Matteo
Renzi non deve aver fatto una grande impressione a Xi Jinping ed il suo
viaggio probabilmente non darà i risultati commerciali sperati.
Intendiamoci: forse il risultato sarebbe lo stesso modesto se al posto
di Renzi ci avessimo mandato il conte Camillo Benso di Cavour, ma
l’impressionante serie di gaffes inanellata dal (per nostra disgrazia)
Presidente del Consiglio certamente non ha giovato all’immagine del
paese. Questo un elenco breve ed incompleto:
a- la visita di Stato, messa in
calendario ai tempi di Letta, era stata prevista inizialmente come di un
solo giorno, dopo Renzi ha chiesto ed ottenuto un raddoppio (di solito,
una volta calendarizzate le occasioni di questo genere non vengono
modificate)
b- genialmente, immediatamente prima
della visita di Stato a Pechino, si è pensato di infilare una visita di
Stato in Vietnam, paese che sull’orlo della guerra con la Cina (“Sai mi
trovavo a passare da queste parti.. che si dice ad Hanoi?”) ed è facile
pensare come l’avranno presa i cinesi
c- prima ancora di andare a Pechino, si
ferma a Shanghai (motivo di quel giorno in più in Cina) dove va a fare
il piazzista. I cinesi sono molto formali e che un capo di governo
straniero si metta a girare per il paese, prima di aver incontrato l’
“Imperatore”, equivale ad un insulto
d- dopo di che, per concludere, si
incontra con Xi Jinping e gli parla solo di politica interna italiana,
citando polemicamente la Lega (che chissà se Xi Jinpiung sa cosa sia) e
proseguendo su questo tono. Politica estera: zero.
Più che un gaffeur Renzi è proprio “la
gaffe” e mi spiego: nell’operetta “Il paese dei Campanelli” c’è un
personaggio detto appunto “La Gaffe”, che era quello che reggeva la
parte comica dello spettacolo, appunto, con un continuo gioco di gaffes
alla moda delle commedie “degli equivoci” del tempo. Grandissimo, in
questo ruolo, fu Nuto Navarrini, ma che oggi non reggerebbe il confronto
con un comico leggero come Matteo Renzi. Stiamo assistendo alla replica
attualizzata del “Paese dei Campanelli”: non manca neanche Bon Bon! Il
guaio è che il “paese dei Campanelli” è diventato l’Italia.
Come si fa a prendere sul serio un capo
di governo come “La Gaffe”? E che ha appena ricevuto un sonoro
schiaffone in pubblico dagli americani che non lo hanno nemmeno invitato
alle celebrazioni del settantesimo del D-Day e non lo hanno voluto fra i
piedi durante il G7. Congratulazioni!
Aldo Giannuli
Nessun commento:
Posta un commento