A Palazzo Chigi si dicono «molto preoccupati per la situazione finanziaria della Regione e l’instabilità politica». Il ministro Graziano Delrio ne ha parlato direttamente con il governatore Rosario Crocetta la scorsa settimana, e mentre si odono nuovamente echi di «commissariamento della Regione» come già accaduto nel 2012 quando a lanciare l’allarme era stato Ivan Lo Bello di Confindustria, c’è una nuova grana che potrebbe aggravare il quadro non già dei migliori: la Regione rischia un buco nei conti del 2014 per oltre 400 milioni di euro e una «gravissima crisi di liquidità» di cassa già in estate. Il motivo? La Cassa depositi e prestiti non vuole erogare i 360 milioni di euro del mutuo acceso lo scorso anno se prima non verrà approvato il ddl paga imprese. E senza questi soldi, già di fatto previsti in cassa, a breve Palazzo d’Orleans rischia di garantire a stento le buste paga dei dipendenti diretti e non potrebbe pagare tutto il resto. Compresi i 30 mila stipendi in bilico e che la manovrabis dovrebbe garantire: anche se venisse approvata la seconda manovra, infatti, senza il denaro fresco del mutuo la Regione avrebbe enormi difficoltà a garantire gli impegni, e questo riguarda tutti i capitoli di bilancio, dai teatri ai forestali, dagli enti controllati ai pagamenti ai fornitori

Soltanto adesso si scopre un retroscena che non era trapelato fuori dai palazzi della Regione. Succede che nel 2012 la Finanziaria, l’ultima del governo Lombardo firmata dall’assessore Gaetano Armao, prevedeva l’accensione di un mutuo con la Cassa depositi e prestiti per 360 milioni di euro. Mutuo che viene firmato nel 2013, in pieno governo Crocetta. Dal ministero dell’Economia però pongono un aut aut che viene inserito nero su bianco in una clausola del contratto: le somme non verranno erogate se la Sicilia non approverà il ddl pagamenti alle imprese. E questo perché da Roma tengono molto alla norma, che a sua volta prevede l’accensione di un secondo mutuo trentennale da ben un miliardo di euro da ripagare alla Cassa depositi e prestiti ad un tasso che varia dal 2 al 4 per cento.

L’aut aut viene posto a tutte le Regioni che lo scorso anno volevano accendere mutui con lo Stato. In molte però si rifiutano di firmare questo accordo. Non la Sicilia, con gravi problemi di bilancio e con l’assessore Luca Bianchi che si trova a gestire un disavanzo della precedente gestione pari a oltre 1 miliardo.
Insomma, il contratto viene firmato. Forse sperando che la pratica del ddl paga imprese potesse essere sbrigata in tempi brevi. Invece la Sicilia ancora non ha approvato la legge, ultima in Italia. E i nodi di questo ritardo rischiano di venire al pettine in maniera drammatica, causando un doppio danno: non solo non arriveranno i soldi liquidi del mutuo da 360 milioni, ma nemmeno si potrà accendere quello da altri 90 milioni previsto nella Finanziaria 2013. Il buco totale sui conti di quest’anno sarebbe pari a 450 milioni. E si registrerebbe una sofferenza di liquidità di cassa già in estate.
A Roma sulla situazione Finanziaria della Sicilia c’è molta preoccupazione e lo stesso Delrio non ne ha fatto mistero con Crocetta, pur riconoscendo il lavoro fin qui svolto. Ma adesso a complicare le cose c’è anche il quadro politico: l’Ars è paralizzata e il ddl pagamenti, insieme alla manovrabis, rimane fermo in commissione Bilancio. Manca un accordo di maggioranza, in piena fibrillazione da rimpasto, e anche un assessore che segui i lavori: Bianchi si è dimesso,
forse non a caso il giorno dopo lo stop in aula al ddl pagamenti, e la delega è stata presa a interim dallo stesso Crocetta, che difficilmente potrà seguire i lavori pure in commissione. La Sicilia sembra davvero un Titanic che si avvicina all’iceberg.