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domenica 4 aprile 2010

Verde Vaticano -

di Alessandro Robecchi (il Manifesto)Condividi
Oggi alle 20.44
Io non ci credo, sia chiaro. Però in certe cose non si sa mai, forse non è il caso di rischiare. Qualcuno avverta i padani rinati del settimo giorno di stare attenti: metti che il Dio Po esista davvero, potrebbe alzarsi dagli argini e fargli un culo a paiolo che tutta la polenta del mondo non basterebbe a riempirlo. Il primo messaggio mandato dai governatori leghisti appena insediati è stato spedito in Vaticano. Bei tempi quelli de Il Padrino, che per mandare un avvertimento mettevi una testa di cavallo nel letto a qualcuno. Ora si va al telegiornale e si dice no alla pillola abortiva. Il giorno dopo è un coro di sono stato frainteso, cos'avete capito, ma intanto il messaggio è arrivato, forte e chiaro. Può essere che a furia di sentirsi dire che sono la nuova Dc i leghisti finiscano per crederci, e del resto laggiù oltretevere hanno un gran bisogno di amici, di questi tempi. Si chiama cinismo: in questo caso è sulla pelle delle donne, e non è certo la prima volta. Ora i neo-convertiti dovranno cancellare con il bianchetto tutti quei matrimoni celtici con il druido e tutto il resto, le cerimonie pagane, le frasi sui "vescovoni" lontani dalla gente. Certo, sperare che l'ira del Dio Eridano, evocato e poi abiurato, li fulmini tutti è un po' irrazionale. Ma ditemi voi se è razionale sperare nella sinistra, gente che perde sempre per colpa di altri. E una volta Rifondazione, e l'altra volta Di Pietro, e la volta dopo i grillini, e la prossima, magari, le tartarughe giganti del pianeta Klingon, o l'invasione delle cavallette. Tra un anno si vota per il sindaco di Milano e tutto lascia intendere che la sinistra farà quello che sa fare meglio, lo spettatore. Presto comincerà il valzer del totonomine e magari chissà, alle primarie spunterà il nome di Filippo Penati che ha perso in provincia, ha perso in regione, merita una promozione: candidarsi a prendere una sberla anche in comune. Date retta, forse è meglio sperare nel Dio Po: se tra un anno le cose staranno come oggi ha più probabilità lui.

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