Ancora una volta Genova è stata sommersa da acqua e fango:
un’altro disastro annunciato, visto che nessuno ha fatto niente per prevenire e
cercare di evitare che si ripetesse la stessa tragedia di pochi anni fa.
Le immagini che ci arrivano da questa città, ancora una
volta messa in ginocchio, dovrebbero indurre tutti a un’attenta riflessione e ad imporci un’autocritica
feroce.
Io penso e sono convinta che niente avviene per caso e nemmeno
quello che sta succedendo a Genova può essere considerato frutto di un caso. Infatti,
non vi è alcun dubbio che è solo la conseguenza di un certo modo di
disamministrare il territorio ed anche conseguenza di un agire e pensare non
solo della politica, ma anche di ognuno di noi: questi disastri sono la somma
di tutte le nostre negligenze, della
nostra incapacità di sentire il dovere
civico di salvaguardare l’ambiente e il territorio.
Non c’è dubbio che la colpa maggiore la portano la politica
e le Istituzioni preposte al controllo ed alla salvaguardia del territorio, che non si sono preoccupati minimamente di rispettare e fare rispettare le regole, e nemmeno
di porre rimedio per tempo a che ciò non succedesse ancora.
Con ritmo sempre più incalzante stanno venendo al pettine i
guasti che negli anni sono stati prodotti senza che nessuno vi si opponesse. Non è un caso se la corruzione dilaga e con
essa la devastazione del territorio e la cementificazione selvaggia, che ha
finito per divorare suolo, sottraendolo all’agricoltura con un ritmo davvero
impressionante, occupando persino le sponde di fiumi e torrenti, senza il
rispetto delle regole urbanistiche.
Il guaio peggiore è che moltissimi non si vogliono rendere
conto che le responsabilità non sono da
ascrivere solo alle Istituzioni, ma
anche a tutti quei cittadini che hanno
fatto i furbi e non hanno rispettato le regole.
Adesso siamo arrivati al punto di non ritorno: abusivismo ed
inquinamento atmosferico costituiscono una seria
minaccia per il nostro Paese.
Sarebbe bene prenderne atto da subito e cercare di
modificare in primis i nostri comportamenti e le nostre scelte, anche riguardo
alla rappresentanza politica e alla partecipazione alla politica se davvero vogliamo
imprimere un cambiamento per salvare il
salvabile.
A mio parere, per cercare di rimediare e non fare più danni
da aggiungere a quelli già fatti, la prima cosa da fare è bloccare il rilascio
di nuove concessioni edilizie, che da quando servono a fare cassa ai comuni,
grazie alla riforma Bassanini, sono
rilasciate a ritmo crescente.
La seconda cosa che si dovrebbe fare con urgenza è ridurre
l’inquinamento atmosferico; sappiamo infati che le emissioni dannose provocano
gas serra, che contribuisce in maniera determinante a cambiare il nostro clima,
prova ne sono le bombe d’acqua che si
ripetono a ritmo sempre più incalzante e devastante, e gli scarichi nocivi
altamente inquinanti del suolo e sottosuolo.
Poi, ovviamente, si dovrebbe provvedere subito alla messa in
sicurezza del territorio. In merito a
ciò non si è però ancora riusciti a passare dalle parole ai fatti, frenati da una
burocrazia tra la più corrotta e più inetta e incompetente d’Europa, da una
giustizia assai lenta e poco incisiva, da regole per niente certe ed altresì da
politici tra i più incompetenti e
corrotti d’Europa, che pensano a sgovernare solo per sé stessi in vista delle elezioni future e mai per il bene del
Paese.
Anche in presenza di questo nuovo disastro, purtroppo,
abbiamo dovuto prendere atto che
questo Presidente del Consiglio per caso ha saputo pronunciare solo frasi di circostanza, niente che possa
far pensare ad una svolta: nessuno impegno concreto se non quello di aumentare
le imposte comunali.
Possiamo facilmente supporre che continuando così, saremo
davvero persi.
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