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sabato 6 marzo 2010

Napolitano firma il decreto salvaliste e l'opposizione scende in piazza

Antonella Mascali

6 marzo 2010
Il governo si è inventato un decreto “interpretativo” pur di consentire al Pdl nel Lazio e in Lombardia di correre per le Regionali nonostante le pronunce contrarie delle Corti d'Appello. Dunque Polverini e Formigoni secondo Palazzo Chigi restano candidati Presidente indipendentemente da ciò che deciderà il Tar nelle rispettive Regioni.
La decisione, che non ha precedenti, è stata presa senza consultare l'opposizione e contando sulla firma del Quirinale, che è arrivata dopo le 23.
Il ministro dell'Interno Maroni, durante la conferenza stampa, ha sostenuto che non c'è nessuna modifica alla legge elettorale, “nessuna riapertura dei termini, ma si tratta di una interpretazione autentica di alcune disposizioni riguardanti il procedimento elettorale”.
Quindi per il responsabile del Viminale tutti i giudici che hanno bocciato le liste dei candidati della maggioranza, hanno interpretato male la normativa vigente.
Berlusconi con toni roboanti ha detto che il decreto da “il diritto di voto a tutti i cittadini”. Il via libera di Napolitano è arrivato dopo concitati colloqui fino a tarda sera con Gianni Letta e Roberto Maroni che hanno concordato il testo con l'ufficio giuridico del Colle.
Il Pd ha definito il decreto "un trucco" per aggirare le norme sulle elezioni. Decine di militanti del popolo “viola”, subito dopo la firma di Napolitano, si sono sdraiati per protesta davanti al Quirinale. Il Pd ha annunciato una manifestazione di tutto il centrosinistra per sabato prossimo (13 marzo). Per Di Pietro "c'è la necessità di capire bene il ruolo di Napolitano in questa sporca faccenda onde valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l'impeachment nei suoi confronti per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni”.

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