opposizione interna di Mineo e Chiti si sono auto-neutralizzati, per ora, in un gelido 4%. Sel, Verdi, altre frattaglie della sinistra che fu, corrono soli, restando ben al di sotto di quell’8% che permetterebbe loro l’accesso alla Camera.Forza Italia, benché i sondaggi la dessero in crescita dopo che B. ha ottenuto la grazia da Napolitano pochi giorni prima delle sue dimissioni, corre in coalizione con altri 5 partiti: Ncd (“per l’appartenenza alla famiglia del PPE”), Fratelli d’Italia, Lega, No Equitalia, guidata da Lele Mora, e Forza Milan, guidata da Barbara Berlusconi. Alle 23.30, FI è data al 19%, gli altri al 3.

A mezzanotte Mentana legge i primi risultati: il Pd stacca tutti con uno stupendo 36%. FI e M5S arrancano al 20.

Al Nazareno l’atmosfera si scalda. “Bene” fa Filippo Taddei, subito incenerito da uno sguardo di Renzi. Il capo si aspettava di più, è chiaro. L’Italicum del patto del Nazareno, scritto con Verdini, non più ritoccato grazie al ghigliottinamento o canguramento di migliaia di emendamenti alla Camera, dovrebbe consegnargli più della metà dei seggi alla Camera e consentirgli una serie di altre mandrakate su presidenza della Repubblica, Senato, Csm. Non è per questo che i gufi e i rosiconi gli hanno fatto la guerra? Che si sono agitati spettri di insidie e macchinazioni autoritarie? La Picierno vuole stappare una bottiglia di spumante. La Boschi, ministra delle Riforme, dei Rapporti col Parlamento, degli Esteri e degli Interni, tira fuori la calcolatrice: “Col 37% andiamo al ballottaggio, vero?”.

Il Pd, analizzano in studio, sconta le politiche di Renzi, che ha perso tempo su legge elettorale e riforma del Senato invece di occuparsi di lavoro, sanità, politiche per la casa. La recessione è ai massimi storici. La deflazione non è stata compensata da un aumento della domanda. Gli 80 euro sono stati restituiti o spesi con gli interessi in tasse, cure mediche e psichiatriche, aumenti di ticket per parcheggi e biglietti di bus e treni. L’Europa non ha creduto alla crescita fittizia del Pil dopo che nel suo conteggio sono finiti spaccio, prostituzione, corruzione , proventi della mafia e, in extremis, evasione fiscale. Il primo messaggio di B. da uomo libero, trasmesso in estate a reti Mediaset unificate, ha restituito speranza agli italiani: quando c’ero io andavate in pizzeria tutti i sabati; quando c’ero io mangiavate davanti ai telequiz; quando c’ero io la patonza girava. Alle 2 il Pd è al 38%, FI al 20.

B. guarda Letta. Renzi guarda Lotti. Mentana sbianca: FI, con i 5 partiti civetta al 4%, starebbe al 40%.
“Bene” fa Letta. “Ops” fa Lotti. “Non si agitino spettri” fa Napolitano da Castel Porziano.
All’alba, Mentana, stremato, legge il risultato definitivo: Pd primo partito, col 36%. FI secondo, col 20. “Bene, no?” fa la Madia. “Diciamo”, fa D’Alema. FI, coi 5 partiti nessuno dei quali supera il 4,5%, ha vinto le elezioni al primo turno, e col 20% dei voti del 50% degli italiani con diritto di voto, cioè col 10% sul totale, si aggiudica il 55% dei seggi alla Camera.

In mattinata, l’Italia apprende cosa succederà: il premier Silvio Berlusconi potrà contare su oltre la metà dei deputati da lui nominati alla Camera per eleggere il nuovo capo dello Stato, mentre al Senato gli bastano 33 tra sindaci e consiglieri regionali, sempre da lui nominati e tutti incensurati grazie all’immunità che il Pd gli ha regalato, per eleggere un suo uomo già dopo il terzo scrutinio. Il presidente della Repubblica sarà Gianni Letta, il cui primo atto sarà graziare Marcello Dell’Utri, ingiustamente detenuto cofondatore del partito che la nazione ha di nuovo premiato.

B. nominerà 5 giudici su 15 della Corte costituzionale. Altri 5 li nominerà Gianni Letta.
Alcuni tra i più indomabili esponenti dell’opposizione saranno silenziati, o fatti direttamente arrestare con voto a maggioranza semplice alla Camera e al Senato. Renzi mangerà del maiale davanti al Nazareno, per prendere per il culo i giornali stranieri che ci prendono per il culo. I piddini andranno nei talk show a dire che sono il primo partito, e che, come s’è visto, Renzi non aveva mire autoritarie.

I cittadini invecchieranno, o espatrieranno. Proveranno a raccogliere 800 mila firme per referendum che abroghino qualcosa. Alcuni verranno bloccati dalla Consulta. Per quelli che passeranno, B. si procurerà di mandare Razzi davanti alla Cassazione, con una busta di 5.000 euro da dare sull’unghia a chi toglierà il proprio nome dall’elenco. E così per sempre, per tutte le altre raccolte firme, che saranno sempre, al massimo, 799 mila.

(2 settembre 2014)

1 commento:

nella ha detto...

Uno scenario da incubo che non fa dormire sonni tranquilli, tranne ai piddini che non vogliono capire che continuando così ridaranno l'Italia in mano a berlusconi ed alla sua compagnia. Qualcuno dica a Renzi che con queste rifiorme e con queste politiche sbagliatissime sta aprendo un'autostrada a Berlusca ... anche se nutro poche speranze che riscano a capire qualcosa...