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martedì 29 ottobre 2024
Elezioni Liguria 2024: i vincitori
di Sergio Bagnasco
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Elezioni Liguria 2024: i vincitori
Tanti sono stati i vincitori alle elezioni liguri del 2024:
1° classificato: Disgusto
2° classificato: Inconcludenza
3° classificato: Ignoranza
4° classificato: Tradimento
5° classificato: Veto
6° classificato: Perdente
DISGUSTO
Le inchieste giudiziarie, anche quando producono la caduta di una giunta regionale e conseguenti elezioni anticipate, sono ormai solo rumorose emissioni di aria dalla bocca che producono allontanamento dal sistema partitocratico, incapace di offrire risposte ai problemi del vivere quotidiano. Risultato? Va a votare appena il 45,97% degli aventi diritto con un calo del 13,95% dei votanti. Non solo: le schede bianche e nulle ammontano a 19.777 pari al 3,21% dei votanti cosicché i voti validi sono appena il 44,49% degli aventi diritto.
INCONCLUDENZA
Ben 9 candidati presidenti e 20 liste, ma i seggi sono stati conquistati solo da 9 delle 13 liste che sostenevano i due candidati favoriti: Bucci, per il CDX, e Orlando, per il CSX in versione “quasi campo largo”; tutti gli altri candidati presidenti (7) e tutte le altre liste (11) tornano a casa a mani vuote.
Grande inconcludente frammentazione nonostante un sistema elettorale con soglie di sbarramento (del 3% o del 5%) e premio del 20% dei seggi in palio alle liste che sostengono il candidato presidente che prende più voti.
In altre parole, la maggioranza dei partiti si comporta come se fossimo in un sistema puramente proporzionale; incapaci di giocare con le regole date e anche di agire per cambiare queste regole.
Risultato? Tutti i 7 candidati presidenti alternativi ai due concorrenti favoriti hanno preso ciascuno meno dell’1% dei voti, determinando una dispersione di oltre il 3,5% dei voti.
E’ troppo chiedere ai partiti che hanno la presunzione di essere alternativi alle “coalizioni coatte” di saper fare sintesi e presentare offerte politiche credibili?
Per fare politica non basta dire “Ci sono anch’io!”.
IGNORANZA
Dalla lettura dei dati elettorali emerge che gli elettori non conoscono il sistema elettorale o vivono su Marte.
Assolutamente lecito, per esempio, che un elettore scelga di votare il Partito Comunista dei Lavoratori, disinteressandosi del fatto che è altamente improbabile che superi la soglia regionale del 3%, ma è sbalorditivo che ci siano elettori che votano solo il candidato presidente, Ferrando, e non la lista di partito: Ferrando ha totalizzato 2.099 voti mentre la lista che lo sostiene appena 1.813!
Ci sono elettori che hanno votato solo il candidato presidente Ferrando ritenendo che potesse risultare il più votato e quindi divenire presidente della regione? Penso proprio di NO! Quindi, è più probabile che molti elettori non conoscano il sistema di voto.
Infatti, tutti i 9 candidati presidenti hanno totalizzato più voti delle liste collegate.
I candidati presidenti hanno raccolto 596.833 voti mentre tutte le liste hanno raccolto 562.299.
In altre parole, 34.534 elettori hanno votato solo il candidato presidente, senza scegliere alcun partito.
Se questo può avere un senso per i candidati presidenti favoriti (scelgo tra Bucci e Orlando e non m’interessano i partiti che li sostengono), non ha alcun senso per gli altri 7 candidati presidenti che non hanno alcuna possibilità di risultare eletti e quindi l’unica speranza per gli elettori che scelgono di votare questi partiti è che almeno riescano a conquistare un seggio; illogico, pertanto, votare solo il candidato presidente che non ha alcuna possibilità di risultare il più votato.
Oppure, una quota importante degli elettori pensa che il voto dato esclusivamente al candidato presidente si trasferisca alle liste collegate, come avviene nel sistema elettorale parlamentare, dove votando il candidato uninominale il voto si trasferisce alle liste collegate.
In definitiva, o si tratta di ignoranza del sistema elettorale o si tratta di incapacità di effettuare scelte politiche basate su logica e analisi della realtà.
TRADIMENTO
Chi sarebbe il tradito? Il corpo elettorale, ovviamente.
La partitocrazia ha voluto l’elezione diretta del sindaco e del presidente di regione; vorrebbe persino l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, però poi le persone scelte dagli elettori per svolgere un incarico … abbandonano l’incarico per candidarsi ad altro. Ecco allora che abbiamo sindaci che si candidano per fare il presidente di regione o il parlamentare e presidenti di regione che si candidano al parlamento nazionale o europeo … determinando, se eletti ad altro incarico, instabilità nell’organismo che abbandonano. Così, Bucci eletto nel 2022 per la seconda volta sindaco di Genova, abbandona la carica determinando elezioni anticipate a Genova; e Orlando, lascerà la carica di parlamentare per guidare l’opposizione in regione Liguria? Chissà!
Questa pessima abitudine di candidarsi a una carica mentre si svolge altro mandato elettivo è una patologia che meriterebbe una cura drastica: chi ricopre una carica elettiva è incandidabile ad altre cariche oppure può candidarsi ad altre cariche elettive solo se prima si dimette dalla carica che ricopre.
VETI
"Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d’una spanna?" (Dante, Paradiso Canto XIX)
Chi pretende di decidere chi può stare in squadra, deve avere grandi doti di elaborazione, deve avere grandi capacità di timoniere, ma se ha solo dimostrato di barcamenarsi per galleggiare dilapidando un patrimonio, perché affidare a lui la decisione su chi deve stare in squadra?
Ecco, c’è qualcosa che non va quando si subisce il veto di chi ha dimostrato di non essere lungimirante.
Un’offerta politica risulterà sempre confusa e poco convincente se i veti sulle persone prevalgono sulle proposte.
PERDENTE
Perdente è colui che ha sempre pronto un “si ma”; “non abbiamo vinto, ma siamo il primo partito della Liguria”. E’ una grande soddisfazione, ma diventa misera cosa quando si vuole far passare una narrazione secondo la quale il partito della presidente Meloni ha preso appena il 15% in Liguria mentre in Abruzzo, a marzo 2024, aveva preso il 24%. Come a voler significare che c’è un’importante flessione del partito della Presidente.
Siamo alla fiera della stupidità!
A gennaio del 2020 il PD prese il 35% in Emilia Romagna e appena il 15% in Calabria! Allora? Le elezioni regionali hanno sempre presentato grandissime differenze di consenso da una regione all’altra. Ci siamo dimenticati di quando il PCI sfiorava il 40% in Toscana ma non arrivava al 16% in Veneto? Era il 1990.
E’ la storia politica italiana e chi pensa di commentare la politica ignorando la realtà è meglio che si dedichi a cesellare le zolle!
Dimenticavo, nonostante la fine ingloriosa della giunta di CDX guidata da Toti, le elezioni sono state vinte da Bucci che guida la coalizione di CDX, riconfermatosi alla guida della Regione Liguria.
Il CSX, anche nella versione “quasi campo largo”, accorcia le distanze, ma in ogni caso arriva secondo, come già successo in Sardegna, dove il “campo largo” ha preso meno voti del CDX ma ha comunque vinto la presidenza e quindi la Regione, grazie al sistema elettorale che garantisce la maggioranza assoluta dei seggi alla sola condizione che il candidato presidente più votato abbia superato il 25% dei voti a livello regionale.
Come si vede, è sempre molto facile cantare vittoria!
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